Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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MEDITAZIONE XVIII

Divozione agli Angeli Custodi

SACRA SCRITTURA

«Indi Maccabeo vedendo l'avanzarsi della moltitudine dei nemici, gli apparecchi delle varie forme e la ferocia delle bestie, stendendo le mani al cielo, invocò il Signore che fa i prodigi, che non secondo la forza degli eserciti, ma secondo il suo beneplacito dà la vittoria a chi ne è degno. E lo invocò con queste parole: «Tu, o Signore, che al tempo di Ezechia re di Giuda, mandasti il tuo angelo e sterminasti nel campo di Sennacherib centottantacinque mila uomini, ora, o Signore dei cieli, manda il tuo angelo buono davanti a noi, perché temano e tremino per la grandezza del tuo braccio, e si spaventino quelli che bestemmiando vengono contro il tuo popolo santo». Tale fu la sua preghiera.
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Mentre Nicanore e la sua gente si avvicinavano con suoni di trombe e canti guerreschi, Giuda e i suoi attaccarono la battaglia dopo aver invocato Dio con la preghiera. Combattendo con le mani e pregando coi cuori, stesero al suolo non meno di trentacinque mila uomini, magnificamente rallegrati dalla presenza di Dio. Finita la battaglia, quando pieni di gioia se ne tornavano, seppero che Nicanore era caduto con le armi. Allora in mezzo a tumulto e clamori d'eccitazione, colla lingua della patria benedicevano il Signore onnipotente».

(II Macc. 15, 21-29).


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La nostra relazione cogli Angeli è molto intima, perché si può dire che la nostra vita si accompagna continuamente con essi. Da essi continuamente riceviamo luce ed assistenza, ad essi continuamente dobbiamo tributare quell'amore, rispetto e fiducia, che conviene alla loro dignità ed ufficio di protettori. Perciò tra le divozioni la Chiesa propone anche quella agli Angeli.
Consideriamo:
1) Chi sono gli Angeli. 2) Il motivo della divozione agli Angeli. 3) La pratica della divozione agli Angeli.
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I. - Chi sono gli Angeli.
Gli Angeli sono puri spiriti, quindi esseri intelligenti, superiori all'uomo per la loro perfezione. Sono felici perché contemplano Dio, Lo posseggono e godono dello stesso suo gaudio.
Sono anch'essi creature di Dio, perché Dio li trasse dal nulla come l'uomo: «Credo in Dio Padre, creatore del cielo e della terra, delle cose visibili ed invisibili». Fecit Dominus coelum et terram, et mare et omnia quae in eis sunt: «Il Signore fece il cielo, la terra, il mare e quanto in essi si contiene» (Esodo 20, 11).
Tutto quanto esiste nel creato, l'uomo, e l'angelo, sono opera di Dio. Dio creò gli Angeli in una mirabile gradazione di bellezza e li sottopose ad una prova. Non ci è noto in che cosa consistesse questa prova, ma sappiamo che Lucifero, invaghito del suo splendore, si ribellò ed osò lanciare lo sfrontato proposito: «Salirò sui cieli, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, sarò simile all'Altissimo». Allora si udì una voce: «Mi-cha-el? Chi è simile a Dio?» «e in cielo vi fu una grande battaglia: Michele e i suoi Angeli combattevano contro il dragone e combatteva pure il dragone con gli Angeli suoi, ma non la
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vinsero e nel cielo non vi fu più posto per loro» (Apoc. 12, 7-8).
Gli Angeli buoni con S. Michele rimasero fedeli e Lucifero coi suoi seguaci fu vinto e precipitò nell'inferno, creato da quel momento per «satana e gli angeli suoi». D'allora gli Angeli furono divisi in due grandi schiere: gli Angeli buoni e gli Angeli cattivi, e continuano nei secoli l'immane battaglia iniziata in cielo. Il demonio scorrazza sulla terra diffondendo la sua nequizia e la Chiesa invoca continuamente la protezione dell'Arcangelo S. Michele: «San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, vieni in nostro aiuto contro la malizia e l'insidia del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo impero, te ne preghiamo supplichevoli, e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere incatena nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni che per perdere le anime scorrazzano il mondo».
Gli Angeli cattivi si trovano attualmente perduti, ed in eterno non si darà loro speranza di penitenza, quindi sono ostinati nel male e la loro volontà maligna li eccita invidiosamente contro l'uomo di cui vogliono la rovina perché non raggiunga il seggio di gloria da loro perduto. I demoni hanno come un potere sull'uomo, lo tentano, si impossessano di lui fino a dominarlo e procurargli dei veri
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mali morali e naturali. Su Gesù stesso ebbero un momento di dominio. Il Signore aveva vinto la triplice tentazione: «Vade retro, satana!» e satana si ritirò, ma per apparire nella passione ed avere una rivincita. La passione di Gesù fu una vera vendetta dell'inferno. Il demonio eccitò i giudici, istigò il popolo alla rivolta, ispirò la crudeltà dei soldati. Senza l'opera diabolica sarebbe inspiegabile la condanna del Giusto, del Santo di Dio.
Era l'ora sua ed il demonio ebbe il potere di tutto ordire contro Gesù Cristo: Haec est hora vestra, et potestas tenebrarum: «Questa è l'ora vostra e del regno delle tenebre» (Luca 22, 53).
Ma la vittoria dell'inferno fu breve, perché Gesù, morendo vinceva e strappava al demonio la sua preda.
Di fronte a questi spiriti maligni vi è l'esercito degli Angeli buoni. Essi possono dividersi in nove cori che formano tre gerarchie: Serafini, Cherubini, Troni; Dominazioni, Virtù, Potestà; Principati, Arcangeli, Angeli.
Godono in cielo la visione di Dio ed hanno l'ufficio di onorarlo e glorificarlo e di compiere la sua volontà.
Anche verso l'uomo gli Angeli compiono degli uffici, perché sono deputati alla sua custodia: lo difendono dai pericoli, lo aiutano
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contro le insidie del demonio, pregano per la sua salvezza.

