MEDITAZIONE VIII
Esame di coscienza
SACRA SCRITTURA
«Pregate anche per noi il Signore Dio nostro, perché abbiamo peccato contro il Signore Dio nostro, e il suo furore fino a questo giorno non si è allontanato da noi. E leggete questo libro che vi abbiamo mandato perché sia letto nel Tempio del Signore, in un giorno di festa... Al Signore Dio nostro la giustizia, a noi invece la confusione della nostra faccia... Abbiamo peccato innanzi al Signore Dio nostro, non abbiamo avuto fede, abbiamo diffidato di Lui e non siamo stati a Lui soggetti, non abbiamo dato retta alla voce del Signore Dio nostro per camminare secondo i precetti che Egli ci diede. Dal giorno in cui il Signore trasse i nostri Padri dalla terra d'Egitto fino a questo giorno noi abbiamo
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rifiutato di credere al Signore Dio nostro e senza riflessione ci siamo allontanati per non sentire la sua voce. Così come oggi si vede, ci sono venute addosso grandi sventure, e le maledizioni che il Signore minacciò per mezzo di Mosé, suo servo, il quale trasse i nostri Padri dalla terra d'Egitto, per darci una terra dove scorre latte e miele. Noi non siamo stati a sentire la voce del Signore Dio nostro in tutte le parole dei Profeti che ci ha mandati: ciascuno di noi ha seguito le inclinazioni del malvagio suo cuore, è andato a sentire gli dei stranieri e a fare il male sotto gli occhi del Signore Dio nostro»
(Baruc 1, 13-22).
*** Compito di ogni anima sulla terra è di raggiungere la salvezza, di santificarsi: «Haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra».
Il primo passo da compiere nella via della perfezione è quello di evitare il peccato, vincere e correggere i proprii difetti; volgere al bene le proprie inclinazioni. La pietà deve in primo luogo portare al lavorio spirituale, alla riforma di noi stessi: a questo è indirizzato l'esame di coscienza che è la pratica di pietà più efficace e decisiva per il progresso dell'anima.
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Fermiamo su questo argomento la nostra considerazione:
1) Che cosa è l'esame di coscienza; 2) le sue varie specie; 3) sua importanza e necessità; 4) il modo pratico di fare l'esame di coscienza.
I. - Che cos'è l'esame di coscienza.
L'esame di coscienza è la ricerca sulle mancanze e sul progresso spirituale; e, più chiaramente e in modo più completo, si può dire: l'esame di coscienza è un'inchiesta sullo stato dell'anima.
Il medico che visita accuratamente una persona non considera solo se è esente dai mali, ma studia lo stato vero di salute, la resistenza e attitudine per determinati ambienti, uffici, studi, ecc.
Così l'esame di coscienza deve ricercare lo stato d'animo e le eventuali malattie. Comprende quindi due parti: una positiva ed una negativa.
La prima considera le grazie ricevute, la seconda esamina la corrispondenza. Anche il giudizio particolare e universale sarà fatto secondo questo ordine e il Giudice Divino presenterà il libro a due colonne su cui saranno notate da una parte le grazie e dall'altra la corrispondenza.
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Secondo questa disposizione, altro sarà l'esame della madre di famiglia e altro quello di una figliuola; altro quello di una persona dedita a molte opere esterne e altro quello di persone dedite a vita contemplativa; altro ancora sarà l'esame di chi vive nel secolo ed ha mezzi comuni di perfezione, altro quello delle anime religiose provvedute di tanti mezzi, avvisi, consigli, istruzione, regole, sacramenti, preghiera, vita comune... ossia di tutti gli aiuti che servono per una buona formazione religiosa, morale, intellettuale.
Oltre queste grazie, che distinguono uno stato di vita dall'altro, vi sono i doni ricevuti da ogni anima in particolare: la luce alla mente, le ispirazioni, le mozioni interiori, le grazie speciali per circostanze, per condizioni fisico-psicologiche... Ogni anima ha le sue grazie particolari e secondo queste dovrà pure stabilire il suo esame di coscienza.
L'esame quindi deve sempre essere completo: vedere le grazie e gli obblighi, parte negativa; vedere la corrispondenza alla grazia, parte positiva.
Quanto alla parte positiva l'esame di coscienza non deve solo ricercare le mancanze, ma anche il lavorio positivo diretto. Non solo vedere la colpa ma anche le omissioni e la lotta. «Entrate nel vostro cuore, dice Ugo da
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S. Vittore e scrutatelo con tutta diligenza; considerate donde venite, dove andate, che fate, in qual modo vivete, che cosa perdete, che cosa guadagnate, se progresso o regresso sia il vostro vivere quotidiano, quali pensieri vi occupino, quali affetti vi dominino, da qual parte più frequentemente e più fortemente il nemico vostro vi assale; e quando voi conoscerete lo stato vostro interiore ed esteriore, non solamente quel che siete ma quel che dovreste essere, allora da questa conoscenza di voi medesimi vi innalzerete alla contemplazione di Dio».
