Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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20. LA SILENZIOSITÀ (Chiusura degli Esercizi Spirituali)

Esercizi Spirituali (8-16 maggio l967) alle Pie Discepole del Divin Maestro
responsabili delle Case e suore più anziane.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 16 maggio 19671

Sembra un argomento curioso che vorrei spiegare. Primo, che avevo ascoltato un discorso di... il papa Giovanni XXIII. Radunati i sacerdoti, e prima di tutto ha parlato della silenziosità2. Può applicarsi adesso a noi? Sì, e piacerà al Signore. D'altra parte, è stato come all'inizio della Congregazione, e cioè, fra i meriti e gli atti, e l'esercizio della virtù: dominare la parola, dominare la lingua.
E il Papa allora ha argomentato e ha spiegato il terzo capitolo della Lettera di san Giacomo3, sì, dove si parla di sapere e di usare bene la parola, la lingua. E, d'altra parte, evitare quello che potrebbe essere contrario e che dispiaccia al Signore. Fare un esame di coscienza e, nello stesso tempo, chiedere al Signore la grazia di usare la lingua bene per parlare col Signore e parlare rettamente con le persone, sì. Ma si è facili ad allargare e continuare la parola se è sempre stata usata bene, oppure non è sempre stata usata bene.
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Perché, per voi, la Congregazione vostra, questa silenziosità? Perché siete molto occupate nella vostra vita di Congregazione. Tre apostolati: l'apostolato eucaristico, sì; apostolato eucaristico in varie forme, e specialmente la Messa, la Comunione e l'Adorazione. E poi l'altro apostolato: il sacerdozio. Come si dice questa parola sacerdozio che si applica a voi? In quanto è il servizio sacerdotale. E poi quello che è la liturgia. La liturgia che voi potete e volete seguire sempre bene per voi, ma diffondere la liturgia nella maniera più atta, e come sono già fra di voi le riviste, sia quella che è a Roma1, Italia, e quello che è fuori d'Italia; sì, questa pubblicazione che serve ad allargare il concetto della liturgia e viverla sempre meglio. Quindi non vi è tempo per perdere, e perdere, come si direbbe, perdere il tempo.
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Allora, quanto è possibile, dominare la lingua, usarla in quello che è utile e [non] usarla [in] quello che non è utile, sì. Allora, se usiamo bene la lingua si canterà il gaudio eterno in cielo.
Oh! Perché questa silenziosità? Raccogliere gli impegni, sì. Il raccoglimento da che cosa procede? Procede, generalmente, da parole e poi da sentimenti interiori; sì, sentimenti interiori. E quando i sentimenti interiori sono santi, allora quel che esce dalla bocca, allora corrisponde, sì. Dobbiamo accogliere gli impegni e i pensieri. A che fare? la nostra lingua? come usare la lingua? E quindi che noi abbiamo pensieri buoni, pensieri santi, e poi sentimenti buoni che sono nell'intimo, la divozione, le divozioni che avete nel cuore. Se i pensieri sono santi, le parole saranno sante; e se i sentimenti sono buoni, le parole sono anche buone. E se poi nel cuore vi è qualche cosa non tanto buono, allora la lingua non procede nel bene, non procede bene, sì. Usare la lingua a cantare le lodi di Dio; usare la lingua a fare tutto il bene, il bene che avete nell'intimità a questo riguardo.
E poi il lavoro e quello che si è da fare per la liturgia e nei Centri della liturgia, nei Centri che avete, dove non si ferma la persona a parlare di cose inutili, ma sapere bene spiegare e illuminare coloro che vengono ai Centri. Così. Così l'uso di coloro che fanno scuola, oppure gli esercizi, come sarebbe, di comunicazione, e insegnare a operare questo o quell'altro. In sostanza, noi possiamo ottenere, e voi potete ottenere molti meriti dominando la parola, la lingua.
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La silenziosità. Ma occorre anche la conversazione come ricreazione; questo ci vuole, sì. Portare anche la consolazione, (...) portare una istruzione, e parole che sono veramente secondo il volere di Dio, secondo il volere del Signore. Allora, perché da noi escano tutte parole buone e liete e sante che riguardano le conversazioni, la conversazione col Signore, sì, come e quali saranno le parole che escono? Secondo sono i pensieri che abbiam dentro, sì, se son pensieri buoni. E poi se il cuore è ben ordinato verso Dio e verso le persone, la carità quindi, allora, anche delle parole che escono dal cuore buono. E così nello stesso tempo dalla fantasia. Non perdete il tempo in fantasie inutili perché poi dalle fantasie escono parole inutili; almeno, sì. Non giudicare gli altri, sì, non giudicare gli altri. Giudicare noi stessi, esaminarsi davanti a Dio.
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Allora, come ricordo di questi Esercizi: la silenziosità. Quando si è iniziata la Congregazione, quello si era stato determinato, che fosse questo la mortificazione e la penitenza vostra. Non ci sono penitenze particolari nella Congregazione, ma si possono fare penitenze, cioè particolarmente adesso, la silenziosità. Che si conservi questo nell'Istituto! Che non si perda la silenziosità!