II. - I motivi della divozione agli Angeli.
L'uomo deve agli Angeli una particolare devozione perché sono esseri intelligenti, più amanti di Dio e soprattutto perché sono suoi custodi. I motivi di questa divozione sono dati dall'insegnamento della Chiesa, dalla Sacra Scrittura e dalla Storia.
1) L'insegnamento della Chiesa. E' dogma della Chiesa cattolica che gli Angeli sono deputati alla custodia degli uomini: Iddio nella sua bontà volle porre a fianco di ogni uomo, non solo i genitori e i pastori, ma un Angelo che gli stesse vicino in ogni istante, sempre pronto a soccorrerlo. Perciò ognuno ha un Angelo che lo illumina, lo custodisce, lo dirige e governa. Anzi, è sentenza comune che ogni famiglia, ogni comunità, ogni città e nazione, ogni parrocchia e diocesi e la Chiesa universale, abbiano il loro Angelo.
La Chiesa prega gli Angeli ed ha stabilito in loro onore varie feste.
2) L'insegnamento della S. Scrittura. Spesso nella S. Scrittura incontriamo episodi ed espressioni che riguardano gli Angeli: Si invitano a lodare il Signore: Benedicite Angeli
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Domini Domino: laudate et superexaltate eum in saecula: «Angeli del Signore, benedite il Signore, lodatelo ed esaltatelo sopra tutte le cose nei secoli» (Dan. 3, 58). Benedicite Domino omnes angeli ejus: potentes virtutes facientes verbum illius, ad adiuvandam vocem sermonum ejus: «Benedite il Signore, voi tutti Angeli suoi, potenti in virtù, esecutori dei suoi ordini, pronti ad obbedire al suono delle sue parole» (Salmo 102, 20). Si promette la loro protezione all'uomo: Quoniam Angelis suis mandavit de te: ut custodiant te in omnibus viis tuis: «Ai suoi Angeli è dato per te quest'ordine: di custodirti in tutte le tue vie» (Salmi 90, 11). Dominus... mittet angelum suum tecum: «Il Signore... manderà teco il suo Angelo» (Gen. 24, 40). Ecce ego mettam angelum meum, qui praecedat te, et custodiat in via, et introducat in locum quem paravi: «Ecco, io manderò il mio Angelo che vada innanzi a te, ti protegga nel viaggio e ti introduca nel paese che ti ho preparato» (Esodo 23, 20).
Gli Angeli sono messi a custodire il paradiso terrestre: Ejecitque Adam: et collocavit ante paradisum voluptatis Cherubin, et flammeum gladium, atque versatilem, ad custodiendam viam ligni vitae: «E cacciato Adamo,
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(Dio) pose dei Cherubini davanti al paradiso di delizie, affinché, roteando intorno la spada fiammeggiante, custodissero la via dell'albero della vita» (Gen. 3, 24).
Gli Angeli parlano con Adamo, coi patriarchi, coi profeti, ma il racconto tipico che illustra l'intervento dell'Angelo nella vita dell'uomo è dato dal libro di Tobia.
L'Angelo si offre come guida a Tobiolo, lo accompagna nel viaggio liberandolo dal pesce che vuol divorarlo, riscuote per lui presso Gabelo il denaro, libera Sara dalla persecuzione del demonio ed ottiene il suo sposalizio con Tobiolo, quindi li accompagna al vecchio Tobia cui ottiene anche la guarigione dalla cecità. Pieni di riconoscenza, Tobia e la sua famiglia, vogliono far parte dei loro beni all'incognito benefattore, ma egli si manifesta: «Io sono l'Angelo Raffaele, uno dei sette Spiriti che stiamo davanti al Signore» (Tobia 12, 15).
Nel N. Testamento l'opera dell'Angelo è frequente, specialmente a servizio di Gesù: un Angelo annuncia a Maria la sua divina maternità: «L'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea detta Nazaret, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si
