Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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53. DOMENICA XXIV DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 24 novembre 19631

Oggi, ultima domenica dopo Pentecoste e così si conchiude l'anno liturgico. E allora il Vangelo ci descrive le ultime cose che succederanno.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete nel tempio l'abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, chi legge la Scrittura comprenda bene, colui che sarà in Giudea fugga sui monti, chi sulla terrazza non scenda più in casa a prendere qualche cosa e chi è nel campo non torni a prendersi la veste. E guai alle donne gravide e allattanti in quei giorni. Pregate che la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato; sarà una catastrofe spaventosa come non si era mai vista e mai più si vedrà. E se quei giorni non venissero abbreviati non scamperebbe anima viva, ma saranno accorciati in grazia degli eletti. Allora se uno vi dirà: ''Ecco qui, ecco là il Cristo'', non date retta; sorgeranno, infatti dei falsi Messia e dei falsi profeti che faranno miracoli e prodigi tali da sedurre, se fosse possibile, anche i fedeli. Ecco ve l'ho predetto. Se, dunque, vi diranno: "il Cristo è nel deserto", non uscite; "è nelle grotte", non date retta; perché come il lampo esce da levante e guizza verso ponente, così pure sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Simile all'aquila che si precipita dal cielo sulla preda. Subito dopo la catastrofe di questi giorni, si oscurerà il sole, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e gli astri celesti saranno sconvolti. Allora comparirà nel cielo la croce del Figlio dell'uomo, tutte le nazioni della terra si batteranno il petto vedendo il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angioli che a gran voce di tromba raduneranno i suoi eletti dai quattro punti dell'orizzonte, da una parte all'altra del cielo. Eccovi un paragone: quando il ramo del fico si fa tenero e mette le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose sappiate che egli è alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»2.
Quindi nel Vangelo si parla della rovina di Gerusalemme che non ha voluto accettare Gesù Cristo, il Messia, il Salvatore, e anzi lo hanno crocifisso. E allora verrà sopra Gerusalemme il castigo, il castigo che in realtà è avvenuto pochi anni dopo. Gerusalemme venne distrutta; gli abitanti: o uccisi o fatti schiavi. Poi, in secondo luogo, si parla della fine del mondo. Il Signore indica che, come il Signore ha castigato Gerusalemme, così verrà il giorno in cui le nazioni che si oppongono al Vangelo, a Gesù Cristo, alla Chiesa, saranno giudicati. Comparirà nel cielo la croce del Figlio dell'uomo, cioè la croce di Gesù Cristo. Tutti gli uomini si raccoglieranno e Gesù pronunzierà la sentenza. In primo luogo, manderà gli angioli e raduneranno gli eletti da tutte le parti del mondo e da tutti i tempi, perché arriverà il giorno della gloria di Gesù Cristo e la gloria dei Santi che accompagneranno Gesù Cristo nel regno eterno di Dio.
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E allora abbiamo da imparare queste cose: approfittar della grazia mentre c'è, perché passano le giornate, i mesi e gli anni; facciamo rendere al massimo le grazie che giorno per giorno il Signore ci sta dando.
Ecco che noi siamo molto sensibili ai malanni, ai piccoli mali del corpo o ai mali anche un po' più gravi, siamo sensibili. Ma siamo ugualmente sensibili ai difetti, ai mali dell'anima, alle nostre imperfezioni?
È venuto Gesù Cristo a Gerusalemme e non l'han voluto. Ora le grazie del Signore sono abbondantissime fra di noi, in noi, nella vita religiosa. E allora approfittare delle grazie, sì, perché il Signore misurerà la grazia che è stata data, le grazie che sono state date con la corrispondenza che c'è stata. E sono stati fedeli i Santi. E non sempre tutti siamo veramente così fedeli da corrispondere a tutte le grazie che il Signore ci dà. Ora per ora, ci dà il Signore, momento per momento, sì.
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Intanto però abbiamo da fare una breve altra riflessione, questa:
L'anno liturgico, che comincerà dalla domenica prossima, ci descrive l'aspettazione del mondo, l'aspettazione del Messia secondo era predetto dal Signore nel paradiso terrestre. Quando Adamo aveva peccato, il Signore predisse il Riparatore del peccato, sì. :
- E l'aspettazione di migliaia di anni: l'Avvento. :
- E poi il Messia viene: il Natale. :
- E Gesù nella sua vita privata viene ricordato. :
- E poi la sua predicazione. :