L'esame di coscienza non deve essere lo sconforto dell'anima, ma l'atto della profonda umiliazione e della grande confidenza in Dio.
L'umiltà si stabilisce fortemente con l'esame di coscienza.
II.- Varie specie di esame di coscienza.
L'esame di coscienza può essere: annuale, mensile, settimanale, quotidiano.
[1)] L'esame annuale ha due parti: a) considerare le grazie di tutta l'annata; b) considerare la corrispondenza avuta nell'anno.
L'esame annuale si fa negli Esercizi Spirituali. E' una preparazione annuale alla morte e ci mette davanti a Gesù come al giudizio.
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Ante judicium interroga teipsum, et in conspectu Dei invenies propitiationem: «Prima del giudizio esamina te stesso, e troverai misericordia dinnanzi a Dio» (Eccli. 18, 20). Scrutamur vias nostras et quaeramus: «Esaminiamo e discutiamo le nostre vie» (Ger. Lam 3, 40); Recogitabo tibi omnes annos meos in amaritudine animae meae: «Ripenserò innanzi a te tutti i miei anni, nell'amarezza dell'anima mia» (Isaia 38, 15).
Quali sono le grazie della vita da considerarsi nell'esame annuale? Possono essere molto diverse. Altre sono le grazie di chi è chiamato alla vita ordinaria dei semplici fedeli, altre le grazie di chi ha una vocazione speciale; altre sono le grazie di chi ha ricevuto una buona educazione, altre invece quelle di chi fu quasi abbandonato a se stesso e cadde nel peccato.
E quali saranno le grazie dell'annata? Questo dipende dalle varie condizioni in cui l'anima si è trovata, dai vari uffici occupati. L'esame dovrà considerare tutto. Da questo scaturisce la seconda parte: come ho corrisposto nella vita? come ho corrisposto nell'annata?
Dall'esame completo nasce poi il proposito di fare una confessione annuale, o straordinaria o generale, secondo il bisogno dell'anima per la sua tranquillità.
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2) L'esame mensile. Anche questo ha due parti e riguarda specialmente le grazie e la corrispondenza del mese trascorso.
Sarà diversa la condizione di chi ha passato tutto il mese o buona parte di esso ammalato, e di chi invece l'ha trascorso con buona salute, nella molteplicità delle opere quotidiane di bene, nell'esercizio dell'apostolato, nella possibilità di compiere tutti i doveri di stato, nella vita comune regolare.
Questo esame porta alla confessione mensile.
3) Lo stesso si deve ripetere per l'esame settimanale. Anche qui si considerano le grazie ed i doveri della settimana trascorsa e la corrispondenza avuta, disponendosi alla confessione settimanale. Questo esame diligente e completo, qualora non avesse luogo la confessione settimanale, darebbe pure all'anima nuova forza nel bene.
4) Così l'esame quotidiano esamina le grazie e la corrispondenza della giornata. Ringrazia il Signore del bene fatto e chiede perdono del male. Su questo esame insistono gli stessi pagani. Dice un poeta: Non prius in dulcem declines lumina somnum, quam prius exacte reputaveris acta diei: «Non lasciare che i tuoi occhi si chiudano al sonno, prima che tu abbia esaminato le azioni della giornata».
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In tutti questi casi si tratta sempre di esame generale perché si considera l'andamento, lo stato generale dell'anima.
Vi sono poi due altre specie di esame: a) il preventivo che si fa al mattino per la giornata, oppure a mezzogiorno per il rimanente del giorno, e consiste nel prevedere le occasioni di cadute e prendere i mezzi per evitarli;
b) il particolare, che si fa su un punto speciale. Esso mira a ciò che maggiormente ci preoccupa: la passione predominante, una tentazione che più ci travaglia, una virtù da acquistare, ecc.
Questo esame si può fare nella visita al SS. Sacramento o alla sera unito al generale.
III. - Importanza e necessità dell'esame di coscienza.
1) E' mezzo sicuro per correggere i difetti. Senza esame non si accetteranno neppur le correzioni. Chi sa dire quali pensieri, quali sentimenti vani e cattivi, quante trascuratezze nelle parole e negli atti, si avrebbero senza l'esame di coscienza? Siamo terra, e la terra che non si coltiva dà i suoi frutti: terra dedit fructum suum (Giacomo 5, 18). Se non si vigila, il cuore e la vita tutta, diventa un campo di ogni erbaccia. Per agrum hominis pigri
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transivi, et per vineam viri stulti: et ecce totum repleverant urticae, et operuerant superficiem eius spinae, et maceria lapidum destructa erat: «Sono passato per il campo dell'indolente, e per la vigna dello stolto, ed ho trovato tutto ingombro di ortiche, la siepe era sfasciata, le spine ne coprivano la superficie» (Prov. 24, 30-31).