E siccome voi dominate nelle varie Case, in generale, per lo più, allora portate qualche conferenza, qualche meditazioni, qualche esortazioni, perché si viva veramente la Congregazione. E quanto, per lo più, si domini bene la parola, tanto più cresceranno i meriti, e, nello stesso tempo, i meriti e si porta anche l'edificazione per gli altri, per le altre.
Vedete un poco se si pensa, supponiamo 25 anni, quando era l'Istituto (la Congregazione è più di 25 anni), allora rivedere un po' se abbiamo e se avete avuto la parte e quello che si doveva fare e quello che avete fatto, sì.
Conservare la silenziosità. Come ricordo.
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Ora, tre punti abbiamo da segnare adesso. Il primo punto è questo: rinnovare i voti battesimali; primo punto, rinnovare i propositi battesimali. Quando abbiamo avuto la grande grazia del Signore, bambini, il Signore ha dato questo dono. Oh! Rispetto al numero degli uomini, delle persone, e noi siamo stati vantaggiati, benedetti. Quando ci hanno portato al battesimo, i padrini, le madrine, hanno fatto e hanno, sì, emesso, non solo la preghiera, ma i propositi, e cioè, e sul Credo e altre attestazione, e cioè, vivere e promettere la fede in noi, vivere la fede e poi vivere santamente, cristianamente. E poi, oltre a questo, la grazia di vivere in tutta la vita e aumentare poi la vita spirituale. Grande dono.
Su tre miliardi e mezzo di persone, quanti sono coloro che hanno ricevuto il battesimo santamente? Oh! Rispetto al grande numero di persone che vivono sulla terra non sono mica tanto numerose rispetto al numero, sì. Ringraziare il Signore del battesimo.
Adesso, rinnoviamo allora i voti battesimali. Adesso, io leggo e rispondete: «Io credo in Dio Padre onnipotente...».
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Allora, bambini, allora i padrini han fatto per noi; ora invece vi è quello che abbiamo fatto noi con conoscenza chiara, costante, e cioè, la rinnovazione dei voti religiosi. Sì, chiudere questo corso di Esercizi rinnovando i voti religiosi, pensando quello che avete letto e riletto nel libro, negli Esercizi, che sono per la vita religiosa. Quindi: come abbiamo osservato la povertà? E come abbiamo mantenuto la castità? E come abbiamo osservato l'obbedienza? Pensare a quel giorno in cui, per la prima volta, si è fatta la Professione. La prima Professione l'avete fatto con tanto fervore e tanto impegno di osservanza, sì. Ora, se siamo venuti fino a questo punto, allora ancora migliorare più bene. E la povertà saperla osservare; e la delicatezza di pensieri, di sentimenti, di parole, di azioni. Castità. E poi l'osservanza che è l'obbedienza. E l'obbedienza, come voto, è il voto principale, perché quando si osserva il voto di obbedienza seguirà anche bene tutto, nella vita. Quindi ringraziamo il Signore di avere scelti noi, non soltanto la vita cristiana, ma la vita religiosa. Ecco il gran dono che il Signore ha fatto! E cos'è? È una preparazione diretta al paradiso l'osservanza religiosa, è una preparazione al paradiso. Con tanta purezza di mente, di cuore, di volontà, allora può esserci l'ingresso immediato in paradiso, non dover passare per la strada del purgatorio. Sempre domando quella grazia, sempre, non perché non dovere fare ancora la mortificazione e la penitenza nel tempo del purgatorio.
Quindi, adesso, rinnovare la Professione con cuore, e poi sempre nell'anno e nelle confessioni, cioè quando c'è il tempo della confessione; e, quando si vuole, anche giorno per giorno, rinnovare il dono a Dio. Quindi rinnovazione dei voti religiosi. «Ad onore della santissima Trinità...»
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Le promesse battesimali, i voti religiosi, e, adesso, i propositi degli Esercizi che avete fatto. Ora, sì, in questo momento rinnovare i propositi che già avete fatto, e presentare in questo momento al Signore. Bisogna che ognuna faccia, rinnovi davanti al Signore i propositi propri, quindi per due minuti di silenzio ciascheduno presenta i suoi propositi al Signore.
La benedizione e l'assoluzione per avere l'indulgenza plenaria con una purificazione totale del nostro spirito. Perciò: «Mi confesso a Dio onnipotente... Misereatur... Indulgentiam... Et benedictio Dei omnipotentis... [Segue la benedizione delle corone. Poi dice ancora (il PM)] Letizia sempre e santificate l'anno. Pre…
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1 Nastro 92/b (= cassetta 237/b). Per la datazione, cf PM: «Come ricordo di questi Esercizi: la silenziosità» (...). «E siccome voi dominate nelle varie Case...» (cf dAS e VV in c151). - dAC: 16 maggio 1967, Predica di chiusura del PM» (cf dAS in c151).

2 Giovanni XXIII, Discorso ai Sacerdoti nella Seconda Sessione del Sinodo Romano, 26 gennaio 1960, in Primo Sinodo Romano - A.D. MCMLX (Tipografia Poliglotta Vaticana, s.d.) pp. 315-327.

3 Cf Gc 3,1-11.

1 Riferimento alla Rivista Liturgica La vita in Cristo e nella Chiesa, pubblicata in Italia a partire dal 1952 e successivamente anche nelle edizioni francese, inglese e brasiliana.