Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVI. LA NOSTRA SANTIFICAZIONE (II) (1)
I quattro punti:
[1°] Il fine ultimo, assoluto: la gloria di Dio.
2° Fine nostro: la santificazione.
3° Vivere il mistero di Gesù Cristo, che poi vuol dire configurazione a Gesù Cristo. E
4° Maria, la quale Maria ha <la> la sua azione nella nostra santificazione, la sua parte.
Ecco in primo luogo quanto [concerne] alla nostra santificazione.
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Adesso, che cosa significa santificazione?
Significa vivere in Gesù Cristo. Vivere in grazia. Quando siamo nati avevamo una vita naturale. Eh, come nasce qualche bambino, e può esser da genitori pagani, da genitori cristiani, da genitori buddisti: c'è la vita naturale. Ma poi per la grazia di Dio noi abbiam ricevuto il battesimo, e allora sopra la vita naturale ecco la vita soprannaturale, cioè la grazia di Dio in noi.
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In noi si forma un'altra vita: Oportet [vos] nasci denuo [Gv 3,7]. E allora questa vita soprannaturale, com'è? L'unione con Gesù Cristo! E questa grazia è accompagnata dalla fede e dalla speranza e dalla carità, le virtù infuse, e cioè: la santificazione della mente, la santificazione del cuore, la santificazione della volontà. Allora Gesù Cristo è nell'anima perché c'è la sua grazia.
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Quando si dice grazia, si dice anche qualche altra parola che equivale. Grazia o acqua: Fons aquae salientis in vitam aeternam [Gv 4,14], fonte dell'acqua che va al cielo, e poi la vita, e altre espressioni. La vita!
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Oh, allora vive Gesù Cristo in noi per la sua grazia. Ma quella che abbiamo ricevuto nel battesimo poi si ha da sviluppare man mano che si è arrivati a sette anni, a otto anni, a dieci anni, a quindici anni e avanti nella vita, sì. Ecco. Allora: ut vitam habeant [Gv 10,10]. Il Signore Gesù: Son venuto a dare la vita, e cioè la vita soprannaturale. Et abundantius habeant [Gv 10,10], per chi vuol progredire abbiamo più abbondanza. Allora, il Signore Gesù abita in noi. Abita in noi. C'è la sua vita in noi. La sua vita in noi!
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In Gesù Cristo ci sono due specie di grazie e di merito o meglio di santità. [In] quello che Gesù ha fatto dall'inizio della sua vita - dal presepio - fino al momento in cui è spirato sulla croce, egli ha /acquistato/ (a) due specie di meriti: quindi la santificazione per sé <che è s> che è riservata a lui propria di lui, e poi la grazia capitale, cioè la grazia <che ha fat> che ha prodotto per noi. In quanto si dice capitale? In quanto lui è capo di tutto il genere umano e di tutti coloro che un giorno /ricevono/ (b) la vita per mezzo del battesimo. Tutti. Ecco: una grazia che è per noi.
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Questa grazia che è per noi ha due effetti: primo, soddisfa del tutto ai peccati, ai peccati di tutta l'umanità. Per quanto (a) ci fossero tanti milioni di mondi, lui ha soddisfatto per tutte le offese fatte al Padre celeste. Poi ha acquistato i meriti per noi, per la santificazione, e son di valore infinito e sono per noi. La grazia per noi!
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Ecco, quando in noi viene la grazia, che cosa abbiamo? Abbiamo questo: nella nostra mente la fede, e nella nostra volontà c'è invece la speranza, e nel cuore <la> l'amore a Dio, l'amore a Dio. Quando siamo in grazia vive in noi Gesù Cristo. Vive in noi Gesù Cristo. Ma però ci sono gradi e gradi. Altro è un'anima la quale ha <la> soltanto appena ricevuto il battesimo, e quanto un'anima invece ha già consumato la vita in tante opere buone, sì. Ecco.
