Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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49. FESTA DI GESÙ CRISTO RE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 27 ottobre 19631

In quel tempo Pilato domandò a Gesù: «Sei tu il Re dei Giudei?». Gesù rispose: «Questa domanda è tua oppure ripeti ciò che altri ti hanno detto?». Disse Pilato: «Sono forse Giudeo, io? Il tuo popolo e i grandi sacerdoti ti hanno consegnato nelle mie mani: che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo i miei ministri avrebbero certamente combattuto perché non fossi dato nelle mani dei Giudei, ma il mio regno non è di questo mondo». «Dunque, tu sei Re?» gli domandò Pilato... «Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità»2.
Ecco la gran festa della regalità di Gesù Cristo.
Ma prima, un'osservazione, e cioè: chi è che fa di più, più perfettamente l'apostolato liturgico? Chi fa l'apostolato liturgico nel modo migliore, più sublime, più santificante, è chi contribuisce ai sacerdoti, perché Gesù Cristo (...) chi aiuta le vocazioni sacerdotali, chi sta al servizio sacerdotale nelle Case Paoline, questi fanno l'apostolato liturgico nel modo più perfetto, perché non si celebra la Messa senza il sacerdote.
Secondo, chi procura le ostie e lavora per le ostie, come adesso si va estendendo nelle Case principali questo compito, preparare le ostie. Dopo il sacerdote, c'è l'ostia da consacrarsi.
Poi le altre parti in quanto si arriva, si contribuisce alla Messa, e cioè, nel fare i paramentali. Ma specialmente nel preparare la Messa e mettere l'ostia sopra il calice e preparare il Messale già segnato; e poi, se si ha questa grazia di rispondere al sacerdote che celebra.
In sostanza tanto c'è la liturgia quanto si onora di più, intimamente quello che è il centro, e cioè, l'Eucaristia. Gesù Cristo è il Liturgo. E tutti quanti appartengono e si avvicinano e collaborano alla Messa, al sacrificio della redenzione, tanto più sono liturgici, hanno il merito della liturgia.
Questo sentirsi quasi umiliati nel servizio. È la prima liturgia! E verranno i pizzi, e verranno le casule, verranno le altre cose, ma sono più lontane dal sacrificio. Oh, allora, che si capisca bene lo spirito della Pia Discepola.
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Poi, in confidenza, a voi che siete qui: celebrerò per un mese la Messa per la santificazione di tutta la Famiglia, e tutti i membri della Famiglia. Che non si commettano peccati, ma che si progredisca nella vita religiosa, nell'osservanza. Quindi sentirete la Messa con queste intenzioni accompagnando le Messe in quanto io potrò celebrare, o sia qui o sia in altro luogo. Uniamoci nelle intenzioni.
E questo anno di santificazione che sia più sentito. Santificazione "particolare", si è già detto, santificazione particolare è nell'intimo, cioè nell'interno: la volontà, la mente, il cuore.
Ma parlando della particolare santificazione, in secondo luogo, è la santificazione particolare del religioso, più che del cristiano. Particolare santificazione.
Allora, questo mese che comincia col primo novembre, giorno dei Santi, ecco unirvi particolarmente nelle intenzioni del Primo Maestro.
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In questi giorni al Concilio Ecumenico si tratta della santificazione. La vocazione universale alla santità, ma nei diversi gradi e nelle diverse posizioni.
E in primo luogo, la santificazione dei religiosi, i quali si servono dei voti per arrivare a una maggior santificazione, cioè cercare solo la gloria di Dio e vivere per Iddio intieramente, vivere direttamente in unione con Gesù, senza intermezzo di persone, come invece è dei cristiani perché si amano fra di loro, i coniugi, e si devono amare, e allora, attraverso a questo, l'amore a Dio; ma senza intermezzi il religioso, la religiosa si unisce a Dio,in perfezione.
E l'ossequio è, oltre a questo della Messa, sarà bene che leggiate,nel mese, di nuovo tutte le Costituzioni vostre perché la via della santificazione, in particolare, è quella.
