Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18-ESEMPIO DI UN'ORA DI ADORAZIONE1*
Le grazie da chiedersi in questi giorni, specialmentefino alla Pentecoste, sono due: fede più viva nel paradiso:«Vado a prepararvi il posto», disse Gesù'2. E intanto egli andò a occupare il suo posto, alla destra del Padre, in questo giorno.
Secondo: «Emitte Spiritum tuum, et creabuntur» 3.Mandaci, o Signore, il tuo Spirito e diventeremo persone nuove, cioè sarà creato in noi un essere nuovo, spirituale,soprannaturale.
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Adesso, lasciatevi guidare nell'esempio di adorazione che intendo che sia come prima predica del ritiro.
Cantare il «Pange lingua» tutte assieme.
Il libro delle preghiere, a pagina 218.
Vi è la preghiera detta «sacerdotale», la preghiera che Gesù presenta al Padre celeste, prima per Sé, e forma il primo punto; poi, per gli apostoli, e forma il secondo punto; poi, per tutti i fedeli, cioè quelli che crederanno agli apostoli, e forma il terzo punto.
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Adesso leggiamo attentamente la prima parte: «Padre...» Basta. In generale va letto più adagio per gustare il senso.
Gesù dice al Padre: «è giunta l'ora, glorifica il tuo Figlio affinché il Figlio tuo glorifichi Te» 1. Il che significa che Gesù ottenne la prima glorificazione nella risurrezione da morte; ma la seconda e completa glorificazione l'ha in questo giorno, quando lascia la terra e sale al cielo e siede alla destra di Dio Padre onnipotente. «Non era, forse, necessario che il Cristo soffrisse ed entrasse, così, nella sua gloria?» 2. Ecco, contemplare Gesù nella sua gloria.
In questa settimana gli inni si conchiudono così: «Jesu tibi sit gloria, qui victor in caelum redis» 3. Sia gloria a te, o Gesù Cristo, che ritorni vittorioso in cielo.
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E pensiamo all'accoglimento che ebbe Gesù quando entrava in cielo con il suo corpo glorificato, le piaghe che splendevano come il sole, specialmente la piaga sacratissima del costato e tutto il paradiso in moto per venirgli incontro,i bei canti dei Cherubini, dei Serafini, delle Virtù, dellePotestà, delle Dominazioni. Quale gara fra gli Angeli e gli Arcangeli! E poi come era accompagnato Gesù dai Giusti di tutto l'Antico Testamento: Adamo, Eva, Noè, Abramo, Mosè, Giuseppe, Esaù e poi tutti, particolarmente Giuseppe, il padre putativo di Gesù stesso. Quale accompagnamento! Ed egli «ascendens super omnes caelos»1.Ascende alla sommità dei cieli e è ricevuto dal Padre al quale egli presenta il suo regno2, cioè le anime da lui acquistate,conquistate, e poi è messo a sedere alla destra del Padre:«Sedet ad dexteram Patris» 3. Allora noi sentiamo di doverci inginocchiare davanti a Gesù e presentargli tutti i nostri omaggi, i nostri ossequi, promettergli di essere fedeli, credere cioè, a tutte le parole che egli ha insegnato, accettare il Vangelo, leggerlo nello spirito della Chiesa e diffonderlo e seguirlo.
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Essergli fedeli osservando i consigli evangelici di perfezione che ci ha dato; essergli fedeli osservando i santi comandamenti; essergli fedeli ricevendo bene i sacramenti che sono i mezzi di grazia, i mezzi con cui la vita di Gesù Cristo è partecipata all'anima, all'uomo. Per ottenere questa triplice grazia di seguire il Maestro Divino: fede, amore, fedeltà, noi lo pregheremo ogni giorno e particolarmente domanderemo alla Vergine Santissima. che interceda per noi e ci dia la grazia di seguire Gesù Maestro come Essa stessa lo ha seguito. Vedete che gran giorno!
Gesù era venuto a compier l'opera della redenzione, era lui che guidava le turbe, guidava i discepoli, guidava le pie donne, le discepole. Da un certo momento lascia la terra e va al cielo. Ed ecco che gli angioli dicono: «Uomini di Galilea, cosa state a osservare il cielo? Quel Gesù che è asceso ora al cielo, così tornerà» 1. E voleva dire, l'angelo, volevano dire i due angeli: Non state a guardare il cielo soltanto, ma discendete dal monte degli Ulivi e fate quel che Gesù vi ha detto e lavorate e soffrite e santificatevi in Cristo e verrà a prendervi Gesù.
