Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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76. MORTIFICAZIONI NECESSARIE PER TUTTE ED EDUCAZIONE UMANA-RELIGIOSA76
1. Far rendere la vita al massimo: per il tempo e per l'eternità, per noi e per l'apostolato. Per vivere veramente da uomini; Per vivere veramente da cristiani; Per vivere veramente da religiosi; Per vivere veramente da apostoli; Per davvero santificarci; Per avere una vita più lunga; Per godere maggiori consolazioni divine; Per dare maggior gloria a Dio; Per godere miglior salute ed agilità; Per dare più buon esempio; Per condurre vita più serena; Per vincere più facilmente ogni cattiva tendenza; Per spendere meglio per Dio tutte le forze.
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2. Occorre regolarci con sapienza soprannaturale: nel cibo e nel sonno.
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3. Siamo creati per conoscere, amare, servire il Signore poi andarlo a godere per sempre in paradiso.
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4. L'uomo, però, è composto di anima e di corpo. E perché l'uomo possa attendere a raggiungere il suo fine in vita e nell'eternità ha bisogno di riposo e di cibo. L'anima ed il corpo hanno vicendevoli relazioni, dipendenze ed aiuti.
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5. Mantenersi nel servizio di Dio. Non diventare schiavi dell'accidia o della golosità. Sono due peccati capitali che ne causano altri: come sarebbe della lussuria. Negli esercizi spirituali stabilire delle regole: onde non si cada nel rigorismo, né nel lassismo.
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6. Ognuna senta il bisogno ed il dovere di mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato attivo, attraverso il servizio dell'istituto. Chi non vuole nutrirsi o riposarsi tanto da mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato, non corrisponde al secondo articolo delle costituzioni, perciò sia dimessa. Chi non sa regolarsi così da mantenersi nel servizio di Dio e della congregazione, trasgredisce un precetto naturale, in cosa grave, e dà prova di non capire che cosa significa entrare in una congregazione e per di più paolina. Il voto della povertà è il perfezionamento del comando di lavorare, per guadagnarsi il pane col sudore della fronte.
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7. La saggezza religiosa sta nella giusta via, evitando ogni eccesso. La ragione e lo spirito governino la carne.
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8. Regolare il sonno
Premesso che si deve distinguere il riposo dallo stare a letto: - è necessario il riposo; ma vi sono altri modi di riposare: cucire per chi è propagandista; propaganda per chi è insegnante; andare in qualche parrocchia o famiglia a cercare e fare beneficenza; cercare vocazioni; fare qualche lavoro nel cortile, orto, vigna, ecc., curare la pulizia. Vi saranno ricreazioni, conversazioni, occupazioni varie: accudire il pollaio, mettere in ordine i libri nei magazzini, cucire, ricamare, lavorare all'uncinetto, ai ferri; aiutare la sagrestana, aiutare in cucina, aiutare l'infermiera nel servire le ammalate, preparare le borse per le propagandiste, ecc.
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9. Ancora: le suore propagandiste ogni settimana staranno a casa due giorni interi, occupate in altri lavori; oppure, ogni giornata, avranno un limitato numero di ore di propaganda; oppure nel mese si fermeranno in casa o in libreria una settimana. Perciò, concludo, che, "il riposo non si prende solo con il sonno". Variare le occupazioni è un modo di riposare. Esempio: chi ha dipinto passa a scopare, o a lavare i piatti. Chi ha atteso alla pulizia della casa si ferma a cucire, rammendare ecc. Chi ha studiato coltiva per qualche ora il giardino.
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10. Non è possibile determinare con esattezza quante ore di sonno siano necessarie per ognuno. Ad una persona possono bastare cinque o sei ore, a qualche altra possono occorrere come massimo otto. I santi erano regolati anche su questo punto; cercando di dedicare all'azione ed all'orazione quel maggior numero di ore che era possibile. Il B. Pio X aveva ridotto il suo riposo al minimo (5 ore); e così si spiega il suo altissimo spirito e la quantità di lavoro compiuto nei diversi ministeri. Ma da cinque ad otto ore, tra notte e giorno, tutti possono starci.
