Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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MEDITAZIONE XV

Lo Spirito Santo causa comunicativa della grazia

SACRA SCRITTURA

«V'ho detto questo affinché non vi scandalizziate. Vi cacceranno dalle sinagoghe, anzi è per venire l'ora in cui chi vi uccide crederà di onorare Dio. E così vi tratteranno perché non han conosciuto né il Padre né me. Ma questo ve l'ho detto, affinché quando avverrà vi rammentiate che ve n'ho parlato. E non vi dissi queste cose da principio, perché io ero con voi, ma ora vo a colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Invece perché vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore.
Ma io vi dico il vero, è meglio per voi che me ne vada; perché se io non me ne vado, non verrà a voi il consolatore: e se me ne vado
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lo manderò a voi. E, venendo, egli convincerà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Al peccato, per non aver creduto in me; alla giustizia perché io vo al Padre e non mi vedrete più; al giudizio, perché il principe di questo mondo è già giudicato. Molte cose avrei ancora da dirvi; ma per ora non ne siete capaci. Quando però sia venuto quello Spirito di verità, egli vi ammaestrerà in ogni vero; ché non vi parlerà da se stesso ma dirà tutto quello che avrà udito e v'annunzierà l'avvenire. Egli mi glorificherà perché riceverà del mio e ve lo annunzierà. Tutto quello che ha il Padre è mio, per questo ho detto che riceverà del mio e ve lo annunzierà»

(Giov. 16, 1-15).


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L'azione dello Spirito Santo ha una parte molto intima nell'anima ed interessa individualmente, perché come l'anima dà vita al corpo, così lo Spirito Santo dà vita all'anima ed è, nell'ordine soprannaturale, l'anima dell'anima nostra.
Consideriamo perciò in questa meditazione sullo Spirito Santo: 1) Gli effetti particolari che lo Spirito Santo produce nell'anima; 2) Il culto che si deve allo Spirito Santo.
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I. - Effetti particolari che lo Spirito Santo produce nell'anima.
L'azione dello Spirito Santo per l'anima si può riassumere in una sola parola: comunicazione della grazia. Charitas Dei diffusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum qui datus est nobis: «La carità di Dio è stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rom. 5, 5).
L'anima diventa così tempio di Dio: Vos enim estis templum Dei vivi: «Voi siete il tempio del Dio vivente» (II Cor. 6, 16).
Per comprendere l'importanza di questo dono bisogna considerare che l'uomo con le sue forze non può operare assolutamente nulla nell'ordine soprannaturale. Egli si trova in un piano inferiore e la sua natura non gli può dare il principio di una vita di ordine superiore. L'uomo ha perciò bisogno di una vita nuova. Sicut palmes non potest ferre fructum a semetipso, nisi manserit in vite: sic nec vos, nisi in me manseritis... Sine me nihil potestis facere: «Come il tralcio non può da sé dare frutto se non unito alla vite, così nemmeno voi se non rimanete in me... Senza di me non potete far nulla» (Giov. 15, 4-5).
Ora lo Spirito Santo rende l'anima idonea ad operare soprannaturalmente, perché le
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comunica il principio della vita nuova; cioè la grazia e compie la rinascita spirituale dell'anima: Nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto, non potest introire in regnum Dei «Chi non rinascerà per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio» (Giov. 3, 5).
La grazia che lo Spirito Santo comunica all'anima è molteplice, ma si può in generale distinguere la grazia: fondamentale, santificante, attuale.
Nella grazia fondamentale è compreso tutto quel complesso di beni, di doni costituiti dall'ambiente, per cui ognuno può salvarsi. La grazia fondamentale vien data a tutti e in diverso grado. Per gl'infedeli la grazia fondamentale è costituita dalla volontà di Dio che

[...molto probabilmente manca qualche parola...]

