Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. DOMENICA IV DOPO PASQUA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 15 maggio 19601

Oggi, Domenica IV dopo Pasqua. Leggiamo l'Epistola della Messa. Il Vangelo l'abbiamo spiegato altre volte. Dice san Giacomo nell'Epistola:
Carissimi, ogni ottima cosa ricevuta, ogni dono perfetto, viene dall'alto e scende dal Padre dei lumi nel quale non c'è variazione, né ombra di mutamento. Egli ci ha generati di sua volontà con la parola di verità, affinché noi siamo quali primizie delle sue creature. Voi lo sapete, o fratelli miei dilettissimi: ogni uomo deve essere pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira, perché l'ira dell'uomo non fa adempiere la giustizia di Dio. Rigettando, quindi, ogni immondezza e ogni resto di malizia, abbracciate con mansuetudine la parola innestata in voi, la quale può salvare le anime vostre2.
San Giacomo nella sua lettera è sempre rivolto alla pratica più che alla dottrina. Tuttavia qui ci fa vedere, in questo punto, come noi siamo stati generati per la volontà del Padre celeste mediante la Parola di verità che è Gesù Cristo. Per la fede noi siamo salvi. «Chi crederà sarà salvo, chi non crederà sarà condannato»3. La Parola della verità, e cioè, la predicazione di Gesù Cristo.
Quest'anno intendiamo di incominciare un anno biblico4. Cioè dal giugno, 30 giugno prossimo, al 30 giugno dell'anno 1961 per commemorare la venuta di san Paolo a Roma; venuta che, secondo gli storici, è succeduta nella primavera del 1961, ma nel 1960 era già partito dall'Oriente. Tuttavia aveva dovuto fermarsi, nell'inverno, a Malta, poiché la sua nave era andata perduta e hanno dovuto attenderne un'altra per la primavera.
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Ora, chi è che ci insegna la verità? Chi è che c'insegna le cose che dobbiamo credere? che dobbiam pensare? E chi è che ci dà quelle verità che salvano? La Chiesa, nella sua predicazione, nel suo insegnamento. Ora, ecco, la Chiesa di dove prende le verità che predica, le verità che son scritte nel catechismo, che son recitate nel Credo, che sono comunicate dal Papa per mezzo delle definizioni e per mezzo dei Concili Ecumenici, ecc.?
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La Chiesa prende le sue verità da due fonti. E cioè, primo dalla Bibbia e, secondo, dalla Tradizione, cioè dall'insegnamento orale quale si è tramandato nella Chiesa di secolo in secolo fino a noi; poiché la Chiesa cattolica oggi predica quel che ha predicato san Pietro, quel che ha predicato san Giacomo, quel che ha predicato san Giovanni e tutti gli altri Apostoli, quello che ha predicato san Paolo. E così le stesse cose si son ripetute come insegnate dal Maestro Divino e sono venute fino a noi. La Chiesa non ha mai contraddetto a se stessa, sempre ha insegnato le medesime verità, difese le medesime verità.
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L'altra fonte di dove la Chiesa ricava il suo insegnamento è la Bibbia.
La Bibbia che cosa è? La Bibbia è il Libro, oppure, il complesso dei libri che son 72 e formano l'unica Bibbia. Parte dell'Antico Testamento, cioè prima della venuta di Gesù Cristo sono stati scritti e annunziano la legge mosaica, e annunziano, profetizzano la venuta del Redentore, del Messia. E poi insegnano a vivere santamente e ci spiegano l'importanza della vita buona e della preghiera.
Poi il Figliuolo di Dio si è incarnato ed ecco che comincia il Nuovo Testamento con Maria, quando il Figlio di Dio si incarna nel suo seno. Allora, il mistero cristiano, il mistero del Cristo. E noi leggiamo nei Vangeli come è vissuto Gesù Cristo, che cosa ha insegnato Gesù Cristo, che cosa ha fatto per riaprirci il paradiso. Leggiamo la vita sua nascosta, la vita pubblica, la vita dolorosa e la vita gloriosa. E intanto conosciamo che Gesù Cristo ha istituito la Chiesa perché continuasse l'opera sua, l'opera di salvezza, insegnando la verità, guidando le anime a salvezza e santificandole mediante la grazia, i sacramenti, la pietà. Quindi i quattro Vangeli.
