Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO VENTESIMOQUINTO

Salve Regina
II.

S. SCRITTURA

Con la mia voce al Signore alzo il mio grido, con la mia voce imploro il Signore.
Effondo dinnanzi a Lui la mia preghiera
, a Lui espongo le mie angosce. Quando il mio spirito dentro di me vien meno, tu ben conosci il mio sentiero. In questa via nella quale cammino mi hanno nascosto un laccio. Mi volgo a destra e guardo, e nessuno mi riconosce. Mi è tolto ogni scampo: non c'è chi si prenda cura dell'anima mia.
Alzo il mio grido a te, Signore e dico
: «Tu sei la mia speranza, la mia porzione nella terra dei viventi».
Ascolta le mie suppliche, perché io sono oltremodo umiliato. Liberami dai miei persecutori, perché sono più forti di me.
Trai fuori dal carcere l'anima mia a celebrare il tuo nome: i giusti mi aspettano pel momento in cui mi darai la ricompensa


(Sal 141).

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Ad Te clamamus exules filii Evae.
Siamo figli di Eva per la nascita, ma siamo anche figli di Maria per la Redenzione: «Ad Te clamamus exsules filii Evae; a Te ricorriamo esuli figli di Eva», per diventare figli tuoi nello spirito, o Maria, come vuole Gesù, mentre secondo la carne siamo figli di Eva.
Eva è la vinta dal demonio, Maria è la vincitrice di Satana.
Come figli di Eva siamo nati nel peccato, come figli di Maria siamo rinati nella grazia.
Eva è il tipo della donna imprudente, debole; Maria il tipo della donna prudente, forte.
Come figli di Eva portiamo le sorgenti del peccato, cioè le tre concupiscenze: avarizia, superbia, sensualità. Come figli di Maria chiediamo alla Madonna umiltà, povertà, purezza.
Tre verità ci fanno sperare in Maria: Ella conosce i nostri bisogni; ne ha compassione e vuole soccorrerci; è potente e ricca per tutti.
Maria conosce i nostri bisogni. Tante sono le nostre necessità spirituali e materiali. Quanto al corpo abbisogniamo di cibo, di vestito, di salute, di abitazione, di mezzi per operare il bene. Quanto allo spirito ci occorre vincere il peccato, trionfare nelle tentazioni del demonio, dominare le passioni, distaccarci dal mondo; ci è necessaria la grazia, la vita di fede, una speranza ferma l'amore di Dio; dobbiamo adempiere la missione che Dio ha affidato a ciascuno di noi, rimanere costanti dinnanzi alle varie prove della vita, ottenere la grazia di una santa morte, raggiungere il Paradiso.
D'altra parte, dal peccato di Eva sono usciti
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tanti e così gravi mali che nessuno potrà mai descriverli pienamente. Sono le dolorose prove della vita; così frequenti, che spesso rimaniamo stanchi nel portare al Calvario la nostra croce: dolori fisici di tante specie, dolori morali: tristezze, dubbi, ignoranza, inganni, malevolenze dei nemici, tradimenti degli amici... I rovesci di fortuna, la fatica di ogni giorno, le speranze troncate, le forze che mancano... forse fanno esclamare: la vita è amara, viene a noia... Solo la speranza cristiana ci può dare un sollievo.
Per il figlio però, è sempre un gran conforto versare il proprio cuore in quello della madre confidando le pene. Così per noi figli di Maria è dolce sollievo aprire la nostra anima innanzi ad un'immagine di Maria.
Maria conosce i nostri bisogni: perché è pure figlia di Eva, e se per misericordia singolare di Dio andò esente dai mali che sono conseguenza del peccato, non andò esente dal dolore: Ella anzi è la Donna che più sofferse, tanto da diventare la Regina dei dolori.
La Madonna versò tante lacrime: «La tua anima sarà trapassata dalla spada del dolore» (Lc. 2,35), le disse il vecchio Simeone. Gesù venne cercato a morte ancora bambino e l'odio del mondo non si placò neppure quando lo vide crocifisso e sepolto. Vide il più bello degli uomini, perché vero Figlio di Dio, ridotto ad uno stato paragonabile ad un verme schiacciato. Le bestemmie che udì, il tradimento di Giuda, le persecuzioni della Chiesa nascente, il culto idolatra, gli errori ed i vizi degli uomini... tutti vide Maria...
La Madonna conosce in Dio i nostri bisogni.
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Ella gode la visione beatifica: in Dio come in uno specchio tersissimo, si riflettono tutte le necessità; perciò Ella le conosce come noi e molto meglio di noi.
Ancora: Maria sente le nostre suppliche, ode i nostri gemiti, ascolta le nostre domande: non è sorda. Più di qualunque creatura la Madonna ci sta ad ascoltare, capisce il linguaggio di ognuno per quanto zotico, comprende più di quanto la parola dell'uomo sappia esprimere.