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11. Si noti però che dal regolare o meno la nostra giornata in questo punto, dipendono massime conseguenze: il divenire cioè persona spirituale, quella in cui lo spirito domina la carne; o divenire persona carnale, quella cioè in cui la carne sovrasta lo spirito. L'eccesso è autentica pigrizia, sebbene spesso camuffata, scusata e difesa; è assai facile anche nelle persone consacrate a Dio.
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12. Perciò per le persone sotto i ventidue anni, nella comunità si possono concedere, tra notte e giorno, come massimo, otto ore di sonno: cioè un terzo della giornata. Ciò s'intende in media: di modo che nell'anno (8760 ore) non si dorma più di un terzo (2920 ore); dopo i ventidue anni a 7,30. Il troppo sonno, infiacchisce lo spirito ed il corpo; l'insufficiente è dannoso all'uno ed all'altro; quindi una media ben studiata favorisce l'uno e l'altro.
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13. Dunque: pur tenendo conto della salute, età, clima, costituzione fisica, genere di occupazioni, non si deve oltrepassare questa misura, tra la notte ed il giorno; è misura abbondante per una comunità; eccettuati i casi di malattia.
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14. Perciò agli anziani si può più facilmente concedere di alzarsi prima degli altri, però le pratiche di pietà comuni, quali la messa, la meditazione e la visita se non ci sono necessità particolari, si facciano in comune.
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15. Invece i giovani sotto i venti anni devono dormire circa un'ora, o almeno mezz'ora di più: perciò vi saranno due levate. Chi per infermità ha bisogno di maggior riposo vada a letto presto la sera.
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16. Riporto quanto sta scritto in un libro di testo di igiene: che è pur il pensiero dei medici da noi consultati: "Al moto è necessario succeda il riposo proporzionato, non però l'ozio. Il miglior riposo è il sonno. Nel sonno avviene la riparazione di tutti i tessuti, specialmente del tessuto nervoso e del tessuto muscolare".
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17. Si dorme di notte: il sonno durante le ore del giorno è più dannoso che utile per i giovani.
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18. Presto a letto la sera: ed alzarsi di buon mattino. Sette ore di sonno in media, bastano per tutti. I bambini dormono di più; i vecchi di meno.
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19. "I giovani, specialmente, procurino di addormentarsi ogni sera stanchi, e con la lieta coscienza di aver adempiuti tutti i loro doveri". (Zanon F.S.).
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20. Educarsi per il cibo
Preparare vivande sane, nutrienti, appetitose, ben cotte, pulite.
Ognuno stia, per quanto è possibile, al comune non distinguendo tra anziani e giovani; tra superiori e sudditi, pressoché come non si distinguono nell'abito. Si capisce: per i giovani una quantità più abbondante di cibo.
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21. Si metta in mezzo ad ogni tavola pane, minestra e pietanza; proporzionate al numero dei commensali; ed ognuno si serva da sé.
Non si insista per il mangiare più o meno; ognuno si educhi per la salute, lo spirito e la personalità. Non si educa senza questa libertà.
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22. Giova sempre la mortificazione: non fuori pasto, non troppo precipitosamente, non distinzione fra cibo e cibo; moderazione nella quantità.
Ognuno vede le sue necessità di digestione, si fa un programma.
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23. In una piccola casa: una sola minestra, una sola pietanza, un unico trattamento: eccettuato qualche caso di malattia.
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24. Nel libro "Igiene" che è il più adottato nelle scuole magistrali in Italia (Zanon) è scritto: "Il motivo principale per cui l'uomo fuma è la tendenza naturale a soddisfare i propri piaceri; il tabacco eccita il sistema nervoso di una persona, dà benessere passeggero, per produrre più male; altre volte si prova per spirito di imitazione, o di male intesa convenienza sociale; l'abuso è segno di ignoranza dei più sui danni; di debolezza, per cui l'uomo non sa dominarsi...".
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25. Prima di dare la disposizione su tale punto ho consultato alcuni tra i migliori medici. Risposta? "A nessuno fa del bene; a tutti fa sempre un po' di male... dando tale mortificazione farà un gran bene ed essa sarà una istruzione di carità e premura per i membri" ciò che è dato in amore si prenda in amore onde ci facciamo a vicenda il maggior bene spirituale e fisico.

1949 (?)

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