Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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[CAMMINARE NEL PROGRESSO]
Introduzione

[5] Prima di tutto: Deo gratias, che siete venute a questo corso di Esercizi spirituali. E siete venute preparate perché ne avete avuto l'avviso per tempo e avete preso tutte le precauzioni per non essere disturbate e, più di tutto, avete pregato. Così vi dispensate dalla prima predica in cui si dovrebbe trattare sull'importanza degli Esercizi e animare a farli bene. Voi li avete attesi con vivissimo desiderio e non dovete fare altro che concentrare tutto il vostro cuore e il vostro pensiero in Dio e in voi stesse.
Io e Dio: «Noverim me, noverim Te»1 in questi santi giorni: che io conosca te per amarti, o Signore, per desiderare il Paradiso, i meriti, la grazia. Ch'io conosca me per disprezzarmi, che conosca la mia incorrispondenza affinché io mi penta e mi vinca, perché mi impegni di nuovo non solo ad osservare i propositi, ma a osservarli meglio. Non fermarsi e non credere che tutto sia fatto, perché sono passati tanti anni dopo l'emissione | [6] dei voti. No, no, andare avanti, progredire. Il Signore ci attende. Le grazie ricevute dopo l'emissione dei voti sono più grandi e richiedono quindi maggior corrispondenza. Sarebbe un errore capitale, per una suora che ha fatto i voti da vari anni, il dire: A me basta essere come una novizia. Non basta mettersi sulla strada: bisogna camminare, fare dei passi.
Se uno si mette sulla strada e non cammina, rende inutili i voti e si carica di responsabilità. Se uno si contenta di vivere come viveva nel tempo del noviziato, non solo non progredisce, ma va indietro. Bisogna fare dei passi! C'è proprio bisogno di camminare!... E mi pare che in generale abbiate bisogno di questo. Questi Esercizi devono essere Esercizi di progresso.
Molte figliuole, tuttavia hanno già fatto tanto e c'è da esser contente che non siano andate indietro.
Mi pare che quelle che hanno fatto meno male siano quelle che non sono andate indietro, che hanno solo pestato il terreno. E quelle che sono andate indietro?
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1 S. Agostino: «Che io mi conosca, che io ti conosca», Le Confessioni, X, 1.