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Però bisogna dire che la grazia che è in Gesù Cristo è la stessa grazia che è in noi, quella che dà a noi. La grazia si chiama vita: "Io /son/ (a) la vita" [Gv 14,6], ed è quella che è in noi che è la vita <nos la> nostra soprannaturale.
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La stessa vita! C'è una differenza così detta dai filosofi di ragione, ma sostanzialmente è la stessa vita, che è in Gesù Cristo e è in noi quando abbiamo ricevuto il battesimo e viviamo bene. Allora la stessa vita in Gesù Cristo e in noi. Ecco, siamo <due> come due esseri l'uno e l'altro, ma la stessa vita, allora fratelli. Oh! fratelli!
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Per questa grazia ecco che Gesù Cristo è il figlio di Dio per diritto e per natura. Ma avendo poi noi la stessa vita, noi siam fratelli con Gesù Cristo, quindi diventati figli di Dio: Dedit eis potestatem filios Dei fieri [Gv 1,12], e fratelli con Gesù Cristo /perché/ (a) c'è la stessa vita. Ecco.
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Allora: Si [autem] filii et haeredes (...) cohaeredes autem Christi [Rm 8,17], fratelli di Gesù Cristo ed eredi <dell'eterna> dell'eterna felicità con Gesù Cristo. Eredi della stessa eredità. E Gesù Cristo gloriosissimo davanti al Padre, e noi saremo <a pross> prossimi a lui nella misura che abbiamo la grazia, se /abundantius/ (a) habeant [Gv 10,10]: chi acquista sempre abbondantemente la grazia del Signore.
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Quindi Gesù Cristo è in noi. Oh, ora come è in noi? Lui è in noi, vive in noi: Vivit vero in me Christus [Gal 2,20]. Vive in noi in quanto la nostra mente, la nostra intelligenza è illuminata, <e> e quindi Gesù Cristo vive con la sua verità, con le sue verità come ha insegnato. E vive nella nostra volontà secondo <i vole> i voleri e le virtù che ha insegnato. E la sua vita secondo la sua santità e la grazia che comunica a noi. Allora è in noi via verità e vita Gesù Cristo, sì, nel nostro essere.
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Ecco, cosa dobbiamo allora pensare? Che Gesù Cristo è in noi: Vivit vero in me Christus [Gal 2,20]. Egli domina la nostra persona, quindi quali saranno i pensieri ? I pensieri di Gesù Cristo in noi. Quali saranno i voleri in noi? I voleri in noi? I voleri di Gesù Cristo. E quali saranno <gli amore> gli amori? L'amore di Gesù Cristo verso il Padre, verso le anime, sì. In maniera tale che noi dobbiamo aspirare a vivere il Cristo in noi: a vivere il Cristo in noi! Sì.
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Egli vive nella nostra mente. /Egli/ (a) <Ge> Gesù Cristo come Uomo-Dio è la stessa verità, la stessa sapienza, sì. Allora, ecco, egli ci ha insegnato quelle verità che eran necessarie per la nostra salvezza, per esempio il mistero dell'incarnazione e passione, il mistero dell'eucaristia, ecc. E poi ci son tutte le altre verità, anche naturali (come, per esempio, la spiritualità dell'anima <è una> è una verità <se> che <è conoscen> è conosciuta secondo l'intelligenza, è verità naturale), e poi tutte le verità soprannaturali, supponiamo la presenza di Gesù Cristo <in no> nell'eucaristia. Egli vive in noi e domina i nostri pensieri.
Santificare i nostri pensieri!
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Poi, Gesù Cristo vive in noi in quanto egli è la via, e cioè in quanto Gesù Cristo ci ha tracciato la via, la via per il cielo. Ci ha tracciato la via. In che maniera? Exemplum [enim] dedi vobis [Gv 13,15]: con gli esempi lasciateci e poi con tutti gl'insegnamenti morali quali sono nel Vangelo, dalla virtù fondamentale come la fede, alle virtù o meglio alle beatitudini: Beati i poveri [Mt 5,3] ecc. Ecco, allora <e> Gesù Cristo santissimo in noi.
