Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XVII
LA RIPARAZIONE

[100] La preghiera cristiana, tra l'altro, deve mirare alla riparazione. È utile che ci fermiamo a considerare la necessità di riparare specialmente i peccati commessi per causa della stampa cattiva, della radio e del cinematografo: i tre grandi mezzi moderni per diffondere il pensiero umano.
Questi peccati sono i più gravi, perché con tali mezzi il peccato di scandalo si moltiplica indefinitivamente. (Uno stesso libro può passare in diverse mani). Si insinuano errori, cattive massime: chi è capace di contare tali peccati?
È un male incalcolabile, perché le copie di un libro che si stampano, alle volte sono numerosissime: certi periodici hanno delle fortissime tirature. Questo ci indica come le offese di Dio siano numerose e continue. E il più delle volte questi peccati si fanno di notte in modo che al mattino gli uomini hanno l'occasione di udire gli | [101] strilloni che gridano il giornale perverso e sono già messi nel pericolo di offendere Dio.
Sono peccati che offendono direttamente il divino Maestro perché vanno proprio contro la sua missione. Egli venne dal cielo ad insegnare la verità, l'ordine e la giustizia; a portare la grazia e la santità. I falsi maestri diffondono l'errore, fomentano il disordine, l'attaccamento alla terra, il vizio.
Quanto è dimenticato il Signore! Quale guerra si fa a Gesù Cristo! E questo è causato dal fatto che tutti vedono il male, lo sentono, lo leggono. Gesù Cristo è insultato nei suoi dogmi, nella sua morale, nei suoi sacerdoti. La verità è coperta, misconosciuta, disprezzata.
E vi è forse da stupire che la gente non vada più in chiesa e si faccia seguace dei banditori del male?
La voce flebile del divino Maestro non è più udita. Si ode solo più la voce di coloro che diffondono il male. E talora i cattivi periodici godono l'approvazione delle autorità e gridano forte i loro errori.
Una gran parte della cellulosa, della pastalegno che si produce, va a servizio del demonio che si incarterà in quel giornale che diffonderà l'errore, il malcostume.
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Disse Gesù: «Guai a colui che darà scandalo ad un'anima innocente!»1.
Bisogna dunque amare e rispettare l'innocenza.
Ora, con questi mezzi così potenti, non si | [102] tratta di scandalizzare pochi, ma molti: sono strappati da Gesù i piccoli, gli innocenti; è strappato da Gesù il popolo, le masse degli agricoltori, degli operai.
E allora qual è l'ufficio che dobbiamo compiere verso Gesù così quotidianamente oltraggiato, combattuto?
Abbia almeno Gesù qualche consolatore.
Fra i tanti che lo seguivano al Calvario vi fu la Veronica, una delle pie donne che, al mirare Gesù coperto di sangue e di sputi, ne ebbe tanta compassione e volle, in qualche maniera, portargli un sollievo. Gesù si compiacque di quell'atto gentile.
Ecco l'ufficio del riparatore: egli cerca di consolare Gesù così villanamente oltraggiato, e Gesù si compiacerà di questo atto e gli darà non solo il suo volto effigiato in un lino come alla Veronica, ma gli darà le virtù stesse del suo cuore divino. Il riparatore avrà l'umiltà, la carità, la mansuetudine, lo spirito di sacrificio che aveva Gesù.
In primo luogo, al mattino, quando incomincia a compiersi l'opera del demonio incartato2, è bene che il riparatore si accosti a Gesù e faccia la Comunione in riparazione di tanti peccati di cui egli conosce la gravità.
Gesù domandò la riparazione a S. Margherita Maria Alacoque3 in tanti modi, ma specialmente con la Comunione.
In secondo luogo servirsi dei rosari, della Via crucis, del bacio riparatore, per consolare | [103] il divin Maestro. Egli sarà molto consolato dal fervore dell'anima e, sebbene siano innumerevoli i peccati della cattiva stampa, l'atto dell'anima pia che ripara col suo amore, che chiede la conversione dei peccatori, gli è di molto sollievo e sarà per l'anima assai meritorio.
Oggi indirizzare tutte le preghiere, azioni e patimenti al Signore, in spirito di riparazione.
Nella riparazione noi chiediamo che si diffonda la verità, che si convertano i cattivi scrittori e si mettano a servizio di Dio.
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D'altra parte chiediamo che l'apostolato della stampa possa moltiplicarsi e arrivare a tutti gli uomini della terra; chiediamo che questo apostolato abbia i mezzi, ma soprattutto abbia anime apostoliche e si mantenga nella sua via e insegni a tutti gli uomini la via della salvezza.
La preghiera che diciamo dopo la Messa4 contiene tutto. Proponiamo di dirla sempre con maggior intelligenza e fervore perché riesca di conforto al cuore sacratissimo di Gesù.
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1 Cf Mt 18,6-7.

2 Allusione alla stampa cattiva.

3 Margherita Maria Alacoque (1647-1690), entrò tra le Visitandine di Paray-le-Monial, apostola della devozione al Sacro Cuore.

4 Prima della riforma liturgica (1964), alla fine della Messa si recitavano: il Prologo del Vangelo di S. Giovanni, tre Ave Maria, la Salve Regina e una preghiera per la conversione dei peccatori; quindi si invocava S. Michele Arcangelo per la difesa contro i demoni e gli spiriti maligni che lavorano per la perdizione delle anime.