Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO DECIMOTERZO

Carità di Maria SS.

S. SCRITTURA

Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio, che l'amore è forte come la morte, la gelosia è inesorabile come l'inferno. I suoi ardori di fuoco e di fiamme. Le molte acque non possono estinguere l'amore, né i fiumi potranno sommergerlo. Anche se un uomo avesse dato per l'amore tutti i beni di sua casa, li disprezzerebbe come un niente

(Ct. 8,6-7).


La carità è virtù soprannaturale per cui amiamo Dio per se stesso, sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi per amor di Dio.
E' la virtù più nobile, più meritoria; è un dono che viene infuso da Dio nel S. Battesimo insieme alla fede e alla speranza: «La carità di Dio è stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato» (Rm. 5,5).
Amiamo Dio e il prossimo. Queste parole indicano l'oggetto della carità, che è duplice comprendendo Dio e le sue perfezioni infinite e il prossimo, figlio di Dio. «La carità, dice S. Agostino,
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ha due braccia: con uno si attacca a Dio con l'altro al prossimo».
Ecco le parole del Vangelo:
Un dottore in legge domandò a Gesù per tentarlo: «Maestro, qual è il maggiore comandamento della legge?» E Gesù: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento. Il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt. 22,36-39).
E S. Giovanni aggiunge: «In questo si distinguono i figliuoli di Dio e i figliuoli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, così pure chi non ama il proprio fratello. E il messaggio che voi avete sentito fin da principio è questo, che vi amiate l'un l'altro; non facendo come Caino che era maligno ed uccise il suo fratello. Perché lo uccise? Perché le sue opere erano malvagie, e quelle di suo fratello erano giuste» (1 Gv. 3,10-12).

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La carità di Maria fu la più grande sia considerata rispetto a Dio, come rispetto al prossimo.
Rispetto a Dio. Dal primo momento di sua esistenza Maria fu accesa di tanto amore verso Dio, da superare l'amore dei più grandi santi nel termine della loro vita. S. Bernardino aggiunge che superò anche quello di tutti gli Angeli insieme. Così S. Anselmo: «Superat... omnes omnium rerum creaturarum amores et dulcedines magnitudo amoris istius Virginis». Maria visse su questa terra, ma col suo cuore sempre fisso in Dio. Quest'amore poi crebbe immensamente
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nell'Incarnazione del Verbo eterno, nella nascita di Lui, nella fuga in Egitto, nella perdita e nel ritrovamento, nel soggiorno di Nazaret. Crebbe nella passione e morte, nella risurrezione ed ascensione al Cielo e specialmente nelle Sante Comunioni che riceveva da S. Giovanni. Ella non passava, come gli altri, dall'imperfezione alla santità, o dalla tiepidezza al fervore, ma da un grado di amore fervido ad un grado sempre più acceso. Ci fanno meraviglia le fiamme e i deliquii d'un S. Stanislao Kostka e di tanti altri Santi, i quali non vivevano più che d'amore; ma tutto l'amore loro è piccola fiammella di fronte all'amore di Maria.
Dice S. Bernardo: «Se tutte le creature fossero altrettanti Paolo Apostolo, non raggiungerebbero l'estasi amorosa di Maria, perché l'Apostolo fu vaso di elezione e la Vergine vaso di divinità: Si essent tot Pauli quot creaturae, non attingerent contemplationem B. Virginis, nam Paulus fuit vas electionis, Maria vero, vas divinitatis». La Vergine SS. per la veemenza di quest'amore, sarebbe morta assai prima: ma Dio la sostenne, come si aggiunge olio per alimentare la lampada. «Fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo: Sostenetemi coi fiori, confortatemi coi frutti, perché io languisco d'amore» (Ct. 2,5), pone sul labbro di Maria la Chiesa onde farci comprendere il languore di Maria per il tanto affetto verso Dio.
S. Tommaso da Villanova dice che se poté durare ad ardere così e a vivere, fu un continuo miracolo.
Il suo amore fu sempre attuale... Il cuore di Maria fu come l'altare sul quale il fuoco era
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sempre mantenuto vivo di giorno e di notte. Maria non amò Dio come gli altri Santi, con atti frequenti di carità; lo amò con un atto solo continuo: «Gloriosissima Virgo de privilegio singulari continue et semper Deum amabat actualiter». S. Bernardino si esprime con vivacità: L'anima di Maria tendeva a Dio nel sonno con affetto più forte che i Santi nelle veglie: «perfectior contemplatrix quam unquam fuerit alius dum vigilaverit».
Rispetto al prossimo
. L'amore che si porta a Dio e l'amore che si porta al prossimo nasce da una medesima fonte, anzi è un solo fuoco con due fiamme. «Idem specie actus est quo diligitur Deus et quo diligitur proximus»: così insegna S. Tommaso. Perciò chi ama veramente Iddio non può non amare anche il prossimo.
Maria ama Dio più di tutti i Santi e così pure immensamente più di tutti i Santi ama gli uomini.
Questa carità si accese anche per gli esempi del suo Figliuolo. Per molti anni l'ebbe sotto gli occhi ogni giorno: Lo vedeva soffrire tanto per amore degli uomini; stare nascosto e disprezzato; Lo osservava beneficare, soccorrere, perdonare. Sapeva che per questo era disceso dal Cielo in terra; per questo si era dato in cibo, per questo era morto sulla Croce e tutto ciò La spingeva a lavorare per la salvezza degli uomini.
Maria notava con somma diligenza tutte le parole che uscivano dal labbro benedetto di Gesù, ne studiava tutte le azioni, tutti i sentimenti e li meditava per imitarLo, per conformarsi in tutto a Lui: «Maria autem conservabat omnia verba haec conferens in corde suo: Maria
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riteneva tutte queste cose meditandole in cuor suo» (Lc. 2,19).
Maria SS. diede la più grande prova della sua carità sul Calvario. «L'amore si prova coi fatti». Contempliamo Maria sul Calvario a piè della croce: compie il sacrificio più penoso che può fare una madre: la perdita del più amabile, del più caro, del più santo di tutti i figliuoli. Lo offre per nostro amore alla divina giustizia, Lo immola sull'altare del suo cuore.
Gesù nel morire per noi ci ha dato la prova più grande d'amore, perché: «Maiorem caritatem nemo habet, ut animam suam ponat quis pro amicis suis: nessuno ha maggior carità di chi dà la vita per i suoi amici» (Gv. 15,13); Maria coll'acconsentire alla morte di Gesù, anzi coll'offrir la vita di Lui in espiazione dei nostri peccati, ce ne lasciò anch'Essa la prova maggiore che potesse darci. Non è difficile far del bene agli altri quando poco o nulla costa; difficile invece quando il nostro amor proprio ne soffre. La grandezza del sacrificio indica la forza dell'amore «Fortis est ut mors dilectio: l'amore è forte come la morte» (Ct. 8,6).

