MEDITAZIONE VI
La Santa Comunione
SACRA SCRITTURA
«In verità, in verità vi dico: il Padre mio vi dà il vero pane del cielo, ché pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà al mondo la vita. Gli risposero: Signore, dacci sempre di codesto pane. E Gesù disse loro: Io sono il pane di vita; chi viene a me non avrà mai fame e chi crede in me non avrà mai più sete...
Io sono il pane della vita. I padri vostri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane disceso dal cielo tale che chi ne mangia non muore. Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vive in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
Altercavano perciò tra loro i Giudei dicendo: Come può mai costui darci a mangiare la sua carne? Ma Gesù disse loro: In verità, in
~
verità vi dico, se non mangerete la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno, perché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio Sangue, rimane in me ed io in lui. Come il Padre vivente m'inviò ed io vivo per il Padre, così chi mangia me vivrà anch'egli per me. Questo è il pane disceso dal cielo e non sarà come la manna che i vostri padri mangiarono e morirono. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno»
(Giov. 6, 32-59).
*** La S. Eucarestia si può considerare: come sacrificio che si compie nella S. Messa; come cibo che nutre l'anima nella Comunione; e come presenza reale per cui Gesù Cristo rimane in mezzo a noi. Dalla presenza reale nasce il nostro dovere di visitare e adorare Gesù nel Tabernacolo.
L'Eucarestia è il più augusto dei Sacramenti perché non solo significa e conferisce la grazia come gli altri Sacramenti, ma contiene e dà l'Autore della grazia, Gesù Cristo.
Siccome nell'Eucarestia non è data solo la
~
misericordia del Signore, ma Dio stesso, essa è centro della pietà, del culto di tutti, della religione ed è fonte di tutte le grazie e doni, e contiene tutte le divozioni. Senza di essa le varie divozioni non hanno vita, sono «nubes sine aqua» (S. Giuda).
L'Eucarestia come Sacramento è ricevuta dai fedeli nella Comunione. Consideriamo: 1) Che significa Comunione. 2) L'importanza della Comunione. 3) Come fare la Comunione.
I. - Che significa Comunione?
Per intendere che cosa significa Comunione si deve considerare chi vi è nella S. Ostia. Nell'Ostia, secondo la dottrina del Concilio Tridentino, vi è: vere, realiter, substantialiter: veramente, realmente, sostanzialmente Nostro Signor Gesù Cristo, il Figlio di Dio Incarnato.
Veramente, cioè non solo in figura, non in ritratto, ma con la sua persona.
Realmente, cioè non sotto un simbolo o segno, ma realmente con la sua divinità e umanità.
Sostanzialmente e non solo con la sua potenza, con la sua operazione e coi suoi effetti, ma nella sua sostanza divina. A questo non si oppone la piccolezza dell'Ostia, né la sua forma speciale perché, come dicono i Teologi,
~
Gesù nell'Ostia non è in forza delle sue dimensioni, ma con le sue dimensioni.
Nell'Ostia vi è tutto Gesù e vi è sostanzialmente: ossia rimangono gli accidenti, le specie, le apparenze del pane: il colore, il sapore, il peso, la forma, ma non più la sostanza che è sostituita da Gesù Cristo.
Il nostro occhio continua a vedere l'Ostia consacrata come la vedeva prima della consacrazione, ma la fede scorge in essa Gesù vero, reale, che invita: Accipite et comedite: hoc est corpus meum: «Prendete e mangiate: questo è il mio corpo» (Matteo 26, 26). La fede, sotto le specie consacrate, ci fa scorgere eum panem in quo gratiae actae sunt, Corpus Christi, et calicem sanguinis eius: «Quel pane sul quale furono rese azioni di grazie, cioè il corpo di Gesù, ed il calice del di Lui sangue» (Sant'Ireneo).
