Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. COME VIVERE I GIORNI DEGLI ESERCIZI
Meditare, esaminarsi, fare i propositi...

Esercizi Spirituali, Istruzione iniziale, Castel Gandolfo, 7 agosto 19601


Esercizi Spirituali dopo un anno di lavoro. Avete atteso a molte cose e avete compiuto i vostri uffici, i vostri doveri. Ora dedicare alcuni giorni esclusivamente per l’anima vostra: «Venite [seorsum] in desertum locum, et requiescite pusillum»2 [Mc 6,31], disse Gesù ai suoi apostoli dopo che avevano compìta una missione, e cioè di essere andati di città in città, di borgo in borgo, ad annunziare la venuta del Figliolo di Dio incarnato, del Messia.
Riposare, sì, ma un riposo speciale. Non è il dormire... anzi, è l’essere più svegli durante questo riposo, più svegli che negli altri tempi; e significa questo: avere applicazione con la mente, con il cuore, con il corpo stesso... applicazione alle cose spirituali. Un riposo dalle altre cose, un’applicazione invece alle cose spirituali.
Si narra nella Bibbia che Dio creò per sei giorni - che sono epoche - le varie cose: «Creavit caelum et terram» [Gen 1,1], e poi dopo creò le piante, gli animali; creò poi alla fine anche l’uomo; creò la luce... e il settimo giorno si riposò. Ma il vostro riposo è un riposo simile a quello di Dio, cioè cessò
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di creare, cessò di creare [cf Gen 1,1-31; 2,2-3]: avete cessato di fare quello che facevate prima. E Dio cessa di essere attivo nel suo riposo? No. Egli è sempre tutto atto, tutta azione, azione intima, azione beatissima, semplicissima, eterna. Così il riposo che fate voi: si lasciano le occupazioni di prima e si attende a quello che è intimo, a quello che è spirituale, a quello che più interessa all’anima, a quello che più direttamente va all’eternità. Ecco: un riposo costruttivo, un riposo santo, sì.
Allora questi giorni hanno come tre aspetti.
Cioè: primo aspetto è come se noi guardassimo indietro. Voltare lo sguardo indietro all’anno trascorso per poterci esaminare, e vedere quel che è stato fatto di bene e vedere quello che non è stato fatto di bene; e vedere quel che poteva essere anche buono, ma forse non del tutto fatto bene: perché noi non condanniamo solo il male, ma condanniamo anche il bene imperfetto, e cioè, della stessa azione che un po’ è buona e un po’ imperfetta, vi è qualche cosa che piace a Dio e merita, e vi è forse qualche negligenza, distrazione, eccetera, che non piace a Dio e quella non merita. Il bene fatto bene: per esempio, la Comunione fatta bene è Comunione santissima, ma può essere fatta con un più largo impiego delle nostre facoltà e può essere fatta invece con una qualche indifferenza, insufficienza. Lo sguardo al passato, il buon esame di coscienza: per ringraziare di tutto il bene che il Signore ci ha dato nell’anno, tutte le grazie, grazie esterne, esteriori, e grazie interne nell’intimo del nostro essere; e poi, oltre a ringraziare il Signore, dolersi di quello che al Signore è dispiaciuto, quello che è stato di incorrispondenza o di minore corrispondenza alla grazia di Dio.
Poi gli Esercizi hanno il loro volto che guarda l’avvenire: che cosa farò d’ora avanti, quest’anno? In che cosa lavorerò spiritualmente per costruire la mia personalità spirituale? Di che cosa ho bisogno ancora? Ecco, il volto che guarda il futuro...
E intanto vi è qualche cosa da fare nel presente, in questi giorni: e che cosa vi è da fare, che cosa facciamo in questi giorni, al presente? Al presente noi facciamo tre cose.
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Primo. Meditare le verità e particolarmente le verità del Credo; tutte le verità cristiane, ma specialmente quelle che son più notate nel Credo come principali, e che noi recitiamo ogni giorno3: meditare le verità della fede.
Secondo. Abbiamo da considerare la volontà di Dio, e cioè quello che Dio ci ha comandato: i comandamenti e, chi ha fatto i voti, i consigli ancora, da esaminare. Senza andare agli scrupoli, diligentemente, delicatamente esaminare i comandamenti, perché se si studia religione, catechismo, si profitta sempre, si conoscono sempre meglio le cose. Può essere anche che uno, penetrando meglio il senso dei comandamenti - supponiamo, del quinto comandamento, del quarto comandamento -, eh, venga a dire: In questo ho mancato, in quell’altro... e non ho abbastanza impegnato il mio essere per osservare perfettamente. Ma non bisogna credere che se uno viene a conoscere che una cosa è peccato, e viene a conoscerlo adesso - prima non lo conosceva -, non vuol dire che avendola commessa quella fosse offesa di Dio: la conoscenza che noi abbiamo adesso è per non commettere d’ora in avanti la mancanza, ma non che sia peccato quello che non conoscevamo come peccato; eccetto che uno abbia mancato in questo altro modo: non istruendosi, non studiando il catechismo, non prendendo quell’insegnamento che viene dato.
