Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO VENTESIMOQUARTO

La Salve Regina
I.

S. SCRITTURA

Dio mi possedette dall'inizio delle sue opere, fin da principio, avanti la creazione. Ab eterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse stabilita la terra: non erano ancora gli abissi, ed io era già concepita. Non le sorgenti delle acque rigurgitavano, non ancora le montagne s'erano formate sulla grave mole. Prima delle colline io era partorita.
Egli non aveva ancora fatto né la terra, né i fiumi, né i cardini del mondo. Quando preparava i cieli io era presente, quando con legge inviolabile chiuse sotto la volta l'abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava legge alle acque di non passare il loro termine, quando gettava i fondamenti della terra, io era con Lui a ordinare tutte le cose.
Sempre nella gioia, scherzavo dinnanzi a Lui continuamente, scherzavo nell'universo: è la mia delizia stare coi figli degli uomini.
Or dunque, figli, ascoltatemi: beati quelli che
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battono le mie vie. Ascoltate i miei avvisi per diventare saggi, non li ricusate. Beato l'uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, e aspetta all'ingresso della mia casa. Chi troverà Me avrà trovata la vita, e riceverà dal Signore la salute.
(Pr. 8,22-35). (Dal Messale: Festa dell'Immacolata).

LA SALVE REGINA, ripete tante verità dell'Ave e ne esprime pure i sentimenti, ma rivestesi di un'espressione più tenera. La confidenza filiale in Maria raggiunge qui la sua più larga espansione. Il concetto che pervade tutta questa preghiera, si è che Maria fu fatta Regina, non perché godesse sola il suo trionfo, ma perché mettesse a nostro servizio tutto il suo potere. Così Ella ci può largire tutte le sue grazie e basta un solo suo sguardo amoroso per sollevarci dai nostri mali, per farci vincere tutte le tentazioni, e condurci sicuramente alla visione di Gesù, Dio. Questo è espresso con tanta evidenza, con tanta penetrazione psicologica e con tanta unzione, che la Salve Regina è un vero capolavoro teologico e pratico. S. Alfonso era così entusiasta della Salve Regina, che prese a commentarla e su di essa compose la parte principale della sua opera immortale: «Le Glorie di Maria».
«In questo libretto - dice il Santo - lasciando agli altri autori il descrivere gli altri pregi di Maria, ho preso a parlare della sua gran pietà, e della sua potente intercessione, avendo raccolto per quanto ho potuto, con la fatica di più anni, tutto quello che i Ss. Padri e gli autori più
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celebri hanno detto della misericordia e della potenza di Maria».
Salve. E' un compiacimento, un augurio, un saluto. L'anima si compiace con Maria perché ella è grande per natura e per grazia; è predestinata Corredentrice, Madre di Dio, sta a capo della creazione.
L'anima augura a Maria che cielo e terra La riconoscano Regina, che tutti pongano in Lei ogni confidenza, che la misericordia di Maria popoli il cielo di Santi.
«Io voglio dirLe Salve a Maria, celeste visione di amore, di speranza, di bellezza: voglio dirlo con la riverenza stessa dell'Arcangelo Gabriele, quando Le si presentò ambasciatore di Dio e nunzio dell'incarnazione: quando si fermò in debita distanza in devoto contegno; non osò chiamarla col suo nome, ma disse: «Ave, o piena di grazia». «Parea Gabriel che dicesse: Ave»: con grazia perciò; con riverenza verso questa eccelsa Regina.
«Io voglio dirLe Salve con le disposizioni di S. Giuseppe quando l'incontrò la prima volta e la riconobbe per Sposa Vergine destinatagli da Dio; la Sposa Vergine che doveva custodire purissima; la Sposa Vergine colla quale condivise pene e gioie, meriti e gloria. Disposizioni di carità, di ossequio, di ammirazione.
«Io voglio dirLe Salve con le disposizioni di S. Elisabetta, allorché Maria, andata con sollecitudine a Lei, la salutò. Elisabetta restituì il saluto e disse: E come mai ho io meritato che venisse a me la Madre del mio Signore? Dal momento che sei arrivata esultò nel mio seno il mio
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bambino: beata Te che hai creduto, poiché si adempiranno le promesse che hai sentite (Lc. 1,43-45).
«Io voglio dirLe Salve come gli Angeli in Paradiso, quando si accostano uno ad uno a questa Regina per ossequiarla, per ricevere gli ordini, per associarsi a Lei nel canto del Magnificat.
«Io voglio dirLe Salve con le disposizioni del fanciullo Gesù, quando Maria, al mattino, si accostava al suo letticciolo e gli sguardi del Bambino s'incontravano con ineffabile amore con quelli della Madre.
«Io voglio dirLe Salve come faceva San Giovanni Evangelista che, avutaLa per madre, La prese in casa, Le obbediva, L'onorava, L'accompagnava nella preghiera».
