Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18.
ASSUNZIONE, PURITÀ E CORREDENZIONE DI MARIA SANTISSIMA

(PB 6, 1942, 138-144)

I.

1. Assunzione di Maria SS. - La Chiesa, nel giorno solenne dell'Assunzione, canta: «Maria è stata assunta in cielo: gioiscono gli angeli, e lodano insieme e benedicono il Signore» (Messale Romano, Feste di agosto: 15 agosto). Tre cose devono essere qui considerate: a) La morte temporale di Maria; b) La sua risurrezione; c) La sua assunzione in cielo.
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Gli antichi Padri parlano della dormizione di Maria; tutti sanno che con questo termine essi intendono designarne la morte. Nel Sacramentario di S. Gregorio si legge: «La festività di questo giorno è per noi veneranda; in esso la santa Madre di Dio subì la morte temporale». S. Giovanni Damasceno dice che era conveniente che la beata Vergine morisse, affinché fosse a lei data anche quest'occasione per meritare. Altri Padri affermano che la morte di Maria fu causa di onore a Dio; ed altri dicono che essa avvenne affinché Maria a noi fosse anche di esempio a ben morire. S. Alfonso aggiunge pure un altro motivo, ossia, affinché la beata Vergine seguisse l'esempio del Figlio suo, che si degnò di morire per noi.
La morte della beata Vergine non fu pena per il peccato, dal quale ella fu immune, ma fu causata dalla natura del suo essere, composto di anima immortale, e di corpo organico, del quale è esigenza il dissolvimento dopo un determinato tempo di esistenza. La beata Vergine subì perciò la morte per cause puramente fisiologiche, che possono agire anche sulla natura integra, quale è la natura della beata Vergine. Secondo la sentenza comune ella morì non perché colpita da qualche malattia, ma per la veemenza dell'amore divino. È sentenza abbastanza comune che la beata Vergine sia morta in età di circa settant'anni.
Ogni uomo nasce con la sentenza della morte: Ricorda, o uomo, che sei polvere, e che in polvere ritornerai! La morte è lo specchio della vita, la morte della beata Vergine fu causata dalla forza del suo amore verso Dio, poiché ogni giorno ella era cresciuta nella carità.
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2. La beata Vergine fu risuscitata. Questa verità è insinuata nel testo della Genesi: «Io getterò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua schiatta e la schiatta di lei; essa ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15). In questo passo la donna e la sua schiatta vengono unite nella gloria di un unico trionfo contro il serpente. Ora, siccome Cristo aveva trionfato della morte risorgendo, era conveniente che simile trionfo fosse pure riservato alla Madre sua. I Padri, che nel Concilio Vaticano [primo] chiesero la definizione riguardo all'assunzione, dicono: «Secondo la dottrina apostolica, Cristo riportò su satana una triplice vittoria: vittoria sul peccato, sulla concupiscenza e sulla morte. Maria si presenta associata al Figlio suo in questo trionfo: nel trionfo sul peccato per l'immacolato concepimento; sulla concupiscenza per la maternità verginale; e sulla morte per la sua risurrezione e gloriosa assunzione. Ora, se la beata Vergine fosse priva di quest'ultimo privilegio, verrebbe a mancare il necessario coronamento degli altri suoi privilegi. È cosa incredibile che Cristo abbia voluto sottoporre alla corruzione il corpo della Madre sua, dopo aver voluto da esso nascere senza lederne la verginità».
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La Vergine santissima risorse con le doti del corpo glorioso: splendore, agilità, sottigliezza e immortalità. Noi pure, nella risurrezione di Cristo e di Maria, abbiamo un pegno della nostra risurrezione. Considera, dunque, che «risorgeremo certamente tutti, ma non tutti saremo cangiati» (1Cr 15,51). Felice colui che santifica il proprio corpo con il lavoro, con i sacramenti, con la virtù della penitenza; costui risorgerà nella gloria!
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Maria fu assunta in cielo anche con il corpo. Sopra le parole del Salmo: «Sorgi, o Signore, e vieni al tuo riposo tu e l'arca della tua santità» (Sl 131,8), molti commentano, come S. Bernardino da Siena: «Salga al cielo anche Maria, la tua santissima Madre, santificata dalla tua concezione».
