Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE

(PB 5, 1941, 523-528)

I.

1. Con fede sincera, con cuore puro e con coscienza buona veneriamo la verità di fede solennemente dichiarata da Pio IX, con le seguenti parole: «Definiamo che la dottrina la quale ritiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore dell'umano genere, fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale, è da Dio rivelata, e quindi da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli» (Denzinger n. 1641).
Questo dogma è chiaramente insegnato nelle parole del protoevangelo contenuto nella Genesi, quando Dio, dopo il peccato del primo uomo, così parla al serpente: «Io getterò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua schiatta e la schiatta di lei; essa ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15). In queste parole si dichiara che una donna dovrà nascere, la quale riparerà alla rovina prodotta da Eva nel genere umano; questa donna conserverà inimicizia perpetua verso il demonio, ossia non soggiacerà mai al dominio del demonio. Questa donna è Maria, sempre illesa da ogni macchia di peccato.
Adombrando questa concezione immacolata, l'angelo Gabriele dice a Maria: «Ave, o piena di grazia, il Signore è con te! Benedetta tu fra le donne» (Lc 1,28). Perciò la Chiesa canta: «Tutta bella sei, o Maria; ed in te non v'è la macchia di origine», allo stesso modo del Cn 4,7.
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2. Per causa del peccato di Adamo, tutto il genere umano venne sottoposto al peccato originale; perciò ogni uomo viene all'esistenza privo della grazia celeste, ed è schiavo sotto la potestà del diavolo. Dice S. Paolo apostolo: «Tutti hanno (in Adamo) peccato» (Rm 5,12). Questo avviene perché tutti abbiamo origine dai primi nostri parenti. Maria fu una singolarissima e felicissima eccezione; essa procede da Gioacchino ed Anna secondo la discendenza carnale; ma secondo la discendenza spirituale procede dalla bocca dell'Altissimo avanti tutte le altre creature. S. Sofronio afferma che «la Beata Vergine è immune da ogni contagio».
Gioacchino ed Anna, essendo avanti negli anni, secondo le leggi della natura, non attendevano più nessun figlio; Anna si trovò incinta per azione divina di una così singolare figliuola. Si avverò così che Dio formò Maria in modo singolare sia riguardo all'anima come riguardo al corpo. In Maria doveva essere tutto riunito quello che è diviso tra gli altri Santi e tra gli stessi angeli. San Bonaventura, commentando le parole: «Ho preso dimora tra la moltitudine dei santi» (El 24,16), fa così parlare Maria: «Tutto possiedo nella pienezza, quello che gli altri santi possiedono solo in parte». I privilegi di Adamo ed Eva, i privilegi di Giovanni il Battista, di S. Giuseppe e di altri, convergono in essa per l'eminentissima sua dignità di Madre di Dio.
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3. Maria è la madre dei credenti e dei redenti, come Eva è la madre dei viventi, da Maria ha inizio la nuova generazione e la nuova prole di cui il primogenito è Cristo. Come da Eva Dio col divino suo spiracolo propagò la vita naturale, così da Maria si propagò la vita soprannaturale, infusa per opera dello Spirito Santo, con la grazia, nella creazione. Questo fu operato affinché ella meritasse di divenire degno abitacolo del Figlio di Dio, anzi affinché nel suo cuore venissero accolti tutti i suoi figli redenti, e perché da essa avessero la vita soprannaturale e la salvezza. Maria non potrebbe essere degna Madre di Cristo e dei redenti se fosse stata per qualche tempo posseduta dal demonio.
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L'immunità dal peccato originale di Maria Vergine era conveniente a Dio Padre, che dispose di dare il suo unico Figlio in modo che naturalmente fosse uno ed identico Figlio suo e della Vergine. Conveniva a Dio Figlio, il quale, essendo la santità infinita, non poteva assumere la carne da una madre soggetta al peccato. Conveniva a Dio Spirito Santo che non poteva avere una sposa già schiava del demonio, ed adombrata, affinché da essa nascesse Colui dal quale lo stesso Spirito procede. Era infine conveniente alla stessa beata Vergine essere immune dal peccato, ella che doveva partorire in modo verginale Colui che veniva a togliere il peccato del mondo.