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Ora volevo dire qualche cosa sopra la festa di Gesù Cristo Re. Il concetto: Gesù Cristo Re. Ecco l'Oremus e tutta la liturgia della ufficiatura e della Messa in particolare, questo: eravamo soggetti al diavolo perché nati con le conseguenze del peccato originale, quindi nati nel peccato originale, che non è colpa nostra, ma ci son le conseguenze del peccato.
Gesù Cristo ha conquistato le anime che erano in possesso del diavolo, e la sua conquista è fatta mediante la passione e morte e mediante la santità della sua vita di apostolato di predicazione.
Ma si applica poi a ogni anima, quando l'anima è purificata al battistero. Allora Gesù Cristo acquista l'anima che diviene sua, mentre che prima era del diavolo; difatti il bambino che muore senza battesimo non va in paradiso. Non ha colpa, quindi non ha castigo, ma non ha la gloria e la felicità eterna. Ma quando è già battezzato il bambino, se muore, entra già nel regno di Gesù Cristo, regno eterno e quindi parteciperà nel gaudio già, perché è una conquista di Gesù Cristo, ed è sua l'anima e quindi deve partecipare alla gloria di Gesù Cristo stesso il quale siede alla destra del Padre, il quale fa partecipe le anime della sua gloria, felicità, regno eterno, regno della verità, regno della giustizia, regno della pace, regno della santità.
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Distinguiamo: prima soggetti e schiavi del diavolo. E quante anime nel mondo! Chiedete al Signore che le anime arrivino al battesimo. Teniamo sempre [presente]: sono due miliardi di uomini che non hanno il battesimo, non conoscono neppure il battesimo. Quindi, due terzi dell'umanità, oh! non sono ancora conquistati, sono ancora sotto il dominio di Satana. Ma quelle persone che avranno la grazia di conoscere Maria, Maria calpesta il capo a Satana e, questo, per Gesù Cristo1. Allora le anime sono trasferite dal regno di Satana al regno di Gesù Cristo.
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Questo è il regno di Gesù Cristo. Perché Gesù Cristo ha detto: Il mio regno non è di questo mondo? Eh, no! Lui non si è costituito un esercito, non ha stabilito un ministero, e non comanda con le imposte e con le minacce e delle multe, ecc. Il suo regno è l'intimo dell'uomo: la volontà, divina, i pensieri di Dio e di Gesù Cristo, l'amore, il cuore, che vuole. Vuole regnare nel nostro intimo, in primo luogo, poi di conseguenza, che i regni e le nazioni composti di cristiani, questi siano sottomessi e soggetti, quindi, a Gesù Cristo, cioè che le leggi siano savie secondo Gesù Cristo, e che la vita dei popoli sia secondo Gesù Cristo, e i pensieri, la mentalità delle nazioni sia secondo Gesù Cristo. Ma primo, in particolare, ognuno.
Ricevuto il battesimo, la fede che deve dominar la mente, quando si arriva all'uso di ragione; e la volontà, obbedire a Dio, osservare i comandamenti secondo Gesù Cristo, secondo il Vangelo; e l'amore a Dio e l'amore alle anime.
[Gesù Cristo vuole] regnare nella mente, nella volontà, nel cuore. Questo è spiegato nel Breviario oggi. La prima parte delle Lezioni del secondo Notturno, spiega questo, e l'enciclica del papa Pio XI che, in parte, è riportata nel Breviario.
Capiamo bene che: Il regno di questo mondo non è mio. E, se volessi regnare, dice Gesù, al modo dei re della terra, cosa avrebbero [fatto,] se fossi di questo mondo, i miei ministri, cioè gli Apostoli, avrebbero certamente combattuto perché non fossi dato nelle tue mani, nelle tue mani e nelle mani dei Giudei. Ma quando Pietro ha adoperato la spada Gesù l'ha rimproverato: metti la spada nella guaina, nel fodero e basta1. Non è questo il modo di regnare, non è che adoperiamo la spada per acquistare un regno terreno. Ma quello che Gesù Cristo ha proferito, mentre che ha detto: «Il regno mio non è di questo mondo», ha professato che è il re di questo mondo. «Dunque, tu sei re», gli chiese allora Pilato. Gesù rispose: «Tu lo dici». Questa espressione «tu lo dici» vuol dire: lo sai anche tu: io sono Re.
