Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE V
I MEZZI DI SANTIFICAZIONE
I sacramentali e l'orazione


[30]I sacramenti sono i canali della grazia. La grazia si può paragonare ad una fontana di acqua che zampilla per la vita eterna. Spesso i sacramenti sono così rappresentati: Gesù, l'Agnello di Dio assiso su un trono con il petto squarciato1 e dallo squarcio piovono sette rivi. I sacramenti sono come tanti fiumi che portano la grazia e una duplice grazia: la santificante che rende l'anima figlia adottiva di Dio, abitacolo della SS. Trinità, santa; la grazia sacramentale, propria di ogni sacramento.
Per la grazia santificante, ogni anima si può chiamare santa, non perché abbia già la santità eroica, ma in quanto è abitazione della SS. Trinità. E quanto più uno riceve i sacramenti, | [31] tanto più accumula grazia. L'anima nostra è come una valle a cui giunge l'acqua delle pioggie. Se le pioggie sono tante, l'acqua della valle aumenta sempre: «Omnis vallis implebitur»2. La Madonna fu riempita di grazia. I santi furono valli più o meno grandi, ma tutti procurarono di riempire la valle per mezzo dei sacramenti. E se uno riceve sempre bene i sacramenti, in punto di morte riceverà l'ultimo sacramento che riempirà la valle.
La grazia sacramentale è quella propria di ciascun sacramento: così per es. il sacramento della Cresima ci porta la grazia di essere buoni soldati di Cristo, di resistere alle tentazioni, di professare la fede senza rispetto umano, di combattere energicamente i nemici dell'anima e di esercitare con zelo l'apostolato. Così, la Comunione dà la grazia di preservare dai peccati veniali quotidiani; l'Estrema Unzione dà la grazia di morire nell'amor di Dio, rassegnati al divino volere. Così il sacramento della Penitenza porta la grazia di odiare sempre il peccato.
Oltre i sacramenti, altro mezzo per la santificazione, sono i sacramentali. I sacramentali sono «segni esterni (processioni, benedizioni, ecc.) resi efficaci dalla virtù delle preghiere della Chiesa, che concorrono all'opera di santificazione»3.
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Tra i sacramentali vi sono le assoluzioni (non però quelle che si danno in Confessione, le quali fanno parte del sacramento): quelle che si danno per es. nella Messa prima della Comunione [32] o prima di amministrare qualche sacramento, con le parole: «Indulgentiam, absolutionem et remissionem peccatorum...»4. Le benedizioni (delle cose, delle corone, delle chiese, del SS. Sacramento, ecc.). Le funzioni liturgiche, come quelle della settimana santa, le sepolture, le processioni, ecc. La parola di Dio: prediche, lettura del Vangelo, della Scrittura, ecc. L'anno liturgico, il portar l'abito religioso, ecc. ecc. Oh, quanto aumentano in grazia e in meriti quelli che ricevono tanti sacramentali!
Altra sorgente di grazia e di merito è Y orazione.
Orazione è la preghiera che l'anima fa da sola, è l'elevazione dell'anima verso Dio. È orazione la meditazione, il rosario, le preghiere brevi, il fare un'opera buona per ottenere una grazia, l'uso delle giaculatorie, lo stesso anno di noviziato è orazione.
Che cosa fa l'orazione? Fa girare la ruota e ci fa comparire quello che desideriamo. Abbiamo bisogno di umiltà e la otteniamo girando la ruota della preghiera. Abbiamo bisogno di vincere una tentazione e riusciamo a vincerla girando la ruota della preghiera.
Colla preghiera otteniamo tutto ciò che vogliamo. «Ognuno che chiede, riceve; a chi domanda si concede; a chi picchia viene aperto»5. Vogliamo liberare un'anima dal Purgatorio? Preghiamo e la grazia verrà. Ma se non si gira quella ruota, la grazia non viene. Solo la prima grazia, quella del Battesimo | [33] ci viene senza che noi la domandiamo, ma le altre dobbiamo chiederle per ottenerle.
Il bambino che non ha l'uso della ragione riceve tutto dal papà e dalla mamma i quali pensano a provvedergli ogni cosa; ma diventato adulto e capace di lavorare, è lui stesso che deve procurarsi il necessario alla vita.
A tavola c'è la minestra e il pane, ma se si guarda solo e non si mangia, non si rimane nutriti e ci si alza con l'appetito di prima: è necessario portare il cibo alla bocca se ci si vuol nutrire. Così nella vita spirituale: la grazia c'è, ma bisogna chiederla
