Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CAPO VENTISEIESIMO
I PECCATI DI STAMPA

SONO OFFESE A GESÙ MAESTRO CHE FACILMENTE SI MOLTIPLICANO - CHE OCCORRE SCONGIURARE E RIPARARE

SONO GRAVI OFFESE A GESÙ MAESTRO


Infatti:
a) Direttamente avversano la missione del Divin Maestro Gesù. Il Padre celeste, amò tanto gli uomini da mandare ad ammaestrarli il suo stesso Figlio, dopo aver inviati patriarchi e profeti. La stampa cattiva innalza la cattedra di menzogna contro la cattedra di verità. È contro il Padre «novissime locutus est nobis in Filio»1; contro il Figlio, che consumò i giorni di sua vita per dare testimonianza alla verità e manifestarci Dio; contro lo Spirito Santo poichè questi è lo «Spirito di verità che insegna tutto» a mezzo della Chiesa.
b) Direttamente attentano alla rovina spirituale dell'uomo: avvelenano la mente ed il pensiero umano; insegnando le strade del vizio; allontanando gli uomini dalla grazia.
c) Si moltiplicano: poichè chi parla male od opera il male lo fa con un atto: qui vuole tanti
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peccati e compie tanti atti peccaminosi, quante sono le copie del libro o giornale che si stampano. Che se fossero mille, duemila, dieci, cento mila, il numero dei peccati sarebbe così moltiplicato dai giri stessi della macchina. Nè solo il peccato si moltiplica per lo scrittore, ma ancora proporzionatamente nello stampatore e nel propagandista.
d) Peccati di scandalo pubblico, che occorre ritrattare. Chi scrive opera per venir letto; aspira anzi, d'ordinario, al maggior numero di lettori; nella sua intenzione abbraccia tanti nello spazio e nei tempi, non esclusi i più ingenui, i più semplici, i più innocenti. Che se ogni scandalo è peccato grave, se presenta occasione di danno spirituale grave; che se i peccati di scandalo si moltiplicano secondo il numero delle persone scandalizzate... che cosa bisognerà pensare della stampa cattiva? Non è un discorso tenuto a poche persone; non è una scuola di numero limitato di alunni; non è una conferenza dove gli uditori possono controllarsi. È più grave, indefinitamente più grave. Tale peccato di scandalo ha una doppia malizia: contro la fede e contro la carità.
e) Peccato grave nel modo. Vi è la premeditazione, lo studio per riuscirvi, a mente calma; si fa non per impeto improvviso di passione; ma con mente calcolatrice, preparazione lunga; vi è la solennità dello scritto. La parola ha il proprio valore; ma lo scritto ha un valore assai maggiore, nella estimazione di tutti. Se una cosa è stampata nel comune senso degli uomini ha maggior importanza. Esso è capace di creare scismi nella Chiesa; capace di fomentare rivolte negli stati; capace di eccitare l'odio di classe nella società; capace di far la réclame a tutti i vizi ed a tutte le dottrine irreligiose; capace di popolare l'inferno. Sta la ponderata parola del Papa Leone XIII: Non si sbaglierebbe chi volesse attribuire alla cattiva stampa tutti i mali della civile società.
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FACILMENTE SI MOLTIPLICANO


