Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

8. FESTA DI GESÙ CRISTO DIVINO MAESTRO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 29 gennaio 19671

Dal Vangelo secondo Matteo2.
In quel tempo: Gesù volgendosi alla folla e ai suoi discepoli, disse: «Sulla cattedra di Mosé si sono assisi gli scribi e i farisei. Osservate e fate tutto ciò che vi dicono, ma non imitate i loro esempi, perché dicono e non fanno. Difatti legano e caricano pesi gravi per imporli sulle spalle degli altri, ma essi non li vogliono toccare neppure con un dito. Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: essi portano più larghe le filatterie e le più lunghe frange (...); inoltre, ambiscono i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, il saluto della gente nelle piazze, e il titolo onorifico di maestri. Ma voi non fatevi chiamare maestri, perché uno solo è il vostro maestro, voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcun padre sulla terra, perché uno solo è il padre vostro: colui che è nei cieli. Né fatevi chiamare dottori, poiché uno solo è il vostro dottore, il Cristo».
E prima già, nella Epistola3, Mosé disse al popolo: Il Signore susciterà un Profeta come me, fra la tua nazione e i tuoi fratelli, ascoltatelo! Sì, Mosé era stato anche come un maestro, ma doveva venire il vero Maestro, eh! Gesù Cristo.
67
Ora noi consideriamo Gesù Maestro nel senso completo, e cioè: «Io sono la Via, la Verità e la Vita»1. Questo è completo, sì.
Il Signore, «Io sono la Via». La via, cioè, come egli è vissuto. Ci ha tracciato la via, tutti gli esempi che il Signore Gesù ci ha dato nella sua vita: come egli è nato nella povertà; come Gesù ha dovuto allontanarsi per Erode e quindi, [fuggire] in Egitto, e poi al ritorno (...). E come è stata la fanciullezza? [a] 5 anni, 6 anni, 10 anni, come era stata nella vita di famiglia? E poi Gesù fanciullo condotto al tempio; e poi Gesù tornato dal tempio «cresceva in sapienza, età e grazia»2 et erat subditus illis3. Obbediente. E continuò a ubbidire fino a 15 anni, a 20 anni, a 30 anni, tutta l'obbedienza della vita privata; e poi la vita pubblica secondo il Padre celeste, perché il Padre celeste voleva che il Figlio insegnasse e che gli uomini: «Ascoltatelo!»4. La sua vita di sacrificio, vita pubblica, e poi la passione e la crocifissione, le agonie e la morte in croce. Allora: «Io son la Via», ecco.
68
Questa dev'essere la nostra via, quella che lui ha tracciato con la sua vita e con l'insegnamento. «Io sono la Via». Bisogna che noi imitiamo la vita di Gesù Cristo. Bisogna che si legga la vita di Gesù Cristo. Si leggono tante cose che sono libri più o meno buoni; ce ne sono dei buoni, ma il libro proprio buono è Ge... il Vangelo. E vi sono ancora persone che non hanno ancora letto tutto il Vangelo, eppure sono consecrate al Signore. Saremo... quando ci presenteremo al Signore Gesù, che cosa ci farà sentire? Si leggono tante cose che valgono più o meno. Bisogna pensare: uno solo è il m... uno, unico è il Maestro. Che cosa sono tutte quelle stampe, allora? e tutte quelle parole che si dicono? Bisogna che noi viviamo Gesù Cristo, la vita di Gesù Cristo che viene proposta. Ma principalmente leggere il Vangelo, il Vangelo che può essere letto dei quattro evangelisti, oppure tutto il Vangelo che viene organizzato dai quattro evangeli. «Io son la Via». E noi prendiamo quella via che è [la] sola, quella di Gesù, per tutti.
69
«Io sono la Verità». Il Signore Gesù aveva quattro scienze, come è nella Teologia, sì, quattro specie di scienza, e quella che era la scienza infinita del Figlio di Dio incarnato. Oh! «Io sono il Maestro»1.
Noi possiamo considerare l'infinita sapienza del Figliuolo di Dio incarnato, sì. Parlando soltanto di questo, l'insegnamento morale; vi sono le verità dogmatiche, ma vi sono le verità morali. E quali sono? Sono gli... Otto Beatitudini: «Beati i poveri, beati i miti...»2. Sì, insegnamento. E questo è la verità, cioè la dottrina, la dottrina, manifestata e seguita, delle Otto Beatitudini. E, se noi dobbiamo arrivare nella beatitudine, bisogna che noi seguiamo le Beatitudini. E dopo le Otto Beatitudini, che son la morale completa, l'ascetica, son le sette parole in croce di Gesù. La morale perfetta, la dottrina perfetta. Sette parole della croce che completano le Otto Beatitudini. E, quando si ama così, non si passa più attraverso al purgatorio, ma: «Nelle tue mani rimetto il mio spirito»3, Gesù, rivolgendosi al Padre celeste. E se noi viviamo le Otto Beatitudini e le sette parole in croce, non ci sarà più purgatorio, se noi…
70
Ma poi, oltre a questo: «Io sono la Via, Verità», ma «la Vita». Egli ci ha portato una vita che è divina, una vita divina che è lui stesso, Gesù Cristo. E, quindi, vivere in Cristo e di Cristo. La parola: Per ipsum, et cum ipso et in ipso1, sì, quando la vita si conduce così. Come è la vita? L'Eucaristia, e ci nutre di se stesso Gesù Cristo. E il sacramento più eccelso è l'Eucaristia: la Messa, la Comunione, l'Adorazione, sì. Ma poi tutti i sacramenti: battesimo, cresima, ecc. E poi le grazie che ci vengono date anche fuori dei sacramenti, di tutte le altre grazie che noi abbiamo da ricevere per la santificazione. Allora arrivare al Vivit vero in me Christus2. Quando non ci sono più i nostri pensieri, i nostri desideri, ma se si vive Cristo, allora Vivit vero in me Christus. Non più io, ma Gesù Cristo in noi. La trasformazione, la trasformazione. Perciò non abbiamo più soltanto corpo e anima, ma abbiamo un'altra vita soprannaturale che è la vita stessa di Cristo. È il Maestro perfetto: come ci ha dato l'esempio, come ci ha insegnato e come ci alimenta perché noi possiamo vivere la vita di Cristo stesso. Questo è il Maestro perfetto. I maestri insegnano in scuola e insegnano qualche cosa che... giusto. Ma per essere maestro perfetto, è soltanto Gesù Cristo. «Uno è il vostro Maestro», uno, non altro. «Non chiamate alcuno padre sulla terra perché uno solo è il Padre vostro; né fatevi chiamare dottori perché uno solo è il vostro Dottore: il Cristo». Del resto Gesù Cristo, dopo aver lavato i piedi, ecco: «Voi mi chiamate Signore e Maestro, lo sono infatti»3.
71
Allora, in primo luogo: seguire la vita di Gesù Cristo, ma praticamente, non soltanto a parole; secondo, che possiamo avere gli stessi pensieri che Gesù Cristo aveva e come ci ha comunicato; e, terzo, l'alimentazione, perché c'è da alimentare una vita nuova per mezzo di Gesù Cristo, il Maestro Divino. Quindi, per quanto è possibile, noi capire sempre meglio, capire meglio il Vangelo. Sarebbe una grande vergogna presentarsi al Signore e non aver letto tutto il Vangelo. E, quale sarebbe poi la sentenza? Ci potrà essere la salvezza, ma potrebbe anche esserci il purgatorio. Allora: amare, servire e vivere il Cristo.
72
Questo giorno dovrebbe portarci a una conoscenza più profonda di Gesù Cristo, Salvatore e Maestro. E quindi, anno per anno, che noi viviamo sempre meglio Gesù Cristo in quanto Via, Verità e Vita. E noi abbiamo fatto questa giaculatoria e allora ripeterla e ripeterla con fede e speranza.
È vero che questa forma di (...) la Messa poi, è stata, non perfetta ancora, questa Messa, perché vi erano le tendenze degli Stati Uniti d'America, e della Spagna, e noi Italiani, e quindi si è fatto la Messa non ancora perfetta1. Ma per noi, siccome abbiamo la conoscenza del Maestro Divino, e allora nella giornata facciamo adorazione e ringraziamento e soddisfazione e supplica verso il Maestro Divino. E che tutti i nostri e tutte le nostre si rivolgano a Gesù Maestro, Via, Verità e Vita. Giaculatoria perfetta, giaculatoria perfetta.
Sia lodato Gesù Cristo.
73

