Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GESU': NASCITA E INFANZIA.
Esercizi Spirituali

Consideriamo1 adesso un poche..., un pochettino, ecco, perché c'è poco tempo, della vita di Gesù. Egli è il Maestro Divino. Come Maestro Divino egli è la verità che dobbiamo credere: ha insegnato la verità che dobbiamo credere. Poi egli è la via, cioè ci insegna il modo di vivere e, allora, la strada, la via che dobbiamo seguire, che dobbiamo tenere. Per arrivare con lui in cielo occorre che passiamo sulla stessa strada sulla quale egli è passato.
E poi è la vita nostra, cioè la vita soprannaturale, la vita della grazia che dobbiamo possedere, che dobbiamo vivere in noi stessi.
Consideriamo, questa mattina, la nascita di Gesù, la sua infanzia. Ecco. Il figlio di Dio è disceso dal cielo e ha preso un corpo ed un'anima come abbiamo noi, nascendo dalla beatissima Vergine Maria, per opera dello Spirito Santo. Questo modo con cui egli, figlio di Dio, ha voluto entrare nel mondo e farsi uomo, questo modo è estremamente istruttivo.
La vita soprannaturale viene dallo Spirito Santo; ognuno che si fa santo riceve la grazia dello Spirito Santo ex Maria Virgine2, per intercessione della beata Vergine Maria.
Ecco. Vi è la vita dell'animale: quella è una vita irragionevole, e perché l'animale non ha il senno, non ha la ragione. E vi
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è una vita umana, la vita di coloro che vivono secondo la ragione, coi principi di ragione. I comandamenti, ad esempio, son tutti di legge naturale e per vivere quei principi di ragione noi dobbiamo osservare i comandamenti. La vita, sì, naturale secondo la ragione. Ma il Signore ci co..., ci comunica la vita divina, la sua vita divina per mezzo della grazia, per cui egli vive in noi e noi in lui: Voi in me ed io in voi1.
Ecco. Allora la vita soprannaturale è quella che ci porta all'eterna felicità. L'eterna felicità è la vita soprannaturale, beata. Ma per andare in paradiso, in quella vita beata, bisogna che sulla terra ci troviamo nella vita attuale, in grazia, che abbiamo già la stessa vita. Ma però, qui, non è gaudiosa, no, non è una vita che sia tale da portarci la beatitudine eterna. Però dobbiamo possedere la grazia, già vivere questa vita senza godere ancora la, il premio eterno.
Ora, come nasce in noi lo Spirito Santo che porta questa vita soprannaturale? Per mezzo del battesimo il Signore ci ha comunicato la grazia e nella cresima, poi, ce l'ha confermata e ampliata e nella penitenza e nella comunione la nutre, questa vita, la fa crescere questa vita soprannaturale.
Uno può possedere una piccola vita, cioè appena la grazia santificante e può essere, invece, che uno sia cresciuto molto in questa grazia santificante. Altro è il bambino che esce dal battesimo, altro è, per esempio, s. Alfonso a novant'anni, il quale aveva operato tanto per la Chiesa di Dio. Quanta predicazione, quante conversioni di anime, quanto ha scritto e quanto ha
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lavorato, faticato, quanto è stato contraddetto, contrariato! Ecco. E quanto ha sopportato e sofferto e quale divozione alla Santa Vergine e, specialmente, al santissimo sacramento dell'eucaristia. Sì.
E questa è una vita rigogliosa, non è più la vita del bambinino, ma è una vita la quale è cresciuta mirabilmente. E ciascheduno, in paradiso, avrà il premio secondo che avrà operato sulla terra, secondo la grazia che è già nel suo cuore.
Oh! Perciò noi abbiamo questa vita che ci viene dallo Spirito Santo, dalla, dalla presenza dello Spirito Santo in noi. E questa vita si può perdere col peccato. Il peccato ci priva di questa vita, invece le opere buone l'aumentano.
Si può perdere col peccato, specialmente se una si mette nell'occasione e, invece, vi sono persone le quali son sollecite di coltivare questa vita e di aumentarla in sé. Progrediscono ogni giorno di virtù in virtù, riempiono le giornate di opere buone. E lo Spirito Santo, che è in queste anime così generose, comunica sempre più i suoi doni, aumenta la sua grazia, l'intimità con l'anima. E che intimità aveva, per esempio, con Dio, con Gesù, col Signore, s. Filippo Neri! E che intimità s. Chiara d'Assisi! Che intimità s. Gemma Galgani! Che intimità la s. Cabrini!
Così, vedete, è lo Spirito Santo, il quale comunica sempre più i suoi doni: c'è l'aumento di fede, aumento di speranza, aumento di carità.
E, allora, anche quando il corpo si indebolisce, l'anima è più vigorosa. E qualche volta si può anche, o per la vecchiaia, o per
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la malattia, essere inabili a tutto e, invece, essere proprio nel tempo in cui la vita spirituale diviene più forte, più rigogliosa, perché vi si opera anche il sacrificio della vita naturale, si accetta anche la morte e si compie la volontà di Dio, il quale permette, alle volte, che siamo tribolati, o interiormente, o fisicamente, o anche per cause esterne che sono indipendenti da noi.