Quindi, dopo aver meditato le verità principali della nostra santa fede, [considerare] i comandamenti e i consigli evangelici, che sono quelli a cui si dedica la suora, la persona che si è consecrata o intende di consecrarsi a Dio: finché non è consecrata, osserverà i consigli evangelici per virtù; dopo consecrata a Dio, li deve osservare anche per voto.
Terzo. Nel corso degli Esercizi, in questi pochi giorni, una settimana circa, in questi pochi giorni in terzo luogo: primo, entrare nell’intimità con Gesù; secondo, abbondare in preghiera; terzo, fare i propositi; quarto, consigliarsi. Così che noi
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facciamo come un programma per l’anno prossimo, facciamo come un programma che contiene i propositi e contiene quello che riguarda il nostro ufficio, il nostro dovere, la nostra posizione. Ogni anno abbiamo da crescere un po’: come il fanciullo, la fanciulla crescono - e prima sei anni, sette anni, dieci anni, quindici anni, eccetera -, così si ha da crescere nello spirito, nella santità, poiché il tempo è per questo. Come si son fatti santi i santi? E molti descrivono i santi come fossero senza passioni, senza [un cammino di] santità, come se fossero nati santi; non sono nati santi, si sono fatti santi... e come? Lavorando per emendare e correggere quel che era difettoso, temperare il proprio carattere, guidarlo, il proprio carattere, bene; e poi la pratica delle virtù e dei consigli evangelici.
Allora... l’anno resta impegnato per un altro passo nella via della santificazione. Se andate a scuola, ecco, in principio dell’anno si vede, si esamina il programma: cosa devo studiare quest’anno; e poi si prendono i libri, i testi corrispettivi alle materie da studiare. E così che ogni giorno studiando, ogni giorno nell’andar a scuola, ogni giorno impegnandosi con attenzione e con lo sforzo per ricordare, eccetera... alla fine dell’anno si è imparato quel libro, si sarà imparato quel tratto di geografia... impariamo la geografia d’Italia, la geografia dei continenti extraeuropei, sì; così per l’aritmetica, così per la calligrafia, così può essere per la storia, in modo che alla fine si è fatto qualche cosa e, arrivato all’esame, si è promossi perché ci si è impegnati... si va ad una scuola superiore.
Venendo poi quindi un altro anno agli Esercizi, troverete in quali punti avete migliorato, se veramente l’anima è progredita o se è stata oziosa, se ha camminato o è stata ferma, oppure anche se può essere andata ancora indietro. Sì.
Oh! Ecco, dunque tre cose sono da farsi, e questo: meditare le verità che vengono esposte; secondo, esaminare la nostra condotta rispetto ai comandamenti e ai consigli evangelici, specialmente poi alla virtù che principalmente ci sta a cuore; e poi dopo pensare a fare i propositi, fare il programma di lavoro nell’anno di spiritualità da questi Esercizi a un altro corso di Esercizi che sarà, piacendo a Dio, l’anno prossimo.
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Oh! Gli Esercizi sono veramente i più bei giorni dell’anno per l’anima che ha impegno per la sua santificazione. Diciamo così: ci gode, si trova bene, li aspettava questi giorni, pregava per questi giorni, ha portato e porta il cuore tutto ben disposto per aver la grazia di ottenere il massimo frutto. Non è necessario che facciate tutti i giorni [previsti], ma quei giorni che ci sono, proprio impegnarli bene! Ho voluto cominciare stasera con l’introduzione, perché già domani sia una giornata piena, e così tutti i sei giorni della settimana siano pieni; e faremo poi la chiusa la domenica successiva. Quindi, non lunghi ma intensi, questi giorni; intensi per l’attività, per l’impegno che porterete. Ora, come riuscire? Per riuscire bisogna pensare che questi Esercizi sono una bella grazia che vi concede il Signore.
Secondo, la preghiera: perché, quando si tratta del lavoro spirituale e soprannaturale, ci vuole Dio! Noi dobbiamo accompagnare con la volontà la grazia, ma ci vuole proprio la grazia. La fede più profonda, una volontà più robusta, più ferma, un amore più intenso a Dio... ci vuol preghiera: anche se ci sono preghiere che facevate già le altre volte, come sono le orazioni del mattino e della sera, come è la Visita del Santissimo Sacramento, eccetera... tuttavia queste preghiere [siano] fatte con maggior umiltà e maggior fede, con disposizioni particolari quindi. Ci vuole preghiera. Dire tanti rosari, far delle belle Comunioni, impegnarsi anche nella meditazione e nei riflessi...