Licet panis videatur, in veritate corpus Christi est: «Benché ciò che si vede sembri pane, in realtà è il corpo di Gesù» (S. Remigio),
Panis iste, panis est ante verba sacramentorum; ubi accesserit consecratio de pane fit caro Christi... Quot nunc dicunt: vellem ipsius formam aspicere; ecce eum vides, eum tangis, ipsum manducas: «Questo pane, prima delle parole sacramentali è pane, ma avvenuta la consacrazione, il pane diventa il corpo di
~
Cristo... Quanti vi sono che dicono: Io desidererei vedere la sua faccia! Or ecco, lo vedi, lo tocchi, lo mangi» (S. Ambrogio).
Nell'Ostia vi è il corpo di Gesù Cristo; Gesù colle sue mani e piedi perforati, col costato trafitto; reale come sulla croce, reale come quando era sulle braccia di Maria: bambino prima, cadavere poi.
Nell'Eucarestia però il suo corpo è glorioso e impassibile come è in cielo.
Nell'Ostia vi è il cuore di Gesù: quel cuore che ha tanto amato gli Apostoli, i Sacerdoti, i bambini; quel cuore che ha tanto amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi. Quel cuore vivo ed infiammato, che fu aperto dalla lancia e rimase sempre aperto per ricevere chi vuole rifugiarsi in lui per conforto; quel cuore che vorremmo baciare e far vivere in noi: Fac cor nostrum secundum cor tuum.
Nell'Ostia vi è il sangue di Gesù: quel sangue formato dal sangue virgineo di Maria, quel sangue che appartiene a Gesù come gli appartiene quello versato nella flagellazione, nella incoronazione di spine, nella passione e morte; quel sangue per cui fu chiuso l'inferno e aperto il Paradiso; quel sangue che ci ha redenti: Quos praetioso sanguine redemisti: che ci ha ricomprati dalla schiavitù del demonio; conforme a quanto dice S. Pietro:
~
«Non mediante cose corruttibili, come l'oro e l'argento, siete stati riscattati... ma col sangue prezioso di Cristo» (I Pietro 1, 18-19).
Nell'Ostia vi è l'anima di Gesù. Gesù nell'Eucarestia è vivo ed è vivo per la sua anima. Nell'Incarnazione il Padre Celeste creò l'anima più bella e la infuse nel corpo di Gesù. L'anima di Gesù godette sempre la visione beatifica; fu l'anima più ricca di meriti, di fede, di generosità, di pazienza, di ogni virtù; anima immensamente più ricca di quella di Maria SS.ma; anima unita al Verbo, anima bella in tutte le sue facoltà; splendida intelligenza, volontà ricca di dedizione, cuore delicatissimo ed ornato dei sentimenti più alti e più nobili.
Nell'Ostia vi è ancora la divinità di Gesù. Alla natura umana di Gesù era unita la seconda Persona della SS. Trinità con legami così stretti da formare un'unica persona umana e divina ad un tempo. Perciò Gesù era anche Dio. Ora quel Dio che operò miracoli, che sedò tempeste, che risuscitò tanti morti, quella divinità onnipotente che operò il ricongiungimento dell'anima col corpo di Gesù nella sua risurrezione, è nell'Ostia.
Nell'Ostia finalmente vi è tutta la SS. Trinità. Gesù Cristo, come Dio, non sta senza
~
il Padre e lo Spirito Santo, quindi per circuminsessione col Figlio, vi è nell'Ostia il Padre e lo Spirito Santo, nell'unità inscindibile e semplicissima della divina natura.
Torna quell'anima dalla Comunione e porta con sé Dio, non un ritratto o una figura ma il Figlio di Dio incarnato e glorificato, vero e reale. Come è sacro quel petto! Nescitis quia templum Dei estis? «Non sapete che siete tempio di Dio?» (I Cor. 3, 16).
La Comunione ci dà Dio con tutte le sue ricchezze e con tutti i suoi doni, dei quali ognuno prende secondo la propria capacità. La Comunione dà tutta la grazia, ma la recezione dipende dalle disposizioni. Quanto prenderà l'anima di grazia da Gesù? Dipende dall'umiltà e dalla fede e dalla carità. L'anima è come una valle dove si radunano le acque della grazia e l'umiltà prepara il posto, scava questa valle: Deus superbis resistit, humilibus autem dat gratiam: «Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili» (I Pietro 5, 5); la fede poi è misura dell'esaudimento: Sicut credidisti, fiat tibi: «Come hai creduto, così ti avvenga» (Matteo 8, 13). Jacta super Dominum curam tuam, et ipse te enutriet: «Metti tutta la tua confidenza nel Signore ed egli ti nutrirà» (Salmi 54, 23).
