Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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V. SABATO SANTO (1)
La settimana santa volge al termine e certamente la settimana santa l'avete santificata. Si chiama santa per i grandi misteri che si celebrano nella settimana santa. Ma d'altra parte, siccome <la quare> la Pasqua è la festa più solenne dell'anno, la principale festa liturgica, così avrete fatto la vostra preparazione. La vostra preparazione a questa solennità.
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Oggi è ancora in lutto la Chiesa. E d'altra parte, penso che anche abbiate avuto questo pensiero: Gesù, ieri sera, spirato sulla croce, portato al sepolcro. E pensare alla mestizia di questo giorno della madre Maria, pensare come era morto il suo figlio e come i nemici non disarmavano: lo volevano perseguitare anche morto!
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Perché sono andati da Pilato a chiedere che sigillasse bene il sepolcro e che mettesse le guardie? Perché? <Perché> Perché aveva detto: "Il terzo giorno risusciterò" [cf. Mt 27,63]. E allora, pensavano che gli apostoli, e cioè i seguaci di Gesù, volessero tentare di portare via la salma dal sepolcro e poi sparger la voce che fosse risuscitato. Quindi i nemici <non dis> non disarmavano. Ma egli aveva aggiunto - dopo - <la> il resto di predizione, quando aveva detto: "Vado a Gerusalemme e là sarò imprigionato, consegnato ai gentili, flagellato, condannato a morte, crocifisso e poi il terzo giorno risusciterò" [cf. Mt 16,21].
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"Il terzo giorno risusciterò". Ecco è quello che aveva predetto <della pass> della sua passione e morte. Ora realizza anche l'altra parte e cioè: risusciterò il terzo giorno. E così è risorto. Vi è da credere la risurrezione di Gesù Cristo, la risurrezione della carne nostra e la risurrezione spirituale.
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La risurrezione di Gesù Cristo è quella che conferma tutto <quel> ciò che Gesù aveva predicato e ciò che aveva fatto. Sì, risuscitare era la prova più grande che egli fosse Dio. Quindi quel che aveva insegnato era vero. E quello che aveva indicato quello si deve seguire e tutto quel che aveva stabilito, dovesse seguirsi, eseguirsi: la Chiesa, la predicazione degli apostoli e tutto quello che poi il cristianesimo /ha/ (a) sviluppato nei secoli. La risurrezione <della car> di Gesù Cristo: conferma di tutti gli insegnamenti di lui! Oh: credo la risurrezione di Gesù!
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E poi, credo la risurrezione della carne, e cioè la risurrezione nostra. La risurrezione finale, perché con la morte c'è la separazione dell'anima dal corpo. Quando c'è solo l'anima non c'è la persona, perché la persona è il risultato del composto dell'anima e del corpo. Ma alla fine dei tempi il Signore richiamerà tutti a vita. E allora verranno le anime dei buoni a prendere <il lo> il corpo a cui erano unite durante la vita e portare anche /il/ (a) corpo nella gloria eterna. E le anime cattive, tristi, sbucheranno dall'inferno a cercare il corpo con cui han peccato e col quale dovranno soffrire per l'eternità. Credo la risurrezione della carne.
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E credo la risurrezione spirituale, ecco, di conseguenza. Cosa significa risurrezione spirituale? Quel che avete fatto e cioè: confessione ben fatta, e poi comunione ben fatta, e poi cambiamento della vita. Risorgere dal peccato, risorgere dai vizi, dai difetti: ecco la risurrezione spirituale. Ciascheduno certamente ha qualche cosa da piangere per il passato. E difetti purtroppo ne abbiamo sempre e ne porteremo fino alla tomba. Ma cerchiamo di risorgere almeno da qualche peccato; per voi, in modo particolare, ciò che è peccato veniale. E poi, la risurrezione dai difetti che possono essere tanti, i difetti, eh: difetti della mente, difetti del cuore, difetti della volontà. Eh, difetti ne abbiamo tanti! E quindi risorgere. Risorgere.
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Ci può essere il bisogno di fermarsi di più sopra un certo punto, perché può essere che sia il cuore che è più turbato, e può essere che sia la testa per certi pensieri, e può essere che sia un po' per tutta <la gior> la vita quotidiana, e allora occorre che cerchiamo di correggerci. Sì, risorgere!
La risurrezione di Gesù Cristo, la risurrezione della carne, la risurrezione nostra spirituale.