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E poi la sua vita in noi, la sua grazia. La grazia che è l'unione con Gesù Cristo, la grazia che va aumentando secondo noi facciamo bene, secondo noi facciamo bene. Allora Gesù Cristo domina in noi, vive in noi in quanto è via verità e vita.
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Quindi san Francesco di Sales pregava cosi: "Signore sii tu il mio cervello". Cioè <che ce io pens> che tu pensi in me, e che io [pensi] in te. E che tu /sia/ (a) il mio cervello, cioè <che> che io /ami/ (b) in te; e tu, noi <amo> amiamo in lui. E quindi l'amore a Dio e la glorificazione della santissima Trinità. E l'amore quindi al prossimo: la nostra volontà, la pratica <della> della vita che <dob> abbiamo da fare e la confidenza in Gesù Cristo.
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Egli ha patito, è morto per noi e ha /raccolto/ (a) per noi i meriti per la vita eterna. Per la vita eterna, sì. Noi diciamo qualche volta: ho fatto un merito; ma questi meriti realmente son di Gesù Cristo in quanto che quando facciamo un'opera buona ha un valore naturale, ma se si unisce la grazia a noi, se noi siamo in grazia allora prende un valore soprannaturale perché Gesù Cristo comunica i suoi meriti. E allora noi abbiamo fatto l'opera buona, ma Gesù Cristo ha messo la parte essenziale, soprannaturale: la grazia.
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Ecco, noi abbiamo da vivere così. E quanto più viviamo così, in Gesù Cristo, nella volontà nella mente nel cuore, tanto più è santificata l'anima nostra. Santificata l'anima nostra! Gesù Cristo quindi <è> è via verità e vita e vuole che noi viviamo in lui in quanto alla mente, in quanto alla volontà, in quanto al cuore, sì. Oh, egli ha soddisfatto per tutti i peccati. Nessuno si scoraggi mai: avesse anche tutte le iniquità sull'anima sua, Gesù Cristo ha dato delle soddisfazioni e ha pagato per tutti noi, ecco, tutti i debiti che possiamo avere con lui. Perché noi siamo fratelli di Gesù Cristo perché possediamo la stessa vita, cioè la stessa grazia soprannaturale. E quando Gesù ha salutato gli apostoli, ha detto: "Vado al Padre mio e al Padre vostro" [cf. Gv 20,17]. Abbiamo un unico Padre: il Padre di Gesù Cristo è il Padre nostro; siam fratelli.
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In secondo luogo Gesù ha acquistato i meriti per noi, tutta la grazia possibile per noi: infinita grazia.
I meriti nostri. Noi facciamo alle volte un'opera buona, ma può essere molto buona, avessimo anche subìto il martirio o avessimo anche distribuito ai poveri tanta carità, se ne avessimo, ecc., tutto questo è un bene naturale. Ma Gesù Cristo aggiunge il suo merito: i suoi meriti divengono nostri. E i meriti fatti da Gesù Cristo per noi sono nostri. Sono nostri!
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Come quando uno fa la comunione. Ecco, Gesù Cristo ha detto: "Prendete e mangiate" [Mt 26,26], e chi vuole prende e mangia e cioè riceve la comunione. E se non la si riceve? Va a vuoto <la> l'istituzione di Gesù Cristo. Nella stessa maniera Gesù ha messo a nostra disposizione i suoi meriti. I suoi meriti! E allora se noi confidiamo nei suoi meriti, che aggiunga a <tutto noi> tutto quel che facciamo tutto quel che è il merito di Gesù Cristo, ecco, la nostra opera che era semplice diviene <meri> meritoria e soprannaturale. Quindi merito eterno! Ma il merito veramente è di Gesù Cristo che conferisce al valore di una opera naturale. E se tu <fai la> fai la pulizia e scopi la camera o se tu fai l'assistenza ai bambini o un'altra opera, tutto viene elevato: meritorio.
