Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXI. L'INCORPORAZIONE A CRISTO (III) (1)
Se assicuriamo il progresso nella vita religiosa, si può dire che tutto è assicurato, cioè la santità. Se in primo luogo si fanno sempre meglio le pratiche di pietà, meglio l'esame di coscienza, meglio la meditazione, meglio la visita, meglio la messa, comunione, confessione..., dopo un certo tempo queste pratiche sono migliorate, accompagnate non solo dal raccoglimento, ma dall'umiltà e dalla fede?
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Progresso significa: povertà più precisa, castità più delicata, obbedienza più pronta, più generosa. Progredire: l'osservanza delle costituzioni e poi sentire di fare meglio l'apostolato, meglio il catechismo, meglio il trattamento coi bambini, meglio quello che riguarda la gioventù femminile e il lavoro progressivo nelle parrocchie. Dico questo perché è il vostro apostolato, e la stessa cosa si deve dire riguardo all'apostolato che è per altri istituti.
Poi la vita quotidiana: di bontà, <di servizievole> di /servizio/ (a) vicendevole, più carità vicendevole, in maniera che ci sia sempre più istruzione.
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E man mano che si va avanti e [ci] si impegna, <e si a> e si /prendono/ (a) anche uffici superiori, sentirsi <più ser> più servizievoli, cioè sentire <di ser> di dover servire proprio le persone che stan soggette. Perché? Perché il dirigere vuol dire servire. Vuol dire servire in bontà e carità. E perciò tutte le altre virtù: fede più viva, e poi speranza più ferma, carità più ardente; specialmente mirare all'amore perfetto a Dio: glorificare Dio.
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Glorificare il Signore: cercare la sua gloria e di cuore il Gloria Patri, il Magnificat, il Te Deum, poi i salmi che portano alla lode, poi tante altre orazioni che sono <indi> indirizzate alla lode di Dio, alla gloria di Dio, alla riconoscenza a Dio. Sì.
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Persone che quindi, dopo il noviziato, dopo dieci anni, dopo venti anni si sentono sopra una strada molto più elevata. E l'anima è tesa verso le vette, verso le altezze. La via! Quindi maggiore amore <alla per> alla mortificazione: "Se vuoi venire dietro di me, rinnega te stesso" [cf. Mc 8,34]. Il rinnegamento di noi stessi. E poi: "Vieni e seguimi" [Mt 19,21], se vuoi essere perfetto, sì.
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Sentire se veramente progrediamo. E siccome è il dovere fondamentale <e compl> e comprende tutti gli altri doveri religiosi, il progresso, allora c'è la santità. Perché sono due gli articoli <prin> importantissimi, fondamentali, ma il primo contiene anche il secondo, perché se [ci] si vuole perfezionare: "Se vuoi essere perfetto" [Mt 19,21], allora il secondo articolo che riguarda l'apostolato <è anche> viene anche osservato. E' sempre migliorato, quando noi cresciamo nell'amore a Dio, nell'amore sempre più perfetto al Signore.
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Ricordare [questo] (a): se vogliamo realmente progredire, vivere in Gesù Cristo. E Gesù Cristo che viva in noi. Gesù Cristo è la via, ed è la verità, <ed è la vi> ed è la vita [cf. Gv 14,6], sì. E' la via, Gesù. E' la via: è già ricordato perché non c'è la salvezza in altro, <in altro> in altra persona per la salvezza. Tutti coloro che si son salvati nell'antico testamento, si son salvati nella confidenza, nella fiducia del Messia che è promesso da Dio. E così tutti quelli dell'antico testamento che si son salvati e si son fatti santi come i profeti, i patriarchi ecc.: la fiducia nel Messia venturo.