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chiamava Maria. Ed entrato da lei l'Angelo le disse: Salute, o piena di grazia, il Signore è teco... Benedetta tu fra le donne... Non temere perché hai trovato grazia presso Dio, ecco concepirai nel seno e partorirai un Figlio e gli porrai nome Gesù» (Luca 1, 26-30). Un Angelo annuncia la nascita di Gesù ai pastori, mentre schiere di Angeli cantano sulla capanna di Betlemme: «Ecco, vi reco l'annuncio di una grande allegrezza che sarà per tutto il popolo. Oggi nella città di David vi è nato il Salvatore che è Cristo Signore» (Luca 2, 10-11). Gli Angeli intervengono nella fuga e nel ritorno dall'Egitto. «Partiti i Magi ecco un Angelo del Signore apparire in sogno a Giuseppe e dirgli: Levati, prendi il bambino e sua Madre e fuggi in Egitto...». «Morto Erode, ecco l'Angelo del Signore apparire in sogno a Giuseppe in Egitto e dirgli: Levati, prendi il fanciullo e la Madre di lui e va' nella terra d'Israele» (Matt. 2, 13-20). Gli Angeli appaiono nel deserto allorché Gesù vince le tentazioni: Tunc reliquit eum diabolus: et ecce angeli accesserunt et ministrabant ei: «Il diavolo lo lasciò ed ecco gli Angeli vennero a servirlo» (Matteo 4, 11).
Appare un Angelo nel Getsemani: Apparuit autem illi Angelus de coelo confortans eum: «Venne un Angelo dal cielo a confortarlo»
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(Luca 22, 43). Al sepolcro, mentre le donne stavano perplesse per non aver trovato Gesù: Ecce duo viri steterunt secus illas in veste fulgenti... et dixerunt ad illas: Quid quaeritis viventem cum mortuis? Non est hic, sed surrexit: «Ecco apparire due personaggi in veste sfolgorante i quali... dissero loro: Perché cercate il vivente tra i morti? Non è qui, è risorto» (Luca 24, 4-6). Così è ricordata l'opera degli angeli negli Atti degli Apostoli e particolarmente è messo in risalto la fede che i cristiani avevano negli Angeli.
«S. Pietro è in carcere. L'Angelo vi discende, illumina la prigione, spezza le catene, scuote il Principe degli Apostoli che dorme e lo invita a seguirlo. Dopo un buon tratto di via, Pietro rientra in sé e dice: Or veramente riconosco che il Signore ha mandato il suo Angelo e mi ha liberato. Quindi andò a casa di Maria, Madre di Giovanni detto Marco, ove stavano molti radunati a pregare. Or avendo egli bussato all'uscio del vestibolo, andò a vedere una fanciulla di nome Rode, la quale riconosciuta la voce di Pietro, per allegrezza non aprì l'uscio ma corse dentro ad annunziare che Pietro stava alla porta. E quelli a dirle: Ma sei matta. Essa però sosteneva
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la cosa. Gli altri dicevano: E' il suo Angelo» (Atti 12, 11-15).
3) L'insegnamento della storia. Tutta la Tradizione conferma la fede negli Angeli. Dice Origene: «Gli Angeli hanno cura delle nostre anime, a loro sono affidate dalla prima infanzia come a tutori».
«Grande è la dignità delle anime per avere ognuna un Angelo alla sua custodia» (San Girolamo).
Gli stessi pagani avevano l'idea di un genio tutelare che protegge l'uomo, ed Epitteto scrisse: «Ad ognuno Dio ha assegnato un genio come tutore, che non riposa e non sbaglia, in modo che anche quando vi chiuderete in camera o vi tratterrete nelle tenebre, non possiate dirvi soli. Non siete soli, ma è con voi il vostro genio».
Nella storia della Chiesa e nelle vite dei Santi si incontra frequentemente l'opera degli Angeli. La vita di S. Gemma Galgani, di S. M. Margherita Alacoque offrono numerosi fatti in cui risulta l'intervento degli Angeli. Ogni anima potrebbe narrare molti fatti della protezione dell'Angelo a suo riguardo. Quante volte, a nostra insaputa, l'Angelo ci difende e custodisce.
L'Angelo compie per l'uomo tre uffici: 1) illumina la mente con le grazie di
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illustrazione, facendo comprendere le verità, scoprendo i pericoli, ecc.; 2) fortifica la volontà esortando con le sue ispirazioni, intervenendo con la preghiera e forza nell'esercizio delle virtù; 3) soccorre il cuore prestando aiuto e guida nella preghiera, nella divozione a Maria SS. ed al SS. Sacramento; assistendo nelle pratiche di pietà, specialmente nel ricevere i SS Sacramenti.

