Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. DOMENICA XII DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 6 agosto 19671

... sopra la Trasfigurazione. Adesso, invece, leggiamo il Vangelo della Domenica XII. Lettura del Vangelo secondo Luca2.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: «Beati gli occhi che vedono quanto vedete voi, perché vi assicuro che molti profeti e re desiderarono vedere quello che vedete voi e non lo videro; udire quello che udite voi e non lo poterono udire». Allora un dottore della legge, alzatosi, gli chiese per metterlo alla prova: «Maestro, che cosa debbo fare per ottenere la vita eterna?». E Gesù: «Che c'è scritto nella legge? Che vi leggi?». Quello recitò: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze, con tutta la tua intelligenza, e il prossimo tuo come te stesso». «Hai risposto bene - riprese Gesù - fa questo e vivrai». Ma quello volendo giustificarsi, chiese: «Chi è il mio prossimo?». E Gesù prese a dire: «Un uomo, scendendo da Gerusalemme a Gerico, incontrò dei ladroni che, spogliatolo, lo caricarono di ferite e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, scendeva per la medesima strada un sacerdote, guardò il disgraziato e passò oltre. Così pure un levita, arrivato lì vicino, guardò e tirò diritto. Un viandante samaritano, invece, che passava di lì, vedutolo, ne ebbe pietà, gli si accostò, gli fasciò le ferite versandovi su dell'olio e del vino; poi, dopo averlo fatto salire sul suo giumento, lo condusse a un albergo e ne ebbe cura. Il giorno dopo prese nella borsa due denari e li diede all'oste, dicendogli: Abbi cura di lui, e quanto spenderai di più, te lo renderò al mio ritorno. Quali di questi tre ti sembra sia stato il prossimo per quell'uomo che s'imbatté nei ladroni?». Quello rispose: «Colui che ebbe compassione di lui». «Va' - concluse Gesù - e fa anche tu come lui».
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Quindi, nel Vangelo di oggi è messo tutto in avanti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze, con tutta la tua intelligenza, e il prossimo tuo come te stesso», quindi che ci fa meditare sopra il nostro impegno, il nostro obbligo: «Amerai il Signore con tutta la tua mente, con tutto il cuore, con tutte le forze. Questo sarebbe perfetto, perché: santa la mente, santa la volontà, santo il cuore, sì. «Con tutta la tua intelligenza, e il prossimo tuo come te stesso». Quindi, l'amore al Signore. Ma allora: «Hai risposto bene - riprese Gesù - fa' questo e vivrai». Ma colui, volendo giustificarsi chiese: «E chi è il prossimo?». Quello si manifesta secondo la parabola. I ladroni che avevano spogliato e ferito un passeggero. E passò un sacerdote, e passò poi anche un levita; son passati vicino a quell'uomo ferito e son passati avanti senza dargli un aiuto. Ma poi passò un samaritano - gli Ebrei consideravano i samaritani come gente non buona - ma intanto, quello che era samaritano, che passava col cavallo, disceso dal cavallo, si avvicinò al ferito, e, pulito la ferita, e poi infuse quello... e messo... versandovi su dell'olio e del vino, come erano i tempi di allora, sì. Quindi ristorò il povero ferito, portato fino, dal samaritano, all'oste, all'albergo e poi lo fece aiutare, lo mise a entrare ed essere curato, e, dopo aver dato una certa spesa, e poi: io mentre che ritorno, quello che spenderai io te lo darò. «Quale di questi tre ti sembra che sia stato il prossimo?». Cioè quei tre: il sacerdote, e poi quello che era il levita. E soltanto il samaritano che ha aiutato il povero ferito. Chi è veramente prossimo? Coloro e colui che ha soccorso l'infelice preso dai ladri. Colui che ebbe compassione di lui, quello è il prossimo. «Va' - concluse Gesù - e fa' anche tu come lui». E cioè, anche tu ama il prossimo. E portare al prossimo gli aiuti necessarii, specialmente nelle cose difficili.
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Il prossimo. Cosa vuol dire prossimo? Vuol dire unione fra persone e persone che si vogliono bene, si considerano prossimo, sì. Come possiamo essere prossimo? Siamo prossimi se noi ci vogliamo bene vicendevolmente. Il prossimo, sì. Ora, noi recitiamo l'Atto di carità: l'amore pieno al Signore, e dopo, l'amore al prossimo. Quindi dobbiamo dare al Signore tutto il nostro cuore, a Dio, e nello stesso tempo, amore al prossimo, specialmente quando il prossimo si trova in difficoltà.
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Quindi possiamo fare una meditazione o un esame di coscienza: noi portiamo veramente affetto, amore al prossimo? L'amore al prossimo. In quale maniera? Col pensiero, pensando bene; e poi amore col sentimento, il cuore, verso il prossimo; e poi parlare in bene del prossimo; e poi ancora operare quello che possiamo fare per il prossimo. Quindi l'amore al prossimo: nei pensieri, pensare in bene; e poi che si desidera il bene; e poi quello che possiamo fare nelle parole e nelle azioni. Vuol dire, è un amore al prossimo completo, completo: con la mente, col cuore, con le opere e con le parole. L'amore al prossimo, l'amore al prossimo.