E questo è il terzo punto. Dopo che ci abbiamo messo la nostra volontà e la preghiera: riflettere, riflettere. Perché gli Esercizi - e lo ripeto sempre, questo - possono essere fatti senza prediche e senza libri, ma non si possono mai fare senza preghiera e senza riflessi. È uno sbaglio grosso quando, finita la meditazione, cioè finita la predica, la meditazione predicata, si passa subito ad altro4. Bisogna passare sui punti che si sono annotati e far le riflessioni, le riflessioni... e pregare per conoscere quello che già abbiamo e quello che ci manca, e per vedere quello che dobbiamo ancora costruire, rimediare: sì, i riflessi. I riflessi si possono anche tramandare qualche poco,
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perché c’è qualche occupazione urgente, ma pressappoco devono essere lunghi come una meditazione, come la predica che c’è stata. Poi, le prediche, le meditazioni e i libri che leggete sono principi generali, cose che riguardano tutte; ma i riflessi servono ad applicare al particolare, all’anima di ciascheduno.
Poi, oltre a queste prediche generali, vi sono parecchie cose, anzi molte cose della vostra vita in particolare, della vostra vita quotidiana, religiosa; e su questo la conferenza è della Madre: istruzione ogni giorno su qualche punto, specialmente in riguardo alle Costituzioni, per sapere come fare nelle cose ordinarie. Si va a tutti i particolari: da quello che riguarda la salute e all’igiene e la cura del corpo, a quello che riguarda il modo di arrivare al raccoglimento, all’intimità con Gesù; dalla disciplina quotidiana all’ufficio che ognuna ha, e in questo ci vuole una riflessione particolare5.
Bisogna dire così: che noi andiamo incontro al giudizio di Dio. Se ci giudichiamo noi, quello che noi abbiamo già rilevato di mancante, che non andava bene, lo abbiamo detestato: non lo porteremo più al giudizio di Dio; sarà stato un difetto, ma l’abbiamo corretto con impegno, sarà stata una mancanza, ma ora abbiamo ottenuto il perdono: non c’è più.
Ma due cose vengono giudicate dal Signore nel suo giudizio: prima le nostre cose individuali; poi l’ufficio, la missione che si ha. Le cose individuali: ad esempio, lo spirito di fede, l’umiltà, la carità; per esempio, la speranza, l’obbedienza, la castità, la povertà. Sì, le virtù individuali, il Signore ci esaminerà sui doveri individuali. E poi sopra i doveri di ufficio e di missione e di attuale condizione: se una è una scolara, se va a scuola bene e approfitta; e se una fosse sarta, se fa bene la sarta e se progredisce nel suo ufficio; e se è una cuoca... e se una fa una conferenza... ognuna deve fare al suo posto: nella missione, nei doveri che ha, doveri esterni che riguardano gli altri, sì, che riguardano l’apostolato, che riguardano le relazioni con il prossimo, che riguardano la convivenza sociale, la convivenza in casa. Ecco dunque due giudizi: uno riguarda i
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doveri individuali e l’altro gli uffici, la corrispondenza alla missione e quello che è secondo la posizione di ognuna... se una è un’aspirante, se una è postulante, se una è professa di un anno, se una è professa perpetua: sono posizioni diverse e ci sono doveri corrispondenti. Perciò l’esame di coscienza va alle cose individuali e poi va alle cose, diciamole, sociali, per tutti.
Così, andando avanti in una conoscenza sempre più intima di noi stessi, sarà più facile portare un progresso, un miglioramento, e ottenere quindi quei risultati che vi proponete di ottenere in questi santi giorni.
Gesù è molto contento che vi raduniate così, che abbiate tutto un solo desiderio di perfezione. Sì, un solo desiderio di perfezione: perfezione per ognuna e perfezione come Istituto nei doveri generali che ci sono nell’Istituto.
Gesù è molto contento, la sua grazia sarà abbondante. Parlategli cuore a cuore a questo Gesù! Dirgli tutto, sì. Ci sono delle cose che noi non possiamo mai dire agli altri intieramente, anche con la maggior buona volontà. Ci sembra persino che anche col confessore non possiamo mai dire tutto, proprio spiegare fino al fondo; ma con Gesù si può spiegare tutto, con Maria si può spiegare tutto: e allora in questa intimità, ecco che il progresso sarà molto e continuerete gli Esercizi con gioia; sentirete che lo Spirito Santo ha inondato la vostra anima e ha penetrato la vostra mente, il vostro cuore, tutto il vostro essere, tutta la vostra volontà.
Ecco allora cosa sono questi Esercizi, ecco come fare questi Esercizi. Gesù vi benedica. State serene, senza affanni, ma impegno sì, e fiducia tanta: tanta fiducia nella grazia di Dio. Gesù è con voi, Maria è con voi, san Paolo è con voi.

