Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. FIDUCIA NELLA SANTITA'19
1. Nel rituale della vestizione, il sacerdote rivolge alle nuove vestite queste parole: «Chiamate a speciale santità». La nostra vita è breve, ma la nostra dimora stabile è il cielo e per il cielo dobbiamo prepararci.
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2. A volte molte giovani sono pronte assai presto e può essere che il Signore le chiami; altre volte egli prolunga il nostro pellegrinaggio sulla terra perché ci facciamo più meriti e perché vuol darci un posto più bello in cielo. L'importante dunque è che ci prepariamo.
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3. Qui sappiamo qual è la nostra condizione: siamo in esilio. L'anima nostra fu creata bella come gli angeli ma fu mandata sulla terra, pellegrina. Sospiriamo la nostra patria, il cielo, là dove ci attendono i nostro cari, Gesù buon Pastore, Maria, madre del divino Pastore, i santi apostoli Pietro e Paolo, i santi tutti del paradiso, gli angeli. E' la famiglia in cui dovremo stare sempre.
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4. Grande è la grazia della vocazione! Ci assicura due beni: la salvezza eterna e un paradiso più bello. Seguendola si vive nell'innocenza e separate dal mondo, come angeli, e si aspetta di raggiungere la patria. Il nostro posto è lassù!
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5. Quanto più la nostra vita sarà pura, tanto più andremo in alto vicino a Gesù e alla Madonna; quanto più ci siamo purificati dai sette vizi capitali e siamo entrati nell'intimità con Gesù, tanto più Egli ci chiamerà vicino a Sé. Chiedere allora la fiducia di farsi santi.
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6. Nelle parrocchie non si deve aspettare a parlare della vocazione ai giovani e alle giovani, ma bisogna parlarne ai bambini fin dalla prima comunione. Parlare dei tre stati di vita; illuminare e indirizzare per il più perfetto. La maggioranza non ne farà gran conto, ma qualcuno può sentirsi chiamato.
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7. E non pensare di parlare solo con le giovani. Pensare al proprio istituto è un egoismo santo, ma non ci si può limitare a questo; pastorella vuol dire collaboratrice dei pastori: dovete mandare vocazioni ai seminari e agli istituti religiosi. Suscitatene tante ed avrete un gran merito.
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8. Fiducia che chi è chiamato a speciale santità, come avrà un premio speciale, così avrà grazie speciali. Dice san Pietro: «Colui che vi ha chiamate, compirà e consoliderà la vostra vocazione» (1Pt 5,10).
Corrispondere quindi alla santità e Gesù vi darà le grazie e ve le consoliderà: questa entra nel piano della divina Provvidenza.
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9. La Provvidenza non si deve vedere soltanto nelle cose materiali, si estende soprattutto alle spirituali. Quando non potevamo capire e volere il Signore ci ha dato il battesimo. Egli prevede e provvede più di quanto noi possiamo prevedere e provvedere per noi stessi; ci ama tanto; a noi corrispondere! Manda le grazie momento per momento, basta che noi le accettiamo.
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10. Come ci sono le grazie d'ufficio, così ci sono le grazie di vocazione. Il Signore non permette che abbiamo tentazioni e difficoltà superiori alle nostre forze. Preoccuparsi di essere sante momento per momento. Gesù ti vuole santa: ti illuminerà la mente, fortificherà la tua volontà, si guadagnerà il tuo cuore e tu ti sentirai attratta da lui.
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11. Avere fiducia nella comunione, nella visita, nella messa, in Gesù buon Pastore, in Maria, madre del divino Pastore, nei santi apostoli Pietro e Paolo, in tutti i santi che sono già in cielo e pregano per noi. Camminare con fede e tranquillità, senza agitazioni e pensieri per il futuro.
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12. Fare le giornate o le settimane vocazionali nelle parrocchie affinché nel paese tutti sappiano che le giovani e i giovani non sono solo chiamati a continuare ciò che fa il padre e la madre, ma che ce ne sono anche che il Signore ha riservato per Sé. Che i genitori capiscano che devono dare qualche cosa al Signore. San Paolo dice: «Chi consacra sua figlia a Dio fa meglio» (cf. 1Cor 7,38).
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13. Gesù buon Pastore può volere per Sé da qualche famiglia e da qualche parrocchia alcuni fiori che saranno i più profumati. Il Signore manda le vocazioni in numero sufficiente ma quante si perdono per la via! Per questo il regno di Dio tarda a venire. Lavoriamo per questo regno. Pensiamo alle vocazioni.
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14. I genitori capiscano che la vocazione è un privilegio e siano pronti a dare il proprio figlio o la propria figlia al Signore. E' necessario che sappiano queste cose, altrimenti è difficile che i figli, anche chiamati, corrispondano.
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15. Ci sono bei libri, ad esempio «Come celebrare le settimane vocazionali». Bisogna che i parroci siano istruiti in questo e ricevano da voi la proposta. Gesù benedica questa iniziativa. Quindi:
- riconoscenza per la vocazione
- fiducia
- parlare volentieri della vocazione
- promuovere giornate vocazionali.
Prima si prega, poi si istruisce e Gesù buon Pastore provvederà.

Albano Laziale (Roma)
21 aprile 1956

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19 Albano Laziale (Roma), 21 aprile 1956