Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XI
L'APOSTOLATO

[66] Chi è che compie bene l'apostolato?
Chi tiene in esso il debito ordine.
L'apostolato è gerarchico, cioè segue un certo ordine. Abbiamo perciò: a) l'apostolato della preghiera; b) l'apostolato dell'esempio; c) l'apostolato delle opere in cui è compreso quello della stampa.
Se date il primo posto all'apostolato della preghiera è facile che poi esercitiate bene quello della stampa. Se esercitate bene l'apostolato dell'esempio, è facile che poi farete bene quello delle opere.
L'apostolato della preghiera si fa in primo luogo col pregare per gli altri e poi coll'iscriversi all'Apostolato della preghiera1 in modo che tutte le nostre orazioni producano effetto di bene anche nel prossimo.
L'apostolato dell'esempio si esercita col | [67] diffondere attorno a noi il buon odore di Cristo2. Diffondere la memoria di Cristo, delle sue virtù, nel modo di parlare, trattare, nel modo di conversare.
Passano alle volte certe signorine e lasciano un certo odore acuto, che è l'odore della loro leggerezza e vanità. Passano invece altre persone che lasciano un buon odore di esempi santi.
Dare esempio di osservanza regolare: del silenzio, degli orari, delle consuetudini dell'Istituto. Buon esempio nel pregare, nel compiere i doveri della vita quotidiana, in modo da poter dire: Se tutte si comportassero come mi comporto io, la comunità camminerebbe bene. Chi invece chiacchiera, disturba, perde tempo, dà cattivo esempio e può introdurre nella comunità delle abitudini contrarie allo spirito di apostolato e allo spirito di Cristo.
In terzo luogo l'apostolato della stampa e delle opere.
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Osservare la gerarchia, ossia dare il primo luogo a ciò che realmente merita il primo posto.
Inoltre ci vuole un ordine anche nell'indirizzare il nostro apostolato. Cioè: ognuna deve essere anzitutto apostola di se stessa e poi degli altri. Zelante per la propria santificazione, zelante nella cura della vita interiore, nell'acquisto della virtù, nella diligenza a coltivare il fervore nella Comunione, nella Messa, nella Visita. La propria santificazione è la cosa più importante, assolutamente necessaria.
Apostole nella famiglia religiosa: esercitare | [68] quell'apostolato che indica zelo per occupare il tempo, zelo perché le bambine facciano bene il loro dovere, perché le aspiranti e le novizie siano in un ambiente propizio alla loro formazione; perché le professe, le malate trovino ambiente adatto; che tutto sia santificato: parlatorio, giardino, dormitorio, refettorio, ecc.
È necessario che l'apostolato sia esercitato con occhio sapiente. Per l'educazione delle bambine ed aspiranti è necessario che vi comportiate come avete imparato nei primi anni delI'Istituto, che vi basiate sull'educazione che avete ricevuto voi, perché se voi, con quella educazione siete giunte a consacrarvi a Dio, vuol dire che era buona: se vedete un bel grappolo d'uva, pensate che viene da una vite rigogliosa: se il frutto è buono, vuol dire che l'educazione è stata buona.
Ognuna stia al suo posto, si occupi solo del proprio ufficio. I gruppi nella comunità stiano uniti.
Le bambine (per esempio) che scappano dalla propria Maestra per ricevere consigli da altre, come pure quelle che le ascoltano e s'interessano di loro senza averne l'ufficio, sbagliano. Se tu non hai l'incarico di assistere e guidare le bambine, tu non avrai neanche la grazia di farlo, e perciò non ne sarai capace.
La vita futura dell'Istituto dipende dall'educazione di quelle che oggi sono giovani, e dalla loro formazione.
È inoltre assolutamente proibito trasformare | [69] l'Istituto in un collegio: nei seminari è proibito sub gravi3. Voi non accettate le bambine che abbiano solo intenzione di compiere gli studi. Le accettate per prepararle e avviarle ad accudire alla propria santificazione e all'apostolato. Voi non potete accettare delle bambine che vogliono solo studiare: il vostro non è un collegio.