~
II. - Quale importanza ha la Comunione?
L'importanza della Comunione si desume dagli effetti:
1) La Comunione unisce e trasforma in Dio. Tutta la santificazione consiste nell'unione con Dio, nel possedere Dio. Davanti a Dio non contano la ricchezza e la gloria umana; anzi, l'anima semplice, povera e umile, anche quel povero bambinetto che forse non gode nessuna stima, ed è debolissimo, può essere molto ricco presso Dio.
E' ricco e possiede Dio chi a Lui si accosta, ed ognuno accostandosi a Dio, riceve quanto desidera.
La Comunione porta precisamente all'unione ed al possesso di Dio, e della sua grazia. Nella Comunione l'anima ripete con la sposa dei Cantici: Dilectus meus mihi et ego illi, qui pascitur inter lilia: «Il mio amante che vive tra i gigli è con me ed io con lui» (Cant. 2, 16). Questa unione è così perfetta che Gesù stesso la paragona all'unione che si ha tra il corpo e il nutrimento: Caro enim mea, vere est cibus, et sanguis meus, vere est potus: «La mia carne è vero cibo, ed il mio sangue è vera bevanda» (Giov. 6, 56), ed ancora: Qui manducat
~
meam carnem, et bibit meum sanguinem, in me manet, et ego in illo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui» (Giov. 6, 57).
«Chi riceve il corpo e il sangue di Gesù Cristo tanto strettamente a Lui si unisce, che Gesù Cristo è in lui ed egli si trova trasformato in Gesù Cristo» (S. Cirillo Alessandrino).
Gesù si dà all'anima in cibo e nel cibo più ordinario: pane e vino; il cibo che può moltiplicarsi in tutti i luoghi e tutti i tempi, il cibo che può essere ricevuto da tutti, anche dai poveri. Memoriam fecit mirabilium suorum misericors et miserator Dominus: escam dedit timentibus se: «II Signore, clemente e misericordioso, ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie: dà il cibo a quei che lo temono» (Salmi 110, 4-5).
In questo Gesù ha mostrato il sommo amore, perché, come dice S. Bernardo: «Il sommo grado di carità è di essersi dato a noi in cibo, perché si diede per una perfetta unione». Gesù «volle unirsi con noi affinché noi fossimo una stessa cosa con lui: questa è cosa di chi ardentemente ama» (S. Giov. Grisostomo). «Hai voluto - dice S. Lorenzo Giustiniani - che del nostro cuore e del tuo se ne formasse uno solo».
Gesù desidera questa unione: Desiderio
~
desideravi: «Ho desiderato ardentemente...». Accipite et comedite: hoc est corpus meum: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo» (Matteo 26, 26).
Gesù ci ama, ci desidera e vuol essere amato e desiderato: Sitit sitiri Deus: «Dio desidera di essere desiderato» (S. Greg. Naz.).
In questa unione Dio ci trasforma in lui: Vos enim estis templum Dei vivi: «Voi siete tempio di Dio vivente» (II Cor. 6, 16). Vos autem estis corpus Christi et membra de membro: «Siete corpo di Cristo e membra di membra» (I Cor. 12, 27), quindi conclude S. Paolo: Vivo autem, iam non ego: vivit vero in me Christus: «Non son più io che vivo, ma è Gesù che vive in me» (Gal. 2, 20).
Non c'è dunque da stupire se S. Cirillo afferma che per mezzo della Comunione noi diventiamo «concorporei e consanguinei» di Cristo. «Dio si è fatto uomo affinché l'uomo diventasse Dio; ed affinché l'uomo mangiasse il pane degli Angeli, il Signore degli Angeli si è fatto uomo» (S. Agostino). «Il primo uomo aspirò a diventare Dio, non poté e commise un delitto; che ha fatto Dio nella sua sapienza e misericordia? Ha detto: L'uomo anela alla divinità, non gli è dato raggiungerla, anzi è per lui un delitto il solo desiderarla; ora troverò io un modo di appagare il
~
desiderio dell'uomo, mi darò a lui nell'Eucarestia: facendo me uomo l'uomo sarà fatto Dio; mangiando me egli vivrà di Dio e sarà Dio» (A Lapide).