III. - La pratica della devozione all'Angelo Custode.
S. Bernardo dice che la nostra divozione all'Angelo deve manifestarsi in tre modi: riverenza per la presenza, - fiducia per la custodia, - divozione per la benevolenza.
1) Riverenza per la presenza. L'Angelo è sempre con noi: «In qualunque luogo, in qualunque angolo ti rechi, abbi riverenza per il tuo Angelo! Se hai la fede essa ti dice che non ti manca mai la presenza dell'Angelo. Quanta riverenza ti deve incutere... Guardati dall'osare in faccia sua quello di cui ti vergogni in faccia mia» (S. Bernardo). Egli detesta il peccato, perché vuoi commetterlo? Egli desidera il bene, perché non lo compiaci? Ecce ego mittam angelum meum, qui praecedat te... observa eum, et audi vocem ejus, nec contemnendum
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putes... Quod si audieris vocem ejus, et feceris omnia quae loquor, inimicus ero inimicis tuis, et affligam affligentes te: «Ecco, io manderò il mio Angelo che vada innanzi a te... onoralo, ascolta la sua parola, guardati dal disprezzarlo... Se ascolterai la sua voce, e farai tutto quello che io ti dico, io sarò nemico dei tuoi nemici e perseguiterò chi ti perseguita» (Esodo 23, 20-22).
Gesù stesso ci esortò a rispettare gli Angeli nella persona dei bambini: Videte ne contemnatis unum ex his pusillis: dico enim vobis, quia angeli eorum in caelis semper vident faciem Patris mei, qui in caelis est: «Guardatevi dal disprezzare uno di questi fanciulli: vi assicuro che i loro Angeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli» (Matteo 18, 10).
Il nostro Angelo non abbia mai a piangere per i nostri peccati; Angeli pacis amare flebunt: «Gli Angeli della pace piangono amaramente» (Isaia 33, 7).
«Il peccato, piaga schifosa e ributtante allontana da noi l'Angelo Custode, come il fumo mette in fuga le api ed il fetore le colombe» (S. Basilio).
2) Fiducia per la custodia. Se la fede ci assicura della presenza dell'Angelo, grande deve essere la nostra fiducia nel suo aiuto.
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Ricorrere quindi a lui in ogni necessità, rivolgergli spesso le nostre preghiere; santificare il giovedì in suo onore; celebrare santamente le sue feste. L'Angelo custodisce noi con lo stesso amore con cui ama Dio e con la forza che Dio per questo gli ha conferito. Quindi la nostra fiducia deve essere fiducia illimitata. Non s'invoca mai invano l'aiuto dell'Angelo.
3) Divozione per la benevolenza, L'Angelo ci ama, dobbiamo ricambiarlo. Se si amano le persone che ci fanno del bene, quanto più si deve amare l'Angelo che è l'amico sincero e fedele, l'amico che sempre ci accompagna, che desidera davvero il nostro bene e ci aiuta contro gli assalti del demonio!
Avere grande amore agli Angeli, perché essi dovranno assisterci in morte, ispirarci confidenza in Dio e portare l'anima nostra in cielo: In Paradisum deducant te Angeli. Essi ancora proteggeranno il nostro sepolcro, come prega la Chiesa: «O Dio, per la cui misericordia riposano le anime dei fedeli, degnati di benedire questa sepoltura e di assegnarle un tuo Angelo custode; e di tutti quelli che verranno qui sepolti, le loro anime siano sciolte dai lacci del peccato, affinché in eterno si rallegrino in te assieme ai tuoi santi» (Liturgia Mortuaria).
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Non è possibile esprimere a parole tutto ciò che passa tra l'Angelo e l'anima. L'Angelo che ha ricevuto in custodia da Dio l'anima nostra nel suo primo istante di esistenza, l'accompagna fedelmente vegliando giorno e notte finché l'avrà introdotta nell'eternità.
La presenza dell'Angelo ci sia molto viva e cerchiamo di modellare la nostra vita sulla vita dell'Angelo che ci custodisce e sull'amore grande che ha per noi Dio.
PREGHIAMO. - O Dio, che con ineffabile Provvidenza ti degni di deputare a nostra custodia i tuoi Angeli, concedi a coloro che ti invocano, d'essere continuamente difesi dalla loro protezione e di godere per sempre della loro compagnia.

