Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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38. DOMENICA XIX DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 24 settembre 19671

Dal Vangelo secondo Matteo2.
In quel tempo: Gesù parlava in parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei, dicendo: «Il regno dei cieli è simile ad un re che celebrò le nozze del figlio suo. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma essi non volevano venire. E di nuovo mandò altri servi, dicendo: Annunciate agli invitati: Ecco, [il pranzo è apparecchiato]; i buoi, gli animali ingrassati sono stati uccisi, e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma essi non ne tennero conto, e se ne andarono chi [al proprio campo], chi ai propri affari; e gli altri poi, presero i suoi servi, li oltraggiarono e li uccisero. Udendo questo, il re si sdegnò e mandò i suoi eserciti a sterminare quegli omicidi ed a incendiare la loro città. Quindi disse ai servi: Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque nei crocicchi delle strade e, quanti incontrerete, invitateli alle nozze. E i servi, usciti per le vie, raccolsero tutti quelli che vi trovarono, cattivi e buoni, e la sala del convito fu piena di commensali. Il re entrò allora per vedere quelli che erano alla mensa e vide un uomo che non indossava l'abito di nozze, e gli disse: Amico, come mai sei entrato qui senza la veste nuziale? Quello non aprì bocca. Allora il re disse ai servi: Legatelo mani e piedi, e gettatelo nelle tenebre esteriori, dove sarà pianto e stridore di denti. Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti».
Sono stati invitati quelli che erano ricchi, sì, e essi non vollero andare alle nozze, come era (...), era preparato. Ma essi, quelli che sono stati invitati, non vennero, anzi hanno percosso e anche uccisi coloro che erano andati a invitare. Ora, era preparata la... preparata. [Il re] come... vedendo questo, si sdegnò e mandò i suoi eserciti a sterminare quegli omicidi e a incendiare la loro [città]. «Le nozze son pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque nei crocicchi per le strade e, quanti incontrerete, invitateli alle nozze. E i servi, usciti per le vie, raccolsero tutti quelli che vi trovarono, cattivi e buoni, e la sala del convito fu piena di commensali. Il re entrò allora per vedere quelli che erano alla mensa. E vide un uomo che non indossava l'abito di nozze, ecc.».
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C'è questa divisione: i ricchi non sono stati degni di entrare alle nozze, come erano invitati. Molte volte i ricchi non vanno in chiesa, ecco, e non si avvicinano ai sacramenti della confessione e della comunione, molti che sono ricchi, e neppure alle volte vanno in chiesa. E invece i poveri, i muratori, i contadini, gli operai sono invitati e corrispondono agli inviti di Dio, sì. Quante volte le chiese sono abbandonate dai ricchi e invece sono riempite o dai contadini o dagli operai o dalle donne semplici, ecco. Bisogna che distinguiamo: e quelli che sono già ricchi sulla terra, come saranno al di là? E quelli che sulla terra son poveri e allora, essendo poveri arriveranno alle ricchezze del cielo. I ricchi, sulla terra, si soddisfano con le ricchezze, e quelli che sulla terra non sono ricchi, ma sono lavoratori, poveri, e allora hanno poi le ricchezze del cielo. E i ricchi non cercano Dio, ma i poveri che sono poveri, gli operai, ecc., il cielo, cioè Dio che è la ricchezza, (...) ecco. Possedere Dio è il possesso di un valore infinito, ecco. Però è sempre necessario che sia la coscienza buona, quindi potrà essere anche un povero che è anche in peccato. «Quello non aprì bocca. Amico, tu non vesti l'abito di nozze». E quindi, condannato. Anche qualche povero sono, (...) abbandonati. Allora bisogna considerare che è sempre necessaria la grazia, l'abito. «Come mai sei entrato quindi senza la veste nuziale?». Sì, che ci sia la grazia.
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Oh! Allora considerare: quelli che cercano i beni della terra, e quelli che cercano i beni eterni. Bisogna che noi possiamo illuminare così: quindi non cercare le ricchezze e le soddisfazioni della terra; ma chi vuole cercare i beni eterni, lassù, il bene eterno: Dio, sì.
Oh! Che noi cerchiamo sulla terra Dio e allora arriveremo a possedere Dio in eterno. E quelli che invece si soddisfano con le cose della terra, soddisfazioni e piaceri, e cosa sarà di loro? E a noi, conseguenza: pregare, pregare perché questi infelici ricchi e che vanno a cercare le soddisfazioni, pregare che siano illuminati dalla grazia di Dio. Pregare. (...). E intanto tutti i lavoratori e i poveri, le ricchezze della eternità. (...). Bisogna che noi comprendiamo questa parabola come il Signore l'ha presentata, come l'ha presentata, parlando a quelli che erano farisei, specialmente i ricchi, sì.
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Conclusione, adesso: non cerchiamo le soddisfazioni terrene, ma cerchiamo di servire bene Dio. Non dare importanza a quelli che, ricchi, vanno a soddisfarsi; non guardarli; ma invece servire il Signore umilmente lavorando e pregando, sì. Allora, quali propositi, adesso? quali propositi, allora? Amare la povertà, castità e obbedienza, sì. «Andate dunque nei crocicchi delle strade, e quanti incontrerete invitateli alle nozze. E i servi usciti per le vie, raccolsero tutti quelli che vi trovarono, cattivi e buoni, e la sala del convito fu piena di commensali».
Quindi, la nostra conclusione: cercare la povertà e seguire quello che il Signore vuole. Avanti. Quindi fare questa distinzione che viene dalla parabola: non cercare i beni della terra, ma cercare i beni eterni. E, se siamo di vita povera e facciamo quello che dobbiamo fare sulla terra, allora il gaudio in cielo. Quindi fare i propositi per questa giornata. E pregare per quelli che sono poveri, pregare perché abbiano la grazia di santificazione. E pregare anche per i ricchi i quali cercano le cose umane, (...).
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 151/b (= cassetta 242/b). Voce incisa: “Domenica XIX dopo Pentecoste: meditazione del PM”. In PM, nessun indizio cronologico (cf nostra nota in c305). - dAS, 24 settembre 1967 (domenica): «Celebrazione e meditazione in cappella» (Cf dAS in c220).

2 Mt 22,1-14.