«Noi ci comunichiamo - dice S. Leone - affinché siamo cambiati nella carne di Colui che ha preso la nostra carne. Conosci adunque, o cristiano, la tua dignità, e, fatto partecipe della natura divina, guardati dal ricadere mai più nella tua bassezza. Ricordati di quale capo e di quale corpo sei membro».
Quale gloria è dunque la Comunione! La Comunione ci porta a Dio, ed avere Dio significa avere grazia, significa avere il Paradiso in terra. Per chi riceve Dio nella Comunione la morte toglierà solo il velo che glielo nasconde allo sguardo e lo introdurrà nel possesso eterno di Lui.
2) La Comunione produce gli effetti del cibo. - La Comunione è amore e l'amore operit multitudinem peccatorum: «copre la moltitudine dei peccati» (I S. Pietro 4, 8). La Comunione è ordinata a nutrire l'anima, onde il Concilio fiorentino dice: «Ogni effetto che il cibo e la bevanda materiale produce nel corpo: sostenendo, facendo crescere, riparando, dilettando; questo sacramento (Eucarestia) l'opera riguardo la vita spirituale».
~
Primo effetto della nutrizione è quello di mantenere in vita e riparare le forze perdute.
L'Eucarestia quindi cancella prima di tutto il peccato veniale, e preserva dal mortale, che è morte dell'anima. Il concilio Tridentino dichiara che «l'Eucarestia è antidoto, col quale siamo liberati dalle colpe quotidiane; preservati dalle colpe mortali e riceviamo aumento di grazia».
Gesù stesso parlando dell'Eucarestia insiste sul concetto di vita: Nisi manducaveritis carnem filii hominis, et biberitis eius sanguinem non habebitis vitam in vobis; Ego sum panis vitae; Hic est panis de caelo descendens: ut si quis ex ipso manducaverit, non moriatur; Si quis manducaverit ex hoc pane vivet in aeternum: «Se non mangerete la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita». «Io sono il pane di vita». «Questo è il pane disceso dal Cielo, tale che chi ne mangia non muore». «Se uno mangia di questo pane vive in eterno» (Giov. 6, 44.48.50.52).
L'Eucarestia è vita dell'anima, perciò libera e preserva da ciò che può essere morte dell'anima: il peccato.
3) La Comunione dà conforto e forza per vincere le tentazioni e le difficoltà. - L'anima
~
è spesso assalita dal demonio, dalle passioni, incontra difficoltà nel cammino della virtù, ma se è ben nutrita dalla Comunione non cade. L'anima che si nutre dell'Eucarestia può esclamare col Salmista: Non timebo mala: quoniam tu mecum es: «Non temerò nessun male, poiché tu sei con me, o Signore». (Salmi 22, 4), e: Si Deus pro nobis, quis contra nos? «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?» (Rom. 8, 31).
«Dalla sacra Mensa noi ci leviamo come leoni che spirano fuoco e diventano terribili al demonio» (S. Giov. Grisostomo), perché: Parasti in conspectu meo mensam, adversus eos qui tribulant me: «Voi, o Signore, mi avete apparecchiato una mensa contro quelli che mi guerreggiano» (Salmi 22, 5).
