Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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52. IO SONO UNA PASTORELLA52
1. Il primo pensiero è un "Deo Gratias" per tutto quello che egli ha disposto in sapienza e amore. Egli sa infinitamente più di noi ciò che ci giova. Ringraziamento per gli esercizi spirituali. Gli altri vanno ai monti, voi dilatate i vostri polmoni con l'aria di casa madre e con la grazia degli esercizi.
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2. Oggi vi parlerò del buon Pastore. Per la sua nascita, c'è un pensiero che riassume tutto: fu umile. Adamo fu creato adulto, ma Gesù nacque bambino, come tutti gli altri uomini, a Betlemme, piccola città.
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3. Chi è il buon Pastore? E' colui che dà la vita, non solo con la parola; la redenzione si compie più con la sofferenza, la pazienza e il silenzio che con lo zelo. Dare la vita significa consumare la vita per le anime!
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4. Quando è che cominciate ad essere pastorelle? Dal giorno che entrate nell'istituto, e incominciate a dare la vita per le anime nel lavoro della vostra santificazione e nell'apostolato della salvezza delle anime. Chi è appena entrata è come Gesù nel presepio e salva le anime dando la vita. Voi non cominciate con la parola, ma con la sofferenza, con il distacco dal mondo, con il silenzio. Fate il distacco con intelligenza, sapendo di soffrire per la salvezza delle anime.
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5. Può essere sofferenza la vita comune, come pure la lotta interiore. Sappiate sopportare il caldo, il freddo; piegare la volontà, dire di no ai vostri occhi, all'udito, alla curiosità, agli impulsi del cuore. Rinnega te stesso! Non sono fatta per queste cose di quaggiù, ma penso, vedo, sogno le anime e terre immense ove Gesù non si conosce o troppo poco. "Rinnega te stesso, prendi la croce e seguimi" (Mt 16,24).
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6. Gesù nel presepio mandava gemiti al Padre suo "cum clamore magno et lacrymis" (Eb 5,7). Quei gemiti e quei pianti erano vagiti non di un bambino ma del buon Pastore. Gesù bambino era Dio non solo aveva l'uso di ragione, ma anche la visione beatifica.
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7. Compite l'apostolato della preghiera. Pregate come madri che ricordano il loro ufficio presso Dio, un ufficio che dà il diritto di essere accolte: io sono una pastorella, e per questo ti raccomando gli ebrei, gli scismatici, gli eretici, i bambini, i giovani. Tu non permetti ancora che io mi doni all'esterno, ma mi dai il diritto di pregare: "Rogate".
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8. Quando Gesù risuscitò Lazzaro fece una preghiera e la fece forte, dicendo al Padre di ascoltarlo non per se stesso, ma per il popolo. Così da bambino volle crescere in sapienza, età e grazia per insegnare a noi.
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9. Attendete a formarvi. Il periodo della formazione il Signore lo vuole. Farete del bene secondo due criteri: l'istruzione e la virtù.
Istruirvi, istruirvi e istruirvi.
Virtù, virtù, virtù. Solo l'istruzione non basta. Solo la virtù vi farà sante, ma non pastorelle. Quanta istruzione? Vedete, d'istruzione e di santità nessuno ne ha mai abbastanza. Più che potete, dunque! Se avete avuto dieci talenti, impiegatene dieci, se ne avete otto, impiegatene otto.
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10. E in che cosa istruirvi? Prima l'istruzione sacra, direttamente necessaria in qualunque ufficio e grado; poi istruzione in materie profane. Conseguite titoli e gradi. Nell'apostolato, tutto vi tornerà utile.
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11. Se una povera donna viene a farvi scrivere una lettera al figlio, vi dice dei segreti che voi non spargerete, l'avete guadagnata. Avete anche da insegnare a fare le iniezioni, le cose da farsi in caso di insolazione, la cura dei bambini, a cucinare bene.
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12. Attraverso il corpo arrivate alle anime, ai cuori. Poi prendeteli con le mani, talora anche con le molle, per portarli a Dio. A Dio, non a voi. Attente a questo.

San Pietro - Massa Martana (PG)
25 settembre 1949

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52 San Pietro - Massa Martana (PG), 25 settembre 1949