Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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45. AMICIZIA DIVINA45
1. La suora pastorella è un'altra Maria Pastora in proporzione alle grazie e agli uffici. Deve essere sempre più in grazia e stabilire con Dio un'amicizia sempre più stretta per essere pronta a dare la vita per Gesù. «Nessuno ama più di chi dà la vita per l'amato» (Gv 15,13).
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2. Ci sono due modi di dare la vita:
- in modo violento e momentaneo;
- in modo ordinario, che è spendere tutte le forze e tutti i momenti per Dio, riempire le giornate di bene, senza che vi entri per nulla l'amor proprio.
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3. Se davvero si ama il Signore, si vuol dar gusto a Lui e si mira al paradiso, ci si sforza di dargli tutto con sempre maggior affetto e retta intenzione. Spendere la propria vita, le proprie capacità fisiche, intellettuali e morali, momento per momento è un martirio lento, ma reale.
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4. E' necessario che nel nostro cuore regnino i due grandi comandamenti, i due grandi amori: Dio e le anime. Se si arriva ad essere posseduti da questi due amori, c'è allora l'intensità di amicizia con Dio, intensità che non ha paragone nell'ordine umano, se non secondo le parole di san Paolo «Cristo vive in me» (Gal 2,20).
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5. E' Gesù (nell'anima) che fa pensare, amare, operare. E in questa amicizia si può sempre più crescere.
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6. Bisogna però compiere un lavoro negativo ed uno positivo. Il lavoro negativo consiste nel togliere gli altri amori: l'amore alla libertà, alla propria volontà, alla stima e curiosità, alla soddisfazione della gola, nel togliere tutto ciò che è compreso nei sette vizi capitali e che si può riassumere in un'unica parola «amor proprio». Ci può essere l'amor proprio anche nel compiere il bene se manca la retta intenzione e si cerca la propria soddisfazione.
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7. Il lavoro positivo è infiammare il nostro cuore d'amor di Dio e «amare gli uomini nelle braccia di Gesù» (San Francesco di Sales).
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8. I mezzi per acquistare quest'amore sono tanti, ma noi consideriamo ora quello della vera pietà. Compiere bene le opere di pietà: messa, comunioni, visita, rosario, meditazione ed esame. Devozione profonda alla santissima eucaristia.
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9. L'amore a Gesù si nutre positivamente, e in modo particolare, con la comunione. C'è una presenza fisica e materiale, ma poi vi è un'unione spirituale: aumento di fede, di buona volontà, di amicizia.
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10. Nella messa, a Gesù che dà la vita per noi, chiederemo la grazia di amarlo fino a dar la vita per Lui. Nella visita c'è uno scambio di beni.
In paradiso l'anima starà vicina a Gesù nella misura in cui vivrà in intima amicizia con Lui sulla terra.

fine ritiro
Albano Laziale (Roma)
1 dicembre 1956

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45 Albano Laziale (Roma), 1° dicembre 1956