Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO VENTESIMOPRIMO

Il culto a Maria

S. SCRITTURA

Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un fiore verrà da questa radice; e sopra di lui riposerà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelletto; spirito di consiglio e di fortezza; spirito di scienza e di pietà; lo riempirà lo spirito del timor di Dio.
Egli non giudicherà secondo quello che apparisce agli occhi, non condannerà secondo quello che si sente cogli orecchi; ma giudicherà con giustizia i poveri, e prenderà le giuste difese degli umili della terra; percuoterà la terra colla verga della sua bocca, col soffio delle sue labbra farà morire l'empio. La giustizia cingerà i suoi fianchi, la fede fascerà il suo dorso
(Is. 11,1-5).

Scrive S. Tommaso: L'iperdulìa è la più sublime specie di dulìa. La venerazione è dovuta all'uomo in ragione dell'affinità che ha con Dio e ai Santi si dà un culto di dulia, a Maria un culto di somma dulìa, o iperdulìa.
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S. Bonaventura infatti nota che il culto a Maria poggia sull'affinità specialissima che Ella ebbe con Gesù Cristo.
Leone XIII scrive nell'enciclica «Magnae Dei Matris»: Maria per la pienezza di grazia trascende di molto tutti gli Angeli e i Santi.
E altrove: Secondo la dottrina di S. Tommaso per l'annunciazione si aspettava il consenso di Maria; perciò con tutta verità e proprietà si può dire che dell'immenso tesoro recatoci da Gesù Cristo (giacché la verità e la grazia fu data da Gesù Cristo) nulla viene a noi comunicato se non per mezzo di Maria SS.
Ecco dunque, tre motivi per dare a Maria un culto speciale, detto di iperdulìa: è Madre di Dio, è piena di grazia, è il culto trasfondente o canale per cui noi tutto riceviamo da Dio.

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Di fatto Maria ebbe fra i Santi il culto sommo, per larghezza, lunghezza, profondità, ed altezza.
Ebbe il culto più largo, Esso incominciò nel paradiso terrestre, quando Dio indicò la Donna: «Porrò inimicizia tra te e la Donna... Essa ti schiaccerà la testa» (Gen. 3,15).
Da quel giorno l'umanità cominciò a sperare in Maria come nella fortunata creatura, che avrebbe ottenuta la rivincita sul demonio.
Nell'Antico Testamento Isaia e Geremia ci parlano sempre più particolarmente di Maria; i più bei simboli sono adoperati per descriverla; vari tipi di donne la raffigurano: Sara, Rebecca, Rachele, Giuditta, Ester; come pure la rappresentano l'arca di Noè, il Tabernacolo dell'alleanza,
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la scala veduta da Giacobbe ecc. E così: «Vultum tuum deprecabuntur omnes divites plebis» (Sal. 44,13), si può dire a Maria: «Tutti i rappresentanti del popolo alzano gli occhi al vostro volto, supplicando».
Nel Nuovo Testamento fin dai primissimi tempi, cominciando dagli Apostoli, si diedero a Maria segni d'amore, venerazione, divozione.
Nelle Catacombe vi sono numerose figure che lo dimostrano; così nelle sacre liturgie; ad esempio nella liturgia siriaca è contenuta l'invocazione: Santa Maria, pregate per noi peccatori. Fin d'allora il culto a Maria Vergine andò crescendo di giorno in giorno, come una splendida luce, nella Chiesa; tanto che oggi tutto illumina, penetra, allieta. Esso continuerà fino al termine dei secoli.
E' legge: l'uomo viene dalla madre; e da una Madre spirituale il cristiano.
Maria ebbe culto presso gli antichi pagani. Infatti tra essi, incontriamo segni di speranza e amore alla Vergine che sarebbe diventata Madre.
E' noto che i Druidi avevano dedicato alla Vergine paritura una statua nei loro luoghi sacri. Di questa Vergine parlano talvolta le sibille pagane, le quali secondo S. Agostino, S. Girolamo ed Eusebio, esprimevano anche delle verità fra gli errori del paganesimo. Virgilio riporta l'oracolo della sibilla cumana:

Ultima Cumei venit iam carminis aetas,
Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo,
Jam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna,
jam nova progenies coelo demittitur alto.

(Virg. Egl. IV).