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E la nostra ascensione quando sarà? Al giudizio universale, dopo la sentenza finale: «Et ibunt... justi in vitam aeternam» 1. Andranno i giusti alla vita eterna. L'ascensione nostra. E i giusti entreranno in cielo gloriosi, cantando dietro a Cristo glorificato.
Ora, per ottenere questa grazia, quelle parole che avete detto, le cantate in latino nella pagina antecedente, cioè a pagina 216. Se sapete prendete il tono settimo.
La preghiera è alla pagina 215: le beatitudini (adagino, neh?). «Beati i poveri in spirito...».
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Secondo punto: Gesù prega per gli apostoli. Quindi tornando a pagina 219, leggete adagino con me, ma senza correre. «Ora hanno conosciuto...» (basta).
Fino qui, Gesù prega per gli apostoli ed egli attesta che essi han creduto in lui e che non sono del mondo. Il mondo è costituito dal male e dall'errore e dalla superstizione. Gesù non è del mondo perché egli non ha l'errore, ma è Verità; non ha il male, ma è la Via, cioè la santità; e non ha la superstizione, perché è la grazia, è la vita eterna. E Gesù attesta: «E questi non sono del mondo: come io non son del mondo, così neppure loro sono del mondo» 1.
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Ecco la dichiarazione da farsi da ogni religioso, da ogni suora: non sono del mondo; non ho i desideri del mondo; non ho i pensieri mondani; non ho i sentimenti del mondo; non ho le pratiche, non ho i peccati, i vizi che sono nel mondo. Non ho, per mia parte, un culto falso, ho un culto giusto, vero. Non sono del mondo. Non sono attaccato a me stesso; non sono attaccato agli averi, al denaro; non sono attaccato al mio orgoglio; non sono attaccato alle soddisfazioni della terra; non mi abbandono alle passioni, all'ira, all'invidia, alla pigrizia. Non sono del mondo. Qui, in chiesa, innanzi a Gesù, potete attestare cosi? Allora entriamo nel numero di quelli per cui prega Gesù. Perché Gesù dice: «Io non prego per il mondo» 1. Sarebbe pregar per il male. «Ma io prego per loro perché non son del mondo, perché quelli che mi hai donati sono tuoi».
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E che cosa domanda ad essi? «Che siano santificati nella verità» 1. Vuol dire che, avendo la fede buona, profonda, giusta, vengono santificati. E che siano santificati in tutta la loro attività. «Per loro - dice Gesù - io sacrifico me stesso» 2. Gesù è morto sulla croce per la vita eterna nostra, per darci la vita della grazia. Allora la preghiera che dobbiamo fare è questa: provarsi a dire queste parole innanzi al tabernacolo, adagio, gustarle e sentire se corrispondono ai sentimenti dell'anima nostra. Questa preghiera l'ha fatta Gesù quando si avvicinava al Getsemani. E questa preghiera Gesù, qui al tabernacolo, la fa con noi. Noi cantiamola in latino adesso, dopo averla letta in italiano, prendendo i versetti seguenti, quello che comincia: «Nunc cognoverunt quia omnia quae dedisti mihi abs Te sunt»: è il primo3.E l'ultimo è: «Et pro eis ego sanctifico meipsum» 4:seconda parte e di nuovo cantando nel tono usato precedentemente.
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Gesù lasciò ai discepoli, agli apostoli, il compito di applicar la redenzione da lui operata nel sacrificio della croce. Da quel giorno si doveva compiere il volere di Dio che è: salvare gli uomini per mezzo degli uomini. E voi, per mezzo del vostro apostolato contribuite all'applicazione della passione e della redenzione operata da Gesù Cristo. Chiediamo apostoli! Quale pena considerare l'umanità, particolarmente quella sparsa nell'Oriente, nell'Africa. E allora chiediamo vocazioni. «O Immacolata Maria...».
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Il terzo punto a pagina 220; sedetevi, poi leggiamo: «Né soltanto per questi prego...».
Gesù prega per quelli che crederanno alla predicazione degli apostoli che sono tutti i fedeli, da principio della Chiesa ad oggi e che saranno fino al termine del mondo.Particolarmente Gesù domanda la carità perché: «Ubi caritas, ibi Deus est» 1. Dove c'è la carità c'è Dio, e dove non c'è carità, una persona facesse anche prodigi per abilità, per affari, per dominare sugli altri, per insegnare, per farsi ammirare nelle virtù, per compiere opere diverse, più difficili che non le altre, «nihil mihi prodest» 2. Trasportasse anche i monti con la fede, perché anche i diavoli credono e non amano, quindi non sono uniti a Dio «contremiscunt»,«et daemones credunt et contremiscunt» - dice laScrittura3. Carità!
