Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CAPO DICIANNOVESIMO
COME DARE LA DOTTRINA DELLA CHIESA AI PROFICIENTI

CHE COSA SIA - PRINCIPI GENERALI - NORME PARTICOLARI

CHE COSA SIA


È la seconda istruzione religiosa che la Chiesa impartisce ai suoi figli, già adolescenti nel sapere, continuando la sua opera sovranamente formatrice del «nuovo uomo» in Gesù Cristo.
È il ciclo che si alza ed allarga, in tutta l'ampiezza, dando più abbondantemente la verità, la morale, la grazia, «abundantius habeant».
Si rivolge: ai giovani a cui si è sviluppato già il sapere; ai ceti di media cultura; a chi si trova sulle soglie della maggior età; a chi trovasi in circostanze di studi e di vita speciale; in modo specialissimo agli studenti-chierici di media formazione.
Ha per scopo: di formare nell'uomo il fondamento razionale alla sua fede, sviluppare il senso vero della vita e della morale, portare quell'aumento necessario di grazia nelle nuove circostanze.
È importante: non tanto per il numero, ma per la qualità delle persone cui si rivolge. Infatti
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si tratterà forse solo di un ventesimo dell'umanità; ma sarà quello che costituirà la parte direttiva per posizione sociale, per influenza morale, per autorità di censo o di relazioni, o di scienza. Questi dirigeranno le masse: e non sono i grandi pensatori e scrittori, ma i divulgatori che opereranno le trasformazioni morali, intellettuali, spirituali delle moltitudini. Inutilmente, o quasi, si predicherebbe all'esercito se non si guadagnano i capitani.
È parte doverosa: l'Apostolo Paolo proporzionava le sue esortazioni alla cultura: basta analizzare il celebre discorso all'Areopago. Il sacerdote è padre di ogni anima; riservi formazione speciale a chi si sviluppa, poichè così fece il Divin Maestro e lo si vede nella celebre conversazione con cui si intrattenne con Nicodemo; così richiede la natura, che sviluppandosi in età deve trovare e portare più sviluppo in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini. Così maggiormente si glorifica Dio e si porta pace agli uomini, essendo la religione così alta che meglio sarà intesa dalle persone colte; e queste con il nuovo fondamento razionale saranno più fedeli a Dio, meglio adempiranno il «psallite sapienter» nella vita quotidiana. Ottimo consultare «La cura d'anime nelle grandi città» di Mons. Swoboda.

PRINCIPI GENERALI


a) Seguendo il metodo ciclico, si continua a dare alle anime Gesù Cristo: Verità, Via, Vita. Occorrono diverse caratteristiche, proprie di questo periodo e convenienti per l'età. In generale è utile tener presente il maestro di metodologia generale, S. Tommaso d'Aquino; particolarmente perchè, il Concilio di Trento ha posto in mezzo all'assemblea la Somma di S. Tommaso accanto alla
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Scrittura ed i Pontefici, specialmente Leone XIII, lo prescrivono.
b) La fede conviene mostrarla come il compimento e perfezionamento delle scienze e specialmente della filosofia. All'affacciarsi alla vita il giovane sente la sete della verità; bisogna dargliela prima che l'errore ne perverta il naturale istinto buono. Il giovane sente la parola evangelica: la vita è dovere. Ma un esercito di passioni gli va mormorando: è piacere. Ed egli chiede: a che lasciare la vita comoda? Occorre sia ben persuaso del «centuplum accipietis et vitam aeternam possidebitis»1. Per la filosofia e la fallacia molte menti furono pervertite: si dia dunque una filosofia ed una scienza verace che gettino le basi della teologia: finchè finalmente il dotto cade in ginocchio dinanzi a Gesù Maestro, per la divina grazia esclamando: Tu l'hai detto, lo credo quindi, lo so.
c) Le virtù devono entrare in una battaglia da cui uscire ritemprate virilmente per la vita. Conviene allora mostrare la virtù bella, la virtù utile; conviene che si sviluppi il senso della vita; la coscienza del dovere, il principio della iniziativa buona e della responsabilità di fronte alla eternità, alla società, a se stesso. Al giovane conviene togliere le illusioni con la realtà della vita; mostrare fiducia e dare la necessaria libertà, senza però che egli possa abusarne. Siamo al momento ed al ceto difficile; tanto più se si tratta di una mezza scienza o di un ambiente e carattere difficile. Queste difficoltà hanno sovente sfiduciato molti educatori; ma ne hanno affinati ed entusiasmati altri.
d) La grazia qui occorre abbondantissima, veramente copiosa, poichè «sufficit tibi gratia mea»
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nella lotta. L'amore a Gesù, alla S. Madonna, allo studio, all'apostolato, hanno salvato tanti dal male! hanno preparato santi ed apostoli. La preghiera allora deve avere carattere liturgico capace di soddisfare mente e cuore; e carattere pratico di abnegazione. Solo nell'abnegazione dell'io e nell'unione con Dio, secondo il vero spirito della Chiesa l'istruzione religiosa, i motivi razionali, i principii di morale, avranno efficacia e daranno i frutti della nuova vita.

NORME PARTICOLARI


a) Studio profondo della psicologia particolare e delle condizioni di ambiente delle persone cui si rivolge questo apostolato. Il frutto dell'Apostolato dipende assai dal conoscere le risorse del terreno, prepararlo e trattarlo con la cultura bellissima di cui è capace: «Dei agricultura estis»2, «Pater meus coelistis agricola est»3.
b) Profonda persuasione che spesso queste persone mancano di dottrina religiosa, pur essendo colti in tante scienze ed arti! hanno quindi bisogno di chi li curi ed istruisca; mentre poi non sono da ritenersi come «Massa perditionis» da cui più nulla vi sia da sperare. La loro cura richiederà maggior studio; e con spirito e sacrificio si farà poichè del Divin Salvatore è scritto «tota die expandi manus meas ad populum non credentem et contradicentem»4.
Due scogli sono allora da evitarsi; e cioè in primo luogo: dal voler così accostarci ad essi, da sacrificarvi la dottrina, la santità e la grazia. Le verità non si possono mai chiamare in dubbio; nè può chiamarsi lecito quello che non è lecito,
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nè sperare che basti la posizione sociale, la rettitudine di carattere, il galantomismo od il sentimento naturale per salvarci: occorre assai più, cioè la parte soprannaturale.
Principii: l'atto di fede richiede grazia; la morale naturale non è sufficiente, occorre l'elevazione all'ordine soprannaturale; nella sola Chiesa cattolica abbiamo la verità intiera, la morale completa, la via della salvezza. «Credo ut sciam».
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1 Matth. XIX, 29.

2 I Cor. III, 9

3 Jo. XV, 1.

4 Is. LV, 2.