Maria dimostrò quanto i suoi occhi siano aperti a considerare le nostre necessità nelle nozze di Cana. Colà i primi a far notare la mancanza del vino non furono gli sposi o le persone di casa; fu invece Maria che per prima si accorse e provvide. «Officium piae auxiliatricis sumpsit non rogata». Le dice S. Pier Damiani: «Ma ora, o Vergine, perché siete stata innalzata ad essere Regina del Cielo, vi sarete forse dimenticata dei miseri figli lasciati sulla terra? No, no; non lo voglio pensare, non è così: Numquid, o beata Virgo, quia ita glorificata es, ideo nostrae humilitatis oblivita es? Absit, non convenit tantae misericordiae oblivisci».
La Chiesa ci insegna a pregare così: «Illos tuos misericordes oculos ad nos converte».
E perciò Maria è sede della sapienza, è Regina degli Apostoli, è Madre del Buon Consiglio. Nel «Sabato consacrato a Maria» si fa questa preghiera: «O dolcissima speranza nostra Maria, nessuno ha mai sperato invano in Voi: dovrò dunque essere il primo a trovarmi ingannato? Se quanti in Voi sperano, ricevono favori e misericordie, io solo rimarrò a mani vuote? Ah no, Signora; non voglio, né posso dubitare della
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vostra bontà. Io spero e spererò sempre in Voi. Voi vedete i tanti bisogni dell'anima mia; accelerate dunque le vostre misericordie. Io benedirò in vita e nell'eternità il Vostro gran cuore, la Vostra santa mano, il Vostro Figlio che vi ha fatta Madre nostra».
Maria ha compassione di noi. Non basta che alcuno conosca i nostri bisogni: occorre ancora che si muova a compassione dei mali e li possa curare.
Il cuore di Maria è misericordioso: a) perché è il cuore più simile a quello di Gesù. Dal sangue di Maria si formò il cuore dell'adorato Agnello che riscattò il mondo! esclama S. Alfonso.
Gesù fu sensibilissimo a tutti i dolori dell'umanità: «Misereor super turbam: Ho compassione di questa turba» (Mc. 8,2); nello stesso modo la conoscenza che Maria ha delle nostre infermità non è sterile; in Lei è una medesima cosa vedere i dolori e muoversi a compassione
b) Perché Maria è nostra Madre. Quando una persona è eletta ad un ufficio, viene dotata di tutti i doni e qualità che le occorrono per adempiere tutti i doveri. Ora il concetto di madre è diverso dal concetto che abbiamo di padre: nella madre il cuore, la compassione, la premura sollecita; nel padre la forza, l'intelligenza, il lavoro.
Perciò dice S. Antonio: «Non reperitur aliquis sanctorum ita compati in intimitatibus sicut mulier haec beatissima Virgo Maria»; niuno in questo la eguaglia!
c) Il fatto e l'esperienza degli uomini lo dimostrano: S. Bernardo riassume la storia delle misericordie di Maria in queste parole: «Maria omnibus omnia facta est; omnibus misericordiae
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sinum aperit, ut de plenitudine eius omnes accipiunt: captivus redemptionem; aeger curationem; tristis consolationem; peccator veniam: ut non sit qui se abscondat a calore eius: Maria si è fatta tutta a tutti, a tutti apre il seno della sua misericordia, acciocché tutti ne ricevano: lo schiavo il riscatto, l'infermo la salute, l'afflitto il conforto, il peccatore il perdono, Dio la gloria; e con ciò non vi sia alcuno che non senta il suo calore, il suo grande affetto».
Nel secolo XII, la parte maggiore e più fiorente della Spagna gemeva sotto l'oppressione del giogo crudele dei Saraceni. S. Pietro Nolasco, ancora giovane andò dalla Francia alla Spagna, erogò tutta la vistosa sostanza a pro' dei cristiani caduti in schiavitù dei turchi ed espresse il desiderio di essere venduto qui o potersi sostituire alla prigionìa dei poveri schiavi.
Una notte mentre meditava sul suo pensiero, gli comparve la Madonna con volto serenissimo e gli disse essere assai gradito a Lei ed al Figlio suo che venisse istituito un ordine con la missione speciale di liberare gli schiavi cristiani dai turchi.
S. Pietro volò ai piedi del suo confessore: Raimondo di Peñafort. La SS. Vergine, nella medesima notte era già apparsa a S. Raimondo e gli aveva espresso il medesimo desiderio. Mentre i due uomini di Dio conferivano, ecco arriva Giacomo, re di Aragona. In quella notte la Madonna era apparsa anche a lui e gli aveva detto di aiutare l'ordine che Ella desiderava far nascere in suo onore.
Il 10 Agosto 1218 i tre uomini iniziavano il nuovo ordine religioso e lo chiamavano di S. Maria
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della Mercede per la redenzione degli schiavi, con il voto di rimanere in schiavitù se questo fosse stato necessario per liberare i cristiani.
Maria può soccorrerci. Maria è ricca per tutti, Maria è potente per ogni debolezza, Maria è rifugio per tutti i perduti, per cui tutti può soccorrere:
I motivi sono molti:
a) Maria è tanto potente presso Dio quanto fu santa per le sue virtù sulla terra. Chi in terra esercitò una virtù, in Paradiso ha potere di ottenere quella virtù e chi ne esercitò parecchie ha potere per quelle; Maria le esercitò tutte: ha dunque potere per tutte. Ella perciò è invocata per la purezza come per la fortezza; per lo zelo come per la sapienza; nei tempi di eresia come nelle calamità di guerre e malattie; nelle lotte dello spirito contro la carne come nelle malattie del corpo e nei pericoli temporali
b) Ciò che nei Santi è diviso, in Maria è unito. S. Luigi s'invoca per la purezza, S. Tommaso d'Aquino per la scienza, S. Francesco di Sales per la mitezza; agli Apostoli si chiede lo zelo, ad un martire la pazienza, ad un confessore la fede; si prega S. Lucia per la vista, S. Camillo de Lellis per i moribondi, S. Vincenzo de' Paoli per le opere caritative in genere; S. Giovanni Vianney è protettore dei parroci, S. Girolamo Emiliani è protettore degli orfani.
«Coeteri Sancti jure quoddam patrocinii pro sibi specialiter commissis plus possunt prodesse, quam alienis. Beatissima Virgo Maria vero, sicut omnium est regina, sic est omnium advocata et patrona; cura illi est de omnibus».
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c) Anzi Maria ha un potere sopra tutti i Santi come Madre di Dio: Dio in qualche modo obbedisce a Maria.
Grande è l'autorità delle madri sopra i figli, e sebbene questi monarchi, esse non diventano mai loro suddite.
E' vero che Gesù ora in cielo siede alla destra del Padre, cioè come spiega S. Tommaso, anche come uomo ha il supremo dominio sopra di tutti ed anche sulla S. Vergine; tuttavia un tempo, su questa terra volle farsi suddito di Maria. «Et erat subditus illis» (Lc. 2,51).
S. Ambrogio riferisce che, avendo Gesù Cristo designata Maria a sua Madre, come figlio era veramente obbligato ad obbedirle. Aggiunge Riccardo di S. Lorenzo che i Santi hanno obbedito, mentre Maria comandò a Dio: «Cum de coeteris sanctis dicatur eos esse cum Deo, Maria maius aliquid sortita est ut non solum ipsa subjiceretur voluntati Dei, sed etiam Dominus voluntati ipsius».
Le vergini, seguono il divino Agnello dov'Egli si porta: «Sequuntur Agnum quocumque ierit» (Ap. 14,4). L'Agnello seguiva invece Maria su questa terra. De Virgine autem Maria secure dici potest, quod Agnus sequebatur eam quocumque ierit, ex illo Lucae: «Erat subditus illis».
Sebbene Maria in Cielo non possa più comandare al Figlio, le sue preghiere sono sempre preghiere di Madre e perciò potentissime.
«Grande privilegium Mariae, quod apud Filium sit potentissima», dice S. Bonaventura. E per tal ragione, dice S. Pier Damiani che la Vergine può quanto vuole, così nel cielo come sulla terra, potendo sollevare alla speranza di salvarsi
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anche i disperati, onde Le dice: «Data est tibi omnis potestas in coelo et in terra, et nihil tibi impossibile, cui possibile est etiam desperatos in spem salutis relevare».
d) Maria venne incoronata dalla SS. Trinità come Regina.
«Imperio Virginis omnia famulantur, etiam Deus». S. Bernardino da Siena dichiara con questa sentenza, che ai comandi di Maria obbediscono tutti, anche Dio, in quanto Dio esaudisce le sue preghiere come fossero comandi. S. Anselmo dice a Maria: «Te Deus, o Virgo, sic exaltavit, ut omnia secum possibilia esse dominavit: Il Signore, o Vergine Santa, vi ha sollevata a tal segno che potete ottenere ai vostri divoti tutte le grazie possibili».
Le dice Cosma Gerosolimitano: «Omnipotens auxilium tuum, o Maria». E S. Antonio: «Dio ha posto tutta la Chiesa non soltanto sotto il patrocinio, ma ancora sotto il dominio di Maria: Ecclesia est non tantum sub Virginis patrocinio, verum etiam sub dominatione ac potestate».
La Madre ha la stessa potestà che ha il Figlio; da Gesù che è onnipotente è stata fatta onnipotente Maria; il Figlio è onnipotente per natura, la Madre è onnipotente per grazia.
e) Gesù è come debitore a Maria. Anzi, soggiunge S. Giorgio, arcivescovo di Nicomedia, che Gesù, anche quasi per soddisfare l'obbligo che ha verso questa Madre per averGli dato col suo consenso, l'essere umano, adempie tutte le sue domande: Filius quasi exolvens debitum implet petitiones tuas. E S. Bonaventura parlando a Lei, così si esprime: «O certe Dei nostri mira benignitas, qui suis reis te Dominam tribuit advocatam,
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ut auxilio tuo, quod volueris valeas impetrare: O immensa ed ammirabile bontà del nostro Dio che a noi miseri rei ha voluto concedere Voi Signora e Madre per nostra Avvocata, acciocché possiate colla vostra potente intercessione ottenerci di bene quanto voi volete».
Rifugiamoci dunque presso Maria; Ella è Madre potente, Madre misericordiosa, Madre sapiente.

