Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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MEDITAZIONE XX

La divozione a S. Giuseppe

SACRA SCRITTURA

«Disse Faraone ai suoi ministri: Potremo noi trovare un uomo come questo, che sia pieno dello Spirito di Dio? Disse pertanto a Giuseppe: «Giacché Dio t'ha mostrato tutto quello che hai detto, potrò io trovare uno più saggio o simile a te? Tu avrai la sovraintendenza della mia casa; tutto il popolo obbedirà ai tuoi ordini, ed io non avrò sopra di te che la precedenza del trono».
E Faraone disse ancora a Giuseppe: «Ecco io ti do autorità su tutto il paese d'Egitto». E toltosi l'anello di mano, lo pose in mano a Lui; e lo fece vestire di lini finissimi e gli pose al collo una collana d'oro; e lo fece salire sul suo secondo cocchio, e l'araldo gridava che tutti piegassero le ginocchia dinanzi a lui, e
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sapessero che era sovraintendente di tutto il paese d'Egitto. E il re disse ancora a Giuseppe: «lo sono Faraone: nessuno senza il tuo comando moverà mano o piede in tutto il paese d'Egitto».
Passati poi sette anni d'abbondanza in Egitto, cominciarono a venire i sette anni di carestia, predetti da Giuseppe; e la fame si fece sentire in tutto il mondo, mentre nella terra d'Egitto c'era del pane. E quando anche l'Egitto sentì la fame, il popolo si raccomandò a Faraone per avere da mangiare. E Faraone rispose: «Andate da Giuseppe, e fate quello che vi dirà». Or la fame cresceva ogni giorno su tutta la terra, e Giuseppe aperti tutti i granai, vendé agli Egiziani, ché erano anch'essi tormentati dalla fame. E da tutte le parti venivano in Egitto a comprar da mangiare per trovar sollievo al male della carestia»

(Gen. 41, 37-57).