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E noi dobbiamo avere questa confidenza, perché ogni volta che noi abbiamo fiducia di avere <i meriti> l'applicazione dei meriti di Gesù Cristo, questo glorifica il Padre e questo <placi> piace al Figlio perché... Al Figlio perché lui ha acquistato /questi/ (a) meriti e desidera che siano applicati, e piace al Padre perché lui ha mandato il Figlio proprio a fare questi meriti per noi, per la nostra vita.
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Ecco, quanto vivremo la vita di Gesù Cristo? La vivremo in proporzione che siamo uniti a lui. In proporzione che siamo uniti a lui, in quanto lui è via verità e vita.
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Egli è la verità, la verità stessa. Pensare in bene: santificare la mente. Pensare in bene vuol dire aver molta <pro> e profonda fede. Vuol dire credere ai misteri di Gesù Cristo rivelati e tutte le verità che la Chiesa ci propone a credere. E poi tutto ciò che è retto: se studi, se fai scuola, se fai il catechismo o sei attenta al catechismo o alla meditazione, tutto questo è santificazione perché è Gesù Cristo che vive in noi! Sono i suoi pensieri. I suoi pensieri: crediamo al mistero dell'eucaristia e crediamo anche alle verità naturali. Per esempio, sappiamo che la spiritualità dell'anima nostra <è> è una verità naturale, sì <che possia> che l'uomo può studiare e provare coi suoi princìpi umani.
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Ecco, <il> la mente vive di pensieri buoni. Non pensieri cattivi, non superbia <e o> o vanità inutile o pensieri che non piacciono a Dio, ma tutto quel che piace a Dio, <lo> quel che si studia, quel che si deve fare con le relazioni con gli altri, ecc., allora l'anima nostra, la mente nostra è in Cristo: Vivit vero in me Christus [Gal 2,20]. Poi se noi seguiamo Gesù Cristo nei suoi insegnamenti morali, nelle virtù che egli ha insegnato, allora vive la nostra volontà in lui e lui nella nostra volontà.
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Ecco allora le tre virtù teologali. E poi la virtù della religione, e ci chiamiam religiosi perché <c'è> dobbiam praticare più abbondantemente la virtù della religione: più pietà, più culto a Dio. E poi le virtù cardinali, quattro. E poi le virtù morali come risultan dal Vangelo, dall'insegnamento di Gesù Cristo, dagli esempi di Gesù Cristo: giustizia prudenza temperanza fortezza.
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E poi a queste sette virtù, anzi otto, si uniscono... Si uniscono, che cosa? I doni dello Spirito Santo, i quali /facilitano/ (a) la pratica delle virtù teologali, cardinali <e> e morali. E se poi <vi so> vi è la comunicazione dei doni dello Spirito Santo: ecco i frutti, i dodici frutti dello Spirito Santo, e dopo i frutti le beatitudini evangeliche quando uno arriva <a> a vivere <le> le beatitudini, le quali ci preparano direttamente al paradiso, all'ingresso, perché è perfezione, è santità.
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E' glorificazione di Dio in una parte. E' già l'ingresso in cielo perché abbiamo già sulla terra fatto quello che dovevamo fare: glorificar Dio! E di là si glorifica Dio, ma allora secondo la visione di Dio. L'ingresso *** (a).
