Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IMMACOLATA CONCEZIONE
(8 dicembre)

Storia. - In Oriente la festa dell'Immacolata Concezione si celebrava fin dal secolo VII. In Occidente risale al secolo XII. Si diffuse specialmente in Inghilterra per lo zelo di S. Anselmo Arcivescovo di Canterbury (+ 1109).
In seguito passò in Francia, in Italia, e nella Spagna.
A Roma cominciò ad essere celebrata nel secolo XIII. Sisto IV ne approvò l'ufficiatura. Clemente XI ordinò che fosse festa di precetto in tutta la Chiesa. Leone XIII la elevò al grado di rito doppio di prima classe,
Essa ha la vigilia e l'ottava come l'Assunzione.

Fine. - Questa festività vuole fortificare nei cristiani la fede nel grande privilegio del Concepimento Immacolato di Maria; destare l'orrore al peccato e a tutto quello che porta al peccato; risvegliare la nostra filiale fiducia nell'intercessione di Maria, creatura così santa e cara al Signore. Dall'Immacolata Concezione ha principio tutto il complesso di beni, virtù e grazie che ci furono portati dall'Incarnazione del Figlio di Dio.

Bellezza di Maria. - Dio stesso manifestò, per bocca di Salomone, il grande amore e la
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sua grande ammirazione verso una Vergine così eccelsa: Quam pulchra es, amica mea, quam pulchra es! Oculi tui columbarum. Capilli tui sicut greges caprarum, quae ascenderunt de monte Galaad... Vulnerasti cor meam, soror mea, sponsa, vulnerasti cor meum in uno oculorum tuorum, et in uno crine colli tui: Quanto sei bella, mia diletta, quanto sei bella! I tuoi capelli come i greggi delle capre che spuntano dal monte Galaad... Mi hai ferito il cuore, sorella mia, sposa, mi hai ferito il cuore con uno dei tuoi sguardi, con un sol capello del tuo collo (Cant. 4,1 e 9).
La divozione verso l'Immacolata si sviluppò particolarmente dopo la definizione del dogma fatta da Pio IX l'8 dicembre 1854, nella Bolla Ineffabilis: «Ad onore della santa ed individua Trinità, a gloria della Vergine, Madre di Dio, ed esaltazione della fede cattolica, ad incremento della cristiana religione, per l'autorità del Signor nostro Gesù Cristo, dei beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e definiamo che la dottrina, la quale insegna che la Beatissima Vergine Maria fu, dal primo istante della sua Concezione, per grazia speciale e privilegio singolarissimo di Dio onnipotente, in riguardo ai meriti di Gesù Salvatore dell'umano genere, preservata immune da ogni neo di colpa originale, è divinamente rivelata e, di conseguenza, deve essere fermamente creduta da tutti i fedeli».