dea dell'esistenza di un Dio e questo Dio rimuneratore.
Per i fedeli la grazia fondamentale può essere costituita dall'ambiente favorevole alla salvezza: la nascita in luoghi cattolici, aver ricevuta una buona educazione, fare parte di una diocesi, d'una parrocchia, d'una comunità bene organizzata, ecc.
La grazia santificante invece è un dono dello Spirito Santo per cui l'anima è costituita nella vita soprannaturale e partecipa della vita stessa di Dio: Si quis diligit me... et
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Pater meus diliget eum, et ad eum veniemus, et mansionem apud eum faciemus: «Chi mi ama... il Padre mio lo amerà e verremo a lui e presso di lui staremo» (Giov. 14, 23). An nescitis quoniam membra vestra, templum sunt Spiritus sancti qui in vobis est: «Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi?» (I Cor. 6, 19).
Lo Spirito Santo prende possesso dell'anima con due atti: 1) cancellando il peccato. Et effundam super vos aquam mundam, et mundabimini ab omnibus inquinamentis vestris: «Verserò sopra di voi l'acqua pura e sarete mondati da tutte le vostre immondezze» (Ezech. 36, 25). Abluti estis, sanctificati estis, justificati estis in Spiritu Dei nostri: «Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati mediante lo Spirito del Dio nostro» (I Cor. 6, 11).
2) Comunicando la grazia: Secundum suam misericordiam salvos nos fecit per lavacrum regenerationis, et renovationis Spiritus Sancti, quem effudit in nos abunde per Jesum Christum Salvatorem nostrum, ut justificati gratia ipsius, haeredes simus secundum spem vitae aeternae: «Per la sua misericordia (Dio) ci ha salvati mediante il lavacro di rigenerazione ed il rinnovamento dello Spirito Santo, che egli copiosamente ha effuso su noi per
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Gesù Cristo Salvatore Nostro, affinché giustificati per la grazia di lui, diventassimo in speranza eredi della vita eterna» (Tito 3, 5-7).
In questo modo l'anima è rinnovata: Renovamini autem spiritu mentis vestrae et induite novum hominem, qui secundum Deum creatus est in justitia et sanctitate veritatis: «Rinnovatevi nello spirito della vostra mente e rivestitevi dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità» (Ef. 4, 23-24).
La grazia santificante: 1) rende partecipi della divina natura: Tu autem cum oleaster esses... contra naturam insertus es in bonam olivam: «Tu olivo selvatico... sei stato innestato contro tua natura al buon olivo» (Rom. 11, l7-24).
2) Rende figli di Dio: Dedit eis potestatem filios Dei fieri: «Diede loro diritto di diventare figli di Dio» (Giov. 1, 12). Non enim accepistis spiritum servitutis, sed accepistis spiritum adoptionis filiorum in quo clamamus: Abba Pater; ipse enim spiritus testimonium reddit spiritui nostro, quod sumus fili Dei: «Difatti voi non avete ricevuto lo Spirito di servitù per nuovo timore, ma avete ricevuto lo spirito di adozione in figli, per cui gridiamo: Abba Padre. Questo stesso spirito attesta allo spirito nostro che noi siamo figli di
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Dio» (Rom. 8, 15-16). Carissimi, nunc filii Dei sumus: «Carissimi, ora siamo figli di Dio» (I Giov. 3, 2).
3) Rende amici di Dio. I giusti, dice la Sapienza: «Sono fatti partecipi dell'amicizia di Dio» e lo disse Gesù: Vos amici mei estis... Jam non dicam vos servos... Vos autem dixi amicos: «Voi siete miei amici... Non vi chiamerò più servi... ma vi ho chiamati amici» (Giov. 15, 14-15).
4) Rende capaci di operare meritoriamente per la vita eterna: Ego sum vitis, vos palmites; qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum: «Io sono la vite, voi i tralci; se uno rimane in me ed io in lui questo porta molto frutto» (Giov. 15, 5).
Con la grazia santificante lo Spirito Santo comunica all'anima le virtù teologali, i doni dello Spirito Santo, le beatitudini e i frutti dello Spirito Santo.
1) Le virtù teologali. Le virtù teologali sono virtù che hanno per oggetto e motivo Dio ed elevano a Lui il nostro intelletto, il nostro sentimento, la nostra volontà. Sono la Fede, la Speranza, la Carità.
La fede per cui crediamo le verità rivelate da Dio e proposteci dalla Chiesa sull'autorità di Dio rivelante.
La fede ci rende cari a Dio. Sine fide
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impossibile est placere Deo: «Senza la fede è impossibile piacere a Dio» (Eb. 11, 6). Credidit Abraham Deo: et reputatum est illi ad iustitiam: «Abramo credette a Dio e gli fu imputato a giustizia» (Rom. 4, 3).
Con la fede lo Spirito Santo illumina e istruisce: Cum venerit ille, spiritus veritatis, docebit vos omnem veritatem: «Quando però sia venuto quello Spirito di verità egli vi ammaestrerà in ogni vero» (Giov. 16, 13). Repleti sunt omnes Spiritu Sancto, et coeperunt loqui variis linguis, prout Spiritus Sanctus dabat eloqui illis: «E furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare vari linguaggi secondo che lo Spirito Santo dava loro di esprimersi» (Atti 2, 4).