La Comunione vince le lusinghe del mondo, gli assalti della concupiscenza. «Quando il Sangue di Gesù circola nelle nostre vene si fa tosto sentire un refrigerio celeste che smorza il fuoco della concupiscenza» (A Lapide). La Comunione seda il bollore delle passioni, purifica il cuore: «Siete voi malato di orgoglio? ricevete l'Eucarestia, cioè Gesù Cristo che si umilia fino a vestire la forma umana nell'incarnazione e la forma del pane nell'Eucarestia, e questo sacro pane vi renderà umili. Patite voi delle infermità
~
della carne? bevete il vino che fa germogliare i vergini. Siete tormentati dai trasporti dell'ira? nutritevi del Dio immolato sulla Croce, dell'agnello sacrificato per la salute del mondo: egli vi parteciperà la sua dolcezza e la sua pazienza» (A Lapide). «Se vi è tra voi chi non prova più così frequentemente e così forti come prima i moti della collera, dell'invidia, della lussuria e di ogni altra cattiva inclinazione, sappia che deve rendere grazie al corpo e al sangue del Signore: perché è la virtù del Sacramento che opera in lui tali cose» (S. Bernardo).
La sacra Mensa è «forza dell'anima, nervo dello spirito, legame della fiducia, fondamento, sostegno, salute, luce, vita dell'uomo» (S. Giov. Grisostomo). «Dove attingevano i martiri quell'indomabile coraggio che li rendeva superiori a tutti gli assalti, a tutte le persecuzioni, a tutti i tormenti, a tutte le lusinghe, a tutte le promesse? Dal corpo adorabile di Gesù Cristo» (S. Giov. Grisostomo). Essi sentivano il monito di S. Cipriano: «Ci attende una battaglia feroce ed accanita, alla quale devono prepararsi da forti i soldati di Gesù Cristo considerando che per ciò appunto essi bevono tutti i giorni il sangue di Gesù Cristo, affinché attingano coraggio a versare il sangue anch'essi per
~
Cristo», quindi all'annunzio delle persecuzioni correvano alle catacombe per cibarsi del pane dei forti. E quando la crudeltà dei persecutori li rilegava nelle tetre carceri, dove il Sacerdote non poteva portare l'Ostia di salvezza, i fanciulli si sostituivano nel delicato compito. S. Tarcisio è la gloriosa vittima di questa missione dei piccoli.
Dove trovavano forza i vergini per resistere alle insidie del male, alle passioni, e alla voce della carne? Nella Comunione.
Dove trovano la forza tanti missionari lontani, tante anime consacrate a Dio? Nella Comunione. «O Ostia di salvezza, che ci apri la porta del cielo, i nemici ci stringono: donaci forza, recaci conforto».
4) La Comunione riempie l'anima di grazia. Mens impletur gratia (Liturgia). - La grazia che viene dalla Comunione è grazia eccezionale. Nella Comunione si segue l'invito: Venite ad me omnes qui laborati et onerati estis, et ego reficiam vos: «Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò» (Matteo 11, 28). Venite ad me et ego dabo vobis omnia bona: «Venite a me, e vi darò ogni bene» (Gen. 45, 18). L'anima che fa la Comunione può ripetere:
~
Venerunt mihi omnia bona pariter cum illa: «Mi vennero con essa tutti i beni» (Sap. 7, 11). In omnibus divites facti estis... ita ut nihil vobis desit in ulla gratia: «In lui (Gesù Cristo) siete divenuti ricchi di ogni cosa... in modo che non vi manchi dono alcuno» (I Cor. 1, 5-7).
Gesù ha imbandita la sua mensa e ci invita. Comedite amici, et bibite, et inebriamini charissimi: «Mangiate, miei amici, bevete, inebriatevi, o miei diletti» (Cant. 5, 1). Qui biberit ex aqua, quam dabo ei, non sitiet in aeternum: sed aqua, quam ego dabo ei, fiet in eo fons aquae salientis in vitam aeternam: «Chi beve dell'acqua che gli darò io, non avrà più sete in eterno; che anzi l'acqua da me data diventerà in lui fontana d'acqua viva zampillante in vita eterna» (Giov. 4, 13-14). Ego sum panis vitae: qui venit ad me, non esuriet: et qui credit in me, non sitiet umquam: «Io sono il pane di vita: chi viene a me non avrà mai fame e chi crede in me non avrà mai più sete» (Giov. 6, 35). «Accostatevi a Gesù e saziatevi, perché egli è pane; accostatevi e bevete, perché è fontana; accostatevi e siete illuminati, perché è luce; accostatevi e siete liberati, perché dove è lo spirito del Signore, ivi è libertà; accostatevi e
~
siete assolti, perché è la remissione dei peccati» (S. Ambrogio).