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Possiamo riflettere sopra i nostri pensieri: e pensiamo in bene del prossimo? Quanto si può. E si può anche scusare qualcheduno che si è sbagliato. Sì, pensare in bene. Il prossimo è immagine di Dio1. E quanto noi amiamo il prossimo? in che maniera? L'immagine di Dio che è stampata in noi, in noi: nella mente, nel cuore (...). Siccome noi siamo ad immagine di Dio, allora che noi abbiamo tanto rispetto e tanto affetto del prossimo perché amiamo Dio stesso; cioè amiamo l'immagine, e quindi, indirettamente, l'amore al Signore. Pensieri.
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E possono, alle volte, esserci dei pensieri non buoni, e ci possono essere dei sentimenti non buoni, e possono essere tanti sentimenti buoni. Esempio: se ci sono delle invidie, è contro il prossimo; se invece si cerca e si prega per il prossimo, è carità col sentimento interiore. E quindi l'amore è al sentimento, il cuore.
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Ma poi le due altre parti: il parlare in bene, e, per quanto possibile, fare del bene, di opere. Tanti possono avere commessi sbagli, magari sono caduti in disordini gravi. Per quanto si può, tacere del male che fa il prossimo. Ma si può considerare anche quello che il prossimo fa di bene, si può parlarne, e si può farne anche gli esempi.
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Ma poi, oltre le parole buone ed evitare le parole cattive, che siano buone le nostre opere: di carità. Aiutare, quanto si può, il prossimo, quanto si può il prossimo. E poi evitare quello che è contro la carità. Allora bisogna che le nostre opere siano in ordine alla carità.
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E come è stato, chi veramente è stato caritatevole? chi ha amato realmente? Erano tre: il sacerdote e il levita, e, il terzo, samaritano. Due non hanno fatto, non hanno dato aiuto a colui che era stato derubato e ferito. Ecco la mancanza di carità. Invece il samaritano, che era giudicato non buono, invece il samaritano vedutolo ne ebbe pietà di colui che era stato ferito, spogliato: «gli si accostò, gli fasciò le ferite versandovi su dell'olio e del vino, ecc.».
La carità verso il prossimo: di pensieri, primo; secondo, di sentimenti; e terzo, delle parole; e quarto, le opere, le azioni.
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Noi dobbiamo, in primo luogo: «Signore, vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa». Questo è la cosa fondamentale. Ma se noi veramente amiamo Dio, dobbiamo anche amare l'immagine di Dio, l'immagine di Dio. E se c'è uno, delle persone, rispettarle e amarle. Ma se poi c'è la fotografia, rispettare anche la fotografia, e dalla fotografia ci porta a pensare e quindi chiedere la grazia e l'aiuto.
Due sono gli amori: l'amore a Dio, l'amore all'immagine di Dio, cioè al prossimo. Aiuto al prossimo, sì: pensando in bene, pregando per il prossimo, parlandone in bene, servire quanto si può, ecc. Allora siamo nella via giusta.
«Quale di questi tre ti sembra che sia stato il prossimo per quell'uomo che s'imbattè nei ladroni?». Allora quello rispose: Quale? «Colui che ebbe compassione di lui»; è lui che è il prossimo. «Va' - concluse Gesù - e fa' anche tu come lui». E cioè, aiutare il bisognoso, il bisognoso.
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Quindi, ieri sera abbiamo considerato la Trasfigurazione, e adesso, il Vangelo di oggi come Domenica; oggi come Domenica. E se ieri sera si è arrivato a propositi, e adesso, stamattina, pure a propositi arrivare: «colui che ebbe compassione di lui». «Va' - concluse Gesù - fa' anche tu come lui». Fare «anche tu come lui». Che abbiamo questa carità: di pensieri, di sentimenti, di parole e di azioni. Quando noi portiamo rispetto al prossimo e pensiamo [bene], quanto si può pensare, e quando si desidera il bene, e quando si parla in bene o si opera e si aiuta in bene, allora siamo nella via della carità verso il prossimo.
Fare i nostri propositi e chiedere al Signore, al Cuore di Gesù, che tanto ci ha amati fino a morire sulla croce... E noi? Ecco, Gesù quale esempio ci ha dato: è morto per noi, per gli uomini. E che noi possiamo anche fare qualche cosa per gli altri, chiedendo al Signore la grazia di avere una vera carità verso il prossimo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 149/d (= cassetta 240/b.1). Per la datazione, cf PM: «Ieri sera abbiamo considerato la Trasfigurazione, e adesso, il Vangelo di oggi, come Domenica, stamattina». In base a questa data sicura, le date delle altre meditazioni nn. 28, 29, 30, 32 registrate di seguito sullo stesso nastro, sono state ritenute come date molto probabili. Il dAS ne conferma le date. In dAS, in data 5 agosto, si legge: «Celebra [il PM] come ieri (in ufficio). Nel pomeriggio tiene una predica alle nostre PD, cappella CGSSP, per il ritiro. (Questa meditazione non è pervenuta a noi). - dAS, 6 agosto 1967 (domenica): «Messa e meditazione per le nostre PD di CGSSP, in cappella».

2 Lc 10,23-37.

1 Cf Gn 1,26.