Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. APPARTENENZA A GESU'14
1. Gli auguri si fanno più con la preghiera che con i convenevoli come si usa in società. Siccome però c'è questo uso, ed è cristiano, è bene che sia continuato. Anche Gesù fa i suoi convenevoli con noi.
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2. I beni che Gesù ha portato al mondo con la sua risurrezione continua a portarli in ogni tempo. Il buon Pastore dà la vita per tutte le pecorelle. Quando ha detto: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo» (Mt 26,26), l'ha detto per tutti gli uomini e per tutti i secoli. I frutti della Pasqua perciò si devono applicare a ciascuno di noi, ed il centro di tutti è la fede. La risurrezione è la più grande prova che conferma che ogni operato di Gesù è divino. In questo periodo pasquale chiederemo perciò un aumento di fede.
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3. La Chiesa ha disposto che in questo tempo si celebri la festa del buon Pastore; ciò significa che Gesù, che è tutto bontà e misericordia, vuole comunicarci proprio ora la sua grazia abbondante. Se c'è fede nella comunione, nella visita, nella messa, ci sarà un aumento di grazia, una infusione dei sentimenti del suo cuore, un passo avanti nell'intimità con Lui.
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4. Gli dobbiamo appartenere a tal punto da essere suoi docili strumenti: come uno strumento musicale esprime il sentimento di chi suona, così noi siamo l'espressione di Gesù. Il nostro cuore abbia i sentimenti del suo cuore, la nostra volontà i suoi voleri.
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5. Dobbiamo appartenere totalmente a Gesù. Questa appartenenza totale del corpo e dell'anima a Gesù è determinata dalla professione a cui ci si prepara con l'aspirandato, il postulato, il noviziato. Essa si perfeziona dopo la professione.
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6. La vostra appartenenza a Gesù sia totale in modo da considerare tutto come Lui; gli occhi guardano come guarderebbero quelli di Gesù, così si dica dell'udito e di ogni altro senso: non si fa niente né all'interno né all'esterno che non sia come fosse fatto da Gesù.
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7. «Tutta mi dono, offro, consacro». Che il Signore accetti la mia preghiera, che possa consumarmi con Lui fino alla morte. Lo spirito volerà in cielo e il corpo si consumerà in cimitero, ma poi risorgerà al giudizio universale ed allora l'appartenenza a Dio sarà una realtà viva e completa. Formeremo il Corpo mistico di Gesù. Ci sarà allora un'unione più perfetta con Dio: questo spetta alle religiose.
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8. Le figliole che si sposano hanno un'appartenenza a Gesù molto più lontana, molto meno perfetta di chi si è offerta e consacrata a Lui. Vi è un mistero d'unione con Gesù: se potete attuarlo, beate voi!
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9. Togliete sempre ogni ostacolo che possa impedire questa unione. Chi non l'ha attuata la prepari bene, chi ha fatto professione la maturi, la compia, la perfezioni, specialmente in questo tempo che è tanto propizio. Approfittate e fate tesoro della novena al buon Pastore.
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10. Oh, se foste capaci di sentire ciò che sente Gesù! Vedete se, dopo la comunione, il Signore vi fa sentire qualche attrattiva in questo senso, se parla, se va facendosi sempre più intima l'unione con Lui in modo da formare con Lui un solo spirito.

Albano Laziale (Roma)
Pasqua, 1 aprile 1956

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14 Albano Laziale (Roma), Pasqua, 1° aprile 1956