Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE III
LA PASSIONE PREDOMINANTE


[21]Sebbene i nostri difetti siano molti e tutti devono essere vinti, tuttavia è bene prenderne uno di mira e su questo volgere tutto il nostro sforzo.
La nostra lotta non può essere generale, ma è necessario che si fermi su un punto solo: quello che predomina in noi. E qual è il vizio o la passione predominante? È quella che ci porta più facilmente a mancare; è quella che forma la causa di molti o quasi tutti gli altri nostri difetti. È quella che più ci distacca dalla perfezione, dall'amor di Dio. Questo vizio è amato. E tanto si ama un difetto, altrettanto si è staccati da Dio. Una persona richiamata sopra un difetto secondario, riceve facilmente l'osservazione, mentre se è corretta sul difetto principale, riceve male l'osservazione e qualche volta finisce per odiare la persona che l'ha ripresa. | [22] Come si combatte la passione predominante? Anzitutto è necessario conoscerla e chiedere consiglio al confessore.
Si può conoscere da vari segni. Se si riguarda l'età, è facile vedere come quando si è ancora ragazzi predomina, in generale, la golosità; più tardi la sensualità; i giovani sono più portati alla superbia e alla vanità.
Si può conoscere anche da tante altre circostanze di luogo, di ambiente di lavoro, di compagnia, ecc.
Chiedere al confessore o ad una persona che ci conosce da molto tempo o ad un sacerdote che senta la nostra confessione generale.
Scoperto il difetto, bisogna combatterlo, adoperando tre mezzi: 1) istruirsi su quanto riguarda quel vizio e la virtù opposta. Supponiamo che la passione predominante sia la pigrizia: è necessario leggere cose che spronano al fervore, all'amor di Dio perfetto. E in generale, non prendere mai solo la parte negativa, cioè l'andar contro al difetto, ma specialmente pensare alla parte positiva, alla virtù opposta.
Vi sono libri che parlano della carità, se il vizio da combattere fosse per es. l'invidia; vi sono libri che parlano dell'umiltà se il vizio è la superbia, ecc. Si possono leggere vite di santi, il
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Diario spirituale1, il santo Vangelo, ecc. 2) Esercizio della virtù opposta. È utile prendere una determinata virtù ed esercitarsi su quella. Supponete che uno prenda l'ubbidienza: cominci ad esaminarsi sulle cose comandate: se | [23] osserva i comandamenti, i precetti, le regole, l'orario, la vita comune; se è pronto e diligente: vedere se si compie bene la volontà di Dio nei propri uffici. In fine questa virtù può farci arrivare ad un grado elevato, fino al completo abbandono in Dio. Può essere che uno sia portato a determinarsi ogni giorno piccoli punti da praticare, come può essere che uno prenda un principio, un punto solo e lavori su quello nel giorno. 3) Pregare. La vittoria si ottiene con l'aiuto di Dio.
Ora si parla tanto di guerra: e come si conquistano le città? Con tante specie di armi: armi per terra, armi per mare, armi per aria. Chi prega, trova sempre vie nuove per vincere il difetto principale. Il Signore, a chi confida in lui, tante volte si compiace di dar presto la vittoria, mentre alle volte si compiace di lasciar lottare molti anni e anche tutta la vita, senza far notare la vittoria. Questo poco importa: ciò che conta è la lotta.
Pregare, per vincere il proprio difetto, nella Messa, nella Comunione, nella Visita.
Esaminarsi: l'esame è preghiera. Esame preventivo al mattino, esame particolare alla Visita, esame generale alla sera.
Quando poi l'anima trova di aver mancato è bene che lo noti. Notare il progresso o il regresso; confrontare giorno per giorno, mese per mese, anno per anno.
Notiamo bene che, alle volte, bisogna proprio | [24] soffrire nella lotta. Ma se non si pena per l'anima, se non si agonizza, non si vince. Quella persona è soggetta all'ira: ebbene, non parli oggi che è sconvolta, parlerà domani!
Ci vuole costanza! Non fare come quelle anime che, dopo gli Esercizi vanno avanti con fervore per qualche mese e poi si fermano. Così dopo il Ritiro e dopo la Confessione. Bisogna essere costanti, sempre vigilanti, sempre pregare2, perché quando si lascia un po' di brace vicino al legno, anche se è poca, fosse anche solo un carbone acceso, dopo un po' s'accenderà tutto il legno.
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Finché siamo in vita c'è sempre il carbone acceso: la passione, anche se ci sembra domata. Forse domani questa passione si risveglia, forse si volge in altra passione. Bisogna lottare sempre. Tanto progredirai, quanto farai violenza a te stesso3. Vi sono persone che credono di santificarsi solo pregando e lavorando. No: bisogna anche e soprattutto vincere le passioni.
Nessuna però si scoraggi, perché Dio è con noi e quel Dio che ha dato la vittoria a Davide contro Golia4, darà pure a noi la vittoria contro le passioni.
«Chi chiede, riceve, a chi picchia sarà aperto, chi cerca trova»5. E quando si è esauditi? Sempre, ma specialmente e certamente quando si domanda a Dio la vittoria sulle proprie passioni e sulla passione dominante.
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1 Diario spirituale, ed. cit. L'operetta ripercorre le virtù, viste come cammino di perfezione.

2 Cf Lc 21,36.

3 Cf Imitazione di Cristo, I, XXV, 4.

4 Cf 1Sam 17,40-51.

5 Lc 11,10.