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Amiamo il Signore.

Dio dev'essere amato con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze. Nella perfezione della celeste beatitudine, insegna S. Tommaso, noi ameremo Dio con tutto il cuore, perché la nostra intenzione si trasporterà in Dio da tutto ciò che penseremo, ameremo,
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faremo; con tutta la mente, perché il nostro pensiero con un atto continuo volerà a Dio, studiando sempre Lui e tutte le cose in Lui; con tutta l'anima perché tutto il nostro affetto sarà continuamente intento ad amar Dio, e per amore di Lui ameremo tutte le cose; con tutte le forze, perché l'amore di Dio sarà l'unica ragione di tutti i nostri atti esterni.
Su questa terra ameremo Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, se per divino amore, abitualmente riferiremo tutto a Dio.
Adempiamo questo massimo e primo dei precetti:
Riferendo tutto a Dio come nostro ultimo fine; ordinando la nostra vita al suo servizio: così ameremo Dio con tutto il cuore;
Assoggettando il nostro intelletto a Dio credendo ciò che Egli ha rivelato: così ameremo Dio con tutta la mente;
Amando in Dio quello che amiamo e riferendo in tutto e per tutto ogni nostra affezione all'amor di Dio: così ameremo Dio con tutta l'anima;
Avvalorando coll'amor di Dio tutto il nostro esterno, le nostre parole e le nostre opere: così ameremo Dio con tutte le nostre forze.

