Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. SANTIFICAZIONE DELLA MENTE, DEL CUORE, DELLA VOLONTÀ*

Negli Esercizi si attende specialmente all'esame di coscienza. Tra i punti dell'esame di coscienza, ne ricordiamo alcuni più importanti: la vita interiore, la santificazione della mente, cuore, volontà. Quanto alla santificazione delle parole, delle opere e dell'apostolato, questo viene di conseguenza se si vogliono raccogliere frutti.
Se si vuole che il grano ci dia abbondante raccolto, se si vuole che le piante del giardino diano abbondanti frutti, curare la radice, sia con l'innaffiarla convenientemente e preparare il terreno attorno perché sia soffice, assimilabile e sia concimato convenientemente. Se trascuriamo la radice, che fiori potrà dare? Che frutti potrà dare? Saranno fiori e frutti scarsi o addirittura mancanti.
Prima curare la radice di tutta la nostra vita esteriore, dell'apostolato, della condotta religiosa, del modo di parlare, ecc. La radice sta nell'interno: che cosa si pensa, cosa sta nelcuore. Curare la santità interna. Che cos'è? È la vita spirituale che possediamo quando siamo uniti a Dio, di cuore, di mente, di intenzioni e di volontà.
La vita interiore dobbiamo svilupparla in due maniere: togliere ciò che è difettoso nei pensieri, nel cuore, nella volontà. Inoltre consiste nel pensare ciò che piace a Dio: pensieri divini, verità di fede, tutto quello che ci porta a pensare secondo Gesù Cristo. Il fervore è la volontà di fare quello che piace al Signore. Mettere nel cuore i sentimenti che sono conformi a Dio, conformi al cuore del Maestro divino. Avere il cuore come quello
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di Gesù e il cuore unito a Dio. Non dubitare che quando si riceve la Comunione si riceve Gesù, il cuore umano viene sostituito dal cuore stesso del Maestro. Inoltre quando la volontà è tutta diretta a vivere la vita religiosa, tutta diretta alla maggior santificazione, è tutta diretta a compiere bene quello che piace a Dio secondo i casi e le circostanze.
Quindi propositi fermi. Sono stati fermi i nostri propositi di quest'anno? Si è eliminato un po' di quel che dispiaceva a Dio? Si è messo quello che [a lui] piaceva? Ecco la santità interna! Il Signore in primo luogo guarda la mente, guarda il cuore, i desideri, la volontà.
Il Signore non è fatto come gli uomini. Gli uomini vedono solamente ciò che è esterno. Noi dobbiamo sempre avere molta umiltà perché alle volte neppure sospettiamo che [in una persona] vi sia un tale grado di santità come realmente c'è. Invece bisogna avere paura delle gatte morte1. Noi siamo limitati. Dai frutti si conosce la radice.
Come conosciamo Iddio, la sua immensità, la sua onnipotenza, la sua sapienza? Chi vede il cuore, chi giudica le intenzioni, chi può distinguere se in un'anima c'è buona volontà o tiepidezza? Un po' e malamente lo vediamo.
Gesù ci dice: «Io sono il Buon Pastore»2; un po' conosciamo la bontà di Dio, ma per quanto pensiamo Dio buono, egli è infinitamente più buono e misericordioso di quanto lo pensiamo. Il suo sguardo penetra il cuore, la mente, [dona] forza di volontà, quantità di grazie, di intelligenza e [sostiene] le intenzioni che vi sono.
Lavate il bicchiere all'interno. Non siate come i sepolcri imbiancati che all'esterno sono bianchi e all'interno sono ossa e marciume3. Gesù colpì l'ipocrisia dei farisei che facevano tutto per essere veduti e, avendo cercato soltanto la stima degli uomini, hanno già ricevuto la loro ricompensa4. Scrutiamo il nostro interno perché le nostre opere interne potrebbero diventare
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tutte avvelenate se non ci fosse la retta intenzione, lo spirito di fede, l'impegno di adempiere la sua santa volontà. Non affannarsi per le cose esterne, non preoccuparsi del giudizio degli uomini. Lavorare, lavorare, e se poi il Signore vuole dare [una ricompensa] alle nostre intenzioni: Deo gratias! Solo a Dio la gloria.