Però, se questa vita ha da crescere, bisogna che cresca con Maria. Questa è la via naturale. Il figliuolo di Dio si è incarnato in Maria, ma poi Maria lo ha allattato, lo ha vestito, lo ha alimentato giorno per giorno, lo ha cresciuto. E Gesù è cresciuto sotto i suoi occhi, è arrivato ai dodici anni, è arrivato ai quindici anni e ha comin..., e lavorava sotto lo sguardo di Maria. E quando predicava Maria, in generale, era presente. E quando ha sofferto, Maria accorse nella sua via del Calvario ad incontrarlo e lo assistette non solamente nel momento della dolorosissima crocifissione, ma nelle agonie, nella morte. Tutto sotto lo sguardo di Maria. Questa è la via: tutta la vita sotto lo sguardo di Maria. [...]
Maria ti guarda, ti vede, ti segue dal cielo coi suoi occhi. Maria è presente, è presente di una presenza non inoperosa, no. Ella ti ispira, ti dà la luce, ella ti comunica la forza, ella ti incoraggia, ella ti consola. Eh!, sì. La sua presenza è operosa come la presenza di una mamma riguardo alla sua bambina.
Se noi ci consecriamo pienamente a Maria vivremo ben santamente. Nessuno di noi può consecrarsi, consecrarsi a Maria quanto Gesù, cioè mettersi nelle mani di Maria come Gesù,
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perché Gesù era figlio, figlio naturale. Ma, però, seguir l'esempio di Gesù, in modo simile, se non uguale.
Donarci a Maria, metterci nelle braccia di Maria. Maria custodirà la tua mente, custodirà il tuo cuore, custodirà i tuoi sensi, custodirà tutto, anche il tuo corpo. Maria sarà la tua consolazione. E le, le anime che amano la Madonna, da quanti pericoli son salve! Le anime che amano la Madonna quanto più facile trovano a santificarsi! Perché Maria ha questo ufficio: di rendere facile ciò che è difficile. Ciò che è più difficile.
E quando Gesù era vicino a spirare sulla croce ce l'ha voluta dare per madre, quasi volesse dirci: Io son stato sempre con Maria. Adesso Maria ha finito il suo ufficio rispetto a me, che me ne vado. Ma adesso lascio che faccia il suo ufficio di madre a tutti voi. 'Giovanni, ecco tua madre!'1. E Giovanni ci rappresentava tutti.
Le anime che son molto divote di Maria troveranno una grande facilità a farsi santi. Avranno una fede più profonda, una carità più ardente, una generosità, una volontà più ferma, costante.
Ah! È molto diverso lavorare da noi e lavorare con questa madre! Proprio consegnarle l'anima, e tutta la volontà che c'è adesso, che avete dentro di voi di essere sante. Sc..., sceglierla per madre.
S. Luigi Grignion de Montfort diceva di cercare un giorno di solennità di Maria per consecrarsi a lei e per eleggerla per madre2. Per ora è qui, nel punto di morte, che ti assista e voler
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poi stare vicino a lei in Paradiso.
Ecco. Cercare una solennità e, poi, quel giorno far la sua, la consecrazione, la propria consecrazione. E, dopo, vivere come lei, come viveva Gesù in casa. Gesù è vissuto in, per trent'anni in casa con lei. Tenerla presente, sempre presente: Maria mi guarda. E quando c'è una difficoltà guardare l'immagine della Madonna.
Oh! Le buone figliuole han questo uso: si mettono l'immagine della Madonna nei libri per trovarla spesso, aprendo il libro di scuola, supponiamo; oppure sopra il tavolo mettono l'immagine di Maria per studiare davanti a lei. O la espongono: e la espongono in alto, in alto, nel quadro, per aver comodità di incontrarsi spesso con il volto di Maria, con lo sguardo di Maria.
Ecco. Quante volte dire: Cara e tenera mia madre Maria1. Anche la parola: Dammi la tua mano, conducimi nella scuola di Gesù. Quanto è tenero questo! Del resto voi cantate sempre Dal tuo trono2. Ecco.
Allora, farci figli di Maria: questo è l'insegnamento che viene spontaneo dal modo con cui il figlio di Dio ha voluto entrare nel, nel mondo e come ha voluto passar la sua vita.
Vedete: una famiglia, bambini numerosi, viene a mancare la madre. Come è difficile che crescano buoni! Come è difficile che vi sia una donna che sappia sostituire la madre! Mi narrava pochi giorni fa un bravo sacerdote (adesso è sacerdote): Son venuti a
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mancare in diciotto giorni il nostro papà e la nostra mamma. Eravamo in nove: tutti bambini! Il più alto aveva tredici anni. Oh! Siamo stati dispersi e come è stato difficile per i miei fratellini e le mie sorelline! Solo io ho avuto la grazia di essere preso in casa da una zia, la quale mi ha cresciuto proprio come una madre farebbe col suo figlio. Quindi è stata la mia madre adottiva e mi ha adottato come suo figlio ed eccomi sacerdote. E gli altri?. Ah, gli altri!.
Non si, non facciamoci orfani: scegliamoci questa madre, lasciamoci guidare. Come è difficile che crescano buoni i figli che sono, restano senza una madre, così è difficile che noi ci facciamo santi senza che passiamo per Maria. Non è impossibile, ma è difficile, moralmente è difficile, proprio, se non impossibile. Perciò
[si interrompe]
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1 Nastro originale 6a/57 - Nastro archivio AP 7a.bis. Meditazione fatta alle Apostoline - Castelgandolfo il 10 agosto 1957 in occasione degli Esercizi Spirituali.

2 Simbolo degli Apostoli - Niceno Costantinopolitano.

1 Cfr Gv 15,4.

1 C fr Gv 19,27.

2 Cfr Il segreto di Maria, Società Apostolato Stampa, Roma 1947, p II, pp 37-40.

1 Preghiera a Maria, Libretto preghiere della Famiglia Paolina.

2 Canto a Maria, Libretto preghiere della Famiglia Paolina.