«Ammirabile dottore è lo Spirito Santo! Istruisce all'istante colui che vuole; illumina lo spirito non appena lo tocca; il solo suo mostrarsi vale tutta la scienza. Infatti in quel punto stesso che illumina, cambia gli affetti umani; l'uomo cessa di essere quello che era e diviene quello che non era» (S. Gregorio). Spiritus Sanctus dat scientiae lumen: «Lo Spirito Santo dà il lume della scienza» (S. Bernardo). Spiritus Sanctus docet rationem, suggerit contra habitudinem intellectum; suggerit contra praecipitationem consilium; suggerit contra ignorantiam scientiam: «Lo Spirito
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Santo istruisce la ragione; toglie l'ottusità alla mente e aguzza l'intelletto; arresta la precipitazione del consiglio; sostituisce la scienza all'ignoranza» (S. Gregorio).
Lo Spirito Santo comunica, con la grazia santificante, la virtù della speranza, per cui speriamo il cielo e da Dio i mezzi per raggiungerlo. La speranza ci pone nella giusta posizione: Non enim habemus hic manentem civitatem, sed futuram inquirimus: «Non abbiamo quaggiù città permanente, ma andiamo cercando la futura» (Ebrei 13, 14).
Lo Spirito Santo infonde tale coraggio e forza che rende l'uomo invincibile. Egli dà il vigore della vita, dice S. Bernardo, di modo che diventa possibile e facile mediante la sua grazia quello che era impossibile alle forze della natura.
Comunica inoltre la carità per cui amiamo Dio per se stesso ed il prossimo per amor di Dio. La carità est vinculum perfectionis: «è il vincolo della perfezione» (Coloss. 3, 14) e ci unisce intimamente a Dio: Deus caritas est et qui manet in caritate in Deo manet, et Deus in eo: «Dio è carità, e chi rimane nella carità rimane in Dio e Dio è in lui» (Giov. 4, 16) . Qui adhaeret Domino, unus spiritus est: «Chi si unisce al Signore è un solo spirito con lui» (I Cor. 6. 17).
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La carità dà valore a tutto: Si linguis hominum loquar et Angelorum, caritatem autem non habeam factus sum velut aes sonans, aut cymbalum tinniens. Et si habuero profetiam, et noverim misteria omnia, et omnem scientiam: et si habuero omnem fidem ita ut montes transferam, caritatem autem non habuero, nihil sum. Et si distribuero in cibos pauperum omnes facultates meas, et si tradidero corpus meum ita ut ardeam caritatem autem non habuero, nihil mihi prodest: «Quand'io parlassi le lingue degli uomini e degli Angeli, se non ho la carità, sono come un bronzo sonante o un cembalo squillante. E quando avessi la profezia e intendessi tutti i misteri e tutto lo scibile, e quando avessi tutta la fede, talmente che trasportassi le montagne, se non ho la carità sono un niente. E quando distribuissi in nutrimento ai poveri tutte le mie facoltà, e quando sacrificassi il mio corpo ad essere bruciato, se non ho la carità, nulla mi giova» (I Cor. 13, 1-3). Di più, la carità ci rende cari a Dio perché ci fa praticare ogni virtù. Infatti: Caritas patiens est, benigna est: caritas non aemulatur, non agit perperam, non inflatur, non est ambitiosa, non quaerit quae sua sunt, non irritatur, non cogitat malum, non gaudet super iniquitate, congaudet autem veritati: omnia suffert
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omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet. Caritas numquam excidit: «La carità è paziente, è benigna, la carità non è astiosa, non è insolente, non si gonfia. Non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non si muove ad ira, non pensa male, non gode dell'ingiustizia. ma gode della verità. A tutto s'accorda, tutto crede, tutto sopporta. La carità non viene mai meno» (I Cor. 13, 4-8). Con la carità lo Spirito Santo santifica il nostro cuore perché prega e dona virtù: Spiritus adiuvat infirmitatem nostram... ipse Spiritus postulat pro nobis gemitibus inenarrabilibus: «Lo Spirito sostiene la nostra debolezza... lo stesso Spirito chiede per noi con gemiti ineffabili» (Rom. 8, 26). «Lo Spirito Santo non è mai senza virtù, e non si dà virtù fuori dello Spirito Santo» (S. Agostino).
Le virtù teologali sono quindi grazia dello Spirito Santo, come attesta anche il Concilio Tridentino: «Se alcuno dirà che senza una preveniente ispirazione dello Spirito Santo, e senza il suo aiuto, l'uomo possa credere, sperare, amare... come si deve, sia scomunicato».
2) I doni dello Spirito Santo. Questi doni sono le stesse virtù naturali penetrate ed elevate dalla grazia dello Spirito Santo. L'uomo ha delle virtù naturali: intelligenza, sapienza,
