Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

GIORNO DECIMOSECONDO

Speranza di Maria SS.

S. SCRITTURA

Tre giorni dopo c'era un banchetto nuziale in Cana di Galilea, e v'era la Madre di Gesù. E alle nozze fu invitato Gesù coi suoi discepoli. Ed essendo venuto a mancare il vino, dice a Gesù la madre: Non hanno più vino. E Gesù a Lei: Che ho da fare con te o donna? L'ora mia non è ancora venuta. Dice la sua madre ai servitori: Fate tutto quello che vi dirà. Or c'eran lì sei idrie di pietra, preparate per la purificazione dei Giudei, le quali contenevano da due a tre metrete ciascuna. Gesù disse loro: Empite d'acqua le idrie. E le empirono fino all'orlo. E disse ad essi: Ora attingete e portate al Maestro di tavola. E portarono. Or com'ebbe il maestro di tavola, assaggiata l'acqua mutata in vino, che non sapeva donde veniva, ma lo sapevano i servitori che avevano attinto l'acqua, chiamò lo sposo e gli disse: Tutti da principio pongono il vino migliore, e quando son già brilli danno l'inferiore: ma tu hai serbato il migliore fino ad ora. Così Gesù fece il primo dei suoi miracoli in Cana di Galilea,
~
e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui (Gv. 2,1-11).
Dal Messale: II Domenica dopo l'Epifania.