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La festa dell'assunzione della beata Vergine, che si celebra nella Chiesa universale, e con un culto dei più solenni, con l'ottava, la vigilia, il digiuno, ebbe inizio prima del sesto secolo. Nell'ufficiatura di tale festività appare chiaramente lo scopo di magnificare l'assunzione della beata Vergine in cielo non solo con la sua anima, ma anche con il suo corpo. Al principio dell'ufficio si dice: «Venite, adoriamo il Re dei re, del quale oggi venne assunta al cielo etereo la Vergine Madre» (Breviario Romano, 15 agosto: Assunzione della beata Vergine Maria: Invitatorio).
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S. Giovanni Damasceno dice: «Come poteva la corruzione intaccare quel corpo, nel quale era stata ricevuta la Vita? Di qui resta preparata al cielo una via retta, piana e facile. Se infatti Cristo, via e verità, dice: Dove sono io, quivi sarà pure il mio ministro, come, a più forte ragione, non ci sarà anche con lui la Madre?».
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3. L'assunzione della beata Vergine viene non solo affermata, ma anche descritta e lodata, da scrittori del secolo settimo ed ottavo: S. Ildefonso, Andrea di Creta, S. Germano e S. Giovanni Damasceno. Quest'ultimo, narrò la morte e la sepoltura della beata Vergine, e l'assunzione in cielo avvenuta tre giorni dopo, riferendo ed accettando la testimonianza di Giovenale, arcivescovo di Gerusalemme: «Ancorché le cose che avvennero alla morte della santa Madre di Dio non siano per nulla narrate nei monumenti delle sacre Scritture divinamente ispirate, tuttavia le abbiamo conosciute dalla primitiva ed antichissima tradizione. Al tempo del glorioso suo transito, tutti i santi apostoli, che si trovavano nelle terre dei pagani per portarvi la salvezza, in un istante, trasportati per aria, si trovarono riuniti in Gerusalemme, ed essendo quivi, ebbero una visione di angeli, ed udirono un canto di soavissima armonia, e così con divina e celeste gloria [Maria] raccomandò l'anima sua santa in mano di Dio. Ed il suo corpo, che aveva ricevuto Dio, venne seppellito, accompagnato con i canti degli angeli e degli apostoli, presso il Getsemani, e racchiuso in una tomba. In quel luogo, per tre giorni di seguito, gli angeli non cessarono di cantare e di suonare. Avendo essi, passati i tre giorni, cessato di cantare, gli apostoli andarono a vedere; e poiché uno di essi, ossia Tommaso, che non era stato presente ai funerali, desiderava venerare, venne aperto il tumulo. Non fu però più possibile trovare quel sacratissimo corpo. Trovarono soltanto i suoi panni, e furono ricreati da un soave profumo che da essi emanava, poi chiusero nuovamente il tumulo. Ed a spiegazione di tanto mistero, poterono soltanto pensare che il Verbo Dio ed il Signore della gloria, che aveva voluto da lei assumere umana carne e divenire uomo, lo stesso, aveva voluto, dopo la di lei morte, esentarla da ogni corruzione, e glorificare quel corpo immacolato e non macchiato da alcuna immondezza, con l'incorruttibilità, e con l'assunzione al cielo prima ancora della comune e generale risurrezione dei morti».
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S. S. Pio XII, il 1° novembre 1950, ha solennemente definito, essere dogma di fede che Maria SS. fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo, e venne pure composta la nuova Messa dell'Assunta che comincia con le parole dell'Apocalisse (12,1): Signum magnum1
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Considera. Maria, Madre nostra, aspetta in cielo noi, suoi figli di predilezione. Chi vive santamente è moralmente certo di fare una santa fine. Il vero amore al corpo si dimostra nel rinnegamento e nel lavoro, secondo la dottrina evangelica; sarà certa la gloriosa risurrezione. Maria venne esaltata sopra tutti i cori, nel regno celeste, perché la sua vita superò in perfezione la vita di tutti i santi: «Ciascuno... avrà la propria ricompensa in proporzione della sua fatica» (1Cr 3,8).
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II.