Fuori delle grandi organizzazioni gli Scrittori sono gli agenti principali. Innumerevoli scuole insegnano errori di filosofia, sociologia, morale, dottrinali; innumerevoli forme prende il vizio, con innumerevoli mezzi si dilata il peccato. Scrittori che hanno fatto studi e che non li han fatti; scrittori convinti e non convinti; spinti dall'ambizione o dal lucro; altri volendo diabolicamente corrompere ed altri per giustificare se stessi, ecc. Sono un esercito! che messi a servizio di Dio, della Chiesa, del bene, guiderebbero l'umanità sulle vie della verità, della virtù, del cielo. Ma con la mano armata di penna malefica travolgono gli innocenti ed i deboli nelle tortuose strade dell'errore e del male.
Altra è però la responsabilità del Direttore, altra quella dei redattori, corrispondenti, reporter, ecc.
a) Nelle grandi associazioni di stampa: Vi sono oggi: organizzazioni di stampa pervertitrice. Ricordiamone tre specie: Le organizzazioni o imprese giornalistiche; le organizzazioni librarie; le società bibliche protestanti, le società ebraiche, massoniche, sovietiche, ecc. ecc.
Chi stabilisce l'idea predominante o di indirizzo lo chiamiamo «editore». Egli ha la responsabilità maggiore, poichè è l'anima dirigente di tutto un organismo, o persona morale che il Divino Maestro indica quando dice: «Guardatevi dai falsi profeti»2. In queste immense organizzazioni, oggi, gli stessi direttori sono piuttosto bocche che parlano che non teste che concepiscano, o volontà e cuori che eseguiscano.
I presidenti, gli iniziatori, i fondatori, i direttori
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generali determinano tutto l'indirizzo e sono gli agenti principali; i singoli azionisti, collaboratori e consociati hanno parte di cooperazione e più o meno grave secondo che è maggiore e diretta l'opera di essi. Il capo è più che le membra; e tra le membra vi è una gradazione di importanza, di lavoro, di attitudini.
Quanto si dice di questi organismi grandi, commercialmente e civilmente costituiti spesso in società anonime, devesi pur dire dei piccoli organismi editoriali e propaganda e commercio di stampa.
Nè vale il dire che in molti casi non è un'idea che si vuol diffondere; ma che si ritiene la stampa come una comune industria e comune commercio, come si farebbe di altra merce: es. navigazione, concimi, medicinali ecc. Poichè: la natura di certe merci come della stampa tecnica è moralmente indifferente: la stampa di pensiero e di costumi, invece, è moralmente buona o cattiva.
Qui specialmente occorre spiegare la malizia dello scandalo. Esso non istà solo in fatti, ma ancora in parole dette e, peggio, stampate, che presentano ansa, causa od occasione di rovina spirituale al prossimo. Quando lo scandalo è diretto, cioè mira a seminare l'errore ed il male, allora prende il nome di diabolico. Ogni scandalo contiene una doppia malizia, almeno; la prima contro la carità, la seconda contro la virtù speciale all'offesa della quale si espone il prossimo. Vi può essere anche altro peccato in dipendenza di altre considerazioni. E il peccato di scandalo può essere grave, giacchè sono note le terribili parole del Maestro Gesù: «Guai allo scandaloso»3. Perciò la Teologia Morale del Mark vol. I. pag. 327 fra gli scandalosi più frequenti e più dannosi numera:
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Coloro che diffondono libri e fogli nocivi; o li scrivano o li vendano, o li imprestano, o li stampano. Così pure i pittori, scultori, fotografi, zincografi, ecc. ecc. che nelle case private, o peggio, in pubblico, nelle esposizioni ecc. presentano figure disoneste.
Il Codice perseguisce con pene speciali alcune forme più gravi di questi peccati e scandali, quindi:
Sono soggetti alla scomunica «speciali modo» riservata alla S. Sede: gli editori di libri di apostati, eretici e scismatici, che propugnano l'apostasia, la eresia, lo scisma, una volta che il libro è messo in ordinario commercio e parimenti coloro che difendessero o scientemente, senza la debita licenza, leggano o ritengano i sopradetti libri o quegli altri che con lettere apostoliche venissero nominativamente proibiti.
Sono soggetti alla scomunica «nemini riservatae» gli autori e gli editori che senza la debita licenza fanno stampare libri della S. Scrittura o le annotazioni o i commenti di essa.
Della materia si occupa la «officiorum et munerum».