La speranza, c'ingegna il Catechismo, è virtù soprannaturale per cui confidiamo in Dio e da Lui aspettiamo la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere.
Speriamo in primo luogo il Paradiso.
Già Tobia diceva: «Noi siamo figli di Santi ed aspettiamo quella vita che Dio darà a coloro i quali non perdono mai la loro fiducia in Lui».
E S. Agostino: «Ma come: nessun premio ci darà Dio? Nessuno all'infuori di se stesso. Il premio di Dio è lo stesso Dio». D'altronde Dio è il sommo bene, la nostra felicità eterna. Per questo i Santi disprezzavano i beni della terra e non desideravano che il Cielo. Essi avevano la vera speranza.
Speriamo in secondo luogo le grazie necessarie per meritare la vita eterna con le buone opere. La vita eterna è il fine, le grazie per le buone opere sono i mezzi: grazia santificante, perdono dei peccati, illustrazioni interne, grazie che spingono ed aiutano a fare il bene, perseveranza ecc.
La misura della nostra fiducia è anche la misura delle grazie che Dio ci dà. Basta leggere le descrizioni del Vangelo per rendercene persuasi. Quante volte Gesù, a coloro che ricorrono a Lui per ottenere guarigioni o favori, dice che sono esauditi per la fede che hanno in Lui! «La tua fede ti ha salvato: va' in pace. Credi tu? - Se puoi credere tutto è possibile a chi crede. - Confida, ti sono rimessi i tuoi peccati», ecc.
~
Una fede viva otteneva una guarigione più miracolosa, più rapida. Era insomma la fede che Gesù Cristo esigeva soprattutto. Similmente fecero gli Apostoli. Così il Diacono Filippo all'Eunuco che chiedeva di essere battezzato, disse: «Se credi con tutto il cuore sarà fatto» [At. 8,37]; e quando il custode della prigione di Filippi domandò a S. Paolo e Sila, che cosa doveva fare per salvarsi, si ebbe in risposta: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvo tu e la tua famiglia».
La speranza di Maria fu un frutto proporzionato alla sua grande fede: perciò fu alta, forte, operosa.
1) Alta. La speranza ha per base la fede e quanto più questa è salda, tanto più quella si innalza. Di mano in mano che in un'anima cresce il conoscimento di Dio, della sua bontà, potenza e fedeltà, il cuore si dilata e si sente confortato a sperare.
Maria ebbe la fede più ferma. Ella superò quindi nella speranza ogni creatura. Una luce vivissima illuminò la sua mente a credere; un desiderio accesissimo sollevò la sua volontà a sperare: In verba tua supersperavi.
La S. Vergine non aveva alcun ostacolo o contrasto a questa bella virtù: non peccati, non attaccamento alle creature, al mondo, o a se stessa. Si sollevava spedita e tranquilla a Dio e in Dio si riposava.
2) Forte. La speranza di Maria fu posta alle prove più dure. Anche in questa virtù Ella doveva essere la Regina di tutti i Santi. Giuseppe, ignaro del celeste mistero operato in Lei, pensa di abbandonarla segretamente: «Voluit occulte dimittere eam» (Mt. 1,19). Maria sente pena
~
per le angustie del suo sposo, ma tanto si fida di Dio che non dice nulla; eppure una sola parola, sarebbe bastata a calmare le agitazioni e a rendere ad entrambi la serenità e l'allegrezza. Nelle Nozze di Cana fa notare al suo Divin Figlio la mancanza del vino e con ciò Lo prega di sottrarre con un miracolo gli sposi dalla confusione. Gesù Le dà una risposta che ha tutte le sembianze di un'aperta negativa; ciononostante Maria si tiene così certa di essere esaudita, ed avvisa i servi di star pronti ai cenni di Lui e li dispone al futuro miracolo.
Nel tempo della Passione, la sua speranza deve sostenere molti assalti. L'Angelo Le aveva annunciato di Gesù grandezze meravigliose: ebbene lo vede ora vittima dei suoi persecutori, trascinato da un tribunale all'altro, condannato a morte, confitto sulla croce. Lo vede spirare abbandonato dai suoi più cari, insultato, bestemmiato, sazio di obbrobri. Eppure non diffidò un istante, non dubitò mai che il suo Figliuolo avrebbe vinto i suoi nemici; si tenne sicura che avrebbe regnato in terra e in cielo: «In spem contra spem credidit: credette contro ogni speranza», come dice S. Paolo (Rm. 4,18).
Impariamo a sperare sempre e diciamo con Giobbe: «Etiamsi occiderit me, in ipso sperabo... et ipse erit salvator meus: anche se mi facesse morire spererò in Lui... ed Egli sarà il mio Salvatore».
3) Operosa. Dio richiede la cooperazione delle sue creature; non vuol far per miracolo quello che si può ottenere con la fatica. Fa' tutto quello che puoi da te, come se nulla avessi da riprometterti da Dio, diceva S. Ignazio, e spera
~
tutto da Dio, come se nulla avessi fatto da te.
La Vergine SS. sperò a Betlemme che il Signore le avrebbe preparato un rifugio, ma lo cercò per tutta la città e fuori di essa, finché si riparò nella spelonca destinata. La fuga in Egitto, la perdita di Gesù nel Tempio, la crocifissione e morte di Gesù furono altrettante occasioni che dimostrano quanto fosse operosa la speranza di Maria.
Dopo che Gesù fu rinchiuso nel sepolcro Maria non poteva che accelerare coi voti la di Lui risurrezione. Si ritirò perciò in preghiera; non andò con le devote donne a cercar tra i morti Colui che era tra i vivi e che fermamente sperava di riabbracciare tra breve pieno di vita, di maestà e di gloria.
Beate le anime che dopo aver fatto quanto possono, si abbandonano a Dio e da Lui solo aspettano il conforto e l'aiuto.
I motivi della speranza sono:
La misericordia di Dio: «Sperantem in Domino misericordia circumdabit: colui che spera nel Signore è abbracciato dalla misericordia» (Sal. 31,10). Dio è buono! Egli vuol essere chiamato nostro Padre; ha sacrificato il suo unico Figlio per noi. Vuol darci il suo Paradiso per eredità; ha messo a nostra disposizione mezzi senza numero per acquistare la vita eterna. Della sua bontà Gesù ce ne ha dati esempi toccanti nella parabola del Figliuol Prodigo, del Buon Pastore, della pecorella smarrita, nel perdonare alla Maddalena, al buon ladrone, ecc.
Dio è fedele alle promesse: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto» (Mt. 7,7; Lc. 11,9). Gesù
~
Cristo ha detto: «Vado a preparare un posto per voi» (Gv. 14,27). Or «è impossibile che Dio c'inganni». «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Lc. 21,33). Udiamo perciò la S. Scrittura: «Conserviamo senza vacillare la professione della nostra speranza, essendo fedele Colui che ha promesso» [Eb. 10,23].
I meriti infiniti di Gesù Cristo: Dice S. Paolo: «Ora siete stati da Dio riconciliati nel corpo della carne di Lui, per la sua morte, affine di farvi comparire santi, immacolati e irreprensibili innanzi a se stesso» (Col. 1,22). «Colui che non ha risparmiato nemmeno il proprio Figliuolo, ma l'ha dato a morte per noi tutti, come potrà non donarci con Lui tutte le cose?» (Rm. 8,32).
Ecco i motivi della nostra speranza.
Confidare in Dio solo infinitamente potente, misericordioso e fedele: «Il Signore è la mia luce, la mia salvezza; di chi ho da temere? Mentre i malvagi venivano ad attaccarmi per divorare le mie carni, essi, i nemici che mi perseguitavano, han vacillato e son caduti. Quand'anche mi si accampasse contro un esercito, il mio cuore non temerà, e se ci attaccassero in battaglia, in questo io pongo la mia speranza» (Sal. 26,1-3).
Confidare soprattutto nelle avversità. Scrive S. Paolo: «Non soltanto di questo ci gloriamo, ma anche delle tribolazioni, sapendo come la tribolazione produce la pazienza, la pazienza l'esperienza, l'esperienza la speranza. Or la speranza non inganna, poiché la carità di Dio è stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm. 5,3-5). E ancora:
~
«Se figliuoli siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo, se però soffriamo con Lui, da essere con Lui glorificati. Io tengo per certo che i patimenti della vita presente non sono da paragonarsi alla futura gloria che sarà manifestata in noi» (Rm. 8,17-18). La nostra momentanea e leggera tribolazione produce per noi un eterno ed oltremodo sublime cumulo di gloria: «Omnia possum in eo qui me confortat: io posso tutto in Colui che è mio conforto» (Fil. 4,13).
Diciamo dunque a Maria:
Vergine SS. di Voi, dice l'Ecclesiastico che siete la Madre della speranza: Mater sanctae spei. Di Voi dice la S. Chiesa che siete la stessa speranza: Spes nostra salve. Chi cercherò dunque? Voi, dopo Gesù, siete tutta la speranza mia, così vi chiamava S. Bernardo, così voglio chiamarvi ancor io: Tota ratio spei meae, salus te invocantium, salva me.