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scienza, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. Lo Spirito Santo entrando nell'anima per la grazia, penetra tutte le sue facoltà ed eleva le virtù naturali con i suoi doni soprannaturali. Così dalla virtù naturale dell'intelligenza si ha il dono dell'intelletto; dalla sapienza, la sapienza; dalla scienza, la scienza; dalla prudenza il consiglio; dalla giustizia la pietà; dalla fortezza la forza; dalla temperanza il timor di Dio. I doni dello Spirito Santo sono abiti che perfezionano l'uomo perché segua prontamente l'azione dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo penetrando nell'anima porta ogni bene poiché: «è spirito d'intelligenza, santo, unico, molteplice, sottile, eloquente, attivo, incontaminato, ineffabile, soave, amante del bene, penetrante, irresistibile, benefico. Amatore degli uomini, benigno, costante, sicuro, tranquillo, che tutto può, tutto prevede, e contiene tutti gli spiriti, intelligente, puro, sottile» (Sap. 7, 22-23).
3) Le beatitudini. Sono virtù morali, che servono a praticare i doni dello Spirito Santo e furono particolarmente raccomandate da Gesù. Importano una prestazione dell'eterna felicità, onde Gesù disse «beato» chi le pratica. Esse sono: «la povertà, il dolore dei peccati, la misericordia, la purezza di cuore, la
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pace, le persecuzioni e i dolori per la giustizia, la fame e la sete di giustizia.
«Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli. Beati i mansueti perché erediteranno la terra. Beati coloro che piangono perché saranno consolati. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. Beati i mondi di cuore perché vedranno Dio. Beati i pacifici perché saranno chiamati i figli di Dio. Beati quelli che sono perseguitati per amor della giustizia perché di essi è il regno dei cieli» (Matt. 5, 3-10).
4) I frutti dello Spirito Santo. Sono effetti che seguono l'esercizio dei doni. S. Paolo così li enumera: «frutto dello spirito è la carità, la gioia, la pace, la pazienza, la benignità, la bontà, la longanimità, la mansuetudine, la fedeltà, la modestia, la continenza, la castità» (Gal. 5, 22-23).
Oltre a conferire questi doni, lo Spirito Santo guida molte anime nella pratica dei consigli evangelici: la povertà, l'obbedienza, la castità. Queste creature privilegiate sono i religiosi che sono la parte prediletta dello Spirito Santo e formano nella Chiesa l'immenso esercito di quelli che professano vita di perfezione, perché hanno seguito il consiglio di Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi
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quello che hai, dàllo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli, poi vieni e seguimi» (Matteo 19, 21).
L'opera dello Spirito Santo già grande e intima a favore delle anime nella grazia fondamentale e nella grazia santificante, ha ancora un'altra manifestazione nella grazia attuale. Questa grazia comprende tutto quel complesso di ispirazione, di luce, di azione interiore ed esteriore dello Spirito Santo per cui l'anima in ogni momento agisce in ordine alla vita eterna. Questa grazia è assolutamente necessaria affinché l'anima:
1) Possa compiere buone opere: «Perché non siamo capaci di pensare qualche cosa da noi, come venisse proprio da noi, ma la nostra capacità viene da Dio» (II Cor. 3, 5) e «nessuno può dire Signore Gesù, se non nello Spirito Santo» (I Cor. 12, 3).
2) Possa evitare il peccato e risorgere quando è caduta: In multis enim offendimus omnes: «Poiché in molte cose tutti manchiamo» (Giac. 3, 2) e Non est enim homo justus in terra, qui faciat bonum et non peccet: «Non vi è sulla terra uomo giusto che faccia il bene e non pecchi» (Eccl. 7, 21), anzi Septies cadet justus, et resurget: «Sette volte cade il giusto e risorgerà» (Prov. 24, 16) e Si dixerimus quoniam peccatum non habemus ipsi
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nos seducimus, et veritas in nobis non est: «Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi» (I Giov. 1, 8).
Ma «Dio è fedele e non permetterà che voi siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione darà anche il modo di trarne profitto, dandovi la forza di poterla sopportare». Fidelis autem Deus est, qui non patietur vos tentari supra id, quod potestis, sed faciet etiam cum tentatione proventum ut possitis sustinere (I Cor. 10, 13).
3) Possa meritare per il cielo: Qui coepit in vobis opus bonum, perficiet usque in diem Christi Jesu: «Colui il quale ha incominciato in voi l'opera buona, la perfezionerà fino al giorno di Gesù Cristo» (Filipp. 1, 6).
In una parola la grazia attuale dello Spirito Santo è necessaria all'anima, perché dice il Signore: Sine me, nihil potestis facere: «Senza di me non potete far nulla» (Giov. 15, 5).
Lo Spirito Santo è il santificatore delle anime, da lui procedono tutti i doni, tutte le grazie e le virtù.