E poi ci sono gli Atti degli Apostoli che indicano come Pietro e Paolo e gli altri Apostoli han cominciato la predicazione e i frutti che hanno ricavato. E poi vi sono le Lettere degli Apostoli, di cui, principali, le 14 di san Paolo; ma si aggiungono anche le Lettere di san Pietro, di san Giacomo, di san Giovanni, di san Giuda. Finalmente l'Apocalisse che è una grande profezia e indica la storia futura della Chiesa. Così abbiamo 27 libri nel Nuovo Testamento, libri che formano un libro solo. Sono come tanti capitoli di libri. Ma si usava questo, anche se molte cose fossero raccolte in un libro solo, si distinguevano col titolo di libri come noi diremmo capitoli.
Che cos'è la Bibbia, allora? La Bibbia è la lettera di Dio agli uomini1. La lettera per cui il Padre celeste ci invita al paradiso e ci indica la strada per andarci, cioè: credere in Gesù Cristo, seguire Gesù Cristo, santificarci in Gesù Cristo. Tutti questi libri hanno il centro in Gesù Cristo. È l'invito del Padre celeste a viver santamente, e cioè, credere a Gesù Cristo: aver fede, avere speranza, avere amore a Dio, sì.
La Bibbia poi si divide in tanti libri; 72, in totale. Ma è scritta da vari autori.
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Però essi hanno scritto sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, quello che lo Spirito Santo voleva, hanno scritto; e tante cose hanno scritto che non conoscevano affatto, altre cose le conoscevano. Non conoscevano affatto, ad esempio, certe profezie, no; ma le hanno scritte e si son verificate. E quello dimostra che è lo Spirito Santo che li ha guidati, che li ha ispirati. Cosicché è di fede che i libri della Scrittura hanno per autore Dio. L'autore principale è Dio e gli agiografi che hanno scritto, sotto la dettatura dello Spirito Santo. Alcune cose già le sapevano. Per esempio, quanto san Matteo scrive, una parte almeno di quelle cose che scrive, le aveva vedute in Gesù Cristo, le aveva sentite da lui. Ma realmente chi ispira di scrivere questo... e di scriverlo tutto come egli vuole, questo dipende dalla luce dello Spirito Santo. Ecco, così noi abbiamo la Bibbia.
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Oh, la Chiesa vuole che si legga la Bibbia e la Chiesa ha conservato la Bibbia, la fa tradurre dal greco, dall'ebraico e sorveglia che sia tradotta bene e poi propone la Bibbia ai fedeli.
La Società San Paolo, sono oltre 40 anni che diffonde prima i Vangeli e poi la Bibbia. Ora, quest'anno si vorrà dedicare il tempo particolarmente alla diffusione della Bibbia. Quindi si è costituita come la Società Biblica Cattolica1.
I Protestanti pretendevano di dire che la Chiesa cattolica ha paura, non vuole che si legga la Bibbia. Questo è un errore gravissimo. La Chiesa vuole che si legga la Bibbia, ma che si interpreti bene secondo il senso e l'ispirazione, perché essa è assistita dallo Spirito Santo. Oh, che si legga e si legga bene. Non che se ne legga un pezzo e l'altro non si legga. Cioè, non come i Protestanti che vogliono solamente legger la parte che, secondo loro, darebbe a loro ragione; ma la Chiesa dà la Bibbia intiera come l'ha ricevuta dalla antichità, sì. E sappiamo che i libri della Scrittura sono canonici, cioè sono tutti ispirati dallo Spiri[to]...
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...particolare a cominciare dal 30 giugno, festa di san Paolo, la diffusione della Bibbia. Se ne sono stampate 35 mila l'anno scorso; adesso ne stanno uscendo 30 mila. Poi se ne stamperanno altre 30 mila. E si sono spedite, fra ieri e quello che si farà oggi di spedizione, le lettere ai vescovi e si invitano tutti i parroci a collaborare per la diffusione della Bibbia. La Bibbia in ogni famiglia, si vorrebbe ottenere.
