Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. GESÙ È IL SALVATORE DI TUTTI GLI UOMINI
Fervore di spirito e fervore di opere

Santissimo Nome di Gesù, Meditazione, Castel Gandolfo, 3 gennaio 1960
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Quest’oggi è l’onomastico di Gesù. Onomastico perché celebriamo la solennità della Circoncisione2, nella quale occasione s’imponeva il nome a colui che veniva circonciso; e questo si faceva otto giorni dopo la nascita:

«Passati gli otto giorni, il bambino doveva essere circonciso e gli fu posto il nome di Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel seno materno»3.

Difatti, quando l’arcangelo Gabriele annunziò a Maria la incarnazione del Figlio di Dio nel suo seno, aggiunse: Gli porrai nome Gesù [Lc 1,31], perché egli è il Salvatore. Più tardi l’angelo comparve a san Giuseppe e, dopo avergli chiarito un dubbio penoso che san Giuseppe aveva nella mente, nell’animo, parlando del Bambino che sarebbe nato, anche a san Giuseppe l’angelo disse: Gli porrai nome Gesù [Mt 1,21]. Gesù vuol dire Salvatore, in lingua ebraica. Veniva Gesù il Figlio di Dio a prendere umana carne proprio per esser Salvatore: era
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il nome di ufficio, di missione... non era un nome qualunque che può essere dato ad un bambino o ad una bambina. I genitori non sanno che cosa farà quel bambino, che cosa farà quella bambina quando sia adulta. Può essere che quel bambino divenga un sacerdote - una missione - e può essere che divenga invece un impiegato comune, un semplice cristiano. Quindi, non possono dare i genitori un nome adatto a quello che sarà l’ufficio e la missione del neonato; invece Dio impone lui il nome e vuole che questo nome sia dato nel giorno della circoncisione dai suoi genitori, dai suoi parenti: nome di ufficio, nome di natura! Era il Salvatore… perciò un nome che riassume la sua missione: Gesù. Egli è il Salvatore, e cioè: egli ci può salvare, e difatti salva l’umanità e ha salvato l’umanità con la sua vita santissima, con la sua passione e morte. Salva l’umanità dall’inferno: coloro che vogliono seguirlo; e salva l’umanità anche dal purgatorio: coloro che, pregando lui e profittando delle varie occasioni, acquistano le indulgenze o fanno penitenza dei loro peccati o pregano il Salvatore che per la sua passione e morte voglia cancellare ogni debito con la giustizia divina, sì.
Se il bambino nasce e viene battezzato, ecco, in lui entra la grazia, la grazia che viene dalla passione e morte di Gesù, ed è salvato: le porte del paradiso gli sono aperte, se egli persevererà nel bene. E se un uomo, una persona, ha peccato gravemente, ecco, si è chiuso le porte del paradiso, si è chiuso le porte del paradiso; ma se si confessa bene e prega Gesù, mostrando il suo dolore e il suo proposito fermo di non offendere più il Signore, ecco, le porte del paradiso sono riaperte per quel peccatore; e se noi siamo fervorosi, ecco che possiamo cancellare anche le pene meritate coi peccati della vita passata oppure le pene meritate con le negligenze, con le tiepidezze, con le imperfezioni volontarie. Per esempio, dopo la Comunione, nei libri ci sono quelle preghiere, anzi quella preghiera: Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che alla santissima vostra presenza prostrato, eccetera... Quella preghiera è tutta rivolta al Crocifisso, e se si dice di cuore e si aggiunge il Pater, Ave, Gloria, ecco si acquista l’indulgenza
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plenaria; si dice al Crocifisso, perché i mezzi della croce siano applicati a noi e allora [si ottiene] la salvezza anche dal purgatorio, se l’indulgenza è veramente acquistata4.
Sì, egli è il Salvatore di tutti gli uomini. Perciò vedete sovente scritto sulle facciate delle chiese oppure sugli altari, sulle immagini: Iesus Hominum Salvator. IHS: che vuol dire? Iesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini. Se si celebra volentieri l’onomastico di una persona cara, quanto più celebrare volentieri, santamente, con molta divozione e pietà l’onomastico di Gesù oggi; e voi volete celebrarlo così, con gioia e con divozione...: difatti dopo ci sarà l’esposizione del Santissimo Sacramento e farete l’adorazione. Pregare che Gesù che ha portato la salvezza agli uomini... ecco, questa salvezza sia accolta dagli uomini, che gli uomini approfittino della sua passione e morte per entrare in cielo, sì. Perché Gesù è il Salvatore, ha portato la sua grazia... ma quanti uomini trascurano di andare a lui? E che cosa possono pensare? «Non est in alio aliquo salus» [At 4,12], non vi è salvezza in nessuno che non sia Gesù. Non valgono né le ricchezze, né l’ingegno, né le armi, né la forza, niente... per salvarsi; vale il nome di Gesù, vale la fede in Gesù, la speranza in Gesù, l’amore a Gesù. Ecco quello che ci salva: «Non est in alio aliquo salus».Difatti nell’Epistola5 si legge un tratto, l’ultimo tratto che è ricordato [del]la guarigione dello storpio che stava alle porte del tempio a chiedere l’elemosina e, quando vide entrare nel tempio Pietro e Giovanni, anche a loro allungò la mano per essere aiutato, per avere un’elemosina. Ma Pietro gli disse:
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Io non ho né oro né argento... non ne abbiamo, ma ti diamo ciò che abbiamo: alzati e cammina!. E quello che era storpio dalla nascita e non aveva mai camminato, si alzò, le sue gambe si dirizzarono ed egli entrò giubilando e ringraziando il Signore dietro a Pietro e a Giovanni nel tempio, e vi fu un gran rumore... [At 3,1-10]. Ma quando si volle sapere in nome di chi e per quale potere6 Pietro e Giovanni avevano operato quel miracolo, ecco allora cosa disse Pietro: Sia noto a tutti, a voi e a tutto il popolo d’Israele, che se costui è guarito, non è per nostra virtù ma è per virtù del nome di Gesù, quel Gesù che voi avete crocifisso - rivolgendosi ai farisei - e che il Padre ha risuscitato, e che è il Salvatore... e che non vi è altra persona, altra speranza di salvezza che in lui.