1. Purezza di Maria. - A gloria di Dio, a lode di Cristo, ad esaltazione della Madre di Dio, ad ornamento del popolo cristiano, confessiamo la perpetua verginità di Maria. Cristo, Figlio del Padre vergine, ed egli stesso fu vergine: conveniva perciò che la Madre sua fosse pure Vergine. Ella è l'arca fedele del Nuovo Testamento: «Fa' un'arca di legno d'acacia... La coprirai d'oro puro; al di dentro e al di fuori la coprirai» (Es 25,10s.). «Urna bellissima, recante la manna del cielo» (S. Efrem). «Domicilio di ogni grazia dello Spirito Santo»; «Tempio del Signore»; «Tempio del Signore e sacrario dello Spirito Santo»; «Letto di Salomone, paradiso di Dio, cella di Dio» (S. Bernardo): ecco quanti titoli per lodare l'immacolata purità della SS. Vergine.
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La verginità è uno splendore che illumina: «O quanto è bella la gloriosa generazione casta! La memoria di lei è immortale, essendo conosciuta da Dio e dagli uomini» (Sp 4,1 Vg). «Non c'è prezzo che uguagli un'anima casta» (El 26,20 Vg). È un dono raro e perciò prezioso: «Non tutti capiscono questa parola, ma soltanto quelli ai quali è stato concesso» (Mt 19,11). «L'integrità non è comune tra i più e tra le persone volgari» (S. Ambrogio). «I vergini saranno come gli angeli di Dio in cielo», i vergini sono «i monili di Cristo» (Sant'Ignazio). I vergini sono «i gigli di Cristo», «la parte più illustre di Cristo» (S. Cipriano). Quanto è splendida questa prerogativa in Maria; essa è la Vergine dei vergini; Vergine, che attira col suo profumo i vergini: «La seguono le vergini» (Sl 44,15). «È condottiera e maestra delle vergini» (S. Tommaso da Villanova). «È inventrice ed istitutrice della verginità»; «Essa sola superò ogni purità ed ogni verginità» (S. Efrem).
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2. Chiarissima è la profezia di Isaia: «Per questo il Signore stesso vi darà il segno: ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emanuele» (Is 7,14). E questo segno della vergine che concepisce per virtù dello Spirito Santo, venne interpretato da Matteo il quale, dopo aver narrata la soprannaturale concezione di Gesù in Maria, aggiunse: «E tutto questo avvenne, affinché si adempisse quello che era stato annunziato dal Signore per mezzo del profeta, che disse: Ecco la Vergine concepirà» (Mt 1,22s.). Appare dalle parole: «Come potrà avvenir questo, se io non conosco uomo?» (Lc 1,34).
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Maria fu Madre purissima e viene paragonata ad un giglio tra le spine; adopera infatti, come vergine prudentissima, tutti i mezzi, per conservare la castità. Questi mezzi secondo S. Roberto Bellarmino, sono tre: digiuno, preghiera, e fuga dei pericoli. Sotto il nome di digiuno viene la mortificazione della gola ed anche quella degli occhi. Maria, ancorché fosse piena di grazia, tuttavia castigava sempre gli occhi, come dicono S. Giovanni Damasceno e S. Epifanio. Maria non avrebbe trovata tanta grazia, se non fosse stata moderatissima nel cibo e nella bevanda, poiché non possono coesistere grazia e golosità, come dice S. Bonaventura. La preghiera di Maria fu costante, umile, fervorosa, sublime, come conveniva alla Regina di tutti i santi. S. Luca dice: «Maria si mise in viaggio, in tutta fretta, per la montagna» (Lc 1,39). Non si fermava troppo tra gli uomini, per non venir distratta dalla vita dello spirito, e per non esporsi ai pericoli.
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3. La castità è necessaria ai Sacerdoti, e specialmente ai pastori di anime. S. Ambrogio dice: «Bisogna prestare un ministero immacolato e non ostacolato da nulla; e come ben sapete tale ministero non deve essere violato da nessuna unione coniugale, dato che voi avete ricevuto la grazia del sacro ministero, essendo integri di corpo, di inviolato pudore, ed alieni anche dallo stesso consorzio coniugale». Lo splendore della castimonia pastorale deve illuminare, per essere a tutti di ammonimento, e per spandere il profumo di Cristo vergine.
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Per l'esame della nostra coscienza può servire ciò che S. Tommaso da Villanova dice della Vergine Maria: «Fu Vergine in tutto: vergine nella carne, vergine nella mente, vergine nell'aspetto, vergine nel contatto, vergine nel pensiero, vergine nell'affetto, vergine nel discorso, vergine nell'agire, vergine nello spirito, vergine nei sensi».
