Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XVI
MORTE - ASSUNZIONE - INCORONAZIONE DI MARIA

[108] Il Figlio di Dio incarnato è morto per noi sulla croce. Egli è il modello dei morenti. Gesù però è anche risuscitato ed è il modello della nostra risurrezione. È asceso al cielo ed anche noi lo seguiremo in questa ascensione.
Conviene però considerare anche la morte di Maria SS.1, la sua assunzione al cielo, la sua incoronazione gloriosa.
La morte è entrata nel mondo a causa del peccato. Maria fu esente dal peccato e sembrava che non dovesse essere soggetta alla grande conseguenza del peccato. Invece non fu così. Maria che doveva essere, come Gesù, il nostro modello, morì come morì Gesù e come dovremo morire noi.
[109] Maria visse ancora parecchi anni dopo la morte di Gesù (forse dodici). In quel tempo ella confortava gli Apostoli, era di sostegno alla Chiesa e specialmente era l'anima eucaristica che intercedeva mentre gli Apostoli lavoravano. Però ella sospirava il cielo. Ed ecco che finalmente il Signore esaudì la sua preghiera. Si dice2 che l'arcangelo Gabriele che già le aveva annunziato la divina maternità, sia venuto a darle l'annuncio che il tempo del suo transito era vicino. Ed allora Maria compì la sua preparazione. Fece un'ultima visita al Calvario e negli altri luoghi ove Gesù aveva patito, si ritirò conoscendo che ormai le sue forze erano esaurite e che non avrebbe più potuto lavorare.
Ed ecco la Vergine distesa sul suo letto in attesa della grande ora. Tutti gli Apostoli si trovano miracolosamente attorno a lei. Ormai la Chiesa si è già un po' estesa e consolidata ed ella può lasciarli. Dà loro gli ultimi incoraggiamenti e consigli e promette loro di continuare dal cielo la sua assistenza.
Ed ecco gli angeli del cielo che discendono in quella cameretta incontro alla loro Regina e dietro le schiere angeliche Gesù
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che le si fa incontro. Maria al vedere il suo Figlio diletto ha un sussulto più forte, un palpito più violento di amore che scioglie i vincoli del corpo, facendola spirare di puro amore. no La morte di Maria fu più santa ancora di | [110] quella di S. Giuseppe, quindi anche lei è modello dei morenti.
Maria morì di puro amore. Anche noi vogliamo morire d'amore, e cioè accettare la morte per amor di Dio, in espiazione dei nostri peccati, per fare la divina volontà, per lo sviluppo della Congregazione, per la salvezza delle anime.
È cosa buona fare in vita l'Atto di accettazione della morte del B. Cafasso3 che ci merita l'indulgenza plenaria in articulo mortis. Bisogna però che tale accettazione non sia ritrattata mai.
Non conviene pensare a certe morti che ci fanno paura e ci fanno dubitare della grazia di Dio; perché dobbiamo pensare che Dio, se noi accettiamo tutto per suo amore, ci darà, in quel momento la grazia di morire bene. È vero che si può provare una certa ripugnanza a morire, ma bisogna pregare come pregò Gesù nel Getsemani. E pregare che, se anche la morte riuscisse improvvisa materialmente, non lo sia mai moralmente, ossia che non ci trovi mai impreparati.
La SS. Vergine fu composta decorosamente nella bara e le fu data onorevole sepoltura: una sepoltura che sulla terra non sarà mai uguagliata. Vi erano le pie donne, vi erano molti cristiani, vi era il principe degli Apostoli, vi erano tutti gli Apostoli.
Era però assente Tommaso che arrivò, secondo la tradizione, tre giorni dopo. E quando si recò a vedere la salma di Maria, il sepolcro | [111] fu trovato vuoto; si sentiva invece un soave profumo di fiori. Due angeli invitarono a guardare in alto e gli Apostoli videro Maria che saliva verso il cielo corteggiata dagli angeli. Maria fu la prima a risuscitare, dopo Gesù. Il suo corpo verginale era degno di essere unito a quello di Gesù nel cielo. S. Paolo dice: «O mors, ubi est victoria tua? Dov'è, o morte, la tua vittoria?»4. «Absorta est mors in victoria»5. La morte fu vinta dalla vita che è in Gesù Cristo.
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Maria fu esente dalla corruzione del sepolcro.
Il nome benedetto di Maria fu subito invocato. Maria veniva pregata dai fedeli e dagli Apostoli stessi.