(Dal Messale)


ESEMPIO

Morte assistita dall'Angelo Custode

Molti sono i santi, che in punto di morte goderono della visibile presenza del loro santo Angelo tutelare.
S. Giovanni Gualberto, tre giorni prima di morire vide presso il suo letto un giovane di vaghissimo sembiante, il quale si mise a servirlo con grande amorevolezza. Disse il santo ai suoi religiosi: Perché quando scendeste a desinare non menaste con voi questo giovane? Quelli, a cui l'Angelo non era visibile, gli risposero: Di qual giovane parli, o Padre? Ed egli: Parlo di questo bellissimo giovane, che con tanta cura mi sta servendo. Allora il beato Leto, abbate di
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Passignano, scorto da lume celeste, disse, che quel giovane a lui solo visibile era un Angelo del cielo. A tali parole, Gualberto comprese che era il suo Angelo Custode, visibilmente apparsogli per assisterlo, consolarlo e condurne l'anima in Paradiso.
Anche a S. Margherita da Cortona, apparve in morte il suo Angelo tutelare. Avendola l'infernale spirito assalita con una veemente tentazione di diffidenza, venne l'Angelo visibilmente ad aiutarla e difenderla. Voltatosi dapprima al demonio, lo discacciò con queste parole: Che hai tu da fare con questa anima, che il Signor nostro collocherà nel coro dei Serafini? Indi prese ad animare Margherita: Non temere, le disse, perché io, custode dell'anima tua, che è nobile tempio di Dio, sono sempre teco.
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