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Si dice che quando i Romani edificarono il magnifico tempio della pace, abbiano interrogato gli individui per sapere quanto tempo sarebbe durato. Venne risposto: Fino a quando una Vergine diverrà madre.
Tra i cristiani è ben noto che ovunque arriva il Vangelo ivi segue il culto a Maria; anzi spesso la divozione a Maria spiega l'entrata del Vangelo.
Non vi è Diocesi né parrocchia o missione o casa religiosa nella quale manchi il culto a Maria; almeno un altare, un quadro, qualche pratica vi si trova. Anche gli scismatici e molti eretici onorano e sperano nella SS. Vergine.
Il culto a Maria SS. fu il più sublime. Essendo vera Madre di Dio, Maria entrò in una parentela speciale nella Famiglia Divina, così da essere la Figlia, la Sposa, la Genitrice di Dio. Perciò i Cattolici prestarono a Maria un culto così alto, che i protestanti ne presero scandalo farisaico, come se si volesse darle un culto di adorazione. I cattolici invece professano che tra Maria e Dio la distanza è infinita; ma tra i Santi e Maria la distanza è immensa. A Dio, dunque, culto di adorazione; a Maria culto di suprema venerazione; ai Santi ed Angeli, culto di venerazione.
A Maria si fanno sommi elogi, applicandoLe parole scritturali tolte dai libri sapienziali: «Io, Sapienza, risiedo nel consiglio e leggo i pensieri degli eruditi... Mio è il consiglio e l'equità, mia è la prudenza, mia la fortezza... Il Signore mi ebbe con sé dall'inizio delle sue imprese, innanziché alcuna cosa si facesse da principio; ab aeterno sono stata costituita, anteriormente alla formazione della terra: Io già ero generata e gli
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abissi non esistevano, e le fonti delle acque non scaturivano ancora... quando disponeva i cieli; io ero presente, quando accerchiava gli abissi nei loro confini... e quando segnava i limiti del mare... io stavo con Lui disponendo ogni cosa ([cf.] Pr. 8,23-29).
I Padri e Dottori della Chiesa, con discorsi, libri e trattati ne fecero alte lodi; tra essi specialmente: S. Efrem, S. Sofronio, S. Epifanio, S. Andrea Cretense, S. Giovanni Damasceno, S. Bernardo, S. Tommaso, S. Bonaventura, S. Francesco di Sales, S. Alfonso de' Liguori.
I libri sulla Madonna costituirebbero oggi immense biblioteche.
Le feste ad onore di Maria, le litanie, il mese di Maggio e di Ottobre, i tanti Santuari, il sabato dedicato a Maria, l'Angelus Domini annunziato col suono delle campane nel mondo intero ecc. sono altrettante prove dell'altezza di questo culto.
Nella recita del divino Ufficio, ogni ora si comincia con l'Ave Maria e si chiude con un'antifona a Maria. Leone XIII scrisse ben dodici encicliche sul S. Rosario.
L'arte onorò sempre la Vergine; l'architettura servì a Maria nelle Chiese e nei Santuari; la scultura La servì nelle statue; la pittura è inesauribile nel presentarci figure della Madonna; la musica cantò in ogni maniera a Maria; i poeti ed i prosatori consacrarono le parti più raffinate delle loro arti a Maria.
Il culto a Maria fu il più profondo. Infatti la fede nostra verso la Madonna crede verità e dogmi intimamente connessi con il mistero della Trinità,
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dell'Eucarestia, della Redenzione; con l'Incarnazione, la Chiesa, la gloria finale.
Il nostro amore a Maria è connesso con l'amore a Gesù Cristo, e non vi è cristiano che non si senta portato verso Maria; mentre, d'altra parte chi trova Maria trova Gesù Cristo.
La divozione a Maria poi, è così legata alla vita cristiana che S. Alfonso e i Dottori recenti La dicono moralmente necessaria per la nostra salvezza. Per essa la fede si riafferma, la carità si accende, il culto cristiano prende forme e manifestazioni attraenti ed edificanti.
Una vera divozione a Maria è segno di una vera divozione a Gesù Cristo; Dio ha unito la Madre ed il Figlio, l'uomo non li separi; ognuno assecondi la volontà di Dio che si manifesta nella Provvidenza Mariana.
Maria è la prima fra tutti i Santi: in dignità, eccellenza, virtù e ne segue che Ella deve avere il culto più lungo, più largo, più profondo, più alto.
Tutto l'amore, l'imitazione, la fiducia, la lode che diamo a Maria SS. terminano in Dio. Infatti lodiamo Maria SS. per cantare gli speciali doni che Dio Le ha elargito: nel senso stesso con cui Maria SS. diceva: «Mi fece grande Colui che è potente» [Lc 1,49].
Imitiamo Maria SS. Troveremo così più facilmente Gesù Cristo e la pratica delle virtù che Egli ci ha insegnate.
Preghiamo la S. Vergine perché interceda presso il Signore; Dio è molto più onorato dalle domande di Maria che dalle nostre.
Abbiamo fiducia in Maria per assecondare il desiderio di Dio il quale volle che tutto ci venisse per Maria.
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Dunque: non temiamo di onorare e pregare troppo Maria SS.; evitiamo il peccato perché dispiace a Maria, ed al Signore, diciamo sempre: «Santa Maria, pregate per noi».