II. - Culto dovuto allo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo che tanto opera nella santificazione delle anime, dovrebbe avere una parte più ampia nel culto e nella divozione dei
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fedeli. Esso è onorato in tutte le feste della Liturgia, in tutto il culto, perché tutto mira alla gloria di Dio, ma in particolare è onorato in quelle feste in cui la Divinità è direttamente celebrata.
Come terza persona della SS. Trinità è onorato nella festa di Pentecoste e in tutte le pratiche e preghiere che sono a Lui rivolte come: il Veni Creator, il Veni Sancte Spiritus, la recita del terzo mistero glorioso, le litanie dello Spirito Santo, ecc. Lo Spirito Santo è spesso invocato nel breviario, entra nella dossologia di tutti i Salmi ed inni, almeno dieci volte è nominato nella S. Messa; tutti i Sacramenti sono conferiti nel nome suo col Padre e Figlio, così i Sacramentali, specialmente le benedizioni e consacrazioni. Infine una pratica comune per onorare lo Spirito Santo è la recita del «Gloria Patri» e la pratica del «segno di croce».
La recita di queste preghiere, il ricordo dello Spirito Santo ogni volta che ricorre il suo nome, la celebrazione della Pentecoste con la novena e l'ottava secondo lo spirito della Liturgia, saranno buon esercizio di culto verso lo Spirito Santo.
Tuttavia il culto migliore consisterà nel secondare l'opera Sua, e cioè: aver stima della grazia, cura per non perderla mai, diligenza
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nel riacquistarla se perduta e corrispondenza per progredire ogni giorno nella virtù e nella santità. Perciò ricevere bene i Sacramenti e praticare le opere buone.
La santità è frutto dello Spirito Santo, e lavorare per farsi santi è la migliore corrispondenza all'opera dello Spirito Santo.
Quali grazie chiedere allo Spirito Santo? Dallo Spirito Santo viene a noi ogni grazia, quindi tutto a lui si può chiedere. «Lo Spirito Santo adombra l'anima che riempie; tempra l'ardore di ogni sorta di tentazioni; e quando lambisce l'anima col soffio della sua dolcezza, ne allontana tutto ciò che era arido, fa rinverdire ciò che era appassito; per questo soffio divino la forza rinasce e l'uomo corre con nuova lena verso la vita eterna» (San Gregorio).
Lo Spirito Santo «è spirito potente che appiana le difficoltà, purga i cuori, fortifica i deboli, rende felice quello che è penoso» (San Bernardo); perciò prega S. Agostino: «O spirito divino, ispirami sempre sante azioni affinché Ti pensi, sforzami a farle, persuadimi ad amarle; tu confermami affinché in me ti conservi; custodiscimi affinché mai non ti perda».
Chiediamo l'aumento della grazia, le virtù teologali e cardinali, i doni, i frutti dello Spirito
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Santo, le beatitudini e tutte le grazie attuali necessarie in ogni momento per fare bene e giungere all'eterna visione che sarà l'eterna comunicazione dello Spirito Santo.
Preghiamo ed invochiamo lo Spirito Santo per mezzo di Maria SS.: Maria è la Vergine prudentissima che ha tutti i doni e l'abbondanza dello Spirito Santo.
PREGHIAMO: - Veni Sancte Spiritus.
Vieni, o Spirito Santo,
e dal Cielo mandaci
un raggio di tua luce.
Vieni, o Padre de' miseri,
Vieni, o Largitore dei doni,
vieni, o Luce dei cuori,
Dolce Consolatore,
dolce Ospite dell'anima,
soave Refrigerio.
Nella fatica sei il riposo,
sei il sollievo alla nostra arsura,
sei conforto alle nostre lacrime.
Tu, luce beatissima,
inonda l'intimo del cuore
di coloro che ti son fedeli.
Senza l'aiuto tuo divino
nulla vi ha nell'uomo,
nulla che sia buono.
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Togli in noi ogni macchia,
irrora il cuore arido,
sanalo quand'è ferito.
Piega ciò che è duro,
riscalda il cuore freddo,
raddrizzalo quando è fuori della retta via,
A tutti quanti son fedeli
e pongono in te la lor fiducia,
concedi il tuo semplice dono,
Concedine di saper meritare con la virtù,
di finir con santa morte,
dacci il gaudio che non muore.

