Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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RIFUGIO DEI PECCATORI
(13 agosto)

Oggetto. - S. Bernardino dice: «Chi può mai misurare la lunghezza, la larghezza, l'altezza e la profondità e della misericordia di Maria?»
Il Divin Redentore era venuto dal Cielo per distruggere il peccato: «Ut... finem accipiat peccatum et deleatur iniquitas: Abbia fine il peccato e sia cancellata l'iniquità» (Daniele 9,24). «Sono venuto a salvare ciò che era perduto» (Matt. 18,11), disse Gesù. Era tale il suo amore per i peccatori, che i Farisei se ne scandalizzarono. Narrò le parabole della misericordia, nelle quali rifulge tutta la bontà del Suo divin Cuore. Istituì il Sacramento della Penitenza per la riconciliazione dei peccatori.
Il Signore vuole la salvezza di tutti: Omnes homines vult salvos fieri et ad agnitionem veritatis venire (1Tim. 2,4). Oh, la bontà del Cuore di Gesù! Ora, qual'è il cuore che più gli somiglia? Certamente il purissimo Cuore di Maria. Questo Cuore santissimo è il più simile a quello di Gesù: nelle aspirazioni, nei desideri, nell'amore. In esso vi è un ardentissimo desiderio di salvare le anime, di chiudere l'inferno, di vuotare il Purgatorio. Maria sa quanto costò la Redenzione al suo Gesù. Se Egli è il Redentore, Maria è la Corredentrice. Se Gesù perdona nella confessione, Maria prepara le anime alla conversione. Ecco perché la Chiesa fa invocare Maria rifugio dei peccatori.
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Fine. - Se si volesse rappresentare tutta la missione di Maria: quella che ebbe in terra e quella che ora esercita in cielo, si potrebbe dipingere un bel cuore; oppure dire soltanto due parole che suole ripetere la S. Chiesa: Mater misericordiae.
È tenero e grazioso il ragionamento di San Francesco di Sales: «Se il Divin Figlio di Maria fosse nato, vissuto e morto solo per i giusti, allora sì, sapendomi tanto indegno, non oserei pregare Maria! e se osassi, ella potrebbe rispondermi: Disgraziato, mi fai compassione, ma nulla posso fare per te! Invece no. Ella sa che il Figlio suo più che per i giusti, è venuto a chiamare i peccatori (cfr. Mat. 9,13). La salvezza dei peccatori è il fine dell'Incarnazione (cfr. 1Tim. 1,15). Ella sa che Gesù, morendo, la costituì Madre di tutti. Ella sa che le madri hanno una speciale cura dei figli più deboli, più infermi, più bisognosi. Ella sa che, proprio per questi, ebbe il potere che la SS. Trinità le ha dato».
Ella sa a quali e quante malattie è soggetto il povero nostro cuore, sa quante passioni ardono in noi, e, pietosa, ci viene in soccorso. Scrive S. Ambrogio: «Nostra febbre è l'avarizia, nostra febbre è la concupiscenza, nostra febbre è la lussuria, nostra febbre è la superbia, nostra febbre è l'ambizione, l'ira»; per dirla in breve, il peccato è la febbre che uccide lo spirito. Ma, benché febbricitanti o anche morti, per la febbre spirituale, non dobbiamo perderci d'animo, perché troviamo asilo e salute nella misericordia di Maria SS. che è il rifugio dei peccatori.
Nonostante i nostri peccati, Maria non cessa
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di essere nostra madre, ed è animata da un unico desiderio, di ricondurci a Gesù, rigenerandoci alla vita della grazia. Maria non dimentica che Gesù convertì la samaritana, perdonò l'adultera, rimise nella sua amicizia Pietro che l'aveva rinnegato, e che dall'alto della croce, pregò per i suoi crocifissori ed aprì il Paradiso al buon ladrone. Animata dai sentimenti di Gesù, Maria è sempre intenta a patrocinare la causa dei peccatori.
S. Maria Egiziaca abbandonò, per intercessione di Maria SS. una vita scandalosa e salì alle più alte vette della perfezione cristiana. Un giorno, avendo visto molta gente recarsi a Gerusalemme per la festa della S. Croce, si unì al pio pellegrinaggio con fine però cattivo. Ma, giunta alla porta del tempio, nell'atto di entrarvi, si sentì trattenuta da una forza invisibile; tentò più volte, ma inutilmente. Tocca allora dalla divina grazia, si pentì della triste vita e, alzando gli occhi al Cielo, in atto di chiedere perdono, vide sul muro un'immagine di Maria che pareva fissarla in pietoso atteggiamento. Incoraggiata a quella vista, la peccatrice invocò fervorosamente la Vergine ad ottenerle il perdono e a permetterle d'entrare in chiesa per adorare il santo Legno su cui Gesù versò il sangue per la nostra Redenzione. La supplica fu ascoltata: la peccatrice, divenuta penitente, adorò la S. Croce e si ritirò in una solitudine, ove attese per 17 anni all'esercizio delle virtù.
Una verità di somma importanza: Maria aggiunge misericordia a misericordia. Non solo converte ogni giorno peccatori induriti, ma spesso li cambia in santi; ed anche in grandi santi, vasi di elezione, ardenti apostoli per i peccatori,
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gli infedeli, tutti. Cosi S. Margherita da Cortona, dopo la conversione, si impegnò a convertire peccatori con le penitenze, con le preghiere, con la parola.
S. Ignazio da Lojola si convertì e divenne il fondatore dell'Ordine dei Gesuiti, che da secoli operano in tutti i settori della Chiesa un bene immenso.
S. Camillo de Lellis, convertitosi, divenne l'apostolo degli infermi e degli agonizzanti; infaticabile loro servitore; istitutore dei Camillini, che ne proseguono l'opera ammirabile.
La S. Vergine in paradiso è circondata di peccatori convertiti che formano intorno a lei una bella corona: gaudium et corona; sono le conquiste di questa bella Regina che strappò al demonio tante anime da lui sedotte. E tutta l'umanità salvata entrerà a formare tale gaudio e corona. Poiché, come Eva tutti ci aveva trascinati nella colpa, così Maria tutti rialzò, per Gesù Cristo, ridonando la nuova vita di grazia.