SCONGIURARLI E RIPARARLI


Convertire gli scrittori e stampatori cattivi; con preghiere, avvisi, richiami.
Ecco una preghiera «Per chi ha sete di anime come Gesù», che contiene quanto in questo è da notarsi.
«Signore, io vi offro in unione con tutti i sacerdoti che oggi celebrano la Santa Messa, la Vittima Divina, Gesù Ostia, e me stesso, piccola vittima:
1. In riparazione delle innumerevoli bestemmie, errori ed oscenità che si stampano in tante tipografie da cui ogni giorno esce un fiume di carta che allaga il mondo come torrente putrido.
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2. Per invocare la Vostra misericordia sugli innumerevoli lettori, perversi o innocenti, che la stampa scandalosa strappa dal Vostro Cuore di Padre, assetato di anime.
3. Per la conversione di tanti scrittori e stampatori, ciechi ministri di satana, falsi maestri, che hanno alzato cattedra contro il Divin Maestro, avvelenando ogni insegnamento, il pensiero umano e le sorgenti dell'umana attività.
4. Per onorare, amare, ascoltare unicamente Colui, che Voi, o Padre Celeste, nel Vostro gran Cuore, avete dato al mondo proclamando: «Questi è il mio Figlio diletto. Lui ascoltate»4.
5. Per conoscere che solo Gesù è perfetto Maestro: cioè la Verità che illumina, la Via o il Modello di ogni santità, la Vita vera dell'anima, cioè grazia sanificante.
6. Per ottenere che si moltiplichino nel mondo i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose consacrati a diffondere la dottrina di Gesù a mezzo della Stampa.
7. Perchè gli scrittori ed operai di questa Stampa siano santi, pieni di sapienza e di zelo per la gloria di Dio e per le anime.
8. Per domandarvi che la Stampa cattolica prosperi, sia diffusa, aiutata e si moltiplichi innalzando la sua voce così da coprire l'inebriante e trascinante strepito della stampa perversa.
9. Perchè tutti noi conosciamo la nostra ignoranza e miseria, e il bisogno di starcene sempre coll'occhio supplichevole ed a capo chino innanzi al Vostro Santo Tabernacolo, o Signore, invocando luce, pietà, misericordia».
Non cooperare. - Devesi evitare la Cooperazione al peccato degli Editori e Scrittori. La cooperazione
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può venire con la stampa, la diffusione, la lettura, il concorso morale o materiale.
La cooperazione nella officina tipografica altra è prossima, altra remota. È prossima negli azionisti, nei compositori, impressori, correttori di bozze, direttori; è remota, per es., in coloro che preparano inchiostro, carta, materie; in coloro che brossurano o spediscono, forniscono forza motrice, ecc.: ossia hanno uffici per cui contribuiscono remotamente alla stampa.
Premesse queste cose: in una tipografia unicamente o principalmente, o di proposito aperta per fine cattivo, per nessuna causa è lecito cooperare; perciò presto occorre licenziarsi: e così i cattolici lascino le tipografie protestanti aperte per combattere le dottrine della Chiesa, e le tipografie di società bibliche protestanti. Invece in una tipografia comune, che soltanto raramente e accidentalmente stampa qualcosa di errato o pernicioso, si potranno scusare i cooperatori remoti; non però i prossimi, secondo la comune dottrina.
Circa la diffusione: Peccano gravemente per sè coloro che si abbonano, per l'anno o per il mese, ai giornali cattivi, giacchè cooperano efficacemente col loro denaro a mantenerli in vita.
Esporre in vendita, dare, imprestare, vendere, procurare al padrone ecc. libri osceni o perniciosi per dottrina, è cooperazione prossima, da cui solo un'urgente necessità può scusare. Procurare un libro cattivo: ma ad una persona seria, o per ragioni di studio, o che si presume fondatamente fornita del debito permesso, è lecito; diversamente è peccato. Non si può senza il debito permesso stare in uno spaccio comune, ove, indistintamente, a qualsiasi avventore si vende ogni sorta di libri. È gravemente cooperare al male la réclame di libri cattivi, di medicinali dannosi, di divertimenti pericolosi, di collegi non cattolici, ecc. ecc.
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Raramente sono scusati da peccato coloro che si servono, anche per merci oneste, di réclame su periodici pericolosi; parimenti: quanti con gli elogi, l'appoggio, l'esempio ecc. contribuiscono alla diffusione della stampa immorale od eretica.
Riparare. - Il Maestro Divino ha portato su le sue spalle i nostri peccati, pagando con pene ineffabili. Egli era venuto a portare la verità. Ma perchè Egli predicò alta la verità, venne condannato. Ed i discepoli lo abbandonarono, e Pietro lo negò e la sua dignità di Maestro eterno venne umiliata in ogni forma e specialmente quando Erode lo vestì da pazzo e lo sprezzò come tale insieme ai suoi soldati.
Vi sono anime che si votano alla riparazione al Cuore di Gesù per lo scempio miserando che la cattiva stampa fa della dottrina di Gesù Cristo Maestro.
Suggeriamo a queste anime: a) Recitare il Dio sia benedetto, frequentemente, specialmente nelle orazioni del mattino e della sera;
b) Leggere ogni giorno un tratto del S. Vangelo e possibilmente fare ciò in famiglia, in scuola, in chiesa;
c) Celebrare la prima domenica del mese ad onore di Gesù Maestro con ritiro mensile, confessione e udire meditando la Divina Parola;
d) Le ore private e pubbliche di adorazione; la S. Messa, possibilmente quotidiana; la Comunione, al Venerdì particolarmente.
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1 Hebr. I, 1.

2 Matth. VII, 15.

3 Matth. XVIII, 7.

4 Luc. IX, 35.