- E poi la redenzione che è ricordata nella Quaresima, ma specialmente nel periodo di Passione, Settimana Santa, in modo particolarissimo, Venerdì santo, e la solennità di Pasqua. Ecco, allora la redenzione è compìta.
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Ma il Signore poi saliva al cielo e voleva e volle e stabilì che ci fosse chi continuasse l'opera sua: la Chiesa, la Chiesa la quale nacque nella Pentecoste.
E la Chiesa è il corpo mistico di Gesù Cristo che vive nei secoli fino alla fine dei tempi.
Allora la redenzione compita bisogna che sia applicata, e l'applicazione viene nel periodo che passa dalla Pentecoste all'Avvento. L'applicazione, cioè in questo tempo, dalla Pentecoste al nuovo Avvento:
[1.] meditare le verità che Gesù Cristo ha rivelato. Fede, aumento di fede;
2. considerare gli insegnamenti pratici che il Signore Gesù Cristo ha dato in tutto il complesso del Vangelo e in quello che è il culmine: le Beatitudini: «Beati i poveri, beati i miti, ecc.»1;
[3.] e l'utilizzazione di questo tempo, dalla Pentecoste al nuovo Avvento: la santificazione mediante i sacramenti e la fede. I sacramenti e la fede.
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I sacramenti, in particolare: confessione e comunione.
E la fede. Quando facciamo le cose con fede, e cioè: perché piacciono a Dio, piace a Dio quell'obbedienza; perché noi indirizziamo, quello che facciamo, a Dio, alla sua gloria.
E perché operiamo in Gesù Cristo, con la grazia, le nostre opere acquistano un merito incomparabile. E allora noi viviamo con Gesù Cristo, in Gesù Cristo. E chi è innestato in Gesù Cristo, ogni sua opera è grandemente meritoria. E in Gesù Cristo innestati, anche poi innestati nella sua gloria, cioè partecipi della gloria di Gesù Cristo stesso nell'ingresso in cielo, nell'eternità, dopo che il Signore Gesù avrà dato la sua sentenza su tutti gli uomini: «Venite, o benedetti; andate, o maledetti»1, secondo che ciascheduno avrà corrisposto alla grazia o non corrisposto alla grazia; anzi, quelli che, non solo non corrispondono, ma vorrebbero che non corrispondesse nessuno e quindi persecuzioni contro gli innocenti, contro quelli che vogliono seguire la grazia, la grazia di Dio, la grazia che è data a ogni anima per la salvezza eterna.
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Perciò uno sguardo sempre alla vita di Gesù Cristo: l'avvento, la nascita, la vita privata, la vita pubblica, la redenzione per la passione e morte, la risurrezione. E poi quando Gesù ha lasciato la terra visibilmente, non restandoci più visibilmente, ecco dal cielo che manda lo Spirito Santo, cioè la grazia in noi.
E quindi, i sei mesi circa, dalla Pentecoste all'Avvento, dove (...): fede, speranza, carità. Fede viva in Gesù Cristo: pensare come Gesù Cristo. E speranza: le opere buone, che le nostre opere meritano, in Gesù Cristo, il paradiso, in Gesù Cristo, per sua grazia. E poi l'amore, l'amore a Dio con tutto il cuore sopra ogni cosa, in modo tale che noi amandolo con tutto il cuore sopra ogni cosa, arriveremo con lui nel gaudio eterno. Se si ama lui, egli non ci caccerà fuori, ma ci accoglierà. Ma egli vuole ancora che mostriamo questo amore verso di lui: far la sua volontà; che mostriamo l'amore verso di lui: oltre che amare lui, amiamo i figli di Dio, cioè, gli uomini, le creature, il prossimo.
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Oh, e questo può portare a una considerazione, e cioè: leggere la Bibbia, leggere il Vangelo. Dobbiamo considerarlo non soltanto punto per punto, versetto per versetto, ma anche il complesso, che saranno i frutti del Vangelo nel giorno in cui Gesù Cristo, che ci ha dato il Vangelo, verrà a constatare, a vedere, diciamo così, chi ha risposto, chi l'ha accettato e chi, invece, si è opposto, chi non lo volle accettare.
Nella prima venuta, nel presepio, il Signore ci porta la sua legge nuova, la legge di amore. E nella seconda venuta verrà a constatare chi ha risposto bene, chi ha risposto male e ciascheduno avrà quello che ha meritato.
Però bisogna che noi consideriamo che le grazie che vengono sopra di noi sono abbondantissime. Chi ne ha di più? Allora, che siamo delicati, che siamo attenti alle ispirazioni, ai consigli, a tutti quegli aiuti che possono venirci dalla preghiera. Fede nella preghiera e orientare il cuore unicamente verso Dio. Non più essere di questo mondo, ma di Dio...
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1 Nastro 117/b (= cassetta 147/a.2). - Per la datazione, cf PM: «Oggi, ultima domenica dopo Pentecoste...» (cf PM in c453 e anche nostra nota). - dAS 24/11/1963: «m.s. cappella e Castelgandolfo».

2 Mt 24,15-35.

1 Mt 5,3ss.

1 Mt 25,31ss.