Regina. La SS. Vergine è chiamata Regina Apostolorum, Regina Prophetarum, Regina Patriarcharurn, Regina Martyrum, Regina Confessorum, Regina Virginum, Regina Sanctorum omnium. Difatti in Lei sono radunate tutte le virtù, grazie e glorie che si trovano divise tra i beati cittadini del cielo; anzi in Lei, queste virtù, grazie e glorie si trovano in un grado immensamente superiore. In Maria poi vi sono, di più, tanti privilegi, grazie e distinzioni che a nessuno degli altri Santi vennero concessi; infine, da Maria passò tutto quanto di bello e di grande fu dato ai Santi tutti. Maria nacque Regina, perché destinata a Madre di Gesù Cristo, Sommo Re; Maria fu incoronata regina quando entrò in cielo e venne esaltata su tutte le creature: «Exaltata est Sancta Dei Genitrix super choros Angelorum ad coelestia regna» (Liturg. dell'Assunta); Ella è
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Figlia di Dio e Sposa dello Spirito Santo, ed anche per questi titoli è Regina.
Maria è Regina del cielo e della terra; Regina del Purgatorio, Regina delle Missioni, del Rosario, della pace, di tutto; tutto viene sottomesso a Lei perché Ella presiedette alla creazione, sta a capo dell'elargizione della grazia, ed ha il più alto grado nell'ordine della grazia.
Maria è anche Regina del Cuore di Gesù formato dal suo sangue benedetto. S. Bernardino da Siena scrive: «Tot creaturae serviunt gloriosae Virgini, quod serviunt Trinitati, omnes namque creaturae, sive Angeli sive homines, et omnia quae sunt in coelo et in terra, quia omnia sunt divino imperio subiecta, gloriosae Virgini sunt subiectae: tutte le creature che servono Dio, servono pure Maria SS., infatti, tutte le creature, sia gli Angeli che gli uomini e tutto ciò che è in cielo e in terra, perché soggette al divino impero, sono pure sottomesse alla S. Vergine» (Trattato).
Regina mia voglio anch'io essere uno dei tuoi sudditi d'amore; con lo spirito del B. Grignion De Montfort, io mi dichiaro tuo servo e schiavo d'amore oggi e sempre. Sono sicuro che se ti sarò servo buono e affettuoso suddito sulla terra, sarò pure concittadino di quella celeste Gerusalemme, ove col tuo Figlio, regni in tutti i secoli.
Madre. Maria è nostra Madre. Ella ci ama di un amore che supera quello di tutte le madri vissute o viventi verso i loro figli.
Maria ci ama tanto per varie ragioni: anzitutto:
L'amor di Dio e l'amor del prossimo sono in proporzione, perché sono due fiammelle del
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medesimo fuoco: S. Paolo fu instancabile nel suo amore per gli uomini perché amava senza limiti il suo Gesù.
La Madonna amò il Signore più di tutti, per questo ama pure noi più di tutti gli Angeli e Santi insieme.
La Madonna ci ama perché Gesù Cristo raccomandò dalla Croce alle sue cure noi figliuoli; per Lei ogni raccomandazione di Gesù è sacra, tanto più quella che Le veniva in quel momento da Gesù morente.
Maria ci ama inoltre perché poveri e miseri; le madri spasimano al letto di un figlio morente lasciando gli altri che sono sani. Per questo Maria è chiamata pubblico ospedale, ma ospedale gratuito; ora in siffatti ospedali due sono i titoli per entrare: l'attestato di povertà e l'infermità preferendosi sempre i più infermi ed i più poveri.
Maria ancora ci ha generati nel dolore alla vita della grazia. E' caro ciò che tanto costò, e noi siamo costati a Maria molti dolori, specialmente sul Calvario. Là, Maria divenne la Regina dei Martiri per noi. «Magna est velut mare contritio tua».
... Di misericordia... Alla SS. Vergine non fu concesso il ministero della giustizia, riservato invece al Figlio, in cui sono unite la grazia e la giustizia; a Maria venne concesso la mediazione e la distribuzione della misericordia e della grazia soltanto.
Speciale questo suo regno: 1) perché per Maria i peccatori, volendolo, possono sempre sfuggire la giustizia, finché vivono, rifugiandosi
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presso di Lei e invocando la grazia di un vero pentimento, di una santa confessione e stabile emendazione; 2) per quel che dice S. Bernardo a Maria: «Voi siete la Regina della misericordia, e chi sono i sudditi della Misericordia se non i miseri? Voi siete la Regina della Misericordia, ed io sono il peccatore più miserabile di tutti; dunque se io sono il più misero dei vostri sudditi, Voi dovete avere di più cura di me che di tutti gli altri. Voi potreste forse ricusare le cause dei più miserabili, mentre siete stata costituita Regina per i miseri?...; 3) Maria è Madre anche dei peccatori che vogliono emendarsi. Ella ha l'istinto del Cuore di Gesù, il quale venne per salvare ciò che era perduto; Maria è unita alla stessa missione del Figlio; vuol dunque cercare la pecorella smarrita e la dramma perduta. «Ego mater peccatorum volentium se emendare»; sono i malati che abbisognano del medico.