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Fede, speranza, gaudio nello Spirito Santo per l'altissimo privilegio di Maria, dell'immacolata concezione. Fede per la dottrina della Chiesa; speranza di ottenere da Maria la vittoria contro il peccato ed il serpente; gaudio per la dignità della Madre nostra. Celebriamo la concezione immacolata della Vergine Maria; adoriamo il Signore, Cristo Figlio suo, poiché, nella sua concezione Maria ricevette benedizione dal Signore, e misericordia da Dio nostra salvezza. S. Girolamo dice di Maria: «Di essa Salomone, nel Cantico, quasi a sua lode, dice: Vieni, o mia colomba, o mia bella (Cn 2,11)... Essa era infatti resa bianca dalle molte virtù e meriti, e fatta candida più che neve dai doni dello Spirito Santo, rappresentando in tutto la semplicità della colomba... Fu perciò immacolata, perché in nulla guastata» (Epistola 9 ad Paulam et Eustochium. De Assumptione B. Mariae Virginis, 9).
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II.

1. Della beata Vergine Maria la Chiesa canta: «Tu la gloria di Gerusalemme, tu l'allegrezza di Israele, tu l'onore del popolo nostro» (Gi 15,10). E prega: «Attiraci, o Vergine immacolata, e correremo dietro a te, nell'odore dei tuoi profumi». La beata Vergine, nella sua concezione, non fu soltanto preservata dal peccato originale, ma fu altresì ornata di grazie, di doni, di eccellentissime virtù, per cui la Chiesa adatta a Maria le parole della Scrittura: «Dio mi possedette all'inizio delle sue opere» (Pv 8,22). «Piena di grazia» (Lc 1,28); e secondo la sua vocazione, Maria ricevette fin dal primo momento dell'esistenza una grazia superiore a quella di tutti i santi ed angeli: «Ben si dice piena di grazia, dice S. Onofrio, poiché agli altri santi si dà una porzione di grazia, a Maria invece venne infusa la pienezza della grazia». S. Gregorio accomoda a Maria le parole di Isaia: «Negli ultimi giorni il monte della casa del Signore sarà fondato sopra le cime dei monti, s'innalzerà sopra le colline, e vi accorreranno tutte le genti» (Is 2,2), e dice: «È davvero un monte sopra le colline, perché l'altezza di Maria risplende sopra tutti i santi». E non c'è da meravigliarsene; anzi S. Anselmo dice: «È grande mancanza paragonare Maria agli altri santi; in lei Dio assunse umana carne, e la innalzò anche sopra tutti gli angeli». E S. Vincenzo Ferreri: «La Vergine venne santificata, nel seno materno, più di tutti i santi ed angeli».
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2. E proseguendo, S. Bernardino dice che è regola fermissima «che quando Dio elegge alcuno a qualche stato, dà a costui tutti quei beni che sono necessari a quel dato stato, e che abbondantemente gli sono di ornamento». Questa grazia si chiama dignificante. Riguardo alle semplici creature, altro è quello che fa il figlio adottivo come sono tutti i servi di Dio, ed altro ciò che fa la Madre di Dio. Maria solamente ricevette questa seconda grazia, e la ricevette piena, poiché è dono singolarissimo di lei. La Vergine fu eletta perché divenisse Madre di Dio, e perciò non si deve dubitare che Dio l'abbia resa, con la sua grazia, idonea a questo ufficio. Perciò, nella beata Vergine ci fu una perfezione quasi dispositiva, per la quale veniva resa idonea ad essere la madre di Cristo: e questa fu la perfezione della santificazione.
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Assieme a questa grazia vi furono in Maria le quattro virtù cardinali; le virtù teologali della fede, della speranza e della carità; i sette doni dello Spirito Santo, ossia il dono dell'intelletto, della sapienza, della scienza, del consiglio, della fortezza, della pietà, del timore di Dio; similmente i dodici frutti dello Spirito Santo e le beatitudini; ed ancora tutte le grazie gratuitamente date, ed ogni virtù morale, ché tutte le vennero infuse, in modo da costituire nella sua anima il perfetto ordine di tutte le virtù: e questo in grado eccellentissimo. Pio IX, parlando del saluto dell'angelo: «Ave, o piena di grazia» (Lc 1,28), dice: «Questo singolare e solenne saluto mai prima udito, dimostra che la Madre di Dio è la sede di tutte le grazie, e che è ornata di tutti i divini carismi, anzi che è di questi stessi carismi un tesoro quasi infinito, ed un insondabile abisso». S. Alfonso dice: «Il principio della vita della beata Vergine dovette essere più alto che tutte le vite dei santi al loro termine ultimo e più alto».