L'Eucarestia produce ogni grazia: «L'Eucarestia fa sì che l'anima fiorisca e, divenuta per mezzo suo feconda, produca frutti di virtù, dà vita ai vergini, riempie di dolcezza e di gioia. L'Eucarestia rende forte, operoso, atto ad ogni bene; consola e rallegra, raddrizza, rinfranca, rende energiche e robuste le anime molli, languide, tristi, pusillanimi, terrene e carnali; le solleva al cielo e le trasforma in Angeli...» (A Lapide). All'anima che ritorna dalla Comunione si può dire: Cibaria misit ei in abundantia: «Le fu dato cibo in abbondanza» (Salmi 77, 25). «Una sola Comunione basta, se non si mette ostacolo, ad arricchire l'anima di tutti i tesori spirituali» (S. Teresa).
5) La Comunione ravviva la fede nella vita eterna di cui è pegno. - Nell'Eucarestia l'anima gusta una felicità che prelude l'eterna gioia: Pro quibus angelorum esca nutrivisti populum tuum, et paratum panem de caelo praestitisti illis... omne delectamentum in se habentem: «Nutristi il tuo popolo col pane degli angeli, e dal cielo gli donasti un pane contenente ogni delizia e soavità» (Sap. 16, 20). Visitasti terram et inebriasti eam: multiplicasti locupletare eam: «Visitasti la
~
terra e la inebriasti, moltiplicasti le sue ricchezze» (Salmi 64, 10).
L'Eucarestia non è solo preludio della vita eterna ma pegno: Patres vestri manducaverunt manna, et mortui sunt. Qui manducat hunc panem, vivet in aeternum: «I vostri padri mangiarono la manna e sono morti; chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Giov. 6, 59). Perciò l'Eucarestia è detta «simbolo di risurrezione» (Concilio Niceno), «farmaco d'immortalità» (S. Ignazio Martire), «cibo che nutre per l'immortalità e la vita eterna» (S. Cirillo). «E come avverrà che muoia colui che ha per cibo la vita?» (S. Giovanni Grisostomo). «O sacro convito, nel quale si riceve Gesù Cristo, si rinnova la memoria della sua passione, l'anima si riempie di grazia e ci è dato il pegno della vita futura!» (San Tommaso).
III. - Come fare la Comunione.
1) Farla spesso. - La Comunione è cibo, accostiamoci spesso alla mensa ove è imbandito. Sia l'alimento quotidiano dell'anima. Alla Comunione si portino per tempo i piccoli, dalla Comunione ricevano conforto i morenti, con la Comunione si fortifichino i pellegrini sulla terra nel cammino quotidiano.
~
2) Farla bene. - Vi sono tanti metodi per la pratica della Comunione, ma tra tutti è utilissimo il metodo: verità - via - vita, che ci unisce a Gesù più perfettamente in tutte le nostre facoltà: mente, volontà, cuore.
Secondo questo metodo si compiono nella Comunione tre atti:
a) Un atto della mente in ossequio a Gesù Verità: un atto di fede. Si riconosce Gesù veramente presente sull'altare, si riconosce la sua divinità, il desiderio che ha di venire in noi e si immagina Maria che ci presenta Gesù: «Ecco mio figlio». Si riconosce Gesù autore e principio di ogni verità, Sapienza del Padre; lo si adora Maestro; si ringrazia degli insegnamenti datici, del dono della fede; si chiede perdono della poca fede e se ne implora l'aumento; si chiede la grazia di comprendere, credere, professare le verità divine; santità della mente e cioè: santificazione dei giudizi, consigli, decisioni, memoria... in una parola, si chiede di amare Dio con tutta la mente.
b) Un atto della volontà in ossequio a Gesù Via: un atto di speranza. Si considera Gesù modello di virtù, lo si adora; si ringrazia di tutti gli esempi lasciatici, si esamina l'anima nostra e quindi si chiede perdono per non aver seguito gli esempi di Gesù, anzi, di averlo
~
offeso. Finalmente si propone per la giornata con l'esame preventivo e si prega il Signore che dia la grazia di compiere perfettamente la sua volontà, di imitarlo specialmente in quelle virtù che più ci mancano. Si chiede la santità della volontà.