Quando si chiuderà la nostra vita, che cosa si potrà dire di noi? Si dovrà forse dire che i nostri esempi non furono edificanti? Quando ci accompagneranno al sepolcro potranno pensare bene di noi? Che siamo stati retti, giusti, coscienziosi? Oppure tutti vedono i nostri difetti e solo noi non li vediamo e ci stupiamo quando qualcuno ci usa la carità di farceli notare? Vi sono tanti che, passando all'eternità, lasciano dietro di sé un buon profumo: il «bonus odor Christi»6 di cui parla S. Paolo.
Lasceremo anche noi, dopo morte, il profumo dei nostri buoni esempi?
«Preoccupatevi anche di questo - dice San Paolo - che il vostro modo di fare sia di buon esempio, e gli altri ne abbiano un incitamento al bene»7. E Gesù aveva detto: «... Ut videant | [112] opera vestra bona et glorificent Patrem vestrum»8. Che cosa si dirà quindi di noi dopo il nostro transito?
La Beata Vergine fu assunta al cielo. Gli angeli vennero a prendere il suo corpo glorioso. Beato l'ingresso di Maria al cielo! Altri angeli l'attendevano; l'attendeva il Figlio suo dal suo trono.
Maria passò sopra il coro degli angeli, dei santi e il suo trono fu elevato su tutti, in Paradiso, e rifulge di splendore per la sua vita santissima.
Una vita santa ci assicura un posto glorioso in Paradiso. Santifichiamo dunque la nostra vita.
Ed ecco la SS. Trinità che si muove incontro a Maria, perché ella è la figliuola del Padre, la madre del Figlio, la sposa dello Spirito Santo. E la incorona colla triplice corona della potenza, della sapienza, dell'amore. Maria fu allora incaricata di essere la mediatrice e la distributrice delle grazie, di modo che chi vuol grazia deve ricorrere a Maria che la dà a chi vuole, quando vuole, nella misura che vuole9.
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Maria è la distributrice della grazia e quindi pensa a tutti: pensa ai sacerdoti, ai religiosi, ai peccatori, agli innocenti, a coloro che sono fuori della Chiesa cattolica: preghiamola per tutti.
Amiamo la nostra madre e ricordiamola sovente; ricordiamola tra gli splendori del Paradiso dove ella ci attende. Questo affetto e questo | [113] pensiero servirà a farci ricordare più spesso il Paradiso.
Preghiamo Maria così: O Madre nostra benedetta, volgete i vostri occhi misericordiosi sopra di noi che siamo gementi in questa valle di lacrime e siamo in pericolo di peccare e di perderci eternamente. O Madre, ricordatevi di noi, difendeteci dai nemici della nostra salute; stendete sul nostro capo la vostra mano materna, santificate i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre opere, le nostre parole, perché possiamo piacere a Gesù e conseguire il cielo.
Ci ricordiamo spesso di questa buona madre? Abbiamo vera fiducia in lei? Non si può pensare a Maria senza che il nostro cuore si allieti, la nostra mente si liberi da ogni pensiero che non sia di Dio o per Dio, senza che il nostro cuore si riempia di santi affetti. Pensiamo quindi frequentemente a Maria.
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1 Tra i Padri della Chiesa c' è chi dice che Maria morì, come era morto Gesù, e chi dice che non morì. La Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, con la quale Pio XII il 1 ° novembre 1950 definì il dogma dell'assunzione di Maria, non si esprime in merito e dice: «Terminato il corso della vita terrena [Maria] è stata assunta in corpo ed anima alla gloria celeste».

2 Cf Racconti apocrifi «Transito di Maria», «Dormizione della S. Madre di Dio» (secolo IV-V) (cf Nuovo Dizionario di mariologia, Milano, EP 1985, voce: Assunta).

3 Giuseppe Cafasso (1811-1860), sacerdote della diocesi di Torino, insigne direttore spirituale. Dedicò gran parte del suo tempo all'assistenza dei carcerati e condannati a morte, all'insegnamento specialmente della morale alfonsiana. È uno degli autori più letti e seguiti da don Alberione (cf AD 133).

4 Cf 1Cor 15,55.

5 Cf 1Cor 15,54: «La morte è stata ingoiata per la vittoria».

6 2Cor 2,15: «... profumo di Cristo».

7 Cf 1Tm 4,12.

8 Mt 5,16: «... perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre».

9 Cf Allusione alla preghiera di S. Bernardo, in Dante Alighieri, La divina commedia, Paradiso, canto 33, vv. 13-19.