Una confraternita. - Nel 1836 Maria Santissima operò a Parigi una sì importante conversione che da essa ebbe origine la così detta Confraternita del Sacro Cuore di Maria per la conversione dei peccatori. La Parrocchia di N. Signora delle Vittorie, nonostante lo zelo del fervente parroco, dava frutti assai meschini. Poche donne soltanto frequentavano i Sacramenti, mentre il resto della popolazione, esclusivamente occupata in cose materiali e dannose, camminava a grandi passi nella via della perdizione. Su di essa però vegliava la Madre Divina e, giunto il tempo propizio, volle far mostra della sua misericordia e tenerezza materna.
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La mattina del 3 dicembre 1836, il Parroco cominciando il S. Sacrificio della Messa, si sentì oppresso da un forte scoraggiamento: gli parvero inutili tutte le fatiche e gli sembrò bene abbandonare ogni cosa. Ma, giunto al Canone, dopo aver invocato l'aiuto del Signore e della Vergine Santissima, sentì risuonarsi nell'anima queste parole: «Consacra la tua Parrocchia al santissimo e immacolato Cuore di Maria»; in quell'istante gli ritornarono, quasi per incanto, la serenità e la pace. Terminata la Messa, stese uno Statuto, lo sottopose all'approvazione dell'Arcivescovo ed inaugurò la Confraternita del S. Cuore di Maria per la conversione dei peccatori. All'inaugurazione il Parroco attendeva 50 persone e ne vide invece 500; si operarono molte conversioni ed in breve quella popolazione divenne ferventissima.
La Compagnia del S. Cuore di Maria per la conversione dei peccatori si estese anche ad altre parrocchie, ed al presente è sparsa in quasi tutto il mondo.
Così la beata Vergine portando ogni giorno cuori pentiti al suo divin Figlio, e ottenendo per tutti grazia e perdono, disimpegna la nobile missione di Rifugio dei peccatori.

Frutti. - 1. Dice il santo Re David che Dio nessun altro attributo vuole tanto manifestare quanto la misericordia: Miserationes eius super omnia opera eius (Salmi, 144,9): Sopra tutte le Sue opere stanno le misericordie. E anche l'attributo che più consola i figli di Adamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Ed è pure il carattere, la qualità, l'opera, l'ufficio principale di Maria. Le altre virtù e gli altri doni
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di Maria ci portano all'ammirazione. La misericordia ci ispira confidenza; è tutta a vantaggio nostro. Scrive a proposito S. Bernardo: «Lodiamo la verginità, annunziamo l'umiltà. Ma la misericordia agli infelici è più cara; questa più affettuosamente abbracciamo; di questa più spesso ci ricordiamo; a questa più frequentemente ricorriamo».
Confidino dunque i peccatori, ancorché già fossero vicini alla morte. Là ancora questa Madre li aspetta con le braccia aperte.
2. Discendiamo nell'anima nostra per domandarci quale odio portiamo al peccato, come adoperiamo i mezzi per evitarlo, se fuggiamo le occasioni di peccare. Il peccato è il vero male di un'anima; si trattasse pure del minimo tra i peccati veniali. E questi sono già un'occasione di gravi cadute; poiché le venialità non combattute, fanno strada alle colpe gravi che forse si detestano.
3. Combattere il peccato. Amare tanto i peccatori e odiare senza misura il peccato è preziosa massima dei Santi. La nostra azione nell' ambiente in cui si vive, la nostra preghiera fervorosa, i nostri sacrifici, frutteranno belle conversioni.

Messa di Maria Rifugio dei peccatori


La festa, pro aliquibus locis, si celebra il 13 agosto. La S. Messa è quella comune; da meditarsi però sotto la speciale luce: la misericordia di Maria per i peccatori.
L'Oremus e proprio. Implora la misericordia divina perché si spezzino le dure catene ai peccatori. Intendiamo di domandare che Maria faccia scendere nell'anima
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