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Parlando della divozione a S. Giuseppe, consideriamo:
1) Il fine della divozione a S. Giuseppe. 2) L'importanza. 3) La pratica.
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I. - Il fine della divozione a S. Giuseppe.
Il fine che ci proponiamo nella divozione a S. Giuseppe è duplice: uno riguarda l'onore di Dio; l'altro riguarda il bene e vantaggio nostro.
1) Il fine principale riguarda Dio. Onorando questo Santo intendiamo onorare Colui che rappresentò in terra il Padre Celeste, quindi il Padre Celeste stesso.
Dio nel suo amore grande per l'uomo, volle mandare la seconda Persona della SS. Trinità affinché s'incarnasse e salvasse l'uomo. Voleva però affidare la custodia di questo Figlio ad un'anima che l'amasse e sapesse compiere l'opera sua di Padre, e l'affidò a S. Giuseppe, che tenne dunque le veci del Padre Celeste e noi l'onoriamo come Padre Putativo di Gesù.
Fu S. Giuseppe che compì attorno a Gesù tutti gli uffici di Padre: gli procurò l'abitazione, il cibo, il vestito. A Betlemme andò in cerca di un ricovero, ricevette ed eseguì gli ordini per la partenza per l'Egitto ed il ritorno in patria. S. Giuseppe educò Gesù, lo istruì, lo diresse con precetti ed esempi. Difese la S. Famiglia dalla crudeltà di Erode e fu in ogni tempo l'Angelo tutelare di quella casa,
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ove gelosamente custodiva i tesori che Dio gli aveva affidati: Gesù e Maria.
Onorando S. Giuseppe intendiamo anche onorare il Figlio di Dio, anzi imitarlo nella sua divozione a S. Giuseppe. Gesù fu il primo che gli rese onore colla dipendenza e sottomissione perfetta, che facevano di lui il Figlio più obbediente. La divozione nostra verso S. Giuseppe non sarà mai così vera e così filiale come quella di Gesù.
Inoltre onorando S. Giuseppe, intendiamo onorare ancora lo Spirito Santo che ha effuso in lui i maggiori doni, formandone il santo più eccelso dopo la SS. Vergine. S. Giuseppe è il santo del silenzio; il santo in cui lo Spirito Santo trovò il miglior ambiente per l'effusione delle sue grazie, trovò in lui l'anima eletta cui poté affidare in custodia la sua sposa purissima, Maria Vergine Madre.
2) Altro fine della divozione a S. Giuseppe è il vantaggio per l'anima nostra. S. Giuseppe, in cielo è potentissimo. Ogni santo ha in cielo una forza di intercessione proporzionata alla santità e virtù avuta in terra. «S. Giuseppe essendo l'uomo più eccelso in dignità, in uffizio, in prerogativa, in virtù, in santità, ed il più sublime in gloria dopo Maria SS., ha una potenza grandissima ed illimitata; e
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siccome la sua bontà uguaglia la gloria e la potenza, noi siamo certi di non mai invocarlo invano» (A Lapide).
S. Giuseppe ha un potere universale, è destinato a concedere tutte le grazie perché praticò tutte le virtù: fede, speranza, carità ardente, pazienza, castità, fortezza nei pericoli, generosità in ogni occasione, giustizia con tutti, prudenza costante.
«Dobbiamo essere ben persuasi che Dio, in considerazione dei meriti di S. Giuseppe, non gli negherà mai una grazia in favore di coloro che lo onorano» (S. Alfonso).
A S. Giuseppe ricorrono tutti i giovani, gli operai, i padri di famiglia, i poveri, i ricchi.
A Lui è affidato il patrocinio universale della Chiesa. A lui in modo particolare sono affidati i moribondi, perché a tutti conceda la grazia ed il conforto di una morte santa, con Gesù e Maria.
«Parecchi Santi hanno ricevuto da Dio il potere di assisterci in certi particolari bisogni; ma il credito di S. Giuseppe non ha limiti e si estende a tutte le nostre necessità; e chi lo invoca con piena confidenza è certo di essere prontamente esaudito» (S. Tommaso d'Aquino).
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II. - Importanza della divozione a San Giuseppe.
1) La divozione a S. Giuseppe è importante per assecondare la divina volontà. Che fece Dio? Dio ha unito: Gesù, Maria e Giuseppe, li ha uniti in terra e sono uniti in cielo. Non dovremo essere noi a separarli nella nostra divozione, quindi ripetiamo: «Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia; Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi nell'ultima mia agonia; Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia». «Lodato sempre sia il nome di Gesù, di Giuseppe e di Maria».
La Chiesa vuole unire questi tre nomi perché furono uniti da Dio. Se nel nostro cuore vi è un posto per Gesù e Maria, non deve mancare per S. Giuseppe.
2) La divozione a S. Giuseppe è importante perché assicura una buona morte. Si sa che il momento più decisivo della vita, è quello in cui si passa da questo mondo all'altro. Coloro che muoiono bene saranno eternamente felici. Però se il punto di morte è importante, è anche difficile, perché allora il demonio raddoppia i suoi sforzi per rovinare le anime e presenta le tentazioni più forti specialmente di presunzione e disperazione, tentazioni che
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in vita non si presuppongono neppure. E' necessario quindi ricorrere ad un Santo e farlo protettore della nostra morte, e tra i Santi scegliamo quello che fece una morte migliore: S. Giuseppe.
Lo invochiamo per tutti i moribondi, ed intendiamo invitarlo anche al nostro letto di morte.
3) La divozione a S. Giuseppe è importante per l'esempio che ne dà la Chiesa. La Chiesa insiste su questa divozione ed offre ai fedeli la celebrazione di varie feste in onore di questo Santo: vuole che a lui sia dedicato il mercoledì di ogni settimana; a lui consacra il mese di Marzo e spesso nella liturgia unisce al nome di Maria quello di Giuseppe.
La divozione a S. Giuseppe è nella volontà della Chiesa. Quante preghiere in suo onore! La Chiesa ha affidato a lui la protezione sua universale e ci fa pregare: «Proteggi, o provvido Custode della Divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo... e come un tempo campasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la S. Chiesa di Dio dalle insidie e da ogni avversità» (Leone XIII).
Viene dai predicatori e dagli scrittori di ascetica ripetuta comunemente e ad insegnamento dei fedeli la espressione di S. Teresa:
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«Non mi sovvengo d'aver domandato grazia a S. Giuseppe, che non l'abbia ottenuta» (S. Teresa di Gesù).