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perché venga in noi e ci santifichi. E la chiediamo per mezzo della preghiera.
La preghiera è un mistero della bontà di Dio. Essa mette in moto tutto l'organismo spirituale. La grazia, venendo nell'anima, produce nella mente la fede, nella volontà la virtù, l'inclinazione al bene; nel cuore produce l'amor di Dio, lo spirito di orazione, il sentimento buono. Ma vedete: noi possiamo lasciare inerti questi doni, questi organi spirituali. Che cos'è che li rende attivi? È la preghiera. Se manca questa attività, la vita spirituale muore. Se invece sono attivi si produce la santità.
Con la preghiera l'anima cresce, si irrobustisce, ma lasciata la preghiera, l'organismo spirituale si ferma e l'anima languisce e muore, come nel corpo umano quando si ferma il cuore.
Un'anima è tanto attiva quanto prega. Tanto | [34] produce frutti di santità quanto cura la sua preghiera; tanto vale quanto vale la sua preghiera. È la preghiera che dà l'attività spirituale per cui si esercita la fede, la speranza, la carità. Non basta avere la fede, la speranza e la carità come ci vengono infuse nel Battesimo, ma bisogna esercitarle se si vuole progredire. Anche il bambino appena nato ha la vita, ma se non esercita i suoi organi, languisce.
Non parlo di pietismo, non parlo di dolcezze spirituali, non parlo di lacrime inutili, ma della vera pietà. Quanto c'è di vera orazione in noi? Con quali disposizioni si prega? La vera preghiera ottiene infallibilmente le grazie spirituali necessarie alla nostra salute eterna e ottiene che i doni ricevuti da Dio producano frutto. Chi non prega mai perde tutte le virtù, non ha amor di Dio. Chi prega invece, mette in moto tutto l'organismo spirituale.
Il proposito principale sulla preghiera non si dovrebbe mai fare perché quel proposito ci deve già essere sempre, è condizione che si richiede necessariamente alla salvezza, è obbligatorio.
Tuttavia a certe anime che hanno tanti buoni desideri, ma pregano poco, bisogna dire di far prima il proposito sulla preghiera. Un'anima tanto vale quanto ha di preghiera. Lasciando la preghiera, poco per volta si cade in peccato veniale e si precipita, di china in china, verso il peccato mortale.
[35] Pregare, pregare sempre6, pregare bene
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Pregare: le fate tutte le pratiche di pietà?
Pregare sempre: le fate tutti i giorni, fedelmente le pratiche di pietà?
Pregare bene, e cioè: vi mettete prima alla presenza di Dio? Ci sono nella vostra preghiera le due condizioni essenziali: l'umiltà e la confidenza? Se avrete questo spirito di preghiera, vi assicuro che vi farete sante.
È di fede che nessuno è sicuro della propria salvezza anche se fosse già santo come un S. Luigi7. Che cos'è che solo ci può rendere sicuri? È la preghiera perseverante. La perseveranza nella grazia si ottiene solo se la si chiede tutti i giorni con la preghiera. Non è come dire: faccio una novena per esser promosso e poi, fatti gli esami e ottenuta la grazia non è più necessario pregare per ottenere quella grazia. La perseveranza si ottiene giorno per giorno. Non basta chiederla per un anno intero e poi lasciar stare. Sarebbe come voler mangiare tutto in un giorno per non perdere tempo a preparar pranzo: bisogna mangiare giorno per giorno, quel che basta al mantenimento quotidiano. Così, bisogna pregare tutti i giorni per avere la grazia ogni giorno. E se tu pregherai bene quel giorno, persevererai bene quel giorno; se pregherai bene quella settimana persevererai quella settimana.
Sulla pietà tutte devono avere il proposito. | [36] Non si può dire: quella ha il proposito sull'umiltà, quell'altra sulla carità e quell'altra sulla pietà. No. La pietà dev'essere inclusa in ogni altro proposito. Altrimenti è inutile desiderare di farsi santi, gran santi, presto santi: è come voler volare in cortile: per volare ci vuole l'aeroplano!
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1 Cf Ap 5,6.

2 Lc 3,5: «Ogni burrone sia riempito».

3 Cf Codice di Diritto Canonico (1917), can. 1144.

4 La formula completa è: «L'onnipotente e misericordioso Iddio conceda a noi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati».

5 Cf Mt 7,8.

6 Cf Lc18,1.

7 Allusione a san Luigi Gonzaga ( 1568-1591), giovane gesuita, si distinse per lo spirito di servizio e di santità.