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Per progredire più presto bisogna formarsi sempre qualche decisione, qualche pensiero, qualche proposito, qualche verità in mente che serva a guidare. Per esempio: io son sempre sotto lo sguardo di Dio. O che sia a letto, o che sia a studio, o che sia in cappella, o che sia in ricreazione, o che sia sola o che sia con altri: Dio mi vede! E può essere che una massima così guidi, guidi un po' tutta la giornata, e allora c'è <quella> quello che veramente santifichi l'anima. Sotto lo sguardo di Dio, facendo tutto quel che vuole Dio è certamente la santità.
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Fare completamente la volontà di Dio è certamente una via sicurissima e facile. Tutta, solo, sempre la volontà di Dio, sotto il suo sguardo. Sotto lo sguardo di Dio il quale vede. Si capisce non vede solamente l'abito che portate, né solamente il letto <che> su cui vi riposate. Dio vede i pensieri, Dio vede i sentimenti dell'animo, Dio vede tanto di giorno come di notte (a), e tutto quello che c'è nella fantasia, quello che c'è nei desideri, sì.
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Allora, può essere presa una massima, la quale guida; cosicché dal mattino svegliandosi: "Dio mi vede. Adesso comincio la giornata sotto l'occhio di Dio". E poi quello che si fa durante la levata, quello che si fa in cappella, quello che si fa in studio, quello che si fa nelle varie occupazioni: "Dio mi vede. Dio mi vede e voglio fare quello che adesso gli piace, poi quello che verrà dopo voglio anche che gli piaccia, che sia gradito".
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E la vita <a> a cassette... Bisogna che la evitiamo questa condotta a cassette, diciamo. Adesso faccio questo, per esempio: la meditazione è finita, è fatto; ci parleremo domani mattina di nuovo, quando verrà (a).
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Bisogna che ci sia sempre un pensiero che guida; per esempio che guida <e> quando si è cominciato con la giornata. E allora adesso faccio bene come <gli> piace a Gesù perché adesso sono in cappella, perché adesso sono a meditazione. Gesù adesso che mi guarda dentro che pensieri che ho, e come voglio che i bei pensieri, i desideri, le fantasie siano secondo lui. Quel pensiero poi lo applica allo studio, alla ricreazione, all'apostolato, a tavola, quando si va a riposare, in maniera che c'è sempre un pensiero di guida.
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Un pensiero di guida, perché altrimenti ogni cosa sta lì, a parte, e poi non ha influenza sull'altra. No! E' tutta la santità, santificazione, meglio, dell'intelletto, cioè della mente e della volontà e anche del corpo e di tutte le attività, <di tutti> di tutti gli uffici che sono assegnati.
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Così, può essere che <si fa> si prenda un altro pensiero di guida, che è poi una specie di proposito, ma non tanto particolare quanto piuttosto un pensiero che comprenda molte cose e che comprenda anche tutto il nostro essere: la mente, la volontà, il cuore, in maniera che c'è qualche cosa che guida tutta la giornata, e qualche cosa [che] ci porta a crescere sempre di più, [a] esser sempre più delicati nelle varie cose.
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Oh, l'unità del lavoro spirituale! Ecco, è quello! Non fatto a pezzetti. Adesso magari /medito/ (a) <la> - supponiamo - l'inferno, e poi penso quest'oggi a quello. No! Bisogna tutto portare a quel pensiero, a quel proposito, ma che sia largo, quel pensiero e quel proposito che guida la giornata. Dio mi vede! Ecco, è tutto! Ma mi vede dentro e mi vede fuori, così.
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Ecco, allora bisognerà che si pensi all'unità del lavoro spirituale. L'unità del lavoro spirituale. Non fatto... Vedo alle volte che si fanno dei propositini, delle piccole cose. Sì, sono anche da curarsi, perché quanti difetti, ne abbiamo, quanti? più che i capelli eh? (a). Non li avete contati i capelli, ma i difetti son di più sicuro; ma qualche cosa che guidi e che informi, cioè dia la forma <a tutta> a tutta la giornata. Quindi, perché? Perché noi possiamo percorrere più facilmente la strada della santificazione. E adesso basta, perché andiamo in chiesa, neh (a).
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E allora lieta Pasqua e santa Pasqua! (a). E durante <la quare> (b) il tempo pasquale, quaranta giorni, ecco pensare: risurrezione di Gesù Cristo, risurrezione nostra, risurrezione...(c) spirituale.

Albano Laziale (Roma)
28 marzo 1964

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(1) Albano Laziale (Roma), 28 marzo 1964

88 (a) R: si è.

89 (a) R: col.

93 (a) In tono allegro.

95 (a) In tono scherzoso.

99 (a) R: medita.

100 (a) In tono scherzoso.

101 (a) Le uditrici rispondono: Deo gratias! Altrettanto!
(b) Il Fondatore ride sul suo sbaglio.
(c) Il Fondatore aspetta la risposta dell'assemblea e solo dopo pronuncia: spirituale.