III. - Pratica della divozione a S. Giuseppe.
1) Preghiera. Recitare frequentemente le preghiere che si riferiscono a S. Giuseppe, specialmente la coroncina delle sette allegrezze e dei sette dolori, le litanie, l'orazione indulgenziata: «A te, o Beato Giuseppe ecc.», praticare novene in suo onore, offrire a Lui il mercoledì, il mese di Marzo, e celebrare bene, penetrando il senso liturgico, le feste che la Chiesa celebra in suo onore.
«Conoscendo oggi per lunga esperienza il meraviglioso potere di S. Giuseppe presso Dio, vorrei persuadere tutti di onorarlo con culto particolare» (S. Teresa di Gesù).
2) Imitazione. L'imitazione è sempre il modo migliore di provare la divozione. Imitiamo S. Giuseppe. Egli è un santo comunissimo, ma singolare nell'esercizio della virtù. Spiccatissima è in lui l'uniformità alla volontà di Dio. In ogni difficoltà si rimetteva al Signore, e Dio non mancava di significargli il suo volere perché ne conosceva la docilità.
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Nel dubbio doloroso che lo travagliava, Dio interviene: Noli timere accipere Mariam conjugem tuam: «Non temere di prendere Maria, la tua consorte» (Matteo 1, 20) e Giuseppe ubbidì. A Betlemme non pensava alla tempesta che si addensava su Gesù, ma Dio mandò il suo Angelo: Surge, et accipe puerum et Matrem ejus et fuge in Aegyptum, et esto ibi usque dum dicam tibi. Futurum est enim ut Herodes quaerat puerum ad perdendum eum: «Levati, prendi il Bambino e la sua Madre e fuggi in Egitto e stai là finché non ti avviserò, perché Erode cercherà del Bambino per farlo morire» (Matteo 2, 13). Giuseppe parte. In terra d'esilio, però, non conoscendo quanto avveniva in Palestina, rimase incerto sulla volontà di Dio, ma l'Angelo tornò: Surge, et accipe puerum, et matrem ejus, et vade in terram Israel: «Sorgi, prendi il fanciullo e la madre di lui e va' nella terra d'Israele» (Matteo 2,20). E Giuseppe tornò; Audiens autem quod Archelaus regnaret in Judea pro Herode patre suo, timuit illo ire: et admonitus in somnis, secessit in partes Galileae. Et veniens, habitavit in civitate, quae vocatur Nazareth: «ma avendo sentito che Archelao regnava in Giudea in vece del Padre suo Erode, temette di andarvi, e avvertito in sogno si ritirò in Galilea ed andò
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a stabilirsi in una città chiamata Nazaret» (Matteo 2, 22-23).
S. Giuseppe non cercava che la volontà di Dio e Dio gliela comunicava o per ispirazione o per mezzo di un Angelo, nei casi più gravi. E' il santo della volontà di Dio. Dio ha trovato quest'anima docilissima, se ne è servito per tutti i fini e S. Giuseppe ha corrisposto.
Imitare ancora S. Giuseppe nella purezza. Egli fu delicatissimo e meritò che Dio gli affidasse i tesori più preziosi: Gesù e Maria. Sotto la sua ombra benefica crebbero due gigli.
Imitare S. Giuseppe anche nella silenziosità. Non esca dal nostro labbro ogni parola, ogni espressione. Mortifichiamo la lingua per poter meglio parlare con Dio ed ottenere le sue grazie. «La lingua nessun uomo la può domare, male infrenabile, piena di mortifero veleno... Se uno crede di essere religioso senza frenare la lingua, seduce il proprio cuore, e la sua religione è vana... Se uno poi non manca nel parlare egli è un uomo perfetto» (Giac. 1, 26; 3, 2-8) .
Imitiamo finalmente S. Giuseppe nella fedeltà alla propria vocazione.
S. Giuseppe fu sottoposto a prove durissime: nel suo fidanzamento, nell'incarnazione, in tutta la vita, ma non si smentì mai, fu sempre
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fedele: Vir fidelis. Fedele fino alla morte, che venne a troncare la sua esistenza prima che egli avesse il conforto di vedere quanto aveva creduto, di mirare l'opera di Gesù e i suoi miracoli. Fu privato di ogni conforto umano, ma rimase fedele e quindi salvo, perché: Qui autem perseveraverit usque in finem, hic salvus erit: «Chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvo» (Matteo 10, 22).
3) Onorare S. Giuseppe e cioè, riconoscere le sue glorie e ammirarle. Tutta la gloria sua è nella grande dignità di sposo di Maria Vergine e di Padre Putativo di Gesù.
Per questo l'onora la Chiesa, per questo tutti lo invocano. Egli è il padre provvido di tutta l'umanità, è il grande protettore cui convengono le preghiere di tutti gli uomini.
«Io presi per avvocato e per protettore il glorioso S. Giuseppe e mi raccomandai a lui con vivissima istanza. Il suo soccorso si manifestò visibilmente» (S. Teresa di Gesù).
PREGHIAMO. - A te ricorro, o Giuseppe, Patrono dei moribondi, e a Te, al cui beato transito assistettero Gesù e Maria, per questi ambedue carissimi pegni, raccomando ardentemente l'anima di questo servo N. che lotta nell'estrema agonia, affinché, mediante la sua protezione, sia liberata dalle insidie del
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diavolo e dalla morte perpetua e meriti di pervenire ai gaudi eterni. Per lo stesso Cristo Signor nostro. Così sia.