Vita. Vita dell'anima che vive di Gesù, della grazia, di spirito soprannaturale.
A Maria chiediamo la grazia: «Queramus gratiam et per Mariam queramus». S. Alfonso pregava così la Madonna: «O Madre mia Maria, io ho una gran confidenza in Voi. Da Voi aspetto la grazia di piangere i miei peccati e la fortezza per non più ricadervi. Se io sono infermo, Voi siete la mia medichessa. Io so che il vostro cuore trova conforto nel soccorrere i miserabili. Consolate dunque me, consolate il vostro cuore, consolate il Cuore di Gesù: vi cerco la grazia di Dio.
Chiediamo la Purezza. Chi si conserva puro si salva; nell'inferno gli adulti vanno per impurità o non senza questo peccato. Maria custodisca
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il giglio dei giovani e la purezza riparata di quelli che sono pentiti.
Ecco l'orazione di S. Luigi: «O Signora e Madre mia, Maria SS., pieno di fiducia in Voi, oggi e per sempre, in vita e nell'ora della mia morte, io mi metto sotto la vostra singolare custodia, e come in seno alla vostra misericordia; raccomando l'anima e il corpo mio nelle vostre mani; ripongo in Voi ogni speranza e consolazione, tutte le augustie e miserie, la mia vita e il fine di essa, affinché per la vostra intercessione e per i meriti vostri ogni mia azione sia diretta e disposta secondo la Vostra volontà e quella del Vostro SS. Figlio Gesù. Così sia».
Dolcezza. Vivere con la Madre celeste è di gran conforto in ogni ora della vita, perché Maria conforta, solleva, porta anche di peso, se occorre. Gli orfani volontari sono stolti: anche Gesù volle questa Madre: saremo noi tanto temerari da rifiutarla?
Chiediamo conforto a Maria. S. Bernardo esorta così: «O uomo, chiunque tu sia, già intendi che su questa vita vai piuttosto ondeggiando fra i pericoli e le procelle, che camminando sulla terra; se non vuoi restar sommerso, non volger gli occhi da questa stella, Maria: guarda la stella, invoca Maria. Nei pericoli di peccare, nelle molestie, nelle tentazioni, nei dubbi di ciò che devi risolvere, pensa che Maria ti può aiutare e che, chiamata, subito ti soccorre. Il suo potente nome non parta mai dal tuo cuore colla confidenza, e non mai dalla tua bocca con invocarLa.
Se segui Maria, non ti allontanerai dalla salute. Se Ella ti tiene, non cadrai. Se Ella ti protegge,
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non puoi temere di perderti. Se Ella ti guida, senza fatica ti salverai. Insomma se Maria prende a difenderti, certamente giungerai al regno dei beati: Quisquis te intelligis in huius saeculi profluvio magis inter procellas et tempestates fluctuare, quam per terram ambulare; ne avertas oculos a fulgore huius sideris si non vis obrui procellis. Respice stellam, voca Mariam. In periculis, in angustiis, in rebus dubiis, Mariam cogita, Mariam invoca. Non recedat ab ore, non recedat a corde. Ipsam sequens, non devias; Ipsam rogans non disperas; Ipsa tenente, non corruis; Ipsa protegente, non metuis; Ipsa duce, non fatigaris; Ipsa propitia, pervenis. Sic fac et vives».
Maria è dolcezza per i moribondi. S. Giovanni di Dio trovandosi in punto di morte aspettava la visita di Maria di cui fu molto divoto. Non vedendola comparire, era afflitto, ma quando fu tempo, apparve la Divina Madre e lo riprese dicendo: Giovanni mio, che pensavi? Che io ti avessi abbandonato? E non lo sai che io non so abbandonare nell'ora della morte i miei divoti? Non son venuta prima perché non era ancora tempo, ora che è giusto, eccomi a prenderti: andiamocene al Paradiso. Poco dopo il Santo spirò.
Speranza nostra... Speriamo che dalla bontà di Dio Ella ci ottenga, con la sua intercessione, il Paradiso e le grazie necessarie per conseguirlo.
Sono teneri i sentimenti di S. Bonaventura verso il Signore e verso Maria. «Mi abbia il Signore quanto si voglia riprovato, io so che Egli non può negarsi a chi l'ama e a chi di cuore lo cerca.
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Io l'abbraccerò col mio amore e se non mi benedice non mai la lascerò, ed Egli senza me non potrà partirsi e se altro non potrò, mi nasconderò nelle sue piaghe. Ma se il mio Redentore, per le mie colpe mi discaccerà, io mi butterò ai piedi della sua Madre Maria, ed ivi prostrato non mi partirò, finché Ella non mi ottenga il perdono. Poiché questa Madre di misericordia non sa respingere i miserabili che a Lei ricorrono per aiuto, se non per obbligo, almeno per compassione non lascerà d'indurre il figlio a perdonarmi».
Mirateci dunque, o pietosissima nostra Madre, concludiamo con Eutimio, poiché noi siamo vostri servi e in Voi abbiamo riposta tutta la nostra speranza: «Respice, o Mater misericordiosissima, respice servos tuos, in Te enim omnem spem nostram collocavimus».

