Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. LA CONFESSIONE23
1. Come deve confessarsi una pastorella. La suora nella confessione deve tener presenti due punti: confessarsi come individuo e come religiosa apostola. Ciò che importa è di stare a lungo nel banco e non nel confessionale, il quale non è luogo di chiacchiere. I confessori che dicono di meno sono i migliori.
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2. Chi vi predica e chi vi confessa dovrebbe avere letto le vostre costituzioni ma, essendo pochi coloro che le hanno lette, casa madre deve esservi di guida circa lo spirito e l'apostolato. Fate tesoro delle circolari, degli appunti degli esercizi e di tutto l'indirizzo che vi vien dato nel postulato e nel noviziato.
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3. Nella direzione spirituale si devono prendere in considerazione tre punti:
- il peccato da evitare
- la virtù da praticare
- la vocazione da coltivare.
Generalmente questo spetta a chi confessa in casa oppure chi abbia ricevuto una confessione generale.
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4. I preti secolari giovani non conoscono bene la vita religiosa, sono più pratici della vita secolare, come i genitori conoscono meglio la vita coniugale; possibilmente scegliere per confessore un religioso anziano.
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5. Ai confessori poi non spetta entrare nei particolari dell'ufficio di ognuna e neppure nella direzione della casa perché l'amministrazione e la direzione interna spetta alle madri. Qualche volta può darsi che si trovi un confessore che voglia saperne troppo, ma generalmente è dal modo di confessarsi delle suore, che fanno la storia del peccato, che entrano in particolari non utili.
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6. Fare una buona preparazione ed eccitarsi al dolore, poi fare buoni propositi. Ascoltare con fede i consigli del confessore ma, per il motivo che cambiate spesso, è più necessario che vi atteniate all'indirizzo dell'istituto. E' bene stare sempre al programma degli esercizi perché quello rientra nell'obbedienza ed è benedetto da Dio. Essere semplici.
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7. Quando siete nel dubbio prendete le costituzioni e quando una cosa vi è stata detta non tornateci più sopra: non è bene rimescolare il passato con ogni confessore. Del resto non è il parlare che giova, ma è il dolore e il proponimento che determinano la misura della grazia che viene dal sacramento.
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8. Se non ci fosse materia di confessione si può dire qualche peccato della vita passata, specialmente sullo spirito di obbedienza, sullo spirito di preghiera, sulla buona volontà, sulla carità; i peccati gravi della vita passata è meglio dirli agli esercizi.
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9. In confessione essere brevi e se qualcuno vi facesse osservazione per questo, dite che fate bene perché seguite l'indirizzo che vi hanno dato in casa madre. Le suore più lunghe sono quelle che ricavano meno frutto.
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10. Se i confessori non vengono puntualmente non affannatevi, qualche volta ci si può confessare con Gesù; solo qualche volta però! Otto volte su dieci i vostri non sono peccati.
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11. Qualche suora può dire alla madre ciò che non osa dire al confessore, e soprattutto riservi a lei sola quanto riguarda l'apostolato.
La suora è una cosa delicata, guidata bene diverrà un'eroina, ma se è sballottata di qua e di là non combinerà nulla.
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12. Se avete da chiedere dei consigli particolari sulla donna non domandateli al confessore ma alla madre, specialmente nel noviziato e farlo con chiarezza, semplicità e fiducia. Dovete farvi spiegare anche ciò che riguarda i problemi che vi possono porre le giovani spose; leggere qualche libro adatto che vi può venire indicato da chi vi guida.
Sempre buone le vostre confessioni, sempre sante, sempre per il progresso.

Albano Laziale (Roma)
23 aprile 1956

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23 Albano Laziale (Roma), 23 aprile 1956