Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XIV. MARIA (II) (1)*
Quando si dice: aver una divozione a Maria, non è /soltanto per/ (a) consigliare una nuova divozione; ma la divozione a Maria nel lavoro di santificazione /è importante/ (b). Da una parte è essenziale la divozione a Maria. E secondo: è fondamentale, se si vuol veramente consolidarsi nelle virtù.
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Non solo fortificarsi qui mentre si è in casa, nella casa madre, ma per resistere alle difficoltà che s'incontrano nella vita e nei vari luoghi di apostolato.
Ma solo il consolidarsi è una parte! Occorre poi che l'anima sia sempre tesa verso la santità. Molte anime vivacchiano così: press'a poco gli stessi pensieri, gli stessi difetti, le stesse mancanze e anche fanno qualche volta dei propositi, ma non c'è quella tensione dell'anima verso la santità.
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Perché noi abbiamo bisogno di questa divozione a Maria? Maria è la madre di Dio, di Gesù Cristo, * cioè il figliuolo di Dio incarnato. E perché ella è stata la madre di Dio, ha una dignità quasi infinita. Quasi infinita perché il suo figlio è Dio. E' Dio: Dio fatto uomo.
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Ragioniamo così: se uno vuole raggiunger la santità deve aver le virtù. E' necessario acquistare le virtù. Ma per acquistare le virtù, che cosa è necessario? E' necessaria la grazia di Dio - ottenuta la grazia - ottenuta da Maria. Maria ha trovato la grazia: Invenisti apud Deum gratiam [Lc 1,30], e cioè l'arcangelo diceva a Maria che ella aveva trovato grazia presso il Signore.
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Tutti gli antichi patriarchi, i santi dell'antico testamento, i profeti erano stati veramente persone degne, buone; ma avevano solamente procurato la grazia per sé, individualmente.
Maria ha trovato la grazia per sé, la sua santità, e per noi. E per noi! Invenisti gratiam apud Deum [Lc 1,30], perché Maria doveva essere la madre del figliuolo di Dio incarnato. Maria quindi era destinata ed ebbe veramente questa grande sua missione: essere la madre di Gesù Cristo.
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Gesù Cristo è la grazia, e Maria, che è madre di Gesù Cristo, è Mater divinae gratiae quindi. Madre della divina grazia. Ora, ecco, la grazia che ha conquistato il figlio è in mano /a Maria/ (a). In mano /a Maria/ (a) perché il Padre celeste ha costituito Maria tesoriera e amministratrice e dispensatrice della grazia. Ella ha in mano <la questa> la grazia; ne è tesoriera: come una cassaforte della grazia. E Maria allora distribuisce <la sua> la grazia, ne dispensa come una madre che dispensa ai figli - supponiamo - gaudio *** (b). Dispensatrice della grazia.
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Ma notare quattro frasi: Maria dà la grazia a chi vuole; secondo: dà la grazia come vuole; e terzo: dà la grazia quando vuole; e poi dà la grazia nella misura che vuole.
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Dà la grazia a chi vuole. A chi vuole Maria dare la grazia? Alle anime che hanno due disposizioni: l'umiltà e la fede. Maria, quando l'arcangelo ebbe annunziato a lei che sarebbe stata la madre di Dio, che cosa ha dichiarato? Non disse che era una bella cosa diventar la madre di Dio, ma disse: "Io sono la serva. Ecco l'ancella del Signore". Ecce ancilla Domini [Lc 1,38]. Sempre abbiam da ricordarlo quando diciamo l'angelus. Serva: non si dichiarò madre, [ma] serva, quindi l'umiltà. E aggiunse: Che sia fatto di me come vuole Iddio [cf. Lc 1,38], e cioè che avvenisse il grande miracolo, miracolo straordinario, unico: unire insieme la verginità alla maternità.
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Oh, allora in lei umiltà e fede, e Verbum caro factum est [Gv 1,14]. E perché ebbe fede questo si è fatto: ciò che l'angelo aveva annunziato. Così Maria dà le grazie a quelli che sono nella disposizione di umiltà e di fede. Umiltà e fede ci vuole. Maria dà a chi vuole, cioè a quelli che hanno umiltà e che hanno fede.
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Secondo: Maria dà le grazie come vuole. Come vuole! Alle volte comunica la grazia direttamente a un'anima, alle volte illumina il confessore perché <di> dia quell'avviso all'anima perché migliori la sua vita. Oppure eh, dà la sua grazia <con> per un avviso che viene dato da chi guida. Oppure perché vi è stato un caso che ha /impressionato/ (a), supponiamo la morte di una persona cara, per cui alle volte si entra a riflettere sopra di noi e cioè: anche la morte ci attende. O in altro modo dà la grazia Maria: in un libro, per esempio, che trova una parola che scuote l'anima e suscita una buona volontà. Come vuole Maria!
