Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CAPO VENTIDUESIMO
LA REDAZIONE NELL'APOSTOLATO STAMPA

CHE COSA SIA - QUANTO IMPORTI - COME DEVE FARSI

CHE COSA SIA


La redazione è la esposizione dell'insegnamento dogmatico, morale, liturgico della Chiesa, fatta per mezzo dello scritto, perchè sia pane di vita alle anime.
È la prima delle tre parti dell'Apostolato Stampa che sono: la redazione, il lavoro tipografico, la diffusione.
È il «docete omnes gentes» realizzato per mezzo dello scritto: spezzando il pane della verità agli uomini dei diversi tempi, delle diverse regioni, di varia cultura, di varie necessità spirituali, come appunto si fa con la predicazione orale.
Vi entrano due elementi: materia e forma. La materia è il complesso delle verità che si insegnano; la forma è la veste esteriore: lo stile, le immagini, forma letteraria e tecnica in una parola. È chiaro che per l'Apostolato Stampa la materia è il complesso delle verità che salvano: praedicate... fede; docentes servare... morale;
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qui... crediderit et baptizatus fuerit salvus erit... culto. La forma può essere: dialogica, catechetica, storica, eletta, popolare, espositiva, narrativa, ecc.
La materia si prende ed è regolata in tutto dalla Chiesa che ha il compito di custodire il sacro deposito della verità ed è la Maestra della fede nel mondo; come forma va soggetta alle vicende umane ed all'evolversi delle lingue, dei popoli, della cultura ecc. La dottrina della Rivelazione non si evolve; ma progredisce il modo di comprenderla degli uomini. Vi è una sola scuola: quella di Gesù Cristo. Titolare infallibile di essa: la Chiesa cattolica.
Due sono i metodi generali di insegnamento: a priori ed a posteriori. Quello a priori espone prima la verità, poi la illustra con ragioni, fatti, detti ecc. da cui poi ricava le verità generali che intende insegnare. Vi è il tempo per il primo ed il tempo per il secondo, essendo in sè buoni entrambi. Usarli bene.

QUANTO IMPORTI


a) Il Signore non solo parlò, ma ordinò di scrivere e assistette affinchè fossero scritte divinamente, fossero conservate incorrottamente, fossero interpretate infallibilmente le verità che danno la maggior gloria a Dio, la maggior pace agli uomini. Così fecero gli Apostoli, Papa, così i Dottori, così tanti santi; così i Vescovi, il clero, i cattolici.
Così usano gli uomini quando hanno cose più gravi da insegnare o dire. Tutte le biblioteche, i libri, i giornali, la produzione libraria lo attestano.
b) In sè. Lo scritto ha importanza su la parola, per certi riguardi: è più preciso teologicamente
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e letterariamente, come materia e forma; è atto a venire più moltiplicato, a molti uomini, in milioni di copie; può venire tramandato ai posteri, per es. gli insegnamenti dei Dottori; può esser meglio considerato e meditato, e con ogni agio; adatto ad ogni sacerdote e religioso, anche di mediocre cultura, in qualche forma e misura.
E tuttavia esso ha tutta la importanza, necessità, dovere, generalmente parlando, della predicazione orale: «necessitas mihi incumbit»1, «veh autem mihi si non evangelizavero»2, «sicut misit me Pater et ego mitto vos»3.
c) Nell'effetto. Grandi trasformazioni di governo, di pensiero, di indirizzo scientifico, di religione sono dovute agli scritti di uomini eminenti; come piccole trasformazioni a scritti di uomini più comuni.
Si veda l'effetto di un grande giornale in una nazione; di un settimanale diocesano; di un periodico pastorale in una parrocchia: esistono infiniti esempi.
d) La stampa cattiva ha un'attività ed una estensione grandissima: l'errore ed il vizio da essa seminati si controbattono con la stampa buona: opponendo stampa a stampa, giornale a giornale, libro a libro, biblioteca a biblioteca.
La raccomandazione delle Autorità Ecclesiastiche sono continue e chiarissime e dichiarative di un dovere sempre esistito.
e) Ma oggi il dovere viene anche più urgente: le nuove invenzioni dei caratteri mobili, dei macchinari e dei metodi moderni di stampa ci offrono mezzi efficacissimi di predicare le divine verità. È dovere farci tutto a tutti per tutti salvare.
Se ho un mezzo ancora per salvarlo chi è in
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pericolo di affogare o di meglio giovare al prossimo vi sono tenuto; tanto più se oltre la carità, vi è l'ufficio, la missione, la giustizia.
Circa la materia: è necessario una preparazione remota; ma qui consideriamo soltanto la prossima.

COME DEVE FARSI


Preparare il cuore: bisogna essere in grazia di Dio: non solo, ma quanto più lo scrittore ha di fede e di amore a Dio e alle anime, tanto meglio saprà insegnare con lo scritto; tanto più durerà nella dura fatica; otterrà di grazie alle anime dei lettori. Per convincere la mente basterà una grande dottrina, ma per convertire e salvare e santificare occorre un cuore santo. Bisogna preparare la sostanza di quanto si vuol scrivere nella preghiera e meditazione. Particolarmente convengono: l'esame di coscienza, la lettura del Vangelo, la visita al SS. Sacramento, il Rosario.
Due cose conviene tenere innanzi a noi stessi: Dio con le sue verità, la sua legge, la sua grazia, che si vogliono dare agli uomini; e quel gruppo di anime cui ci rivolgiamo per portar a credere, a osservare la legge, a vivere nella grazia di Dio. Affissandoci insieme in Dio e nelle anime si farà opera positiva, efficace, costante. Il Pastore di anime e l'apostolo della stampa «sono ministri di Cristo e dispensatori dei misteri di Dio»4, sono fra il cielo e la terra. Coll'occhio a Dio ed alla sua volontà prendono le ricchezze del Signore; col cuore e colla bocca aperta verso gli uomini distribuiscono queste ricchezze. Colla voce richiamano i traviati dal falso sentiero; nelle verità sante del
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Vangelo, segnano loro la strada per arrivare a Dio.
Circa la forma. Essa è determinata dallo scopo, come mezzo atto al fine. Si deve dare Dio alle anime: quindi sia nobile la forma: come la Chiesa ci fa mettere l'Eucaristia nella pisside di metallo scelto; ed il Verbo Divino si fece carne nella più santa Vergine; e il Vangelo e la Scrittura hanno forma nobilissima. Si devono dare gli uomini a Dio, prendendoli come e dove sono: perciò abbassarci ad essi secondo il Vangelo; perchè il Figlio di Dio dal cielo è disceso fino a noi (formam servi accipiens); è venuto a cercare i peccatori fino a farsi accusare d'essere troppo famigliare con essi; si è abbassato nel conversare così da spiegarsi con similitudini e parabole e parole semplici anche ai pastori, al popolo, ai bambini.
Nobile e semplice, ad un tempo, adunque.
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1 I Cor. IX, 16.

2 I Cor. IX, 16.

3 Jo. XX, 21.

4 I Cor. IV, 1.