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Per educare bisogna avere dei soggetti e perciò ci vogliono le vocazioni. Con le relazioni che avete, potete fare tanto. Ma non abbiate fretta di accumulare, badate piuttosto alla qualità delle vocazioni: che siano buone. Si tenga presente tutto quello che è consuetudine e tradizione nell'Istituto. Per es. è necessarissimo seguire il metodo via, verità e vita nelle pratiche di pietà. Occorre seguirlo in modo tale che tutto sia ispirato a questo spirito.
L'Apostolato-stampa o delle edizioni è la predicazione che l'Istituto fa al popolo. L'Istituto ha delle cose importanti da dire, delle verità da comunicare: bisogna che le comunichi alle anime. Che cosa hanno da comunicare i salesiani? Il metodo preventivo. Ma loro non tergiversano mica! Così l'Istituto nostro ha delle verità da comunicare. Perciò è fondamentale diffondere le edizioni della Società San Paolo, in modo tale che non è lecito, non si possono diffondere altri libri di altre Case, a meno che non vengano espressamente richiesti.
Alle volte negli affari si nota il «lucrum cessans» e il «damnum emergens»4: così, per es., se venisse a mancarvi l'acqua per innaffiare l'orto, | [70] si verificherebbe il «lucrum cessans» perché non potreste raccogliere più i frutti da quello che avevate seminato. Se poi ancora le piante del vostro orto per qualche insetto roditore, si seccassero tutte, poco prima di fruttificare e dopo averle a lungo lavorate, allora vi sarebbe anche il «damnum emergens».
Nell'apostolato, quando v'impegnate tanto delle varie edizioni altrui, voi avete il «lucrum cessans» nel bene che dovreste compiere, non solo, ma anche il «damnum emergens» perché nell' impegnarvi a diffondere altre edizioni, voi fate una fatica inutile che non serve al vostro spirito. Dovete stare nei giusti limiti. Tutte le vostre industrie devono rivolgersi alle nostre edizioni. E non portatemi tante ragioni, ché io le conosco già tutte! Fate la volontà di Dio in questo!
È molto utile adoperare quelle sante industrie per ciò che riguarda sia il lavoro delle librerie, sia quello della propaganda dei libri e dei periodici e sia il lavoro che porta a purificare, elevare, migliorare le edizioni dell'Istituto.
La vostra missione è nobile, eccellente, meritoria. Pensiamo che nel mondo vi sono cooperatori del demonio che seminano il
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male, l'errore. Vi siano anche le cooperatrici di Cristo che seminano il bene, la verità, la grazia. Tutte le volte che noi possiamo accendere la luce alle anime, non è forse dovere farlo? E se gli uomini corrono verso il precipizio perché sono nelle tenebre, non siamo noi in dovere di rischiarare | [71] queste tenebre? «Luceat lux vestra coram hominibus»5. E se Gesù è disceso dal cielo per portare la luce, non vorremo noi cooperare?
Beati i vostri passi, beati i vostri sforzi, se fatti per portare alle anime la luce e la grazia, perché saranno premiati.
Pensate: già avete delle sorelle che vi hanno preceduto lassù, che sono già in possesso del premio e vi attendono con Cristo. E voi pure arriverete lassù, un giorno. Ma ora che siete su questa terra, operate, spendetevi per le anime: «Ambulate dum lucem habetis!»6. Se le vostre sorelle potessero tornare quaggiù, oh, quanto bene vorrebbero fare!
Nessuna cammini lentamente nella via del bene, ma tutte ardenti: «Currite ut comprehendatis»7: correte nella via della santità, nella via dell'apostolato, avendo di mira il cielo, Dio, la SS. Trinità.
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1 Associazione nella quale si partecipa all'instaurazione del Regno del sacro Cuore, mediante l'offerta quotidiana delle proprie azioni, preghiere, gioie e sofferenze. Fondata dal gesuita Xavier Gaudrelet nel 1844, organizzata da P. Henri Ramière, S.J. nel 1860. Fu diffusa nella Diocesi di Alba dallo zelante vescovo mons. Eugenio Galletti (1816-1879).

2 2Cor 2,15.

3 «Sotto pena di peccato grave».

4 «Perdita di profitto» e «danno emergente».

5 Mt 5,16: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini».

6 Gv 12,35: «Camminate mentre avete la luce».

7 Cf 1Cor 9,24: «Correte anche voi in modo da conquistare il premio».