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E adesso, dopo che Gesù è venuto, la salvezza è soltanto in Gesù Cristo. Cioè riconoscere Gesù Cristo e credere all'insegnamento, <alla alle> alle verità che ha rivelato e seguirlo, cioè imitarlo, Gesù Cristo, e vivere la sua vita di grazia sempre di più. Sempre di più! Gesù Cristo ha detto dunque: "Io sono la via" [Gv 14,6]. Il senso di questo è: imitare Gesù Cristo. Imitare come egli ha operato e gli esempi che ci ha lasciato, e poi seguire quello che Gesù Cristo ha insegnato con la sua parola. Egli coepit facere [At 1,1], prima ha dato l'esempio, e poi lo ha insegnato.
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Come è nato il bambino Gesù? Ha cominciato a darci l'esempio: profonda umiltà. Egli, figlio di Dio incarnato, nasce in una grotta, dove sono animali. Eh, l'umiltà! Ecco l'esempio! Poi a suo tempo dirà: "Imparate da me, /che son mansueto/ (a) ed umile di cuore" [Mt 11,29]. Prima ha fatto, poi ha insegnato, lo ha predicato. Così: erat subditus illis [Lc 2,51], stava Gesù sottomesso a Maria ed a Giuseppe.
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Poi più tardi, quando ha predicato, ha predicato l'obbedienza. Ha predicato l'obbedienza. Eh, l'ha predicata in tante maniere, fino: factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis [Fil 2,8]. Si sottomise alla volontà del Padre sino a essere crocifisso.
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Propter quod et Deus exaltavit illum [Fil 2,9]. E siccome <si> ha obbedito fino alla morte di croce, dopo ebbe il premio, cioè come si era umiliato così venne risuscitato e così salì al cielo. Così <tutte le le> le varie *** <delle> date della vita di Gesù: sempre modello. Modello di carità, modello di bontà, modello di attività, di lavoro, di preghiera, di raccoglimento. E questo, dopo l'ha predicato, sì. Ecco. Allora Gesù Cristo è la via.
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Meditare la sua vita e leggere il Vangelo attentamente, versetto per versetto. Passando bene ciaschedun versetto, fermarsi, riflettere. Ecco: vi è l'esempio nella sua sofferenza, cominciando dalla passione nel Getsemani. La sofferenza. Ed egli, Gesù, ha detto: "<Se vuole> /Chi/ (a) vuol [venire] dietro /di/ (b), me, /prenda la sua croce e mi segua, rinneghi se stesso/ (c)" [Mt 16,26 e par.]. Quindi egli ha portato la croce, egli ci invita a seguir la croce.
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Perciò non si può trovar un libro di ascetica migliore, no affatto. Si van cercando libri varii, che sono anche alle volte veramente buoni, utili. Ma santa Teresina diceva: "Ora non mi piace più nessun libro eccetto che il Vangelo. E questo mi basta e mi soddisfa". Se si sente difficoltà e ripugnanza, oppure si passa il Vangelo così <con>... <fredda> freddamente e senza riflettere, è segno che noi non seguiamo l'ascetica.
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Ascetica e mistica è tutta in Gesù Cristo. tutta in Gesù Cristo. Ma uno dice: la scuola benedettina... la scuola salesiana... la scuola francescana, ecc. Ma tutte sono spiritualità che hanno qualche cosa, sì, hanno qualche cosa, ma generalmente hanno spiritualità che sono derivazioni e conseguenze. Se si vuole avere una divozione, <la divo> se si vuole un'ascetica è la cristiana: cioè tutto Gesù Cristo. Perché, supponiamo una scuola, una scuola di spiritualità guarda una parte del Vangelo. Ma noi vogliamo il vivere Gesù Cristo, il tutto Gesù! Quindi la spiritualità cristiana è piena, è perfetta, è completa. E non c'è un'altra!
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Se aggiungiamo qualche volta la parola "paolina", è per indicare questo: come san Paolo ha insegnato a penetrare Gesù Cristo nell'intimo, cioè la vita di Gesù che si conosce <nelle su> nelle sue parti esteriori. Ma qui san Paolo spiega come è la vita di Gesù Cristo in noi, quando noi viviamo in grazia e cioè noi siamo in Gesù Cristo.