Sia lodato Gesù Cristo6.
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1 Nastro originale 72/60 (Nastro archivio 69a. Cassetta 69, lato 1. File audio AP 069a). Titolo Cassetta: “Introduzione agli Esercizi Spirituali, loro utilità e modo di farli”.
Gli Esercizi Spirituali delle Suore Apostoline iniziarono con questa istruzione il 7 agosto pomeriggio e terminarono il mattino di domenica 14 agosto, con l’istruzione conclusiva del PM sul Vangelo del giorno. Il PM tenne complessivamente 14 meditazioni.

2 «Venite in disparte, [voi soli,] in un luogo deserto, e riposatevi un po’».

3 Nella Famiglia Paolina, tra le Pratiche Quotidiane, vi erano le Orazioni del Mattino che comprendevano anche la professione di fede con il Credo (Simbolo degli Apostoli); e tra le Orazioni della Sera era prevista la Rinnovazione delle promesse battesimali. Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 15; 27-28; ed. 1985, pp. 20-21; 53-54.

4 Il PM dice: a un altro.

5 Cf C ’58, art. 447.

6 Dopo questa istruzione, nel qND sono riportati gli appunti di un’altra (o due?) meditazioni di don Carmelo Panebianco, probabilmente del pomeriggio stesso o del mattino seguente, di cui non abbiamo trovato la registrazione. Se don Panebianco avesse parlato la sera stessa, le due istruzioni seguenti del PM sarebbero state dettate al mattino dell’8 agosto, ma non ce ne sarebbero state altre nel pomeriggio o, viceversa, il PM avrebbe parlato il pomeriggio dell’8 agosto ma non ci sarebbero state istruzioni al mattino.