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Poi Maria dà [le grazie] quando vuole, cioè nel tempo che vuole. Nel tempo che vuole: ecco le grazie che son necessarie alla fanciulla quando è giunta all'uso di ragione e quindi ha bisogno di certe grazie; oppure quando c'è stato bisogno <di> di rispondere alla vocazione, e quando <ci> occorron le grazie del noviziato, e quando le grazie necessarie sono per la perseveranza e per l'apostolato. E poi, in sostanza, in tutti i tempi: e quando un'anima è molto tentata, è molto scoraggiata; quando un'anima fa gli esercizi e in tempo di esercizi è più illuminata da Dio, più chiamata alla santità, ecc. Quando vuole. E forse te le darà a studio, e forse te le darà in ricreazione le grazie. E forse quando sarai qui nell'istituto oppure andrai in famiglia. Quando vuole, Maria!
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Bisogna pregarla, poi lei è madre! E la bambina sa che dalla madre può ricever tutto, quindi aspetta eh, quel [che] la bambina chiede. E Maria distribuisce quando vuole, come la mamma dà quando vuole. Se ci fosse anche una medicina dolce e che la bambina vuole perché è dolce, la mamma non gliela dà; gliela darà poi <questa malat> questa medicina quando sarà necessario. Quando vuole!
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Inoltre Maria /dà le grazie/ (a) nella misura che vuole. Vigiliamo un poco e riflettiamo pur questa espressione che cosa significa, e cioè: nella misura che vuole, e cioè nei disegni di Dio, perché una figliola, un'anima è stata creata per la vita cristiana; un'altra anima è stata creata per la vita religiosa. E allora c'è la misura delle grazie, diversa misura delle grazie nel battesimo e poi successivamente quando la bambina arriva a sette, dieci anni, dodici, ecc. Nella misura adatta, secondo i voleri del Padre celeste. E' amministratrice!
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Ma vediamo quali sorta di doni dà Maria. Primo: dà le grazie del Padre. Secondo: dà le virtù del figlio, Gesù Cristo. E terzo [dà] i doni dello Spirito Santo. Le grazie del Padre e del Figlio sono per la vita cristiana, e i doni dello Spirito Santo sono per la vita non soltanto ascetica, ma mistica. /Riempie/ (a) i cuori dello Spirito Santo, Maria. Quindi è distributrice della grazia e <nel modo anzi> prima: a chi vuole; secondo: nel tempo che vuole; come vuole e nella quantità, nella misura che vuole.
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Occorre la divozione a Maria allora. E chi passa da Maria, Maria lo porta a Gesù. Maria lo porta a Gesù, perché Maria è la via a Gesù, e Gesù la via al Padre. "Io sono la via" [Gv 14,6] dice Gesù. "Nessuno va al Padre cioè in paradiso, senza di me" [cf. Gv 14,6] dice Gesù. Ed è verissimo. Senza di Gesù non si va al paradiso.
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Passando attraverso a Maria vi è <una fa> facile via: vera via, via accorciatoia per arrivare alla salvezza. Maria facilita tutto quel che c'è bisogno, perché si pratichino le virtù e perché si progredisca nella santità, si corrisponda alla vocazione. Sì, con Maria tutto è più facilitato. Tutto!
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Provate che è molto diverso il fare senza la Madonna. Ma con la Madonna, sì, tutto è facilitato. Però bisogna dire che ci sono <delle> delle divozioni a Maria che sono veramente buone, ma ci sono delle divozioni a Maria che non sono buone: sono false divozioni.
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Divozioni false: coloro che sono incostanti; coloro che chiedono solo alla Madonna le grazie temporali, materiali; coloro che vogliono continuare nel peccato, e voglion domandare che la Madonna non permetta loro di cadere nell'inferno e <non vogliono> non vogliono cessare di peccare. Non voglion cessare di peccare! E poi ci son dei divoti strani: quelli che si contentano di cose esteriori: un abitino, uno scapolare, un pellegrinaggio, ecc.
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La divozione vera invece è una divozione spirituale. Si chiedono in primo luogo le grazie spirituali, cioè la fede, la speranza, il fervore, la vittoria <delle... delle> contro le tentazioni. Si chiedon le grazie spirituali: perché si faccia bene il postulato, l'aspirandato, perché si faccia bene il noviziato, perché si faccia bene l'osservanza nel tempo <della> dei voti temporanei, e poi nel tempo in cui c'è già la professione perpetua. Sì, quando si chiedon le grazie necessarie per crescere in santità quindi, secondo i bisogni e del tempo e del luogo dove una persona si trova, e i pericoli che si possono incontrare. Avanti!
