Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7-MARIA SANTISSIMA. MODELLO DELLA VERGINE CONSACRATA1*
Volgere lo sguardo a Maria. Contemplare la sua bellezza nella Immacolata Concezione. La sua bellezza che rifulge in modo particolare nel giorno della annunziazione e nel giorno della nascita del Figliuolo di Dio a Betlemme. Contemplare la bellezza di Maria nella sua casa ove attende alle cose domestiche, al servizio di Gesù. La bellezza di Maria ai piedi della croce e soprattutto la bellezza di Maria penetrata dallo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste e la bellezza di Maria assunta in corpo ed anima al cielo, la sua anima verginale, il suo corpo verginale. Ecco, dopo che ella ebbe pagato il tributo alla morte per esser più assomigliata al divin suo Figliuolo e guadagnare anche questo merito che si guadagna accettando la morte, ecco la sua anima e il suo corpo si riunirono. E per la sua purezza intemerata ella meritò che il suo corpo fosse assunto al cielo insieme con l'anima a rendere beati i Santi con lo splendore dei suoi meriti, della sua gloria e delle doti del corpo glorioso.
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Ora, la suora tende qui ad una imitazione più perfetta di Maria, non come una semplice fedele cristiana, ma ad una imitazione, la più perfetta: la verginità, la purezza. Vivere sulla terra, passare per le strade del mondo senza infangarsi. Vivere sulla terra e rinunziare anche a quella vita di famiglia, la quale potrebbe avere delle consolazioni insieme alle molte spine.
La vergine che si consacra a Dio, insieme e sull'esempio di Maria. Allora la figliuola ottiene il suo massimo grado di perfezione e la sua personalità investita della grazia dello Spirito Santo e da un amore soprannaturale, diviene qualche cosa di celestiale per cui si capisce come la suora, se è vera suora, abbia tanto rispetto e confidenza.
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Veramente è stato stabilito da Dio che la donna fosse aiuto dell'uomo. Nel paradiso terrestre il Signore disse una parola grande. La Trinità si raccolse, per modo di dire, secondo il nostro modo di esprimersi, a consiglio. Dopo aver creato il cielo, la terra, i pesci, gli animali, le piante, ecc.: «Facciamo l'uomo ad immagine e somiglianza nostra»1. E fu creato Adamo. Ma la Trinità si raccolse di nuovo a consiglio e uscì dal consiglio un altro decreto: «Non è bene che l'uomo sia solo, facciamogli un aiuto simile a lui»2. Ed ecco la donna creata per l'uomo, non l'uomo per la donna; ed ecco la donna che accompagna l'uomo nelle sue vicende; la donna a cui è riservata più la parte spirituale e sentimentale, che consola e rende la vita dell'uomo più umana, poiché l'uomo si perderebbe attorno a delle cose che riguardano gli interessi materiali o attorno al puro ragionamento. Un complemento.
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Ma questo era figura. Era figura di un altro complemento, la donna complemento dell'uomo, per tutti i secoli fino alla fin del mondo; raffigurava il complemento che il Padre celeste voleva dare al Figliuolo suo quando si sarebbe incarnato: una donna, la Donna: Maria! Facciamogli un aiuto simile a lui. E come lui vergine, così la vergine sua madre. E come lui votato al sacrificio, alla redenzione degli uomini, così la Madre: «tuam ipsius animam pertransibit gladius»1. E come Gesù stabilisce tutti gli elementi che devono costituir la Chiesa, ecco la Chiesa nasce sopra le braccia di Maria, là, nel giorno della Pentecoste. E come Maria aveva portato Gesù fra le sue braccia, così Maria porta fra le sue braccia la Chiesa finché questa, passati alcuni anni, si è alquanto irrobustita e quindi può cominciare il suo cammino, assistita, però, ancor sempre da Maria dal cielo. Il Redentore e la Corredentrice, «un aiuto simile a sé».
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La suora è il complemento del sacerdote, nella sua giusta posizione, quando si tratta di persone che sono sante, le quali cooperano e collaborano in quello spirito con cui han collaborato Maria e Gesù. Allora, si è fatta la redenzione, si è compita, si è operata; adesso, nell'applicazione di questa redenzione alle anime. Ma per questo: la verginità.