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3. La ragione di tante stupende elargizioni divine fatte alla beata Vergine, in vista dei futuri meriti di Cristo così viene dichiarata: «Dio, che per l'immacolata Concezione della Vergine preparasti degna abitazione al Figlio tuo...» (Messale Romano, Messa dell'Immacolata Concezione: Orazione).
Il Sacerdote è ministro di Cristo, ed in suo nome nella Messa consacra, ministra; quanta santità perciò si richiede in lui! «È lui che ci ha resi capaci di essere ministri del nuovo Testamento» (2Cr 3,6); e certamente dona ai Sacerdoti le grazie necessarie ai divini doveri. «Ogni nostra capacità viene da Dio» (2Cr 3,5); me ne starò dunque fiducioso perché in me sono, per divina misericordia, le grazie per predicare, per governare il popolo, per santificare le anime. I Sacerdoti santi stanno saldi nelle difficoltà, perché sanno di essere stati chiamati da Dio. Seminano la parola di Dio con grande costanza; con fervido zelo ammaestrano il popolo e lo governano; insistono a tempo opportuno e non opportuno, perché mise «sulle nostre labbra le parole della riconciliazione. Noi adunque siamo ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per bocca nostra» (2Cr 5, 19s.). «Se Dio è per noi, chi contro di noi?» (Rm 8,31). «Una tale fiducia noi l'abbiamo in Dio per mezzo di Cristo» (2Cr 3,4).
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Ogni giorno posso ricevere il Corpo di Cristo; ogni giorno sono presso l'altare del Signore; sono costituito tempio di Dio, anche solo come semplice cristiano. Mi asterrò perciò da ogni peccato, e piuttosto voglio morire che macchiarmi. Inoltre credo in Dio riguardo alla mia vocazione ad una santità vera e distinta: «Poiché la volontà di Dio è questa, che vi santifichiate» (1Ts 4,3). «Figliuolo, colla mansuetudine conserva la tua anima, e rendile onore secondo il suo merito. Chi giustificherà colui che pecca contro l'anima propria?» (El 10,31s.). «Vi esorto dunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi, come vittima viva, santa, gradevole a lui» (Rm 12,1). «Non sapete che voi siete tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio dimora in voi?» (1Cr 3,16). Dio mi elesse e preelesse: «Io so quelli che ho eletti» (Gv 13,18). «Chiamò presso di sé quelli che voleva» (Mc 3,13). «Non siete voi che avete eletto me, ma io ho eletto voi» (Gv 15,16).
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III.

1. Iddio, fin dall'eternità, con amore perpetuo, ci ha prediletti, ci ha eletti, ci ha predestinati alla gloria sua: «Sia benedetto il Dio... il quale... ci ha benedetti... con ogni sorta di benedizioni... prima della fondazione del mondo» (Ef 1,3.4). Ma tra tutte le future creature predilesse, preelesse, predestinò l'Immacolata Vergine Maria come regina di tutte le creature. «Dio mi possedette all'inizio delle sue opere, fin da principio, avanti la creazione. Ab eterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra: non erano ancora gli abissi, ed io ero già concepita» (Pv 8,22-24 Vg). Inoltre Dio e l'umanità contemplano l'Immacolata come la restauratrice dopo la rovina del peccato: «Io getterò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua schiatta e la schiatta di lei; essa ti schiaccerà il capo mentre tu ti avventi al suo calcagno» (Gn 3,15). Ed ancora: tutti gli eletti eternamente in cielo lodano l'Immacolata come una visione di gaudio: «Poi apparve nel cielo un gran prodigio: una donna vestita di sole, che aveva la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1).