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Così del cuore. Avere il cuore di Gesù. Che cosa amava Gesù? "Ecco il mio cuore, che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi". L'amore al Padre, il suo amore al Padre. <Cerca che> Cercava sempre la sua gloria: "Non cerco la mia gloria, ma di colui che mi ha mandato" [cf. Gv 7,18.30], cioè del Padre celeste E l'amore al prossimo: "Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi". Ecco allora, è il cuore di Gesù che è posto sopra di noi. Sostituisce il nostro cuore. E quindi è sostituita la nostra mente, è sostituita la nostra volontà, <è sostituita> è sostituito il nostro cuore: Vivit vero in me Christus [Gal 2,20], in quanto è verità, è santità, è via. E' tutto: via verità e vita, sì!
443
Questo è in una quarantina di pagine (a) e quindi si richiede un certo tempo a /meditarle/ (b). Ci sono lì in mezzo dei ragionamenti proprio altissimi di filosofia e di teologia. Beh, quando non si è allora in grado di capire, allora <si ha> si lascia anche da parte, si prende sempre <la prati> quel che è pratico, quel che è più facile. Poi a poco a poco dopo molte meditazioni e <di> visite al santissimo Sacramento questo si comprenderà sempre di più, poi ci saranno <i lumi dello Spirito sa> i lumi dello Spirito Santo.
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Vivere Gesù Cristo in noi, che vuol dire: sempre più grazia. Sempre più grazia. Ma come viene a noi la comunicazione della grazia? Specialmente tre vie: i sacramenti, poi le virtù, le opere buone, e terzo la fede.
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I sacramenti. E abbiam ricevuto <per> la grazia per mezzo del battesimo e abbiamo di nuovo la grazia per la penitenza, il sacramento della penitenza. E abbiamo avuto il sacramento della cresima, e abbiamo il sacramento della comunione, se vogliamo anche tutti i giorni. Ecco <a>, questi sono i canali più abbondanti, <pi> più perfetti, più grandi per la nostra santificazione: i sacramenti. E poi la parte liturgica e la preghiera nostra. <Secon>.
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Secondo: la santità. La comunicazione della grazia, viene per i meriti di Gesù Cristo in noi in quello che facciamo, quando è fatto bene: quello che facciamo quando è fatto bene. E dal mattino /quando/ (a) uno si leva dal letto e poi a tutte le preghiere, tutte le opere di pietà e la ricreazione e gli studi e l'apostolato <ecci> e la mensa e il dormire seguente al[la] fine della giornata. E tutto il riposo si può offrire a Dio, unire a Dio. Ecco: una continuità di effusione, una fonte che parte dal cuore di Gesù e arriva a noi. Grazia, grazia! Ego sum fons [Gv 4,14], fonte dell'acqua che sale alla vita eterna. Cioè quello che si chiama acqua in questo caso è grazia, è vita di Gesù Cristo.
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Poi lo spirito di fede. Quando noi siamo <con> convinti delle opere di Dio o facciamo degli atti di fede. E in quegli atti di fede sempre si comunica la grazia a noi. E se studi il catechismo bene, e se fai un atto di fede o se reciti il credo, oppure semplicemente: "Gesù è con me, io son con Gesù"; un altro pensiero che si ispira alla fede: questo aumenta in noi la grazia. E' il tocco - diciamo così - il toccamento di Gesù all'anima nostra <quest per> per mezzo di questa fede.
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"Ecco, diceva l'emorroissa, se io riuscirò a] toccare il lembo del suo vestito, sarò risanata" [cf. Mc 5,28]. E ora <se> noi non tocchiamo solamente il vestito, ma l'ostia, che è Gesù Cristo stesso. E tocchiamo Gesù per mezzo della fede, spiritualmente, allora sempre: /Exierat/ (a) de illo [Mc 5,30], usciva dalla grazia, <da, di Gesù> da Gesù. "Credi che io possa farti questo?". "Allora credo".
"E la tua fede ti ha salvato" [cf. Mc 5,34]..