Allora dobbiamo noi pensare che tutto viene da Gesù, la sorgente di ogni grazia è il Crocifisso. Tutto viene dal tabernacolo e tutto ci viene comunicato per mezzo dei sacramenti, specialmente, e poi per mezzo della preghiera in generale e di tutte le opere buone che noi facciamo a gloria di Dio e per il paradiso, delle opere buone che si fanno. E quanto più uno riceve bene e frequentemente i sacramenti della Confessione e della Comunione, quanto più uno fa più delle belle adorazioni, e soprattutto se ascolta bene la Messa, tanto più la salvezza è sicura e più abbondante, perché uno può acquistare soltanto la grazia, quella grazia assolutamente necessaria per andare in paradiso, come l’ha il bambino dopo che è battezzato.
Ma vi sono quelli che progrediscono di giorno in giorno in virtù e arrivano a una santità distinta, una santità quale hanno raggiunto molti santi. Non sempre la santità è taumaturga, e cioè accompagnata da miracoli; anzi, questi non son necessari. Non è necessario aver visioni, né esser profeti, né operar miracoli: ciò che importa è credere a Gesù, sperare nella sua misericordia, nei suoi meriti, e amarlo facendo le opere buone. E se voi vivete secondo la vostra vocazione e vi date intieramente a Gesù, ecco, Gesù ricambia con una comunicazione sempre più intima di grazia. Ma ci vuol fervore!
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Vita fervorosa, che non è solamente stare in chiesa e dire delle preghiere... ma la vita è fervorosa quando c’è fervore di spirito e di opere insieme. E cioè, quando un’anima si vuol dare tutta a Dio e si eccita alla fede, alla speranza, all’amore a Gesù, particolarmente in chiesa, particolarmente quando si ricevono i sacramenti nella Messa e nell’adorazione, sì; questo fervore di spirito quando c’è quella buona volontà di emendarsi nei difetti e di progredire nella umiltà, nella bontà...
Ma questo non è tutto: bisogna anche che sia il fervore di opere esterne, e cioè che si occupi il tempo, che si facciano le cose con applicazione, si accetti volentieri quel che è disposto, che lo si compia con letizia di animo, perché piaccia a Gesù. Sì, fervore di opere. Chi è così, che occupa bene il suo tempo, che conserva la sua sveltezza, che non perde il suo tempo in pensieri inutili, eccetera... ma si concentra nel fare il volere di Dio, nel compiere momento per momento ciò che piace a Gesù... ecco il fervore di opere. Questo fervore si applica a tutto, si applica a tutto: dal mattino quando c’è il segno della levata a tutto quello che si fa prima della Messa, quel che si fa nella Messa, e poi alle occupazioni che vengono date... in maniera che ci sia come una fiamma sempre accesa nel cuore, e senza fumo, cioè senza perdere il tempo, senza altri pensieri che occupino la mente, senza altre fantasie e desideri che occupino il cuore. No... tutto verso il Signore!
Sì, siamo deboli, e fantasie e distrazioni ne vengono: ma quando c’è la buona volontà di cacciarle queste distrazioni, di scacciare questi sentimenti inutili o vani, ispirati dall’orgoglio, dalla superbia, eccetera, quando si combattono, non c’è l’offesa di Dio! Gesù conta e vede il cuore, la buona volontà... non considera solamente l’esterno, Gesù. Gli uomini vedono solo l’esterno, ma il Signore guarda e vede i cuori come sono.
Quindi, il fervore di spirito, di pietà, di preghiera, e il lavoro interiore di emendazione e di acquisto delle virtù; e poi il fervore di opere, di attività, sì. Allora ci resta più niente che vada perduto del tempo. Sì, che tutto l’anno sia occupato per Gesù, per il suo paradiso, nel far la sua volontà.
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Si è cominciato l’anno dal primo [gennaio]; oggi siamo arrivati alla prima domenica, la festa del Santissimo Nome di Gesù. Ebbene, [fare] il proposito del fervore. E questo fervore far una dimostrazione di averlo: vedete quante volte è bestemmiato il nome di Gesù Cristo? E voi, se amate il nome di Gesù: Dio sia benedetto, benedetto il suo santo nome, benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, eccetera7... quando si sente una parolaccia o vien riferito che si è commesso un peccato, un’offesa al Santissimo Nome di Gesù, una giaculatoria almeno. E poi aver l’intenzione: domani la mia Comunione sarà più fervorosa per riparare alle bestemmie. Del resto, tutto il Dio sia benedetto che si dice, è sempre per riparazione delle bestemmie: bestemmie a voce, bestemmie scritte della stampa cattiva o delle pellicole cattive, perché ci sono anche le bestemmie stampate nelle pellicole o bestemmie trasmesse per radio e televisione. Se non sono in Italia, sono dolorosamente in tanti luoghi, in tante nazioni. Allora riparare le offese fatte al nome Santissimo di Gesù. Se lo amate, ogni volta che l’amato viene disgustato, viene offeso, certamente voi vi muovete a pena, a compassione, e cercate di consolare Gesù di quelle offese che ha ricevuto. Dunque, amare perdutamente il Signore Gesù. E che noi ci sentiamo sempre in pena ogni volta che viene riferita qualche offesa al Signore oppure ogni volta che noi la vediamo, la sentiamo.
Voi volete essere le più amate da Gesù, volete essere le figlie predilette di Gesù! E allora aver sensibilità, sentir pena per le offese fatte a Gesù, per tanti che combattono Gesù Cristo nel mondo: combattono Gesù, la sua Chiesa, la sua dottrina, i suoi sacramenti, i suoi ministri, i suoi religiosi. Riparare con tanto amore quello che frequentemente è l’indifferenza o l’odio di tante persone contro Gesù Cristo.
Perciò si può augurare buon onomastico a Gesù. Che egli non sia più così maltrattato, ma sia amato; e che per vostro amore, cioè per il vostro
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amore e per il vostro apostolato, possiate portare a Gesù tante anime consecrate a lui, come è la vostra missione. Oh! Sì, consolare Gesù e portargli delle anime che lo amino perdutamente anche in riparazione di chi lo odia oppure di chi è indifferente verso di lui, verso la sua dottrina, verso la sua morale, verso la liturgia. Riparare e consolare Gesù... e allora Gesù effonderà di più nella vostra anima la fede e la fiducia in lui, la speranza e l’amore, in modo tale che non ci sia più una perdita anche minima di tempo, ma tutto sia rivolto nella giornata... e tutto in lui. Né pensieri inutili, né sentimenti inutili, né parole inutili, né attività inutili: tutto, solo, sempre e in fervore, per Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 61/60 (Nastro archivio 62a. Cassetta 62, lato 1. File audio AP 062a). Titolo Cassetta: “Gesù è il salvatore”.