DIVOZIONE A MARIA

NATIVITÀ DELLA B. VERGINE MARIA

La Chiesa con linguaggio giusto e profondo chiama ordinariamente giorno della natività quello della morte dei Santi. Per essi infatti il giorno della morte è il passaggio da questa misera vita alla nascita della vera. Però a questa regola la Liturgia fa due eccezioni: relativamente alla S. Vergine ed a S. Giovanni Battista.
Si celebra la festa della Natività della Vergine Immacolata, perché apparve sulle terra piena di grazia e ricca di tutti i doni di Dio. Quanto alla diffusione però, questa festa andò a rilento.
~
Sebbene anteriore ai secoli VIII e IX, pure a quest'epoca non era ancora celebrata universalmente. Lavorò molto alla sua diffusione Fulberto di Chartes.
L'Epistola, sebbene in senso letterale debba intendersi della Sapienza increata, cioè della seconda persona della SS. Trinità, in senso mistico, conviene mirabilmente alla Vergine SS. preordinata da Dio fin dall'eternità, ad essere Madre sua e Madre nostra.

PREGHIAMO MARIA

Ecco il pensiero della Liturgia di questa festa:

Orazione
Deh, Signore, largisci ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinché mentre il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, la solennità votiva di sua Natività apporti aumento di pace.

Secreta
Ci soccorra, o Signore l'umanità del tuo Unigenito, e come Egli nascendo da una Vergine, non menomò, ma rese più perfetta l'integrità della Madre Sua, così nella solennità della sua Natività, Gesù Cristo Signor Nostro ci spogli dei nostri delitti e ti renda accetta la nostra oblazione.

Dopocomunione
Fa', te ne preghiamo, Signore Dio nostro, che come col nostro ministero onoriamo con gioia la memoria dei tuoi Santi nel tempo, così abbiamo da allietarci della loro presenza nell'eternità.

Preghiera a Maria di S. Bernardo
Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, che non si è inteso mai al mondo che alcuno ricorrendo alla vostra
~
protezione, implorando il vostro aiuto e chiedendo il vostro patrocinio, sia restato abbandonato. Animato io da una tal confidenza a Voi ricorro, o Madre, Vergine delle Vergini, a Voi vengo, e colle lacrime agli occhi, reo di mille peccati, mi prostro ai vostri piedi a domandare pietà. Non vogliate, o Madre del Verbo, disprezzare le mie suppliche ma benigna ascoltatemi ed esauditemi.
Così sia.

ESEMPIO

S. FRANCESCO DI SALES

Fu innanzi a un'immagine di Maria, che San Francesco di Sales ottenne la liberazione di una della maggiori pene che possa soffrire quaggiù un'anima pia. Il Santo studiava a Parigi, quando fu tentato da spaventosa disperazione pensando di essere da Dio riprovato... Questo gli stava sempre fisso nell'anima e non gli lasciava più pace. Caduto in una profonda malinconia, divenne pallido e macilento con grave danno della sua salute. Un giorno parendogli di non poter più resistere a tale tentazione, si rifugiò in Chiesa e si prostrò davanti all'altare di Maria, dove alcun tempo prima, aveva fatto voto di castità. Si gettò con la faccia per terra, con ardentissimo affetto e gran confidenza pregò Maria che se veramente era da Dio riprovato e destinato ad odiarlo per sempre coi dannati, nell'inferno, Ella almeno gli impetrasse la grazia di amarlo finché viveva qui sulla terra. Finì versando copiose lacrime e recitando con grande affetto la preghiera di S. Bernardo: Ricordatevi, ecc.
La Madre di Dio l'esaudì. La tentazione
~
scomparve come per incanto, ritornò la pace al suo spirito ed il suo cuore si trovò ripieno di fiducia e di gioia.

LODE

Ave mundi spes, Maria,
Ave mitis, ave pia,
Ave plena gratia.

Ave Virgo singularis,
Quae per rubum designaris
Non pas sum incendia,

Ave Iesse virgula;
Cuius fructus nostri luctus,
Relascavit vincula.

Ave cuius viscera
Contra mortis foedera
Ediderunt filium.

Ave carens simili,
Mundo diu flebili
Reparasti gaudium.

Ave Virginum lucerna.
Per quam fulsit lux superna
His quos umbra tenuit.
~