Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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4. MISTERO DELL'INCARNAZIONE NELL'ANNUNCIAZIONE*

In questo mese di marzo celebriamo la festa dell'Annunciazione di Maria santissima. Questa festa nella Chiesa ha incominciato a celebrarsi nel secolo V per istituzione di Papa Gervasio I1 e dal secolo VI fino ad ora è celebrata con la massima solennità. Come si dà grande solennità alla festa dell'Immacolata, così ora anche a quella dell'Annunciazione.
In questa festa si celebra il mistero dell'Incarnazione del Verbo, da dove ha principio la nostra salute. Non si parla quasi mai delle virtù di Maria senza accennare a questo evento così importante e centrale per l'umanità.
Stamattina parliamo di questa festa, poiché presto incomincia la novena nella quale si ricorda un mistero così importante.
Generalmente si tramanda la predica sulla Madonna alla fine [degli Esercizi], ma questo è uno degli sbagli che facciamo noi. Tutta la grazia incomincia dall'Annunciazione e il frutto [degli Esercizi] dipende se noi ricorriamo a Maria. Mettiamo tutto nelle sue mani, perché sia la nostra luce, il nostro conforto, perché ecciti [in noi] un vivo pentimento per le grazie non corrisposte, spinga la volontà a grandi propositi, ci dia un desiderio vivissimo di diventare come lei.
Maria accompagna il divin Salvatore fino al Calvario, e accompagna pienamente la Chiesa fin dai primi passi.
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Essendo Maria umilissima e docilissima, fu esaltata sopra il coro degli angeli. Ella non sentì l'influsso della colpa originale. Immacolata entra nella sua missione. Non appartiene al numero delle donne comuni: «Benedetta tu tra le donne»2 e inizia la sua missione di Madre di Dio.
Con la discesa dello Spirito Santo ella genera un'altra vita: nasce la Chiesa che porta sulle braccia come aveva portato Gesù. Ultimo mistero l'Assunzione [al cielo] dove Maria regna gloriosa.
[Ora noi] ci troviamo in una posizione fortunata: abbiamo la luce del Vangelo, viviamo vicino al Papa, abbiamo la teologia morale, siamo figli della Chiesa. Specialmente noi religiosi possediamo una morale e una ascetica di perfezione e di più abbiamo la grazia dei sacramenti. Abbiamo ricevuto il Battesimo, la Cresima, la Confessione e tante volte la Comunione, in cui Gesù Cristo Figlio di Dio viene ad abitare dentro di noi.
A noi è segnata la via della santificazione. E quante suore passano con fiducia all'eternità!
Prima dell'Annunciazione non c'era Gesù e nemmeno la grazia, né i sacramenti: tutto si inizia con l'Annunciazione. Iddio che non voleva rigettare l'umanità peccatrice, dandole il perdono, inaugurò il tempo in cui «dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia»3.
Maria è il canale di tutti i beni che abbiamo. Dio volle che tutto avessimo per Maria. Lode a questa Vergine benedetta, riconoscenza grande a lei per il sì che ha detto. Quando l'angelo le propose l'Incarnazione, ella sentì il bisogno di spiegazioni perché si trattava di cosa misteriosa, ma appena la sua mente fu illuminata, non esitò: «Ecco l'ancella di Dio»4. Adoriamo la santissima Trinità che intervenne in quella casetta.
Meditare bene che tutto ci viene da Maria. Volete avere una vita santa? Ricorrete a Maria! Ottenere una vera conversione, e un dolore che si estenda alle minime cose e guadagnare il Giubileo? [Ricorrete] a Maria! Abbattere l'amor proprio che si nasconde nelle pieghe del cuore, avere quelle consolazioni che sono proprie alle anime fedeli? [Ricorrete] a Maria! Maria è il
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gran mezzo attraverso il quale è incominciata la Redenzione che per lei si applica ad ogni anima. Da Maria aumento di fede e di virtù, amore alle Costituzioni, accrescimento di grazia e di gioia interiore attraverso la preghiera e i sacramenti!
[Ricorrere a Maria con] molti rosari, molte lodi, molte invocazioni segrete: O tu, che sei il canale di tutte le grazie, che sei piena di grazia che devi riversare su tutta l'umanità, abbi pietà di me!5. [Avere in lei] fiducia, perché è la fonte di grazia, e quando si trova la fonte si estingue la sete. Maria ebbe la grazia speciale di [essere la] Genitrice di Dio, noi abbiamo la grazia che ci rende grati a Dio. Nel mistero dell'Annunciazione rifulge la fede di Maria, la sua speranza, la sua carità; è evidente la sua umiltà, la sua obbedienza, la sua purezza, tutte le virtù. Non potendole meditare tutte, ricordiamo solo queste: Maria esercitò una grande fede e una grande umiltà. Fede: credere che Dio poteva conciliare insieme la verginità con la maternità divina. Credere al miracolo, al prodigio che si doveva compiere [in lei]: il Figlio di Dio si faceva uomo, la Divinità si univa all'umanità. Capiva che in lei si doveva compiere qualcosa di grande. Sì, Maria in quel momento accettava la sua missione di Madre di Dio: accompagnare il Figlio di Dio nella sua vita fino al momento in cui darà se stesso per la salute degli uomini.
Per questo: 1) Credere alle verità che devono guidare la vita religiosa, che è una grazia, una vita più alta di quella del semplice cristiano. 2) [Credere] che il Signore, scegliendoci tra la moltitudine delle fanciulle sparse nel mondo, ci ha amato in modo speciale e ci destina ad un alto grado di gloria: il paradiso. 3) Credere che sono adorabili i consigli evangelici. Credere che quando la Chiesa approva una istituzione, la indica come via di perfezione e di santità, così alla morte potremo presentare al Signore le Costituzioni. 4) Adorare il mistero dell'Incarnazione, adorare Gesù nel seno di Maria e nell'Ostia santa. 5) Grande riconoscenza alla Vergine, a Dio che è disceso dal cielo. 6) Oggi, nella novena che seguirà e nel giorno dell'Annunciazione rinnovare la nostra consacrazione a Dio.
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* Meditazione, in ciclostilato, carta tipografica, fogli 3 (22, 7x29), tenuta dal Primo Maestro a [Roma] l'11.3.1950. Nell'originale che ha come titolo “Meditazione del Primo Maestro”, non è indicato il luogo. Tuttavia da RA, 2 (1950) 4 risulta che il 9 marzo ebbe inizio un corso di Esercizi in preparazione alla professione del 19 marzo, e ciò fa supporre che la meditazione presente e la successiva siano state tenute a Roma. Dalla cronistoria di don Speciale, però, risulta che in quei giorni il Primo Maestro fu anche ad Alba. Nell'originale ciclostilato, ogni tanto si incontrano vari punti di sospensione, il che lascia supporre un vuoto nel prendere gli appunti. Infatti sovente il testo più che una meditazione appare una raccolta di affermazioni e di esortazioni.

1 Don Alberione parla di papa Gervasio I in relazione alla istituzione della festa dell'Annunciazione. Nell'elenco dei papi non risulta un Gervasio I, ma Gelasio I, papa dal 492-496 che come funzionario della cancelleria papale partecipò al Concilio di Calcedonia (451).

2 Cf Lc 1, 42.

3 Cf Rm 5, 20.

4 Cf Lc 1, 38.

5 Cf S. Bernardo, Sermone 4, 8 per la domenica fra l'ottava dell'Assunzione della Vergine, in SBO, V, 263.