2 Propriamente, la festa della Circoncisione di Gesù cadeva il 1° gennaio. Questa meditazione è della domenica successiva, come lo stesso PM afferma più avanti. Infatti, nella domenica tra la Circoncisione e l’Epifania (oppure il 2 gennaio) ricorreva la festa del Santissimo Nome di Gesù. Il Vangelo del giorno, comunque, era lo stesso per tutte e due le feste.

3 Vangelo: Lc 2,21. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

4 La Preghiera a Gesù Crocifisso, detta davanti ad un Crocifisso dopo la Comunione, alla condizione di essere confessati e di pregare secondo le intenzioni del Santo Padre, otteneva l’indulgenza plenaria (Decreti del 1858 e del 1934). Questa preghiera compare per la prima volta nel libretto delle preghiere paoline nell’edizione del 1938 (pp. 101-102); vedi anche Le Preghiere della Pia Società San Paolo, (Preghiere), ed. 1957, pp. 28-29. Cf Enchiridion Indulgentiarum, ed. 1950, pp. 124-125, n. 201.

5 La Lettura della Messa (ne veniva proclamata una, seguita dal Salmo e quindi dal Vangelo) era comunemente chiamata Epistola, anche se non veniva tratta dalle lettere apostoliche del Nuovo Testamento. La lettura del giorno era: At 4,8-12. Il PM si sofferma qui di seguito a sottolineare il contesto in cui è inserito il brano e dà così spiegazione del miracolo della guarigione dello storpio, miracolo da cui nasce poi l’annuncio di fede di Pietro.

6 Il PM dice: in che nome e per che potere.

7 Sono le invocazioni del Nome di Gesù in riparazione delle bestemmie, come il PM spiega dopo. Si pregano solitamente al termine della Benedizione Eucaristica.