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La vera divozione a Maria! E che sia costante! Non <la> caricarsi di divozioni: quelle scelte e mantenerle. Scelte bene col consiglio di chi vi guida e mantenerle! Ci son tante divozioni a Maria, e voi le conoscete, almeno in parte. Si capisce: celebrar bene il mese di maggio, il mese di <sett> ottobre, che è il mese del rosario. Ricordar bene Maria nel sabato, in ogni sabato. Poi leggere <della m> di Maria, meditare su Maria. Poi ci sono le varie orazioni, tra cui nelle varie orazioni <c'è> in primo luogo c'è il rosario. E poi c'è l'ufficio divino, l'ufficio, il piccolo ufficio che vien detto di Maria, il Gloria Patri, Magnificat, Ricordatevi o piissima Vergine.
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Vi è però una divozione a Maria che è chiamata la perfetta divozione. E' quella che ha insegnato bene, spiegato bene san Luigi Grignon de Montfort. E cioè una consecrazione totale a Maria, e poi viver la consecrazione a Maria. Consecrarsi a Maria, non solo coi voti, ma solo preparazione all'altra consecrazione cioè alla professione. Alla professione: per Mariam ad Jesum. Prima la consecrazione a Maria; secondo: una buona consecrazione a Gesù Cristo mediante i voti.
La consecrazione a Maria sempre negli istituti nostri.
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E poi quando ero in seminario spiegavo sempre questa divozione che prepara - allora che preparava - gli alunni del seminario alla ordinazione sacerdotale. Qui si parla della consecrazione per mezzo dei voti religiosi. E' molto bene avviare l'aspirante, la giovane fanciulla su questa via. Consecrarsi a Maria e veramente conservare una vera divozione a Maria e vivere poi la consecrazione. Appena è fatta, vivere la consecrazione. La chiamano anche schiavitù di Maria, ma <è> è schiavitù di amore, cioè quando l'anima ama molto Maria fa quello che Maria chiede, desidera.
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Ma qualunque sia la nostra divozione a Maria, sia sempre ordinata <alla> alla santità: "Vergine Maria, madre di Gesù, fateci santi". E ripeterlo, e ripeterlo sempre più costantemente e sempre più fervorosamente. Chi è divoto di Maria è preso da Maria sotto la sua protezione.
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Maria difende dai pericoli che si trovan nella vita. Son gli scoraggiamenti, son certe tentazioni, difficoltà che riguardano l'osservanza religiosa; difficoltà nello studio, difficoltà nella disciplina, ecc. Difficoltà anche nel mondo, e [con] gli stessi preti alle volte, e i pericoli che si possono incontrare. E Maria difende nei pericoli. E Maria, sostiene Maria per il cammino, e consola e conforta.
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E poi Maria accompagna l'anima, la persona in tutta la vita. E l'assisterà in punto di morte, e l'accoglierà in paradiso: "Mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno". Quindi non fare a meno di Maria, ma <non fan> non fatevi orfanelle (cioè quelle figliuole che per disgrazia han perduto la mamma). Non fatevi orfanelle!, ma figlie di Maria, costantemente figlie di Maria. Per cui tutte le volte che si chiede, passare attraverso a Maria. E allora la preghiera nostra è accolta da Gesù.
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E poi in tutte le altre cose rivolgersi a Maria. Oh, ora con questo nella direzione spirituale o morale che avete: trattare di questo argomento: quali sono gli ossequi che io intendo <far Maria a> far a Maria? Che libro devo legger di Maria? I Libri, due di san Luigi Grignon di Montfort: Il trattato <di Maria> della vera devozione a Maria e il trattato che riguarda appunto Il segreto di Maria. E leggere questi libri o altri simili. Quindi istruirsi: se si ha una istruzione, [sia] sempre più chiara per fare veramente, per fare veramente tutto l'impegno per la santificazione.
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Guardarsi dal fermare il lavoro. Devo sempre ripeter le stesse cose o gli stessi propositi? Tendere, lavorare, viver la vita di fervore. La vita di fervore. Questa divozione a Maria è un grande mezzo per la vita fervorosa, fervorosa! E chi si ferma, ah, non si ferma; chi si ferma non si ferma, va indietro. Chi invece tende avanti, allora progredisce costantemente.

Albano Laziale (Roma)
12 agosto 1964

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(1) Albano Laziale (Roma), 12 agosto 1964
* Registrazione molto disturbata
341 (a) R: per soltanto.
(b) Così T. Omette R.

* Registrazione molto disturbata.

346 (a) R: a Gesù.
(b) Sembra pronunci: provvidenza.

350 (a) R: impressionante.

353 (a) R: dà nella misura le grazie.

354 (a) Così T. Omette R.