Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. MEZZI PER ARRIVARE AL PARADISO*

Negli Esercizi è tanto necessario fissarsi bene con la mente nel pensiero del paradiso, perché si deve guardare dove vogliamo andare e poi, fissata bene la meta, ecco che comprenderemo la strada che ci condurrà là. Fissata bene la città di arrivo, noi seguiremo la via, faremo il conto, [prenderemo] il mezzo: la corriera, il treno, l'aeroplano, le provviste necessarie e ci assicureremo di fare bene il viaggio, di non deviare né a destra né a sinistra. Se vi fissate di venire a Roma da Milano, non prendete il treno per Torino.
Ecco: «Caelestis [urbs Jerusalem, beata pacis visio]: Celeste città, o celeste Gerusalemme, beata visione di pace»1. Città dove abita tutta gente che è illuminata da Gesù Cristo verità, città dove gli abitatori sono tutti santi: vi sono gli apostoli, i patriarchi, i profeti, i cherubini, i serafini, ecc., ecco gli abitatori di quella città.
Là non vi saranno più tribolazioni, là non vi è più pianto, là non vi è più la morte2, là non vi è più fatica, là non vi è più bisogno di apostolato, non vi è più bisogno che si lavori, là tutto è bello, tutto è santo. E anche solo pensare che non vi sono più mali né materiali né morali..., ma questo sarebbe solamente la parte negativa, quello che più importa: là si vede Iddio senza alcun stato di pena, senza alcun male. Tutto quello che fa piacere al nostro spirito, alla nostra volontà, tutto là si trova, basta dire che là si sta bene.
Allora se vogliamo andare lassù, indirizziamo bene i nostri passi verso quella meta, seguiamo la strada che ci conduce
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sicuramente a quella meta, non facciamo dei passi né a destra né a sinistra, girando sempre: in ogni cosa seguire Iddio.
Fare opere buone per amore: ha proprio l'amor di Dio chi indirizza le sue opere al paradiso. Ora sulla terra, dov'è che l'anima si unisce a Dio? Nella Comunione, e poi lassù, in paradiso. Chi opera per il paradiso opera per amor di Dio.
Il Signore ci ha creati per il paradiso, infatti l'uomo, una volta creato, non muore più. Il corpo di per sé è mortale, diviene immortale nella risurrezione finale. In verità tutto risorge. Ebbene una volta creato, l'uomo è eterno perché l'anima è eterna, tuttavia sulla terra sta poco tempo, dunque il posto vero, che non è un passaggio, è il cielo, e la terra è la strada verso il cielo, poiché il Signore ci ha creati per lui.
Mentre siamo sulla terra siamo lontani da Dio: «…esuli figli di Eva; gementi e piangenti in questa valle di lacrime, a te sospiriamo. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù»3. Ecco il fine.
[…]4. Tutto ciò che c'è sulla terra è per conseguire il fine, come se si dovesse andare a Milano. La vita è una piccola e breve prova. Questa prova serve per questo: se noi vogliamo veramente il paradiso. Vuoi proprio il paradiso, per cui Iddio ti ha creata, oppure vuoi godere la vita presente seguendo i piaceri della terra, possedere grandi ricchezze, grandi poderi, vuoi attaccarti a questo, oppure vuoi servirti di questi mezzi per arrivare al cielo?
Ad Eva piacque il frutto e quindi rinunciò al paradiso per una soddisfazione umana, perché preferì a Dio il pomo proibito. Dunque tutta la vita è una prova, basta questa considerazione per orientarsi. Attente a non attaccarsi alle cose della terra per un vano comodo, per l'amore alla stima degli uomini.
Dio, sommo bene ed eterna felicità, vi ama con tutto il cuore sopra ogni cosa. Quelli peccando si attaccarono alla terra e che cosa meritarono? Di essere allontanati da Dio sommo bene ed eterna felicità.
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Voi avete detto al mondo: No, vogliamo Iddio. Anziché la terra, vogliamo Iddio. Il Signore è la meta desiderata, è quello che voi cercate, e avete preso la strada che conduce al paradiso.
Ma la strada si può percorrere più o meno bene, e possiamo prendere un mezzo per venire a Roma, più sicuro o meno sicuro. A voi che avete dato l'addio al mondo Gesù disse: «Se sarai fedele, riceverai il centuplo e la vita eterna»5.
Adesso, riflettiamo in questa meditazione ai quattro mezzi generali per arrivare al paradiso: la fede, ossia la santificazione della mente; la santificazione della volontà; la santificazione del cuore; la santificazione del corpo, [quindi]: «Amerai il Signore Dio tuo con tutta la mente, volontà e cuore. Amerai il prossimo tuo come te stessa»6, facendo l'apostolato del bene.
Una parola sulla santificazione della mente, primo mezzo per andare in paradiso. Veramente è stato l'argomento che abbiamo già considerato ieri sera dicendo che per prima cosa l'esame di coscienza va fatto sopra la mente.
Come possiamo guadagnarci il paradiso con la mente? Con la fede viva. Vivere di fede, il nostro pensiero [sia] sempre secondo Dio, i nostri desideri secondo la fede, credere alla vita eterna. Santificare la mente. Con la mente si può guadagnare il paradiso. In paradiso vedremo Iddio. Adesso […]7 ci vediamo tra noi, ma non vediamo Dio; Dio è spirito non si vede, ma in paradiso lo vedremo faccia a faccia, come ognuna vede le sorelle. Ecco, quando Dio ha creato Adamo ed Eva, li ha messi in una specie di paradiso e il Signore scendeva […]8 a conversare con loro.