Nel 1920/'922 scrivevo nella Vita Pastorale1 e nel Cooperatore2: «In ogni famiglia ci sia il Crocifisso, ci sia il quadro della Madonna e ci sia il Vangelo». Adesso diciamo, con passo avanti: «In ogni famiglia: il Crocifisso, il quadro della Madonna e la Bibbia intiera». Che sia ben onorata e che sia letta e che venga messa in pratica; [cioè], gli insegnamenti che sono dati vengano ricevuti, accolti.
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Ora, che cosa si deve fare?
Primo, è da pregare. Quindi un'intenzione particolare delle Pie Discepole per la diffusione della Bibbia: perché sia ricevuta, nelle case, bene; perché sia tenuta in un posto di riguardo, di onore; perché sia letta e sia vissuta, praticata, sì. Intenzione particolare specialmente nelle Visite al Santissimo Sacramento: che Gesù Maestro insegni a tutti a capire la parola di Dio e a metterla in pratica. Questa è la prima necessità: preghiera.
Poi viene l'azione in quanto è possibile per ciascheduna persona. Altra è la posizione vostra, e altra è la posizione, invece, di coloro che sono propriamente date alla propaganda.
Però, in terzo luogo: per ottenere che la Bibbia sia letta e vissuta.
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Voi leggetela intanto e cercate di mettere in pratica le parole sante che il Signore ha detto e ha fatto scrivere agli uomini.
Vedete, nella Scrittura c'è: «Prendi questo libro e mangia»1. Oh, vi è una sètta in Giappone, una sètta di gente che non segue la Chiesa cattolica, per cacciar via la tentazione mangiano un foglio della Scrittura, ad esempio. + Oh, e loro capiscono così... Ma (...) vuol dire con la mente, come si dice: «il mio cibo è far la volontà del Padre mio»2 e cioè, leggerlo, capirlo (...) + bisogna guardarlo per riconoscere che Gesù Cristo è morto per noi e che noi siamo stati causa della sua passione e che vogliamo rimediare ai nostri peccati e che vogliamo domandargli sempre perdono e correggerci. Così per la Bibbia, non è esposta per veder le figure soltanto, ma perché si vuol ricordare che se Gesù è nel tabernacolo, vicino al tabernacolo ci sta la sua Parola e che noi intendiamo di onorare questa Parola di Dio e intendiamo di leggere, meditarla e praticarla. Quindi, leggendola, onorandola si contribuisce come per mezzo di una preghiera, alla diffusione, mentre che si ottiene un grande beneficio per noi.
Dunque: anno biblico. E in quanto è possibile, contribuire ciascheduno secondo la sua condizione. Altro è chi ha un ufficio e altro può fare chi ha un altro ufficio. Ma è tutto l'Istituto che fa, quindi è sempre l'Istituto e ne hanno merito tutti i membri, sia che uno abbia da sostenere chi lavora a diffondere la Bibbia e sia colui che ha il lavoro proprio di spedirla e farla arrivare alle anime.
Onorare la Bibbia. Leggere la Bibbia. Vivere la Bibbia.
Sia lodato Gesù Cristo
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1 Nastro 109/a (= cassetta 72/b). - Per la datazione, cf PM: «Quest'anno intendiamo di incominciare un anno biblico, cioè, dal 30 giugno prossimo al 30 giugno dell'anno 1961, per commemorare la venuta di san Paolo a Roma» (cf anche c107, c117, c180 in PM). - dAS, 15/5/1960: «m.s. celebrazione, meditazione alle PD del servizio (CG, SSP)».

2 Gc 1,17-21.

3 Mc 16,16.

4 Dell'Anno biblico si parla sul San Paolo, n. 5 e n. 6 del 1960.

1 Cf GREGORIO MAGNO, Ep V, 46; Feg. Gr. I, 435.

1 Cf CISP, o.c. pp. 503-511.

1 Vita Pastorale, rivista per il clero, fondata da d. Giacomo Alberione nell'anno 1916, ad Alba (Cuneo)

2 Il Cooperatore Paolino, rivista per i Cooperatori della Pia Società di San Paolo, fondata da d. Giacomo Alberione nel mese di ottobre 1918, ad Alba (Cuneo). Il titolo della rivista era Unione Cooperatori Buona Stampa; cambiato diverse volte; dal novembre 1952 fu adottato il titolo Il Cooperatore Paolino.

1 Cf Ez 3,3.

2 Cf Gv 4,34.