Con Dio Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo contemplerò, ammirerò e loderò l'elettissima Vergine Maria, «vero prodigio nuovo, e di tutte le novità supereminente novità di virtù» (S. Girolamo); sposa ornata coi suoi monili. Con la Chiesa, con gli angeli, con i dottori, con i santi apostoli, con le vergini e con i confessori loderò l'Immacolata: «Ti saluto, o amenissimo giardino di Dio... Ti saluto, o immacolato e purissimo palazzo di Dio» (S. Germano). Visione perpetua, visione di pace e di luce, di godimento e di gloria in Cristo restauratore e salvatore di tutti.
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2. Ora comprendo come Dio odia il peccato e perché vuole i Sacerdoti ornati di innocenza e di purezza. Maria ottima genitrice della grazia e di Cristo; così il Sacerdote genitore della grazia e del corpo mistico di Cristo e del corpo reale di Cristo. Ogni giorno si accosta all'altare: «Mi accosterò all'altare di Dio» (Sl 42,4). «Io voglio... produrre il corpo ed il sangue del Signore nostro Gesù Cristo...» (Breviario Romano, Preparazione alla Messa). Quanto devotamente perciò dovrò pregare prima di celebrare la Messa: «Deh! Signore, visita e purifica le nostre coscienze; affinché venendo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, trovi in noi un'apparecchiata dimora» (Breviario Romano, Preparazione alla Messa). Il Signore Gesù non teme alcun inquinamento esteriore, ma inorridisce del peccato: «Purificatevi, voi che portate i vasi del Signore» (Is 52,11). I ministri della Chiesa devono essere perfetti in fede ed in opere.
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Inoltre, riguardo al corpo mistico ossia alle anime, il Sacerdote sia puro, sull'esempio di Maria. S. Paolo giustamente insegna del sacerdozio di Cristo: «Ecco il sommo sacerdote, che ci voleva per noi, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori e sublimato al di sopra dei cieli» (Eb 7,26); queste parole, fatte le dovute proporzioni, convengono al Sacerdote. «Vi scongiuro adunque io, prigioniero per il Signore, di diportarvi in modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati, con ogni umiltà e dolcezza, con longanimità, sopportatevi l'un l'altro con amore, e studiatevi di conservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace» (Ef 4,1-3). All'edificazione del corpo di Cristo, dobbiamo faticare non con parole, ma con spirito e virtù: «Poiché è evidente che voi siete lettera di Cristo, redatta da noi; scritta non già con inchiostro, ma con lo spirito del Dio vivo; non su tavole di pietra, ma su tavole di carne, sui vostri cuori» (2Cr 3,3). «Sono io che vi generai... per mezzo del Vangelo» (1Cr 4,15). Dalla vita spirituale viene altra vita spirituale. Il Sacerdote è anche la penna di Dio.
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3. Il Sacerdote deve anche possedere e brillare di tutti gli ornamenti e di tutte le virtù, come Maria. «Tu non avrai quaggiù lungo tempo a faticare... Lavora fedelmente... Scrivi, leggi, canta, piangi, taci, prega, soffri con fortezza le avversità: la vita eterna merita di essere acquistata con queste ed altre maggiori battaglie... Non è cosa di poca importanza il perdere, o l'acquistare il regno di Dio» (Della Imitazione di Cristo, 1. 3. cap. 47, nn. 1.2. 4). Maria è un tesoro di Dio; così il Sacerdote, che ha ricevuto splendida dote delle divine grazie. «O Maria, rivesti i Sacerdoti di giustizia, e di provata, immacolata e sincera fede, con splendidissima esultanza» (S. Germano).
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Preghiamo: «Così pure a noi concedi, o Dio, di giungere mondi, per sua intercessione, a te» (Messale Romano, Messa dell'Immacolata Concezione: Orazione). Coloro che ti lodano, o Immacolata, libera da ogni pericolo e da ogni dolore... Porgi la tua mano soccorritrice al mondo intero, o Maria, affinché possiamo passare le tue solennità, ed anche la presente, in letizia e gaudio, in Cristo Gesù. Ti saluto, o mediatrice di tutti; ti saluto, o riparatrice di tutto il mondo; ti saluto, o piena di grazia; il Signore è con te; lui che era prima di te; che è per te, e che è con noi. Così sia.
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