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Ecco, Gesù Cristo professa di esser Re. E allora l'han condannato e l'han messo sulla croce: Iesus Nazarenus, rex Iudaeorum1. Condannato da Pilato sotto questo aspetto.
L'aspetto per cui fu condannato dalla sinagoga, dal Sinedrio, è stato in quanto si faceva Dio. E allora l'han condannato come se fosse una bestemmia affermarsi Dio, Figlio di Dio. E invece qui, viene condannato dal potere civile, cioè da Pilato, viene condannato sotto questo aspetto: che egli volesse farsi re di questo mondo e quindi cacciare Pilato e cacciare i Romani i quali dominavano già nella nazione, ecco.
«Tu lo dici: io sono Re». E in che modo è Re? Quello che ha predicato, e cioè, essere soggetti a Dio: la volontà, di Dio; essere uniti, nella mente, a Dio; il nostro cuore, Re del cuore, cioè, che tutti gli affetti, i desideri, conformati a Gesù Cristo, secondo Gesù Cristo.
«Sono nato per questo». Perché si comincia di lì, dalla fede per arrivare ad essere appartenenti al regno di Gesù Cristo, dalla fede. «Sono venuto nel mondo per render testimonianza alla verità». Quando c'è la fede. «Chi sta per la verità ascolta la mia voce». E allora se c'è la fede e anche noi accettiamo la volontà del Signore e dirigiamo i nostri cuori verso il Signore.
E se avete i cuori diretti verso il Signore siete suddite, col cuore, suddite, cioè il cuore orientato, e orientato perfettamente verso Dio. In questo senso, che il vostro cuore è tutto di Gesù Cristo, e, attraverso a Gesù Cristo, di Dio Padre.
E tutta la volontà soggetta a Gesù Cristo come Re; quindi fare la volontà di Dio in tutto, anche quando c'è della pazienza da esercitare, anche quando c'è da osservare le Costituzioni, anche quando c'è da sopportare qualche pena.
E poi, Re della mente. Che questa nostra testa pensi come Gesù Cristo, come vuole Gesù Cristo. E come vuole Gesù Cristo? Lo ha spiegato bene nel Vangelo: «Beati i poveri, beati i miti, beati quei che soffrono, beati quei che han sete e fame della giustizia di Dio, ecc.»2.
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Ora siamo stati sottratti al dominio di Satana. Ma noi viviamo veramente nel regno di Gesù Cristo, come suoi sudditi? Questa sua regalità particolare, diversa da tutte le regalità e di quelli che comandano, si chiamino re o si chiamino presidenti di repubblica, è un regno particolare, regno interiore. Quando poi c'è l'interno, e cioè tutti i sudditi in una nazione o la maggioranza in una nazione pensano secondo Gesù Cristo, vogliono fare la volontà di Gesù Cristo, cercano la gloria di Dio e l'uniformità della vita a Gesù Cristo, allora dal complesso dei sudditi si forma un governo cristiano, e allora le nazioni son dominate da Gesù Cristo.
Ma prima bisogna che noi, uno per uno, stabiliamo Gesù Cristo Re della nostra mente. Credere. Venire a credere anche: «Beati i poveri» e ogni beatitudine. Beati quei che perdonano, quei che son miti, quei che non danno giudizi contrari e danno giudizi sempre di carità, ecc.
Siamo totalmente sudditi di Gesù Cristo?
Quest'oggi onoriamo Gesù Cristo come Re, Re della mente, Re del cuore, Re della volontà. Pienamente.
Uniamoci bene. E conto molto su di voi cinque1. Tutta la preghiera e tutti i sacrifici e tutto l'esercizio delle virtù della giornata, specialmente la carità: il mese della santificazione interna, particolare, e religiosa particolare.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 116/a (= cassetta 145/b). - Per la datazione, cf PM: «Ecco la gran festa della regalità di Gesù Cristo». «E quest'anno di santificazione che sia sentito» (cf PM in c1). «Poi, in confidenza, a voi che siete qui: celebrerò per un mese la Messa per la santificazione della Famiglia Paolina...» (cf PM in c436 e c475). - dAS, 27/10/1963 (domenica): «m.s. PD, cappella e Castelgandolfo; andato in via Portuense [il PM] per una predica alle PD».

2 Gv 18,33-37.

1 Cf Gn 3,15.

1 Cf Mt 26,52.

1 Gv 19,19.

2 Mt 5,3ss.

1 Si riferisce alle cinque suore che compongono la Comunità delle Pie Discepole presso la Casa Generalizia della PSSP dove risiede pure don Alberione.