Chi non si esamina sarà presto preda del nemico: Cum autem dormirent homines, venit inimicus eius, et superseminavit zizania in medio tritici: «Intanto che i servi dormivano, venne il nemico e seminò il loglio sopra il buon grano» (Matt. 13, 25).
2) E' un mezzo necessario per progredire. L'esame ci porta infatti a conoscere le grazie e i doveri. Chi non considera mai le grazie non può corrispondervi, e forse, pur avendo molte qualità, non le farà fruttificare. L'esame invece, ci porta ad usare i mezzi migliori per corrispondere a tutte le grazie. Chi non si esamina va molto facilmente mendicando consigli e aiuti dove non si possono trovare.
L'esame rende l'anima vigile: Videte vosmetipsos: «Esaminatevi ed imparate a conoscervi» (II Giov. 1, 8). «Io starò sul mio posto di guardia, diceva Abacuc, e fermerò il piede sopra la fortezza, e starò attento, per vedere ciò che mi sarà detto, e che
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abbia a rispondere a chi mi riprende» (Ab. II, 1); Custodiam vias meas: «Vigilerò su me stesso (Salmi 38, 1).
E' necessario esaminare bene noi stessi: la mente, la volontà, il cuore, i sensi esterni, i doveri quotidiani e quelli del proprio stato per impedire che germoglino e crescano difetti.
«Nessuno - diceva S. Bernardo ai suoi religiosi - vi ama più di voi medesimi, e nessuno vi giudicherà più fedelmente di voi medesimi. Fate dunque al mattino una rivista della notte e stabilite i mezzi più adatti per bene impiegare il giorno che comincia; la sera poi, chiedetevi conto del giorno trascorso e risolvete di passare santamente la notte. Con questo mezzo voi diventerete quasi impeccabili». «Il conoscere se stesso è la massima e più eccellente istruzione, perché chi conosce se stesso conosce Dio» (Clem. Aless.).
S. Ambrogio insegna che la conoscenza di se medesimo deve precedere quella di Dio, e che alla conoscenza di Dio non si arriva se non con la conoscenza di sé stesso e per mezzo delle opere buone.
Ora dove mai l'uomo impara a conoscere se stesso se non nell'esame di coscienza? Perciò S. Bernardo dice: «Applicati a conoscere te stesso, poiché sarai molto più buono e più
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lodevole se conoscerai te stesso, che se, ignorando te stesso, tu fossi istruito... in tutte le cose celesti e terrestri». Quindi tutti i santi hanno posto il loro progresso nell'esame di coscienza. La Chiesa lo propone e lo raccomanda a tutti, specialmente ai religiosi.
Senza esame di coscienza come potremo fare la confessione settimanale, mensile, annuale? Senza esame come potremo andare a riposare tranquilli? Esaminiamo dunque il passato per correggere i difetti e per progredire nella virtù.
IV. - Come fare l'esame di coscienza.
Il metodo più perfetto è quello insegnato da S. Ignazio di Loyola, e comprende: 1) Due atti preparatori: mettersi alla presenza di Dio e preghiera.
2) Cinque punti dell'esame particolare e cioè: a) ringraziare Dio per le grazie ricevute nell'anno, mese, settimana, giornata. Perciò è bene farsi un elenco delle grazie principali ricevute in vita e di quelle che più ci hanno colpito; b) pregare per conoscere i proprii difetti e detestarli; c) esame, ossia ricerca delle colpe; d) pentimento; e) proposito e preghiera.
Per la maggior efficacia dell'esame di coscienza è utile osservare alcune cose:
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1) L'esame di coscienza sia preceduto da molta preghiera.
2) L'esame di coscienza o ricerca dei peccati sia diligente, ma senza affanni, e miri a scoprire non tanto la colpa quanto la volontà nella lotta.
3) Dare molta importanza al dolore, considerando la bontà di Dio a nostro riguardo, la passione di Gesù, le verità eterne.
4) Fare un buon proposito. Sarebbe inutile vedere le macchie senza determinare di toglierle. L'esame sarà tanto più efficace quanto più ci porterà alla pratica del bene.