Vergine nella carne: infatti gli apostoli furono anche vergini, o dopo la chiamata vissero continenti; «Elesse dei sacerdoti senza macchia» (1Mb 4,42). Vergine nella mente: «Tutta bella sei, o mia diletta, non v'è difetto in te» (Cn 4,7); «Quanto sei bella, quanto sei graziosa tra le delizie, o carissima» (Cn 7,6). Vergine nell'aspetto: Il Sacerdote di Dio si rivesta del nitore dei celesti, ed il suo abito insegni che lui deve vivere come fosse in cielo e non come è in terra; ammonisce l'Apostolo: «La nostra patria è nei cieli» (Fl 3,20). Reputi il Sacerdote come a sé rivolta la parola evangelica: «Perché non siete del mondo, ma anzi, scegliendovi, io vi ho fatto uscire dal mondo, per questo il mondo vi odia» (Gv 15,19). Vergine nel contatto: «Un giardino chiuso tu sei, o sorella mia sposa, un giardino chiuso, una fonte sigillata» (Cn 4,12). «La sposa è simile ad un orto piantato di elettissime piante, e disposto con l'arte del giardiniere fiorista con ogni eleganza ed amenità; e poi chiuso, affinché i passanti non lo scerpino e le bestie non lo calpestino; dotato di fontana di limpidissime acque e acque potabili, ma fontana sigillata, affinché quando non è usata, non possa venire guastata o sporcata» (Cornelio a Lapide). Vergine nel pensiero: dai pensieri dipende infatti la vita; non essere compiacente del male fatto, o bramoso di farlo nel futuro e di metterti nei pericoli; non allietarti del male nel presente. Vergine nell'affetto: Giovanni Damasceno disse che Maria è pura ed amante della purezza. Vergine nel discorso: mortifica la lingua sempre ed in ogni luogo: nel confessionale, nei discorsi, nel fare il catechismo. Vergine nell'agire: «Maria invitava il cuore di coloro che la rimiravano, a vivere castamente», dice S. Tommaso. Vergine nello spirito: colui che ama Cristo diventa santo nella mente e nello spirito, secondo il detto: «Chi invece si unisce al Signore forma con esso un solo spirito» (1Cr 6,17). Vergine nei sensi: vergine di occhi, di orecchio, di tatto, ricordando le parole: «Dalla quale è nato Gesù» (Mt 1,16). Il ministero pastorale sarà fecondo in proporzione al grado di immacolatezza della vita del pastore. Sempre infatti il Sacerdote innocente, senza macchia, segregato dai peccatori, genera per mezzo del Vangelo i figli adottivi di Dio.
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III

1. Maria SS. Corredentrice. - Secondo la fede cattolica: «Non vi ha che un solo Dio, un solo mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù» (1Tm 2,5). Piacque tuttavia alla divina bontà che Maria concorresse a meritarci la grazia della salvezza. Pio X dice infatti: «La beata Vergine ci merita de congruo ciò che Cristo ci ha meritato de condigno». Fu veramente corredentrice, sebbene secondaria e dipendente da Cristo Redentore. Nel grande giorno dell'annunciazione venne offerta alla beata Vergine, dall'arcangelo Gabriele, la Maternità di Cristo; e non soltanto di Cristo come persona privata, ma anche di Cristo in quanto Salvatore e Redentore degli uomini: «Che chiamerai col nome di Gesù» (Lc 1,31), ossia di Salvatore; «Egli sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono di David, suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno» (Lc 1,32s.). L'angelo parla non soltanto delle prerogative personali di Gesù, ma anche del suo ufficio di Messia e di Salvatore; e la salvezza dell'umanità dipendeva dal fiat di Maria. Maria infatti consentì, sapendo e volendo, a divenire Madre di Cristo come Salvatore universale, e, per aver accettato, divenne realmente la Madre del Redentore, e parte attiva nell'opera di salvezza. Quello che fu Eva nella nostra rovina, lo fu Maria nella salvezza del genere umano.