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Quando si dice corpo mistico, cosa si intende? S'intende <che Gesù> Gesù Cristo più noi, cioè Gesù il capo e noi le membra. E siccome egli domina allora quando egli è in noi, allora ispira i movimenti, guida i movimenti. Gesù, quando vive in noi perché siamo in grazia, egli adora per noi, egli glorifica il Padre per noi, egli ripara tutte le nostre mancanze per noi, e poi <santifica per>, santifica noi sempre. Opera, ispira, guida! <Il mist> Quel che san Paolo dice: il mistero di Cristo, oppure il sacramento nascosto che è in noi. Ma è sempre la vita cristiana che è spiegata in tutto.
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Ma san Paolo fa il rilievo e nota [di] più questa vita di Gesù Cristo: come è vissuto e come vive in noi. E come vive in noi: questo è il mistero di Cristo in noi. Quindi si può aggiungere in qualche maniera: cristiana paolina, perché è la <prof> maggior profondità dell'ascetica e della mistica.
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Quando si arriva lì <si è> si è veramente in alto, in una posizione sopra - diciamo - sopra un pianerottolo della scala. Cioè la scala per salire al cielo, e poi vi sono pianerottoli, cioè si va <sal sal> salendo <un> un tratto della scala, un altro, un altro quando uno vive il mistero di Gesù Cristo in noi. Perché e lo sentiamo e lo viviamo, siamo sopra una posizione, un pianerottolo alto: oh, ecco, in una posizione di vita cristiana completa e vita di santificazione.
Ci sono anche i gradi si capisce, ma siamo nella maggior possibilità: "Vivo ma non più io, ma vive in me Gesù Cristo" [cf. Gal 2,20].
E san Giovanni della Croce "Su questo monte abita soltanto l'unione e la gloria di Dio".
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Cioè, quando l'anima vive così in Gesù Cristo, ha i pensieri di Gesù, i quali sono due: gloria a Dio, pace gli uomini. Gloria a Dio, di santificazione nostra; pace agli uomini: l'apostolato che diamo alle anime.
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Quindi è la via Gesù Cristo. Perciò considerare le sue virtù, la sua vita e considerare i suoi insegnamenti. I suoi insegnamenti! Tante volte il Vangelo non è mica poi spiegato tanto bene. <E'> meglio tante volte leggere la parola genuina. E quante volte i commenti ci raffreddano anziché scaldare lo spirito, l'anima, il cuore. "Io sono la via" [Gv 14,6]. E' la via per andare al Padre. La via, Maria, per andare a Gesù; Gesù la via per andare al Padre, cioè il gaudio eterno, la glorificazione eterna di Dio.
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Gesù Cristo ha detto che è la verità. La verità che cosa significa? Significa che egli, il Signore Gesù ci ha rivelato quello <che è> che era necessario <che noi> che noi sapessimo per andare in cielo: "Io sono la verità" [Gv 14,6].
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Gesù Cristo aveva una scienza quadruplice: la scienza divina, la scienza beatifica, la scienza acquisita e la scienza infusa. Ma egli non ci ha dato l'infinito della sua scienza. Quando saremo in cielo ci sarà la visione, cioè si penetreranno tanti misteri: <si ca sa> si capirà il mistero dell'eucaristia e il mistero della Trinità. Si capiranno tutte quelle verità che noi crediamo e che tante volte non comprendiamo, ma in cielo c'è la visione di Dio. Il Signore ci ha rivelato quelle verità necessarie e se noi crediamo: la fede, ecco. Allora ecco "son la verità", così che noi pensassimo come Gesù.
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Quando si legge e si medita profondamente la dottrina di Gesù Cristo, ecco, i pensieri di Gesù vengono in noi. In noi, e noi <in lu> in lui. Quindi san Francesco di Sales: "Gesù, /sii/ (a) tu il mio cervello. Tu che pensi in me. E cioè mi dia i tuoi pensieri, che viva di fede, dell'insegnamento che hai dato. Che ragioni secondo <quel che quel Gesù> quello che Gesù ha insegnato".