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E questo Gesù accetta: che la vergine venga a trattare con lui presso il tabernacolo, venga a trattare delle anime, venga a trattare dei fanciulli perché siano innocenti; degli uomini perché siano onesti; della gioventù perché si conservi pura; dei malati, dei morenti perché passino all'eternità riconciliati; delle anime purganti, dei bisogni della Chiesa, del Papa, ecco. Allora questa vergine sta bene ai piedi dell'altare e la conversazione diviene intima e alta come era intima ed alta la conversazione fra Maria e Gesù. Si comprendevano quei due cuori, così si comprendono i due cuori: il cuore del Maestro Divino e il cuore della vergine che ha consacrato a lui tutti gli affetti, tutti gli affetti, ecco. Si comprende come a quest'anima il Signore sveli tante cose, come il Signore Gesù eserciti sopra quest'anima un'attrattiva particolare e comunichi delle consolazioni e stabilisca una vera amicizia, la quale si dimostra appunto con lo scambio dei beni: io sono tuo e tu sei mia; tu sei mio ed io sono tua. E allora gli interessi della Chiesa sono promossi; gli interessi delle anime sono ben trattati. Solo il giudizio svelerà, nel gran giorno, la funzione della vergine nella Chiesa di Dio.
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Oh, certo, nelle Pie Discepole non devono entrare che vergini.
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Si capisce che non bisogna aver degli errori, che la verginità sia uguale alla purezza. E' un'altra cosa! Perché la verginità è un privilegio; la purezza, invece, è una virtù. La purezza. Ecco, una virtù che non è uguale in se stessa, in bellezza, all'obbedienza; l'obbedienza è più grande. Ma è una virtù, la quale ha dei meriti particolari, primo, perché è più difficile da conservare. L'uomo va soggetto a tante tentazioni. Un'anima pura è un'anima che ha ricevuto una serie indefinibile di grazie, poiché la lotta per conservar la purezza è sempre la più dura. Il demonio la invidia perché la purezza rende simile agli angioli. Egli odia gli angioli che sono rimasti in paradiso fedeli a Dio e odia coloro che imitano gli angioli. Sì, l'anima pura imita gli angioli, poiché vive sulla terra ma con costumi, con pratica, con vita di cielo, con aspirazioni celesti. Allora, gli angioli però possiedono la purezza per natura e invece l'anima pura possiede questa virtù per lotta, per merito, come una vittoria, una vittoria.
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Quante sono le difficoltà! Il primo nemico è sempre entro di noi: le passioni. La tendenza contraria alla purezza è naturale, poiché è immessa da Dio. La bellezza sta nel sentire la tendenza e farne un sacrificio a Dio, come uno potesse avere cibi prelibati, squisiti e intanto si contentasse del cibo comune, del pane ordinario; ecco. Farne un sacrificio a Dio per una sorte superiore: «optimam partem elegit»1. Contro la purezza si schierano tanti nemici, il mondo è fango, quasi non si può uscire senza incontrarsi con lo sguardo in persone, in figure, quasi non si può aprire, diciamo così, il cinema, la radio, un libro, la rivista, (parlo di quelli che non sono proprio cattoliche) senza sentirsi avvicinato un pericolo. E allora è una grande vittoria la purezza conservata.
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Perché ci può essere una duplice purezza: la stola battesimale conservata bianca e la stola rifatta bianca dal sacramento della penitenza, lavata nel sangue di Gesù Cristo.
Ecco che quest'anima opera bene poiché, se c'è questa tendenza ad amare, non solo ella asseconda la tendenza ad amare, ma la castità è il più grande amore, poiché la castità è la scelta di un altro Sposo che non è di terra, è di cielo: Gesù Cristo. Quindi l'anima pura, la quale consuma e indirizza tutti i suoi affetti, i suoi sentimenti verso l'Eucaristia, verso la Chiesa, verso il sacerdozio considerato nella sua dignità, quest'anima si eleva immensamente.