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S. Bernardino da Siena, sopra le parole: «Come potrà avvenir questo, se io non conosco uomo?» (Lc 1,34), così interloquisce: «L'angelo aspetta la risposta; anche noi l'aspettiamo, o Signora, la parola di misericordia; noi che siamo oppressi dalla sentenza di condanna. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: saremo subito liberati, se tu acconsenti». E S. Agostino: «Rispondi presto, o sacra Vergine; perché ritardi a dare la vita al mondo?». Quando la beata Vergine risponde all'angelo: «Ecco l'ancella del Signore; che mi avvenga secondo la tua parola» (Lc 1,38), «o fiat potente, esclama S. Tommaso da Villanova, o fiat efficace; o fiat degno di venerazione più di qualsiasi altro fiat!», perché a mezzo di questo fiat si scioglievano le catene della prigionia e della condanna del genere umano. Chi potrebbe pensare che cosa ne sarebbe avvenuto del genere umano, se la beata Vergine non avesse dato il suo consenso all'angelo?
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2. Similmente consta dalla sacra Scrittura che la beata Vergine fu associata a Cristo che soffriva e moriva sulla croce; infatti: «Or presso la croce di Gesù stava sua Madre» (Gv 19,25). Maria, come vera Madre di Cristo, aveva qualche diritto sopra il Figlio suo. Non vi è alcun dubbio: essa in modo ineffabile, nonostante il dolore del suo cuore, fu unita con tutto il suo spirito al Figlio dilettissimo; essa era pienamente a conoscenza del mistero della croce e pienamente si uniformò alla volontà dell'eterno Padre che aveva deciso di dare alla morte il Figlio suo, e pienamente pure si uniformò alla volontà del Figlio che accettò e subì la morte. Con Gesù ed in lui, e per lui, Maria offrì a Dio Padre il sacrifizio della vita del Figlio, per la redenzione degli uomini. La redenzione fu compiuta con il sangue di Cristo; di conseguenza Maria in modo congruo è, unita al Figlio suo, nostra corredentrice; di essa alcuni autori intendono dette le parole della Scrittura: «Piange inconsolabile durante la notte, lacrimose sono le sue guance; non v'è chi la consoli tra tutti i suoi cari» (Lm 1,2). S. Girolamo dice: «Quante furono le ferite fatte al corpo di Cristo, altrettante furono le ferite fatte al cuore di Maria».
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Benedetto XV scrive: «Maria per quanto stava da lei, immolò il Figlio, e così si può giustamente dire che essa con Cristo redense il genere umano». Questa verità è così enunciata da S. Ireneo: «Allo stesso modo che Eva con la sua disubbidienza, divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così Maria, con la sua ubbidienza, divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano». Il dolore della Vergine fu massimo durante la passione perché massimo era il suo amore verso il Figlio, come insegna S. Bernardino da Siena. Allora veramente l'animo di Maria venne trafitto da una spada di dolore.
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3. Tutto il genere umano deve sempre e dovunque ringraziare Maria che soffre con il Figlio; per essa a noi provengono grandissimi beni. Chi non riamerà Maria, la quale ci ha tanto amati? Il Sacerdote le offra ogni giorno almeno qualche ossequio; mediti assiduamente i suoi dolori, e li proponga con la predicazione alla compassione del popolo.
Maria, come fu partecipe alla nostra redenzione, così ha grande parte nell'applicazione dei frutti della passione di Cristo. Ogni grazia infatti dipende da tre volontà: da Dio, da Cristo e da Maria. Raccomandiamo a Maria tutti gli infedeli, gli eretici, gli scismatici, tutti i peccatori. Il pastore che nella sua azione distribuisce alle anime i frutti della redenzione, si raccomandi a Maria. Impari cosa deve fare per ottenere la salvezza delle anime: deve fare cioè come hanno fatto Gesù e Maria i quali hanno sofferto per tutti; il Sacerdote pure si offra vittima ed ostia per i peccati.
«Signore, voi sapete quale sia il meglio: si faccia questo o quello come vorrete. Datemi quello che voi volete, e quanto volete e quando volete. Trattatemi secondo che voi sapete, e secondo che più vi piacerà, e sarà di vostro maggior onore. Mettetemi dove vi aggrada, e disponete di me liberamente in tutte le cose. Io sto nelle vostre mani: volgetemi e rivolgetemi d'ogni intorno. Eccomi, io sono il vostro servo, pronto a tutto: poiché non desidero di vivere a me stesso, ma solo a voi: ed oh! vi piaccia che io l'eseguisca degnamente e perfettamente» (Della Imitazione di Gesù Cristo, lib. 3, cap. 15, n. 2).
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1 Il tratto contenuto sotto il n. 247 fu aggiunto nella versione italiana.