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Con atti di fede e in tante forme possiamo aumentare <sempr> continuamente la vita soprannaturale in noi. Atti di fede ne facciamo in continuità: o che sono espressi con le parole, o che sono pensati nel cuore, o perché è l'opera <che> che indica che c'è fede. Se fate l'obbedienza è perché c'è fede. E se adesso fate gli esercizi è perché c'è fede, cioè il desiderio di salvare l'anima vostra e di santificarla e avere gli aiuti di Dio. Tutto questo è tutta fede. E quindi c'è una continuità di comunicazioni della vita di Gesù Cristo in noi. Noi, vissuti in lui, attingiamo da lui la vita.
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L'esempio che ha portato Gesù Cristo. Vivit vero in me Christus [Gal 2,20], dice san Paolo. Ma il paragone voglio dire. Gesù Cristo ha detto: "Io sono la vite e voi /siete/ (a) i tralci" [Gv 15,5]. Nella vita c'è una linfa che è divina e questa linfa passa ai tralci, ed è la stessa linfa: linfa che <era> è divina in Gesù Cristo, nella vita, e <divizz> divinizzatrice in noi, nell'anima nostra. Ma è sempre la stessa vita, sempre la stessa grazia, ecco. Soltanto se il tralcio si distacca dalla vite, allora non prende più la grazia, non <la pren> la riceve più <e va> e il tralcio vale solamente più bene a buttarlo sul fuoco. Seccarlo e *** (b).
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Ma fin che noi siamo uniti per fede a Gesù Cristo, questa linfa divina continua a passare, cioè è l'aumento di grazia. Quella vite vive per la linfa e vive il tralcio proprio per la stessa linfa. Quindi viviamo di Gesù Cristo, della vita di Gesù Cristo. Vi è una quarantina di pagine a spiegare tutto questo, e più lo intenderete e più vi sentirete felici.
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Essere divinizzati. Aver la stessa linfa di Gesù Cristo, la stessa vita! Come la religiosa non potrebbe sempre essere felice e sentirsi sempre voglia di cantare e lodare Dio?! E ringraziare Gesù Cristo. Oh, beata questa professione quando è fatta bene e la si vive, questa professione! E allora si cresce di giorno in giorno: Abundantius habeant [Gv 10,10], abbiamo più abbondanza, sempre più abbondanza.
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Quale sarà il posto che ti attende in paradiso? Secondo che questa vita divina è in noi. <C'è> E' l'unica santità che ci può essere. Non ce n'è un'altra. Se non <ci> viviamo Gesù Cristo, non <ci siamo> siamo cristiani, perché non apparteniamo a Gesù Cristo allora. E non c'è né santità né salvezza che è fuori di Gesù Cristo. Tutto è lì: è il vivere in Cristo per mezzo dei sacramenti, per mezzo delle opere buone fatte per lui e per mezzo della fede nostra in continuità nel cuore. Oh, le ricchezze che abbiamo in Gesù Cristo! Vivere cosi di fede. Vivere: Iustus ex fide vivit, sì, in Gesù Cristo.
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Siccome questo è appena appena detto un po' in generale, bisognerà che lo leggiate <pare> parecchie volte. E dopo <dieci gior> dieci volte, di lì a un mese altre dieci volte. Allora si costituisce proprio la vita divina, la vita in Cristo, la vita del cristiano, la vita del santo. E allora è tutto. Vuol dire qui sulla terra principio di vita, lassù vita eterna, gaudiosa.

Albano Laziale (Roma)
25 agosto 1964

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(1) Albano Laziale (Roma), 25 agosto 1964

419 (a) R: fatto.
(b) R: ricevendo.

420 (a) R: quanti.

422 (a) V: sono.

424 (<1<4

425 (a) R: l'abundantius.

428 (a) R: l'egli.

431 (a) R: sii.
(b) R: amo.

432 (a) R: raccolti.

436 (a) R: 'sti.

441 (a) R: facilita.

442 (a) Sembra dica: in cielo.

444 (a) Cf. Estratto in appendice.
(b) R: meditare.

447 (a) R: che si.

449 (a) R: Escibat

451 (a) V: omette.
(b) Parola incomprensibile.