1 Nastro 145/b (= cassetta 232/a.2). In PM, nessun accenno cronologico (cf numero marginale 73 e nostra nota in c59). - dAS, 29 gennaio 1967 (domenica): «Celebra [il PM] verso le 5 e tiene meditazione alle PD della comunità di CGSSP».
La festa di Gesù Cristo Divino Maestro viene riconosciuta dalla Santa Sede il 24 settembre 1958 da celebrarsi con rito doppio di prima classe. Cf SAN PAOLO, agosto-settembre-ottobre 1958, p. 4. Il formulario si trova, con qualche modifica, nel libro Celebrazioni proprie della Famiglia Polina, (Roma, EP, 1983) pp. 25-34. La solennità venne fissata alla ultima Domenica di ottobre. Domenica riservata, fino al 1969, alla solennità di N. S. Gesù Cristo, Re dell'universo.

2 Mt 23,1-10.

3 Dt 18,15-19.

1 Gv 14,6.

2 Lc 2,52.

3 Lc 2,51.

4 Cf Mt 3,17.

1 Cf Mt 23,8.

2 Mt 5,3-10.

3 Lc 23,46.

1 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...

2 Gal 2,20.

3 Gv 13,13.

1 Sembra che vi sia qui un accenno alle difficoltà incontrate nei sondaggi fatti per ottenere una solennità ad onore di Gesù Cristo Maestro di carattere universale.