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DEL PERPETUO SOCCORSO

A Roma, nella chiesa di S. Matteo sull'Esquilino, si venera, sotto questo titolo, un'immagine miracolosa della Madonna. Questa effigie venne smarrita, durante le turbolenze della prima metà del secolo XIX e provvidenzialmente ritrovata nel 1866. Pio IX, gran divoto della Vergine, ne restaurò il culto con una festa liturgica. Le numerose grazie elargite dalla Madonna del «Perpetuo Soccorso» fanno capire che Maria ama in modo particolare questo titolo. E tale titolo le
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conviene perché la sua assistenza a pro dei fedeli è continua, accompagnandoli dalla nascita fino alla morte.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Signore Gesù Cristo che hai voluto come Maria tua Madre, di cui veneriamo l'insigne immagine, fosse anche nostra Madre, pronta a soccorrerci in ogni istante, fa', ti preghiamo, che ne imploriamo assiduamente il materno soccorso, per sperimentare per sempre il frutto della tua redenzione.

Secreta: Per tua propiziazione, o Signore, e per intercessione della Beata Vergine e Madre Maria, quest'offerta ridondi a nostra prosperità e pace presente e avvenire.

Dopocomunione: Deh, Signore, ci venga in aiuto la potente intercessione dell'Immacolata Madre tua e sempre Vergine Maria; affinché dopo averci ricolmi di perenni benefici, preservatici da tutti i pericoli, ci faccia concordi per la sua bontà.

ESEMPIO

S.VINCENZO DE' PAOLI E LA SALVE REGINA

Il Santo si recava un giorno da Marsiglia a Tolosa quando venne assalito da alcuni corsari turchi; venne fatto prigioniero e condotto, secondo il loro barbaro uso, al pubblico mercato per essere quivi venduto. Dopo essere passato dalle mani di due o tre maomettani, cadde poi in potere di un cristiano di Nizza, che, rinnegata la fede, attendeva in Tunisi alla mercatura.
Questo suo nuovo padrone era peggiore ancora dei turchi e assai più feroce in maltrattarlo.
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Ma che? L'invitta pazienza del povero schiavo in mezzo alle più dure fatiche, la dolcezza inalterabile, l'amore che portava ai suoi stessi nemici, avevano fatto impressione sull'anima del padrone e specialmente della sua moglie.
Questa gli disse poi una mattina:
- Vincenzo, cantaci qualche bella canzone della vostra religione.
- Ah! signora mia - rispose Vincenzo - chi è lontano dalla sua patria e dalla sua Chiesa non può cantare inni di esultanza.
Come potremo noi cantare in terra straniera? Vi ha però nella mia religione un cantico che si addice a me povero esule ed io lo voglio ripetere. E sì dicendo intonò con tanta dolcezza e mestizia la Salve Regina che commosse fino alle lacrime i suoi duri padroni.
Da quel giorno essi furono vinti dalle virtù del Santo e dopo non molto si convertirono al cristianesimo.
Così il Santo della carità, con l'aiuto della Vergine, liberava se stesso dalle catene corporali, ridonava ai suoi padroni la santa libertà dei figlioli di Dio e li sottraeva dai lacci di satana.

(Il Rosario perpetuo)


LODE

Ave Regina dei cieli,
Ave degli Angeli Signora:
Salve o radice, salve o porta,
Da cui spuntò agli uomini la luce.
Ti allieta, Vergine gloriosa,
Sopra tutte nobilissima, Vale, bellissima,
E per noi supplica, Gesù.
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