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Maria ama immensamente il suo Dio e perciò richiede ai suoi devoti che l'amino anch'essi quanto possono. Così appunto Ella disse alla B. Angela da Foligno un giorno nel quale si era comunicata: Angela, sii benedetta dal Figlio mio: tu procura d'amarlo quanto puoi, Onde S. Caterina
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da Siena chiamava Maria, Portatrix ignis, la condottiera del fuoco del divino amore.
S. Alfonso prega così la SS. Vergine:
«Ah! regina dell'amore, Maria, la più amabile, la più amata e la più amante di tutte le creature (come vi diceva S. Francesco di Sales): ah! Madre mia, Voi ardeste sempre e tutta d'amore verso Dio; deh, degnatevi di donarmene almeno una stilla. Voi pregaste il Vostro Figlio per quegli sposi ai quali mancava il vino: «Vinum non habent» e non pregherete per noi privi dell'amore a Dio cui siamo tanto obbligati d'amore? Dite pure: «Amorem non habent» e Voi impetrateci quest'amore».
Dice S. Gregorio Nazianzeno, che non v'è cosa con cui possiamo più acquistarci l'affetto di Maria che con usar carità al nostro prossimo: Nulla res est quae Virginis benevolentiam conciliat quam misericordia. Onde come Dio ci esorta: «Estote misericordes sicut et Pater vester misericors est» (Lc. 6,36), così par che Maria dica a tutti i suoi figli: Estote misericordes sicut et Mater vestra misericors est.
Secondo la carità che noi useremo col prossimo, Dio e Maria l'useranno con noi: «Date et dabitur vobis» (Lc. 6,38). «Eadem quippe mensura, qua mensi fueritis, remetietur vobis» (Lc. 6,38). S. Giovanni Crisostomo sulle parole dei Proverbi [19,17]: «Foeneratur Domino, qui miseretur pauperibus» dice: Chi soccorre i bisognosi, fa che Dio gli diventi debitore.
O Beatissima Vergine, Madre del bell'amore, date anche a noi un cuore secondo il Vostro!
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DIVOZIONE A MARIA

PURISSIMO CUORE DI MARIA

La santità di Maria proviene dal suo gran Cuore. Come la Chiesa ha stabilito una festa in onore del Cuore di Gesù, così ne ha stabilita un'altra in onore del Cuore di Maria. Supplichiamola a volerci dare un cuore grande per amare tanto Iddio e le cose riguardanti il suo servizio: un cuore puro, umile, pio, caritatevole.
Seguendo Maria, tutti dobbiamo andare a Gesù coll'animo ardente di amore, per cantare l'inno di gratitudine alla sua bontà.

PREGHIAMO MARIA

L'orazione della Messa dice: Onnipotente e sempiterno Dio, che nel Cuore della B. Vergine Maria preparasti una degna abitazione dello Spirito Santo, concedi propizio che celebrando la solennità del medesimo purissimo Cuore, possiamo vivere secondo il Tuo cuore.

La Secreta: Offrendo, o Signore, alla tua Maestà l'Agnello immacolato, ti preghiamo che quel fuoco divino che infallibilmente infiammò il cuore della B. Vergine Maria, accenda anche i nostri cuori.

Il Dopocomunione: Ristorati dai doni divini, ti preghiamo umilmente, o Signore, che per intercessione della B. Vergine Maria, del cui Cuore purissimo celebriamo con venerazione la festa, liberati dai pericoli della vita presente, conseguiamo la felicità della futura.
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ESEMPIO

S. TERESA E LA DIVOZIONE ALLA MADONNA

S. Teresa del B. Gesù, nutriva in sé un grande amore a Maria: «L'amo tanto, diceva, e se fossi stata Sacerdote, come avrei parlato bene di Lei»! Ma poi soggiungeva: «Maria preferisce di essere imitata, piuttosto che ammirata». E la imitò fino a raggiungere in breve un alto grado di santità.
Chi ama tanto Maria e ne imita le virtù non può non farsi santo.

LODE

Preclara custos Virginum,
Intacta mater Numinis,
Caelestis aulae ianua,
Spes nostra, caeli gaudium.

Inter rubeta lilium,
Columba formosissima,
Virga e radice germinans
Nostro medelam vulneri;

Turris draconis impervia,
Amica stella naufragis,
Tuere nos a fraudibus,
Tuaque luce dirige,

Erroris umbras discute,
Syrtes dolosas amove,
Fluctus tot niber, deviis
Tutam reclude semitam.

Iesu tibi sit gloria,
Qui natus es de Virgine,
Cum Patre et almo Spiritu,
In sempiterna secula. Amen.
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