(Dal Rituale - Raccomandazione dell'anima).


O Dio, che per provvidenza ineffabile Vi degnaste eleggere il Beato Giuseppe a Sposo della nostra SS. Madre, fate che, venerandolo in terra qual nostro protettore, meritiamo di averlo intercessore in cielo.

(Dal Messale).


ESEMPIO

La grande Divota di S. Giuseppe

Santa Teresa fu divotissima di San Giuseppe; anzi può dirsi ch'ella ebbe la gloria di accendere nel mondo la divozione verso questo gran Santo. Sin da bambina ebbe una grande tenerezza verso San Giuseppe. Non intraprendeva negozio che non lo raccomandasse al suo Padre e Signore come sempre chiamava San Giuseppe, per l'affetto e riverenza che gli portava. Quasi tutti i monasteri, che fondò li pose sotto il nome e titolo di questo Santo Patriarca. Dopo la sua santificazione alcune sue figlie in onore della loro Madre cambiarono nel loro monastero, il titolo di San Giuseppe in quello di Santa Teresa. La Santa apparve alla Madre Isabella di San Domenico e ordinò che tutti i monasteri riprendessero il titolo di San Giuseppe, dimostrando ancora dal cielo di voler in terra preferita alla sua gloria quella del suo Santo diletto.
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Ben sappiamo quanto Santa Teresa, per la sua grande umiltà, era ritenuta nel manifestare le grazie celesti; ma, pel vivo desiderio che aveva di vedere glorificato da tutti San Giuseppe, non dubitò di pubblicarne tutti i favori straordinari da lui ricevuti. Attesta nella relazione di sua vita, che non si ricorda d'avergli cercata alcuna grazia che il Santo non gliel'avesse ottenuta. «E' cosa meravigliosa, - Ella scrive, - il raccontare le grandi grazie che Dio mi ha concesso per mezzo di questo benedetto santo, e i grandi pericoli d'anima e di corpo, da cui Egli mi ha liberata. Ad altri Santi, prosegue, pare che il Signore abbia concesso di soccorrere in una sola necessità, ma a questo glorioso Santo, secondoché ho sperimentato, diede grazia di aiutarci in tutte. Pare che il Signore voglia darci a conoscere, che siccome in terra volle essergli soggetto perché come Padre putativo poteva comandargli, così anche in cielo fa quanto gli chiede. Vorrei io raccomandare a tutti che fossero divoti di San Giuseppe per la molta esperienza che ho dei grandi beni che egli ci ottiene da Dio. Non ho conosciuta persona che davvero gli sia divota e gli faccia particolari ossequi, che io non la veda molto profittare nella virtù, perché egli aiuta grandemente le anime che a lui si raccomandano. Solamente domando per amor di Dio, che lo provi, chi non mi crede, e vedrà per esperienza il gran bene che è il raccomandarsi a questo glorioso Patriarca, ed avere gran divozione verso di Lui»

(Dalla vita di Santa Teresa di Gesù).

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