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DELLA MERCEDE

Questa festa deve la sua origine alla fondazione dell'istituto dello stesso nome. Nel secolo XII, la S. Vergine apparve a S. Pietro Nolasco e a S. Raimondo di Peñafort nello stesso tempo che appariva a Giacomo I, re d'Aragona, suggerendo loro di fondare un Ordine Religioso che, sotto la sua protezione speciale, avesse come oggetto precipuo il riscatto degli schiavi cristiani caduti in potere dei maomettani.
La festa odierna, dapprima propria dell'Ordine della Mercede, fu estesa da Innocenzo XII (secolo XVII) a tutta la Chiesa.
Oggi i bisogni della Chiesa, benché differenti non sono punto minori; preghiamo dunque il Signore che, per intercessione della sua SS. Madre, ci voglia liberare dalle dottrine perverse scatenatesi sul mondo e che ci minacciano un'oppressione peggiore di quella dei barbari conquistatori.
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PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dio, che a liberare i fedeli cristiani dalla potestà dei pagani ti sei degnato per mezzo della gloriosissima Madre del Figlio tuo arricchire la Chiesa di nuova famiglia; deh! fa' che mentre la veneriamo piamente istitutrice di tanta opera veniamo parimenti liberati per i meriti ed intercessione di Lei, e da tutti i peccati e dalla cattività del demonio.