Ragioni. - 1. Il culto dell'Immacolata è specialmente utile ai nostri giorni, perché oggi ha tanto dilagato il peccato. Si ha un progresso materiale; ma il peccato viene dolorosamente moltiplicato
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dalla malizia e dai mezzi nuovi, quali la stampa, il cine, la radio, la televisione, l'organizzazione del male.
2. Il culto dell'Immacolata è conveniente, perché Maria è tutta pura; è luce tersissima attraverso la quale ci viene il divin Redentore: Tota pulchra es, Maria, et macula non est in te: Tutta bella sei, o Maria, e macchia non è in te!
Le anime divote di Maria trovano in lei un grande aiuto a vincere le tentazioni: diventano cosi delicate di coscienza da non permettersi la minima mancanza volontaria.
3. È volontà di Dio che si onori Maria Immacolata. Ciò appare: dai Concili di Efeso, Toledo, Costantinopoli, Nicea, Trento, nei quali si dichiarò Maria la Privilegiata; dalla costante tradizione della Chiesa; dalla definizione di Pio IX e dalle apparizioni di Lourdes, ove tuttora si rinnovano strepitosi miracoli. Là, Maria Immacolata stabilì il suo trono di grazia, che dispensa generosamente a quanti la invocano con fede.
«Se meritatamente si celebrano le dedicazioni dei templi, scrive S. Giovanni d'Eubea a proposito della solennità dell'Immacolata, quanto più dobbiamo, con ogni studio, pietà e timor di Dio, celebrare questa solennità, nella quale non si sono gettate fondamenta di pietre, né si è fabbricato un tempio a Dio con le mani degli uomini, ma è stata concepita nel seno materno la santa Madre di Dio, Maria».
S. Efrem celebra, nei suoi panegirici su Maria, in mille forme diverse, l'illibata e originale purezza di Maria. La chiama immacolata, scevra da ogni neo di colpa, più santa dei Serafini, in tutto pura e casta, dono sommamente nuovo di Dio, ecc.
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Nel Breviario. - Si legge nel S. Breviario: «Chi e quanto grande sia la beata, gloriosa e sempre Vergine Maria, ci viene testimoniato dall'Angelo da parte di Dio quando dice: Salve, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei la Benedetta fra le donne. E conveniva che tali doni fossero assicurati alla Vergine, sì da essere piena di grazia ella che aveva dato la gloria al cielo, il Signore alla terra; che ha fatto risplendere la pace, che ha portato la fede alle genti, la fine ai vizi, una regola di vita, una disciplina per i costumi. E veramente piena perché, mentre per gli altri c'è una misura, in Maria, invece, è discesa la pienezza della grazia. Veramente piena perché, sebbene la grazia si trovi nei santi Padri e nei Profeti, non ci fu però nella sua pienezza; in Maria, invece, discese tutta la pienezza della grazia che è in Cristo, sebbene in maniera differente. E perciò dice: Tu sei la Benedetta fra le donne; cioè benedetta più di tutte le altre donne. Ond'è che tutta la maledizione attirata da Eva, fu tolta dalla benedizione di Maria. Di lei Salomone nella Cantica, quasi in sua lode, dice: Vieni, colomba mia, immacolata mia. Poiché l'inverno è già passato, la pioggia è cessata e sparita. E poi soggiunge: Vieni dal Libano, vieni e sarai coronata.
«Non senza ragione, dunque, Maria è invitata a venire dal Libano, poiché il Libano significa il candore. Ella infatti era risplendente per molti meriti e virtù, più candida della neve, per i doni dello Spirito Santo, e presentava, in tutto, la semplicità della colomba poiché, quanto è avvenuto in lei è tutto purezza e semplicità, tutto verità e grazia, tutto misericordia e giustizia
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che venne dal cielo. Ella infatti divenne Madre, come attesta il santo Geremia, ma rimanendo vergine: Il Signore, dice, farà una novità sulla terra: una donna chiuderà in sé un Uomo. Novità veramente inaudita, novità di virtù che eccede ogni altra novità: un Dio (che il mondo non può contenere) è entrato nel seno di una Vergine come in un asilo, senza essere prigioniero di questo corpo, e tuttavia Dio vi fu contenuto tutto intero, e ne è uscito lasciando la porta del tutto chiusa. Onde si canta di lei nella stessa Cantica: Orto chiuso, fonte sigillata, i tuoi profumi sono un paradiso. Vero giardino di delizie, che aduna tutte le specie di fiori e i profumi di virtù; e chiuso in modo tale che né la violenza, né l'astuzia possono forzarne l'entrata. Quindi fonte sigillato col sigillo di tutta la Trinità».

Frutti. - 1. Chiediamo molte grazie a Maria, ma specialmente quella che è fondamentale: la liberazione dal peccato e l'acquisto della virtù. La grazia non può stare con il peccato; domandiamo con santa insistenza alla Vergine Immacolata un grande orrore per ogni ombra di colpa e un costante aumento di grazia.
2. Imitiamola nella sua purezza interiore, nella sua santità di mente e di cuore. Apprezziamo il dono della grazia e custodiamola gelosamente.
Il nemico giurato della nostra salvezza è il demonio. Ed è appunto Maria Immacolata che gli schiacciò la testa: Ipsa conteret caput tuum! (Gen. 3,15).
Immacolata e demonio sono due estremi che non si toccano. Preghiamo la Vergine SS.ma affinché cessi, sulla terra, il peccato: Ut finem accipiat
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peccatum et deleatur iniquitas: e sia cancellata l'iniquità (Dan. 9,24).
3. Partecipiamo, quali figli amantissimi, alla gioia e ai trionfi della Madre. Dice S. Bonaventura: «Come tutti i fiumi vanno al mare, così tutti i torrenti delle grazie e delle benedizioni che escono dal seno di Dio e si dividono nei Santi, si uniscono poi nel cuore di Maria, fin dal primo istante della sua esistenza».
O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi.

Messa dell'Immacolata


L'Introito (Is. 61,10) ci ricorda il gaudio della SS. Vergine che riunisce in sé ogni privilegio, dignità e santità, perché scelta a sposa di Dio. Così il Graduale, l'Offertorio, il Communio.
Gli Oremus hanno un pensiero dogmatico: «La rendesti immune da ogni macchia in vista dei futuri meriti di Gesù Cristo»; ed un pensiero morale: «Che i figli della Chiesa, per la sua intercessione, possano purgarsi da ogni peccato ed arrivare a Dio santificati».
L'Epistola è tratta dal libro dei Proverbi (8, 22-35). Viene applicato a Maria quanto è detto della Sapienza increata. Cioè Maria era nei disegni di Dio sin dal principio delle sue opere; era, come si esprimerà poi Dante: «Termine fisso d'eterno consiglio»; predestinata cioè, per volere della SS. Trinità, a Madre del Redentore e Mediatrice nostra presso di Lui.
Il Vangelo (Luc. 1, 26-28) ricorda l'Annunciazione per mettere in rilievo il saluto dell'Arcangelo Gabriele: «Dio ti salvi, o piena di grazia; il Signore è con te; benedetta tu fra la donne». Parole che hanno relazione con l'Immacolato Concepimento e lo dimostrano. Maria ebbe sempre la grazia; il Signore abitò sempre nell'anima sua; ella è l'Incontaminata fra tutti i figli di Adamo.
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