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Sì. <E al> Ecco, con questa fede che noi esercitiamo, quanti meriti! Sì! Come il mistero dell'incarnazione, passione, morte, risurrezione e glorificazione. E quanti misteri per adesso! E quanto poco ne sappiamo! Anche i più grandi sapienti che cosa sanno? Com'è la sublime dottrina di Cristo? Dicevano di lui quando lo sentivano parlare: "Nessun uomo ha mai parlato come lui" [Gv 1,46].
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Le più famose ideologie dei così detti geni dell'umanità impallidiscono e sfumano di fronte ad un solo versetto del sermone della montagna - un solo versetto -. Che sono poi stati confermati dalla passione, <nella> specialmente nelle tre ore di agonia. La sua morale avviata nei divini paradossi delle beatitudini è compiuta nelle sette parole pronunciate mentre agonizzava sulla croce.
L'anima che vuole trovare la vera via per andare a Dio, non deve far altro che aprire il Vangelo e attingere la verità che da esso promana. Ecco.
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Che gusto c'è in noi? Che cosa siamo desiderosi di conoscere? Quali letture? Quali notizie? Quali discorsi? Quali sono i pensieri che dominano in noi? Persino <nella med> nella preghiera, qualche volta, nelle distrazioni... Il pensiero che piace a Dio: tutto quel che è buono, quel che è vero, quel che è santo, ecc., come dice san Paolo. Santificare questa nostra testa, questo nostro cervello.
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Nessun merito si fa senza il pensiero. E nessun peccato si fa senza il pensiero. E cioè, prima di fare un'opera che sia meritoria, che piaccia a Dio, il pensiero: prima capirlo e quindi poi *** farlo. E se c'è un pensiero cattivo, ecco lì è la radice del male. Perché poi dal pensiero <viene> viene l'azione cattiva. E quella persona ha delle invidie verso quell'altra e dopo ne parla male. Ma il pensiero è sempre, che è la radice e delle opere buone, dei meriti, e delle opere cattive, dei demeriti.
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Santificare questa mente è la prima santificazione. Perciò le virtù <che> che comprendon le altre son le teologali, ma la prima è la fede. Quindi la santificazione della mente. E non solamente dei misteri credere, ma quel che è buono. Per esempio quello che imparate nella scuola, quello che studiate per fare l'apostolato, quello che studiate per capire la vita religiosa, <la vi> le costituzioni, ecc.
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Persone che son divotissime delle costituzioni: le leggono e le rileggono, dopo il Vangelo. Perché se noi conosciamo meglio la vita di Gesù, nei suoi esempi e nella sua predicazione. *** (a) Oh, questo in un'altra meditazione.
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Intanto pensare che Gesù Cristo è proprio la via. E se non ce n'è un'altra bisogna prender proprio lui. No? Se invece di prender la strada che va a Roma, si prende la strada <che> che va in un'altra città... La via del paradiso è Gesù Cristo. E non ce n'è un'altra via. Non ce n'è un'altra: Gesù Cristo è l'unica via. L'unica via! Oh, l'unica forma possibile di santità nel piano attuale della divina provvidenza è solamente questa: Gesù Cristo.
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Dunque ricavare qualche frutto da questa meditazione. Prima la via, e secondo la verità. Basta! Poi considereremo Gesù Cristo la vita, cioè la vita di grazia in noi.

Ariccia (Roma)
2l settembre 1964

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(1) Ariccia (Roma) 21 settembre 1964

612 (a) R: servizievole, servizievole.

613 (a) R: prende.

617 (a) R: questo che.

619 (a) V: perché sono dolce.

622 (a) V: se qualcuno.
(b) V: a.
(c) V: rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua

633 (a) R: sia.

639 (a) Finisce qui la prima facciata del nastro. E' presumibile che nel girarlo si siano perse alcune frasi.