c) Un atto del cuore in ossequio a Gesù Vita: un atto di carità. Si considera e si adora Gesù principio di grazia e di vita. Si ringrazia per l'abbondanza della grazia comunicataci, per l'istituzione dei Sacramenti; si chiede perdono delle incorrispondenze, dei peccati commessi, della freddezza ed indifferenza, e si prega Gesù ad aumentare in noi la grazia, a purificare il cuore e a santificarlo, quindi si chiedono tutte le grazie di cui si ha bisogno e si raccomandano le necessità di tutti.
Dopo la Comunione si ripetono gli stessi atti, non più considerando Gesù sull'altare, ma considerandolo presente in noi. A lui si offre la mente, la volontà, il cuore, lo si adora, si ama, si prega. La presenza sacramentale di Gesù in noi non sarà lunga, ma rimarrà in noi la sua grazia, rimarrà la SS. Trinità: Ad eum veniemus, et mansionem apud eum faciemus: «Verremo a lui e presso di lui staremo» (Giov. 14, 23).
~
3) Diffondere la divozione e l'amore alla Comunione.
Date, et dabitur vobis: «date e vi sarà dato» (Luca 6, 38). Il Signore ci ha arricchiti di tanti doni di cui dobbiamo fare parte al prossimo. Dare a tutti la ricchezza divina, portare tutti alla Comunione. Se è obbligo del ricco fare carità al povero, maggiore è l'obbligo di fare carità per chi è ricco di doni spirituali. Il mondo, ogni uomo ha bisogno di questo pane: esurivi et dedisti mihi manducare (Matteo 25, 35). Il Pane Eucaristico è un cibo immensamente superiore al pane comune.
PREGHIAMO. - «Signore Gesù Cristo, Figliuolo di Dio vivo, che per volere del Padre, con la cooperazione dello Spirito Santo hai ravvivato il mondo con la tua morte, liberami, per questo tuo sacrosanto Corpo e Sangue, da tutte le mie iniquità e da tutti i mali; e fa' che io sia sempre fedele ai tuoi comandamenti, e non permettere che io mi separi giammai da te, che col medesimo Dio Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni Dio nei secoli dei secoli. Così sia».
«La Comunione del tuo Corpo, che io indegno ardisco ricevere, non mi si volga a
~
delitto e condanna, ma per la tua pietà mi giovi a rimedio e a difesa dell'anima e del corpo, o Signore Gesù Cristo, che con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo vivi e regni Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia».
(Dal Messale - Ordinario della Messa)
ESEMPIO
S. Francesco Borgia Questo santo, professò sempre una grande ed ardente divozione verso la SS. Eucarestia.
Quand'era ancora Duca in mezzo al secolo, fra le altre pratiche di divozione verso il SS. Sacramento, si faceva legge severa e rigorosa, di accorrere ad accompagnare il SS. Viatico agli infermi. Per questo appena ne sentiva il segnale della campana, troncava qualsiasi occupazione, la conversazione, lo stesso pranzo, ed accorreva con tutti i suoi, portando la torcia in mano. Un giorno si trovava a caccia in luogo lontano, e d'improvviso disse ai suoi: Suona il segnale del S. Viatico, accorriamo. Da quella distanza dalla città di quasi due ore, in nessun modo potevasi udire il suono della campana, né alcuno dei suoi che lo accompagnavano avvertì il segnale, che anzi furono tutti altamente meravigliati. Ma il Santo non si ingannava, ed era vero: l'angelo suo custode probabilmente l'aveva avvertito.
Fatto religioso gesuita, ed eletto prima provinciale e poi generale di tutto l'Ordine, dovette sostenere frequenti e lunghi viaggi per la sua missione; ma quando poteva giungere in qualche paese, subito, quantunque spossato da fatiche, cercava della Chiesa, ed ivi umilmente prostrato davanti al SS. Sacramento, trovava la sua felicità e la sua gioia.
~