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Oh, come sarà diverso lo splendore della vergine consacrata a Dio dallo splendore pur di una madre che nel mondo ha fatto del bene come tale! Quello splendore particolare che la vergine avrà in paradiso: «virgines enim sunt: [hi] sequuntur agnum quocumque ierit»1. E anche sulla terra già si comprendono quelle consolazioni, quelle intimità di comunicazioni della vergine con Gesù, della vergine con Maria, quelle tendenze, quelle abilità, quello spirito soprannaturale nell'apostolato. Ella cerca anime da portare al suo Sposo. Non è dominata da interesse, non è guidata da vanagloria, non si arresta davanti alla fatica. Anime a Gesù!
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Ora, domandare in continuità anime pure, vergini, alla Chiesa. Ci sono un milione di suore attualmente, all'incirca. Ne occorrono sette milioni e mezzo per operare nel mondo a favore delle anime, quella missione che è riservata alle suore. Chiedere molte vocazioni ed aiutare le vocazioni che il Signore vi manda, con grande delicatezza, e dare a Gesù anime generose soltanto; formarle in un amore sincero, in una dedizione totale che il cuore, neppure eccettuata una fibra, sia intieramente del Signore. I pericoli sono tanti.
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I mezzi sono anche sicuri, a nostra disposizione. Primo, la vigilanza sui pensieri, sul cuore; i peccati si fan sempre prima nella mente e nel cuore che non con le azioni. Vigilare e custodir l'interno. Vigilare sugli occhi, vigilare sull'udito, vigilare sulla lingua, vigilare sul gusto poiché anche la mortificazione contribuisce a conservare la virtù, e vigilare ancor più sul tatto, né toccarsi né lasciarsi, né toccare. Vigilare sopra le persone che ne circondano, evitare le letture, le pellicole che non son buone, le trasmissioni di radio, e poi evitare le persone tiepide, poiché la tiepidezza è la strada al vizio, giacché quando i sentimenti non son tutti di Gesù e l'anima è tiepida, allora con facilità è presa da qualche altra cosa, dalla carne. Vigilanza.
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Poi, preghiera, molta preghiera. Le confessioni ben fatte sono un antidoto, non solo per mondarsi da qualche cosa di passato, ma soprattutto per preservarsi da cadute. Poi, le intimità della comunione e i molti rosari; ecco. Ricorrere a Maria particolarmente nei momenti difficili. Vigilanza e mortificazione. Preghiera e particolarmente le comunicazioni con Gesù intime, nella Messa, nella comunione e nella Visita al Santissimo Sacramento.
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La purezza, nel vostro Istituto, è un «bonum sociale». Non si permetta mai che questo «bonum sociale» venga disperso da qualcheduna che possa essere sfacciata o libera, no. Conservare all'Istituto questo «bonum sociale», questo privilegio, poiché siete di Gesù Maestro.
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La strada all'impurità sono anche le critiche, le mormorazioni, le disobbedienze, poiché sempre umilia nella carne il Signore, umilia nella carne chi è superbo, orgoglioso, disobbediente, mancante di carità, nello spirito. E non c'è bisogno di essere profeti, né di vedere l'occulto, i segreti delle anime. Quando c'è il fumo diciamo che si è acceso il fuoco e il fuoco magari non si vedrà, ma il camino butta fumo e il fuoco sarà in fondo alla casa che magari ha dieci piani e il fuoco è proprio al pian terreno, ma il fumo dice qualche cosa. Perché non si sa capire abbastanza questo punto, come questo orgoglio prepari cose ignominiose e magari si coprono sentimenti che son tutt'altro che di cielo.
Allora rivolgersi a Maria e invocarla: «Virgo virginum». E invocare san Giuseppe, custode dei vergini. E invocare il vergine Gesù: «Jesu, corona virginum»1. Gesù, corona dei vergini.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Esercizi Spirituali (14-23 marzo 1956) al gruppo formazione Pie Discepole del Divin Maestro in preparazione alla vestizione, entrata in noviziato, emissione dei voti religiosi Roma, Via Portuense 739, 17 marzo 1956 *
* (1) Nastro 2/e (= cassetta 4/a). - Per la datazione, non c'è in PM nessun indizio cronologico. - dAS (cfr. c66 e c125).

1 Gn 1,26.

2 Gn 2,18.

1 Lc 2,35.

1 Lc 10,42.

1 Ap 14,4.

1 Liber Usualis, Comm. Virginum, Hymn. in II Vesp., p. 1211.