Così sia.


ESEMPIO

S. Felice da Cantalice

Al tempo di S. Filippo Neri c'era in Roma un umile laico cappuccino, S. Felice da Cantalice, il quale non aveva studiato, ma era pieno dello Spirito del Signore.
S. Filippo lo consultava in affari di una certa importanza, e lo chiamava per ischerzo: «il suo teologo».
Un giorno si presentò a S. Filippo una commissione per consultarlo intorno a certe Regole, scritte per una Comunità religiosa. Il santo Apostolo di Roma disse ai membri della commissione: «Dovete avere la bontà di andare, in nome mio, dal mio Teologo». Andarono ben volentieri, e trovarono fra Felice che stava zappando l'orto. Gli fecero conoscere il motivo della loro visita e gli presentarono il libro delle regole. Fra Felice prese il libro, lo tenne un po' in mano, come
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per valutarne il peso, e, senza neppure aprirlo, disse loro: «Fate sapere a Padre Filippo che il libro pesa troppo». Così dicendo si accomiatò. Coloro se ne andarono di malumore, credendosi burlati, e tornarono a Padre Filippo per dolersene. S. Filippo disse loro: «Fra Felice vi ha dato il consiglio, e voi non l'avete compreso. Vi ha detto che il libro pesa troppo, ossia che le regole sono rigorose. Rendetene meno rigida l'osservanza e vi troverete bene».
Fra Felice dava con semplici parole consigli di grande importanza, perché aveva ricevuto dallo Spirito Santo il dono del Consiglio.

(Bressanvido - Istruzioni Catechistiche. Vol. I pag. 166).

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