5) Chiudere l'esame con la preghiera. Senza la preghiera sarebbero vani tutti i propositi: Sine me nihil potestis facere (Giov. 15, 5). Tutto ci viene dalla preghiera... E si ritenga sempre bene che il demonio tenta prima di tutto di far lasciare la preghiera e per prima l'esame: vigilanza dunque e preghiera.
PREGHIAMO. - Per ottenere il dolore e il pentimento dei peccati.
«O Dio onnipotente e clementissimo che hai fatto scaturire dalla pietra una fonte di acqua viva per dissetare il tuo popolo, cava dalla durezza del nostro cuore le lacrime della compunzione; affinché possiamo piangere i
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nostri peccati, e meritiamo di ottenerne, per la tua misericordia, la remissione».
«
Dio che non rigetti nessuno, ma per quanto peccatori, ti plachi, nella tua bontà, a cagione della penitenza; riguarda propizio alle nostre umili preghiere, e illumina i nostri cuori, affinché possiamo adempiere i tuoi precetti».
(Dal Messale: preghiere varie)
ESEMPIO
San Giovanni BerchmansPer muovere e tenere lontano da sé ogni difetto di qualsivoglia sorta, S. Giov. Berchmans fece uso continuo dell'esame di coscienza, tanto lodato e raccomandato da S. Ignazio nel libro dei suoi Esercizi Spirituali e tanto necessario a chi attende alla perfezione religiosa. Faceva l'esame chiamato generale due volte al giorno mattina e sera con gli altri della Compagnia alle ore determinate; e di più ogni dì faceva l'esame detto particolare in tempo determinato, ma variava l'ora di farlo secondo le stagioni e le varie occupazioni che aveva, come si fa nella Compagnia: ed egli medesimo mi disse circa un mese prima di morire, e di più ha lasciato scritto, di non aver mai tralasciato di fare ogni dì ai suoi tempi, questi tre esami; e che per tutto non aveva mai tralasciato, né gli esami, né l'orazione... Anzi aveva proposto, di non lasciare di farli, quando ben si fosse trovato nel letto ammalato, e per mezzo di essi diceva che si può arrivare a gran purità e perfezione. Tornando un giorno dal Gesù:
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dov'era stato ad udire una esortazione del Padre Generale, disse al compagno: «E' bene che per la strada andiamo facendo l'esame di coscienza, perché in collegio già sarà suonata l'ora di farlo». Lo stesso disse ad un altro ritornando una domenica mattina dalla Trinità di Pontesisto, dov'era stato ad aiutare per la comunione generale. In un giorno di vacanza fra la settimana trovandosi a passeggiare con un suo condiscepolo per la vigna, poco prima dell'ora del desinare, gli disse: «Fratello, io soglio in questo tempo fare un poco d'esame di coscienza»; e ciò detto si licenziò da lui e cominciò a farlo; e procedeva in simili cose con libertà, senza alcun rispetto umano.
Quanto all'esame particolare, soleva dire che per estirpare i vizi e piantare le virtù ed acquistare la purità dell'anima, non v'era miglior mezzo di un diligente e continuato esame particolare; e per muovere se stesso a farlo come si deve, considerava due cose: la prima come Sant'Ignazio, mentre studiò a Parigi, lo fece diligentissimamente; la seconda quanta stima di questo esame particolare avessero i nostri Padri. Ed egli osservava continuamente tutti gli avvenimenti o regole, che di questo esame insegna e scrive Santo lgnazio nel libro degli Esercizi Spirituali: o se per caso e dimenticanza nel farlo avesse tralasciato alcun avvertimento, oltre all'imporre per ciò a se stesso una buona penitenza, andava spontaneamente ad accusarsene al Superiore o al Padre prefetto spirituale, dicendo che questo gli serviva per freno e per uno stimolo di stare più avvertito altre volte. Inoltre nel giorno nel quale egli cominciava a fare l'esame sopra qualche vizio o sinistra inclinazione, per esempio sopra la superbia, cominciava allora a fare due atti della virtù contraria, cioè dell'umiltà, uno la mattina e l'altro dopo desinare; il secondo dì aggiungeva due altri atti; il terzo due altri e tanti ne cresceva di mano in mano
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che arrivava a molte decine, ed è meraviglia come egli non offendesse per ciò gravemente il capo in tante altre maniere affaticato: e la stessa moltiplicazione di atti virtuosi faceva, quando l'esame suo particolare era sopra l'acquisto di qualche virtù.
Per mezzo di questi tre esami, che faceva ogni dì con molta applicazione d'anima e diligenza, aveva acquistata perfetta conoscenza di se stesso e s'avvedeva d'ogni minimo pensieruccio, che gli passasse per la mente, d'ogni affetto, d'ogni primo moto, d'ogni inclinazione che sentisse.
(Vita di S. Giovanni Berchmans del Cepari. Pag. 76).
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