Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

10. CONFIDENZA CON LE MAESTRE*

Leggendo il Vangelo si vede subito la divina pedagogia usata da Gesù. E non solo durante la sua vita pubblica, ma anche dopo la sua risurrezione. La sua è pedagogia dell'intimità ed è il più bel metodo pedagogico.
Noi dobbiamo praticare l'articolo 189 e 190 delle nostre Costituzioni1 non solo nella parte negativa, ma ancor più nella positiva. Il quinto comandamento dice2 sì, di non ammazzare, ma poi impone di usare carità, [richiede] le sette opere di misericordia corporali e le sette spirituali e per noi, in particolare, quella di istruire gli ignoranti. Così questo articolo nella parte negativa proibisce [alle superiore di imporre] di manifestare la coscienza, ma nella parte positiva esorta vivamente le suore ad avere confidenza e libertà con le loro Maestre.
Maestra non vuol solo dire che una insegna calligrafia o geografia, ecc., ma la Maestra per noi è la formatrice della mente, della volontà, del cuore. Or come può fare ciò, se noi non ci mettiamo docilmente nelle sue mani? Non ci abbandoniamo a lei? Gli undici apostoli che erano familiari con Gesù fecero buona riuscita e divennero grandi santi, Giuda che faceva da sé e si allontanava da Gesù finì coll'impiccarsi. Bisogna stabilire questa intimità che è in pratica la santa amicizia, per cui nella sacra Scrittura vien detto che chi ha trovato un amico ha trovato
~
un tesoro3. Amicizia dunque spirituale e confidenza che mette l'anima nelle mani delle Maestre: questo sia per le postulanti che per le novizie, come per le professe di voti temporanei e anche perpetui. Chi si guida da solo è un cieco che guida un altro cieco4.
Chi entra in Congregazione, fosse pure una professoressa, è nuova di vita religiosa ed entra in prima classe, deve farsi istruire e formare. Deve esserci un'alleanza santa fra chi deve essere formato e chi deve formare, come v'era alleanza fra Davide e Gionata5, le cui anime erano conglutinate assieme. Da parte del suddito non considerare tanto l'autorità quanto la paternità o maternità e perciò apertura schietta, fiduciosa, intima; da parte di chi guida non vi sia mai l'imposizione, ma la persuasione e l'esortazione.
Non capisco come su questo punto non vengo capito! Siete tanto gelose del vostro Istituto, della sua conservazione, dei suoi interessi, e fate bene; e perché allora non vi fate scrupolo di alienare ciò che è lo spirito vero, il punto più geloso dell'Istituto? Facciamo alcuni paragoni che spieghino il mio pensiero al riguardo. Tra Maestra e suddita vi devono essere le stesse relazioni che corrono tra la tela e il pittore che voglia farne un bel quadro. La tela [deve] prestarsi docile alla mano del pittore e il pittore usarla per dipingervi cose belle, e la più bella di tutte: Gesù. Così dicasi di un blocco di marmo e di uno scultore che debba ricavarne una statua. Lo scultore userà martello e scalpello fino a che non abbia fatto il suo capolavoro.
Altrettanto dicasi della pianta e del coltivatore, ecc. In sostanza vincere le ripugnanze e aprirci confidenzialmente con le Maestre. E le Maestre infondano confidenza e precedano con l'esempio di tutte le virtù. Esempio: S. Giuseppe Cafasso6
~
esaminò la vocazione di S. Giovanni Bosco7 e gli disse: Mi sembri buona stoffa, stoffa adatta. Don Bosco rispose: Se sono buona stoffa cerchi, dunque, di farne un buon abito da prete. E si mise nelle sue mani docilmente. L'uno santamente diresse, l'altro santamente si fece dirigere. Facciamo così anche noi.
~

* Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (20, 5x29, 5). Fa parte delcorso di Esercizi del 12-20 aprile 1950, tenuto dal Primo Maestro a [Roma]. Questa meditazione ha due versioni, una dal titolo “Confidenza con le Maestre”, l'altra dal titolo “La pedagogia di Gesù”, più estesa, in dattiloscritto, di battitura più recente, non presa in considerazione in questa raccolta. Il contenuto di questa meditazione è presente nell'articolo pubblicato in SP, aprile 1950; ripreso in RA, 6 (1950) 1-2 e ristampato in CVV 169. Si adotta come titolo della presente meditazione quello dato dalle curatrici dei dattiloscritti.

1 Negli appunti originali l'articolo citato è il 140 delle Costituzioni approvate nel 1944. Nel dattiloscritto seguito come originale l'art. 140 è stato sostituito con gli artt. 189 e 190 delle Costituzioni approvate nel 1953.

2 Originale: proibisce.

3 Cf Sir 6, 14.

4 Cf Mt 15, 14.

5 Cf 1Sam 18, 1.

6 Giuseppe Cafasso (1811-1860) piemontese. Sacerdote diocesano, insigne per sapienza, zelo pastorale, saggezza nel guidare le anime. Si dedicò all'ascolto delle confessioni, all'assistenza dei carcerati e dei condannati a morte.

7 Giovanni Bosco (1815-1888) piemontese. Sacerdote diocesano, nel 1859 fondò la Pia Società di San Francesco di Sales o Salesiani, e alcuni anni più tardi, le Figlie di Maria Ausiliatrice per l'educazione della gioventù. Fu operatore sociale e fecondo scrittore.