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DELLA NEVE

Sotto il pontificato di Papa Liberio, nel secolo IV, un patrizio di Roma e la sua sposa, vedendosi agiati e senza figli, offrirono la loro eredità alla Madonna pregandoLa istantemente a voler loro significare come dovessero erogarla. La SS. Vergine gradì i loro voti. Nella notte del 5 Agosto, epoca in cui a Roma il caldo è massimo, li avvertì in sogno, di costruire una Chiesa in suo onore sopra quella parte del monte Esquilino, che al mattino avrebbero trovata ricoperta di neve.
Svegliatisi i pii coniugi andarono a comunicare la rivelazione al Papa, il quale, durante la notte, aveva avuto lo stesso sogno.
Allora Liberio, accompagnato da numeroso corteo, si portò processionalmente sul monte designato, e constatato il prodigioso fatto, fece ivi costruire, a spese dei santi coniugi, una magnifica Chiesa.
L'insigne santuario fu riedificato un secolo più tardi, e, nel 432, un anno dopo che il Concilio di Efeso aveva proclamato la Divina Maternità di Maria, fu da Sisto III dedicato alla S. Vergine.
Finalmente tale Chiesa fu ristaurata da Pio XI, in occasione del XV centenario del Concilio Efesino.
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Questa Basilica, un tempo detta: Basilica Liberiana, e più tardi, di S. Maria al Presepio, perché ivi si conserva la culla del Salvatore, oggi è comunemente chiamata S. Maria Maggiore.
La festa è l'anniversario della sua dedicazione.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: A noi, tuoi servi, concedi, te ne preghiamo, Signore Dio, di godere perpetua sanità nell'anima e nel corpo, e di essere, per intercessione della B. Maria sempre Vergine, liberati dalla tristezza del presente e ammessi alla eterna allegrezza.

Secreta: Per la tua clemenza, o Signore, e per l'intercessione della B. Maria sempre Vergine, quest'offerta ci giovi per la presente e per la perpetua prosperità e pace.

Dopocomunione: Ricevuti gli aiuti per la nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, d'essere in ogni luogo protetti dal patrocinio della B. sempre Vergine Maria in onore della quale abbiamo offerto alla tua maestà, questo sacrificio.

ESEMPIO

MARIA, AUXILIUM CHRISTIANORUM

Nell'anno 1683 i Turchi assediavano la città di Vienna. Gli abitanti innalzarono fervorose preghiere a Maria SS. onorata presso i popoli della Baviera col titolo di «Madonna dell'aiuto».
Le preghiere furono esaudite: Vienna rimase libera dall'assedio.
A perpetua memoria del fatto, il Pontefice Innocenzo XI istituiva la Confraternita di Maria
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Ausiliatrice, che in breve si diffuse in tutto il mondo.
Pio V, per la vittoria riportata nel golfo di Lepanto contro le flotte turche, ordinò che nelle litanie venisse aggiunta l'invocazione: «Auxilium Christianorum, ora pro nobis».
Da ultimo il Pont. Pio VIII, in ringraziamento a Maria per essere stato liberato dalla prigionia, in cui l'aveva tenuto Napoleone I, comandò che se ne facesse la festa ogni anno, in perpetuo, con Messa e Ufficio proprio ad onore di Maria, invocata appunto col titolo di: «Auxilium Christianorum».
A Torino poi per cura di S. Giovanni Bosco, venne innalzato un maestoso tempio a Maria Ausiliatrice, officiato dai Salesiani.
Straordinaria è l'affluenza dei fedeli a questo Tempio, vero Santuario, ove la Madonna dispensa a piene mani le sue grazie, e le sue preziose benedizioni.

LODE

Omni die dic Mariae,
mea laudes, anima;
Eius festa, eius gesta,
cole splendidissima.

Contemplare et mirare
eius celsitudinem,
dic felicem Genitricem
dic beatam Virginem.

Ipsa cole unde molem
criminum te liberet:
Hanc appella, ne procella
vitiorum superet.
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Propter Haevam homo
saevam accepit sententiam:
Per Mariam habet viam
quae ducit ad patriam.

Clemens audi tuae laudis
quos instanter conspicis:
munda reos et fac eos
bonis dignosce licis.

Virga Iesse, spe oppressae
mentis et refugium,
decus mundi, lux profundi,
Domini sacrario.

Gemma decens, rosa decens,
castitatis lilium:
castum chorum ad polorum
quae perducis gaudium.

Pulchra tota die sine nota
cuiuscumque maculae,
fac me mundum et iucundum
Te laudare sedule.

Ut sim castus et modestus,
dulcis, blandus, sobrius,
pius, rectus, circumspectus,
simultatis nescius.

Et ruditus et munitus
divinis eloquiis, timoratus
et ornatus sacris exercitiis.

Virgo sancta, cerne quanta
perferamus iugiter tentamenta
et sustenta nos stemus fortiter.

Esto tutrix et adiutrix
christiani populi, pacem praesta
ne molesta nos perturbent saecula.
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