Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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28. LA MORTE28
1. La carità verso i defunti è cosa assai gradita al Signore e indica che chi la compie ha cuore buono, sente pena per le sofferenze altrui e va in aiuto ad esse. Avete vicino a voi il cimitero, luogo di dormizione dei nostri fratelli fino al giorno della risurrezione finale: "sorgete, venite al giudizio". Lo stare vicini ai defunti è cosa utile che ci ricorda le verità più toccanti. Ricordiamo che anche noi morremo. "O mors, bonu mest iudicium tuum" (Eccle 41,3).
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2. Che cosa è la morte? E' la separazione dell'anima dal corpo. L'anima entrerà nell'eternità e il corpo nel cimitero. Questa separazione di due cose destinate ad essere unite è un'azione violenta per causa del peccato. L'uomo era stato creato da Dio immortale nel corpo per privilegio, ed immortale nell'anima per la sua natura spirituale; ma il serpente tentò Eva la quale cadde e con lei Adamo. Adamo ed Eva morirono, ma prima ebbero la dolorissima sorpresa di vedere il loro caro figlio Abele ucciso da Caino.
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3. Essendo la morte un castigo ed essendo cosa violenta, essa ci ripugna. Ogni volta che pensiamo alla morte proviamo un senso di paura; ma quando saremo perfetti, vedremo la morte sotto un altro aspetto. Oh! quale grande merito è accettare la morte della santissima volontà di Dio. E poiché ripugna alla natura noi offriamo a Dio questo sacrificio in isconto dei peccati e in spirito di adorazione.
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4. Volesse il Signore che con la pazienza dei momenti supremi noi scontassimo tutto il nostro purgatorio. Il più grande merito della vita è l'accettazione della morte, cui è unito il grande fervore dell'indulgenza plenaria. Beati noi se all'ultimo respiro accetteremo la morte. La pastorella accetta la morte come il Pastore Gesù "propter animas" affidate nella parrocchia, nella missione, nell'istituto.
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5. Accettiamo la morte per i peccatori, per gli innocenti, per gli infedeli, per gli eretici, per gli scismatici, per le anime purganti. Sempre due cose la pastorella ha nel suo cuore: la propria santificazione e la salvezza delle anime.
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6. La morte può arrivare repentinamente. Alle volte pare di godere perfetta salute, e invece viene la morte. Supponiamo di morire con calma: chiediamo il viatico, l'estrema unzione, facciamo la raccomandazione dell'anima e riceviamo la benedizione apostolica con indulgenza plenaria. Quando ci si sente aggravare pensare: spero di guarire, ma se poi non guarissi, non è saggio che io mi assicuri per tempo la vita eterna?
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7. Chiamare il confessore come si è soliti fare in punto di morte. Vi sono anime che non sono abbastanza delicate e in punto di morte si troveranno male. Quando in vita ci si è confessati confondendo le cose, in punto di morte sarà difficile potersi confessare bene.
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8. Nelle parrocchie siate zelanti perché si chiami sempre per tempo il sacerdote, parlando con quella libertà santa che voi potete avere più del sacerdote. Anche se il malato non è gravissimo suggeritegli di confessarsi. E poi il viatico: ultimo contatto di Gesù con l'anima che rinnova l'amicizia e concentra tutto in lui. La comunione ricevuta per viatico stabilisce quel contatto fra Gesù e l'anima che non deve turbarsi più nell'eternità. Oh, ricevere Gesù nel cuore come amico, prima di vederlo come giudice, che grande grazia! Se tu fai sempre bene la comunione, anche se la morte arriva improvvisa, ti servirà essa stessa da viatico, come un'ultima messa e comunione fatta fervorosamente.
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9. Voi preparate il viatico con tanta delicatezza e devozione, ripetendo atti di fede, di speranza, di carità. Preparazione ardente per il malato, ma nello stesso tempo grande attenzione e devozione nella famiglia. Non aspettare gli ultimi momenti: venga l'olio santo; ogni parte del corpo sia purificata. Chiediamo per tempo l'estrema unzione, per noi e per gli altri.
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10. Essenziale è la confessione, però la chiesa vuole che riceviamo anche il viatico e l'estrema unzione. Vi è poi la raccomandazione dell'anima.
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11. La pastorella chieda la grazia di assistere i morenti. Coraggio! Assistendo gli altri, noi impariamo anche a morire! Coraggio! Perché è una penitenza salutare per noi. Sempre gli atti di fede, di speranza, di carità, di dolore siano ripetuti spesso! La raccomandazione dell'anima la faccia possibilmente il sacerdote.
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12. Tenete sempre un crocifisso con l'indulgenza plenaria in articulo mortis. Aiutate i morenti a far bene l'ultimo passo. Se le persone che assistete muoiono con sentimenti di dolore e di amore per Iddio, andranno in paradiso, ove un giorno formeranno la vostra corona.

San Pietro - Massa Martana (PG)
settembre 1949

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28 Massa Martana (PG), San Pietro - settembre 1949