Vi sono dei Papi nella storia che hanno fatto cose meravigliose e sono lodati da tutti gli storici della Chiesa, e vi sono altri che hanno pregato, pianto, tentato e hanno preparato il successo agli altri. Pio X5 è morto sepolto da una valanga di critiche e di pene. Non avremmo avuto la Conciliazione se il Papa6nell'annata non avesse...7.
Tanto più si scrivono quelle cose che piacciono agli uomini, tanto più un libro ha successo. Gesù Cristo non piacque agli uomini. Quindi la santità interna, questa è la parte essenziale! Certo quando uno è santo internamente, lo manifesta e [anzi] se non lo manifesta avrà la sua gloria.
La radice si divide in tre parti: la prima parte è la terminazione delle radichette che sono sotto e assorbono dal terreno la forza vitale; il tronco è grosso, ma chi lo alimenta è il complesso delle radichette che succhiano, assorbono e trasmettono [la linfa].
Qual è l'azione capillare dell'anima nostra? La fede e i buoni pensieri. Se i pensieri non sono santi non aspettiamoci santità. La radice è la fede. Nella mente viviamo di fede? Pensiamo secondo la Rivelazione? Secondo il Vangelo? Molte volte sul punto della fede si sorvola. La fede viva è amorosa e operosa. Se pensassimo che un piccolo atto di sottomissione ci dà una gloria eterna, non staremmo lì a stentare tanto, ma lo faremmo con gioia. Noi abbiamo una fede languida. [Occorre avere] fede
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viva in Gesù Cristo, nell'Eucaristia, fede viva a Dio solo ed alla Chiesa, [credere] che chi comanda rappresenta Dio. Chi ubbidisce alla Chiesa ubbidisce a Gesù Cristo.
Governare il cuore. Cerchiamo sempre più l'unione del nostro cuore con Gesù? Dominano in noi gli stessi affetti e desideri di Gesù? Gesù era dominato da due sentimenti: l'amore del Padre e l'amore alle anime. Vi è proprio [in noi] amor di Dio e amore alle anime? E amore proporzionato che incomincia dalle anime più vicine. Questo amore e unione vanno crescendo ogni giorno? Ogni esame di coscienza toglie un po' gli impedimenti? Ogni Comunione accresce questo amore al Signore e al paradiso, e amore alle anime? «Caritas Christi urget nos»8. C'è amore alle anime, oppure siamo dominate da tante cosette, da ambizione, da spirito di comodità, o dalla tendenza naturale a mettersi in vista, a esibirsi?
Vita interiore nella volontà. Sembra di venire subito alle opere, invece voglio suggerire l'impegno per cui l'anima cerca di togliere le radici cattive e mettere radici buone. Che cos'èche eleva il pensiero, il cuore? È il fervore, la volontà decisa di servire Dio bene nel nostro stato. Siamo stati fiacchi o decisi?
Si può essere di cattiva volontà, di volontà tiepida e di volontà risoluta. Siate piantate presso il Tabernacolo che è fonte di acqua viva dove le anime attingono l'alimento, attingono i pensieri santi, attingono l'amore santo, la rettitudine di intenzione. [Allora] la pianta cresce, di amore in amore si cresce nella virtù.
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* Meditazione, in ciclostilato, carta tipografica, fogli 3 (22, 7x29), tenuta dal Primo Maestro a [Roma] l'11.3.1950. L'originale porta come titolo “Meditazione del Sig. Primo Maestro”. Non è indicato il luogo, ma da RA, 2 (1950) 4, risulta che il 9 marzo iniziava un corso di Esercizi in preparazione alla professione del 19 marzo, e ciò fa supporre che questa meditazione, come la precedente, sia stata tenuta a Roma. Nell'originale ciclostilato si trovano punti di sospensione che lasciano supporre un vuoto nel prendere gli appunti.

1 Espressione di uso popolare.

2 Gv 10, 11.

3 Cf Mt 23, 27.

4 Cf Mt 6, 1.

5 Giuseppe Sarto (1835-1914), veneto. Fu sacerdote, parroco, vescovo, patriarca di Venezia, Papa dal 1903 con il nome di Pio X. Si oppose energicamente al modernismo. Promosse la Comunione frequente e in tenera età, riformò la liturgia, operò in campo catechistico,

6 Pio XI, Achille Ratti (1857-1939), lombardo, di notevole cultura, difensore della pace. Fu eletto Papa nel 1922. L'11 febbraio 1929 stipulò i Patti Lateranensi con l'Italia. Fu detto Papa delle missioni e dell'Azione Cattolica.

7 Nell'originale l'espressione è lasciata incompleta.

8 2Cor 5, 14: «L'amore di Cristo ci spinge»