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E quale carità? La carità che ci indica Gesù qui, è la più perfetta: cioè siano uniti quelli che crederanno, quelli che saranno i fedeli, i seguaci, siano uniti sull'esempio con cui «Io e Tu, Padre, siamo uniti e siamo una cosa sola» 1.
Gesù guardava avanti nei secoli: quante eresie e scismi, errori! Quante cattive interpretazioni del Vangelo! Quante invidie, gelosie! Quanti mali dalle discordie! Quanti eretici! E queste discordie si riflettono pure e si ripetono, in qualche misura, nelle comunità religiose, alle volte, dove si giudicano e si condannano e si parla contrariamente e si opera, non in amore alle persone con cui si convive, ma con altri fini segreti. E se tutto quello che si pensa e si sente nel cuore fosse pubblicato, che cosa si vedrebbe? Perciò chiedere la carità, questo gran dono. Amare, poiché Dio è amoree quindi dove c'è carita, c'è l'amore che è Dio e dove non c'è la carità, non c'è l'amore, perché l'amore è Dio. Allora adesso: esame sopra la carità vicendevole, quella che è descritta nelle Costituzioni. (Atto di dolore).
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Ora, per riparare alle mancanze di carità, imponiamoci una penitenza per ogni difetto volontariamente commesso. E le persone che hanno già i santi voti, facciano adesso, di nuovo, come una rinnovazione, la Professione. E in riparazione rinnoviamo anche i voti battesimali tutti assieme:
«Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo edella terra. E voi credete?». «Io credo in Gesù Cristo suo Figliuolo unico, Dio e uomo, morto in croce per salvarci. E voi credete?». «Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. E voi credete?».«Prometto, con l'aiuto che invoco e spero da Dio, di osservar la sua santa legge e di amare Iddio con tutto il cuore sopra ogni cosa e il prossimo come me stesso per amore diDio. E voi lo promettete?». «Rinunzio al demonio, alle sue vanità, alle sue opere, cioè al peccato. E voi rinunziate?».«Prometto di unirmi a Gesù Cristo e seguirlo e di voler vivere e morire per lui. E voi lo promettete?».«In nome del Padre...».
Adesso andrebbe cantata l'antifona dei vespri di quest'oggi: «O Rex gloriae...» 1: O Re della gloria, che entri in cielo trionfante, e occupi il sommo cielo, non dimenticarti di noi, non abbandonarci, non lasciarci orfani, ma manda colui che hai promesso, cioè lo Spirito Santo sopra di noi, e diciamo quindi con fede a Gesù: «Emitte, Spiritum tuum et creabuntur» 2.
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1 (1)Ritiro mensile alla comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro nella festa dell'Ascensione Roma, Via Portuense 739, 10 maggio 1956 *
* Nastro 26/a (= cassetta 9/b). - Per la datazione, cfr. PM:«Adesso lasciatevi guidare nell'esempio di adorazione che intendo che sia come prima predica del ritiro...» , «Cantare l'antifona dei Vespri di quest'oggi: “O rex gloriae”». (E' l'antifona al Magnificat della festa dell'Ascensione che nel 1956 cadeva al 10 maggio). PM: «Salvare gli uomini per mezzo degli uomini...» (cfr. PM in c282). - dAS, 10/5/1956: «Alle 18 va [il PM] a predicare alle PD di via Portuense». - dAC, 10-11 maggio 1956: «Ritiro del PM. Tre prediche: 1a: Commento all'Oratio Christi; 2a: Acquistare la sentimentalità, la mentalità, la volontà di Gesù; 3a: Imitare Gesù e far nostra la sua preghiera». (Noi abbiamo cambiato i titoli alle meditazioni)

2 Gv14,2

3 Sal 103,30; cfr. Liber Usualis, In Festo Pentecostes, ad Matutinum, in Nocturno, 3a ant., p. 871.

1 Gv 17,1.

2 Cfr. Lc 24,26.

3 Liber Usualis, In Ascensione Domini, Hymn. in I Vesp., p. 845

1 Ef 4,10.

2 Cfr. 1 Cor 15,24.

3 Simbolo niceno-costantinopolitano.

1 At 1,11.

1 Mt 25,46.

1 Gv 17, 14.16.

1 Gv 17,9.

1 Gv 17,17.

2 Gv 17,19.

3 Gv 17,7.

4 Gv 17,19.

1 Liber Usualis, Feria V in Cena Domini, de Missa solemni vespertina, ad Mandatum, p. 675.

2 1 Cor 13,3.

3 Gc 2,19.

1 Gv 17,11.21.22.

1 Cfr. Liber Usualis, In Ascensione Domini ant. ad Magnif. in II Vesp. p. 853.

2 Sal 103,30; cfr. n. 253, nota 2.