In paradiso vedremo Dio, entreremo nei misteri di Dio: l'Eucaristia che adesso crediamo senza vedere, la Messa, il mistero della santissima Trinità, Dio uno in tre persone, vedremo ciò che è in Dio. Sì, molti misteri adesso non ci sono svelati, ma poi li conosceremo.
Impariamo qual è il mezzo per meritare la visione di Dio. Quando Pietro, Giacomo e Giovanni, saliti sul monte Tabor,
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videro Gesù in quella splendida visione: Gesù trasfigurò se stesso, vestito di bianco come la neve, in mezzo a Mosè e ad Elia. E Pietro esclamò: Come si sta bene qui!9. Ma quello fu un piccolo saggio10.
Però come si arriva a questa visione? Con la fede. La mente merita di vedere Dio per la fede. Dire: Credo, credo a quello che non vedo. E se credo, vedrò: è il mezzo per vedere un giorno.
La Chiesa c'insegna tutto quello [che dobbiamo credere nello] spirito di Gesù: l'incarnazione, la sua vita, la sua passione, morte e risurrezione. Gesù visse, patì sotto Ponzio Pilato … di là ha da venire a giudicare i morti. Credo alla resurrezione, credo all'eternità, credo a quel giudizio universale in cui Gesù pronunzierà la sua sentenza finale. Credo alla comunione dei santi, ai sacramenti, credo allo stato religioso, che è la vita migliore e più sicura per raggiungere il paradiso. Ecco, credo a tutte queste verità e alle parole singole di Gesù.
La fede però può essere languida oppure viva. Vi sono anime che hanno una fede molto viva. Vedete come si comportano in chiesa? Perché hanno fede nella presenza di Gesù nell'Eucaristia, e hanno fiducia nella Messa. È una delizia per loro il fare la Visita al santissimo Sacramento!
Dio è dappertutto, anche se sono sole non si permettono mai qualche cosa che dispiaccia a Dio. Fede viva specialmente in questo: ogni atto mi guadagna un merito, Gesù è con me e mi dà la grazia di guadagnarmi il paradiso. Credere all'efficacia della grazia santificante, delle opere buone, credere al giubileo che assolve tutto. Dite: Credo! Accumulare sempre meriti, meriti.
Perché la fede sia viva, bisogna pregare. Ecco il secondo mezzo: pregare, perché la fede non è cosa umana, è divina. Qui c'è il dono di Dio, non basta dire: Io sono più robusta e porto un peso maggiore! Come si potrebbe non credere all'esistenza di Gesù Cristo e ai miracoli dopo che vediamo tutte le sue opere?
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Domandare fede, fede. Signore, accrescete la mia fede. Quando recitiamo il Credo, esercitiamo la fede. Bisogna che la fede sia viva. La Scrittura dice: «La fede senza le opere è morta»11. Quando la nostra vita ha dei meriti? Quando è accompagnata dalle opere.
E con ciò dite spesso: Credo alla preziosità dei meriti, vale un atto di carità, di umiltà, di obbedienza. Se la fede fosse morta, sarebbe come una pianta secca che non mette foglie, non mette frutti. Invece quando vi è la fede e vi sono le opere, allora si entra davvero nella visione di Dio.
Adesso facciamo un po' di esame di coscienza.
Credo al paradiso con una fede viva? Indirizzo tutta la mia vita verso il paradiso? So quali sono i mezzi per arrivare a quella felicità? Ho capito che la fede, la fede viva, è il primo mezzo? Mi istruisco nel catechismo? Conosco la Storia sacra e allargo sempre più questa cognizione? Conosco almeno la vita di qualche santa? Cerco di capire sempre meglio la liturgia? Domando sempre di cuore un aumento di fede? Ho una fede che porta alle opere e cioè una fede vissuta?
E scendiamo al particolare. Crediamo che la vita religiosa è più perfetta? E noi la viviamo12 intensamente? Crediamo che per andare in paradiso bisogna purificare la mente dai pensieri contro la povertà, castità, obbedienza, fede, speranza e carità? […]13. Purificatevi in questi giorni dai pensieri inutili.
Purificate la mente perché sia degna di fissarsi [in Dio] con gli angeli in paradiso, e spiritualmente santificate la mente aumentando la fede.
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* Meditazione, in manoscritto, (la curatrice degli appunti non è stata individuata), in carta protocollo rigata, fogli 7, tenuta dal Primo Maestro a [Roma] il 29.4.1950. Nell'originale vi è la semplice indicazione: Primo Maestro. Fa parte, probabilmente, del corso di Esercizi spirituali iniziato il 28 aprile, cf RA, 2 (1950) 4. Nelle note amano ci sono punti di sospensione che lasciano intuire un vuoto nel prendere gli appunti.

1 Dal Comune della Dedicazione di una chiesa. Inno dei primi e secondi Vespri.

2 Cf Ap 21, 4.

3 Espressione della Salve, Regina.

4 Originale: Come se uno dovesse andare a …

5 Cf Mt 19, 29.

6 Cf Mc 12, 30-31.

7 Originale: non si vede Iddio.

8 Originale: in forma umana.

9 Cf Mt 17, 4.

10 Originale: loggia.

11 Cf Gc 2, 22.

12 Originale: saliamo.

13 Originale: Ma non solo di opere, ma di mente?