ESEMPIO

S. FRANCESCO SAVERIO

Il grande apostolo delle Indie e del Giappone, Francesco Saverio, per tutta la sua vita onorò la Madre di Dio colla più intima divozione e vivo amore. Fu nella festa della Presentazione che Egli in Parigi, nella Chiesa del Monte dei Martiri, dedicata alla Vergine SS., insieme con S. Ignazio e coi suoi compagni si consacrò a Dio per mezzo dei ss. voti.
Così fu nella Chiesa di Loreto, che ebbe la prima ispirazione di recarsi nelle Indie per annunziare a quei popoli il Vangelo.
Non chiese mai grazia a Dio se non per intercessione di Maria e non intraprese mai opera alcuna senza raccomandarla al patrocinio di Maria. Quando poi spiegava la dottrina cristiana o predicava, si volgeva prima a Maria, per impetrare prima col suo mezzo lume e forza nella fede, e chiudeva le sue istruzioni colla preghiera: Salve Regina.
Nei molti pericoli a cui lo espose il suo apostolato, Egli sempre si abbandonò con filiale
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fiducia nelle braccia di Maria, certo di essere salvo. Per far conoscere a tutti che era divoto servo di Maria, portava ordinariamente al collo la sua corona, e per animare efficacemente i novelli convertiti a recitare il Rosario, operò con questo molti prodigi.
Tra gli altri si racconta che un giorno un mercante di Meliapur, mentre stava per partire alla volta di Malacca, lo pregò di lasciargli qualche suo ricordo. Il Santo gli diede il suo Rosario, aggiungendo «Questo Rosario ti farà buon servizio, purché tu abbia fede in Maria!». Intanto l'àncora si sciolse e in breve, si levò una terribile procella, che portò via il vascello, e lo fracassò contro lo scoglio.
Il caso parve a tutti i passeggeri quasi disperato, quando il mercante pieno di confidenza in Maria, prese la sua corona lasciatale da Francesco e tenendola in mano, senza saperne egli stesso il come, si trovò in un momento sul lido e fuori di ogni pericolo.
L'Apostolo delle Indie e del Giappone si rivolgeva spesso a Maria per ottenere la conversione di grandi peccatori, come pure il perdono dei propri peccati. «Io ho preso per mia avvocata la Regina del Cielo, diceva sovente, per conseguire il perdono dei miei peccati, che sono senza numero».
Nei suoi sermoni e nelle sue istruzioni, parlava spesso del patrocinio di Maria, e cercava di esortare i fedeli ad onorare ed amare questa dolce Madre di misericordia.
Morì santamente, ripetendo le parole della Chiesa: «Maria, monstra Te esse Matrem!: - O Maria, fa' vedere che Tu sei la madre mia!».
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LODE

Dei Matris cantibus solemnia
Recolat solemnibus Ecclesia:
Vota tuis auribus Concilia,
Te devotis vocibus laudantia,
Digna dignis laudibus.

O gloriosa Domina, quorum laudant
Carmina, precamur, dele crimina.
Tua nos restituit Conceptio,
Quos serpentis abruit deceptio:
De mortis eripuit confinio,
Et finem imposuit exilio
Quod Heva promeruit,

O gloriosa...

Et est venerabilis solemnitas nobis
Tua nobilis Nativitas:
Surgeret ut fragilis humilitas,
Per quam venit humilis sublimitas
Incomprehensibilis,

O gloriosa...

Quam tibi vox attulit angelica,
Mundum salus extulit ad coelica:
Bona secum detulit vivifica,
Mala nobis abstulit mortifica,
Et salutem contulit.

O gloriosa...

Ades ergo miseris supplicibus
Et nostri memineris, ut precibus
Nos conjungas superis Spiritibus
Quo praelata caeteris Caelestibus
Fructu tuo frueris.

O gloriosa...
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